Fanfic su attori > Josh Hutcherson
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Autore: irispaper29    21/05/2014    1 recensioni
“Ma perché cerchi sempre di sorridere?”
“Perché sono i sorrisi ad illuminare il mondo”
Alexandra sembra una normalissima comune ragazza orfana, che studia e lavora tre stagioni su quattro, mentre l’estate la passa, nonostante ella abbia ben ventanni, al Campo Mezzosangue, un campo estivo che si paga le spese coltivando e vendendo fragole.
Invece la sua vita non era mai stata normale, ma almeno prima riusciva a fingere che lo fosse. Invece la sua vita viene stravolta e comparirà un piccolissimo dettaglio. Un dettaglio così piccolo che sembrerebbe insignificante, mentre invece è di grande valore, perché cambierà la sua vita. Sembrerebbe un dettaglio senza nome, ma non è così. È una persona. Una persona di nome Josh Hutcherson.
[Josh compare dal secondo capitolo, il primo è un prologo, una specie di "finestra" sul mondo della protagonista, che vi consiglio di leggere comunque, per capire la sua psicologia].
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, Lime, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ok, la situazione si sta leggermente scaldando, letteralmente. La temperatura è aumentata. L’uomo si avvicina a noi, con quel suo sguardo pericoloso e il sorriso terrificante, seppur affascinante, in se. Lo so, dovrei avere paura, e ce l’ho. Ma sono più forte, dopo l’esperienza con il Basilisco. Devo esserlo. O i miei amici moriranno.

:-Umani, qui?-ghigna l’uomo, avvicinandosi sempre di più. –A disturbare la nostra quiete! Come osate, mortali!

:-Mi permetta, mio caro gentiluomo, di correggerla. Saremmo semidei-dico, facendo dell’ironia, per, lo ammetto, temporeggiare, e magari trovare il coraggio di affrontarlo, perché, al momento, sono a secco. –Eroi, per la precisione. La sua ignoranza è quasi offensiva.

:-Non importa-dice il mostro, scagliando una delle sue palle di fuoco, ma mancandomi, per fortuna. –Morirete. Ancora pochi secondi, e la catena si dissolverà.

Lancio uno sguardo ai suoi piedi, non sta mentendo. È incatenato al muro, ma presto si libererà: la catena sta già svanendo. Ho pochi secondi per trovare il coraggio che mi serve.

:-Che ne pensi, Percy? Non possiamo certo lasciar correre un errore di tale gravità, e sottolineo tale. Per non parlare della scortesia e della maleducazione che sta rivolgendo verso le nostre persone.

:-Penso che l’insolenza debba essere punita-risponde lui, reggendomi il gioco con un sorriso enorme, e prendendo la sua spada. –O perlomeno corretta.

:-Bene, credo proprio che il signore abbia bisogno di una lezione-dico, sfoderando la mia Protezione. –Una lezione molto dolorosa, ma istruttiva. Sei pronto, Percy?

Lui annuisce:-Sono nato pronto per questo.

Sorrido, prima di sferrare il mio attacco. Questo sarà un gioco di due. Due Parabathai. Lui non è di certo il mio, ma ora Percy è il più adatto: acqua contro fuoco. il mio era Luke, e ora è morto. Era il mio compagno guerriero. Non c’era una cerimonia ufficiale, ma ogni semidio può sceglierne uno, quello di cui più si fiderebbe, con cui sarebbe fiero di combattere. È un uso che abbiamo mantenuto dalla guerra di Troia, se non prima.

Il mio compito, ora, è quello di distrarlo, mentre Percy attacca. E lui questo lo sa. Abbiamo dei gesti. Uno, due e tre, che facciamo con la mano. Il primo significa attacco combinato, il secondo è proprio quello che ho fatto ora. E il terzo, è per la ritirata. È molto utile, così posso capire le intenzioni di Percy, e combattere senza intralciare i suoi piani. Così tento un affondo, mentre lui tenta di prenderlo di schiena. Il mostro intanto continua a scagliarmi addosso palle infuocate, e calde, che rischiano di bruciarmi. Nico, intanto, sfodera la sua spada, insieme a Ben. Sono contenta che ci vogliano dare una mano, questo tizio sembra pericoloso. E, si, mi fa un po’ paura. Non voglio bruciare viva di nuovo.

:-Nico, aiutaci! Formazione Anatra-dico, e lui sa cosa deve fare. Dobbiamo tenerlo occupato mentre Percy lo attacca da dietro. Una cosa a tre, tanto per cambiare. Come quelle delle anatre, a V. Solo che la punta della V è Percy, e sta dietro.

Annabeth e Josh fanno per tirare fuori i loro stiletti, ma è tutto inutile. Non possono. È un arma troppo corta, e quello lancia palle di fuoco a lunga distanza. Searel, invece, non ci prova nemmeno. Sa che un piccolo coltello come il suo non ci sarebbe d’aiuto.

:-No!-dico. –Annabeth, restate fuori. Sai benissimo che non potete. Nascondetevi!-dico, e lei annuisce, nascondendosi dietro una roccia insieme a Searel, mentre evito un altro degli attacchi del mostro, che, mancandomi, furioso, lancia un urlo.

:-Morirai!-dice, cercando di darmi fuoco, ancora una  volta. –Così riavrò indietro me stesso! Lei sarà contenta per la tua morte.

Mi fermo, confusa:-Chi? Chi mi vuole morta?

:-Io-urla, lanciandomi una palla di fuoco. Non posso evitarla, sono troppo lenta, lo so. Però, sento qualcosa che mi tira indietro per inerzia. È Josh, mi sta tirando via per il gomito.

:-Grazie-dico, ma lui mi interrompe subito.

:-A questo ci pensiamo dopo-dice lui, prendendo il suo stiletto, e lanciandolo contro il mostro. Vedo la lama colpire e lacerare dolorosamente la sua pelle dorata. Il mostro grida di dolore, e si ferma per un secondo, e, furioso, lanciando un urlo ancora più forte, gira su se stesso per svariate volte, con le braccia aperte, le mani brucianti, creando così un cerchio di fuoco. Lo evito proteggendomi con la mia spada, e la fiamma si riflette su di lei. La lascio cadere con un urlo: il metallo è caldo. Si sente un urlo di Annabeth, che deve essersi scottata, anche se era al sicuro, con Searel. Guardo Percy, disperata. Nonostante il numero, è troppo forte. Non so come sia possibile, ma è come se stessimo mano a mano perdendo la nostra energia, mentre il mostro sembra acquisirne. Siamo ancora vivi solo alla nostra capacità di schivare proiettili di fuoco, o deviare la loro traiettoria con le nostre spade. Ma non possiamo fuggire per sempre. Prima o poi, ci stancheremo. E lui ci ucciderà.

Guardo di nuovo negl’occhi Percy. È furioso, si vede. È talmente arrabbiato che le sue pupille si stanno restringendo. Con un urlo carico di rabbia, si getta sul mostro, trafiggendolo da parte a parte, ma non può evitare le fiamme, che lo avvolgono. Non appena la spada entra nel corpo del mostro, che, gridando, sparisce in una nuvola di sabbia allo zolfo, Percy la lascia, e corre via dal fuoco. Però la sua maglietta è distrutta, le punte dei capelli sono bruciate e ha moltissime bruciature, soprattutto sul viso e sulle spalle.

:-O miei dei-dice Annabeth. –Percy!

Lui cade a terra, senza dir nulla, stremato, ora che ha ottenuto la sua vendetta, e ucciso quel…quell’essere.

Searel si china vicino a lui, prende il kit di pronto soccorso, e gli disinfetta le bruciature.

:-Come sta?-gli chiede Annabeth, apprensiva.

:-Poteva stare peggio, molto peggio. Con un po’ di nettare si riprenderà, e fra poco sarà abbastanza forte da continuare la discesa-dice Searel, convinta, mentre fascia le braccia di Percy, piene di bruciature.

:-Beh, dobbiamo sbrigarci-dice Nico. –Non dobbiamo fermarci, o non riusciremo più a muoverci. E rimarremmo qui.

:-Sto facendo il possibile, ma ho bisogno di almeno cinque minuti-dice Searel, finendo di fasciare le braccia. –E anche lui. Ha rischiato grosso.

:-Si-dice Nico. –Però dobbiamo sbrigarci comunque.

:-Annabeth, cos’era?-gli chiedo, interrompendolo. Devo distrarla, ha le lacrime agl’occhi, sta per piangere.

:-Una Flogos. Una fiamma  umana. Ma…è strano. Sono molto, molto rari. Dovrebbero essere scomparsi da anni, a differenza dei Karpoi, o gli spiriti della tempesta. Nascono in un solo modo.

:-In che modo?-le chiedo. Deve distrarsi, o scoppierà. Intanto, Searel ha quasi finito. Sta cercando di far bere a Percy un goccio di nettare.

:-Beh…è complicato. Nemmeno io sono in grado di comprenderlo fino in fondo. Ma nascono dall’unione di una dea e…un certo titano. Percy lo ha conosciuto, il vecchio Prometeo. Ma non con quel tipo di unione. È un po’ come la mia, di nascita, o quella di mia madre, Atena. Io sono nata da un pensiero di mia madre. Gli spiriti del fuoco, i Flogos, sono molto più pericolosi degli spiriti della tempesta, e nascono dal contatto esterno, come le scottature. Però è raro incontrarne uno, perché il procedimento può avvenire solo nelle ore più calde dei mesi più caldi, e i luoghi stessi devono avere un clima caldo. Di solito si trovano nel deserto, dove l’aria è secca, ricca di ossigeno e calore. È, soprattutto, il contatto deve avvenire in modo doloroso.

:-Che tipo di contatto?-chiedo, curiosa.

:-Contatto…sanguineo. Di solito Prometeo usa le armi più raffinate, ma anche qualunque altra cosa va bene, come le unghie…Non so come si faccia a mescolare, ma succede. Il sangue della dea viene mischiato in un’ampolla contenente il sangue del titano, e poi…si riversa…a terra, in una spirale di fuoco. È complicato, nemmeno io capisco come possa essere possibile una cosa del genere o perché dovrebbe accadere, ma…succede. E basta.

:-Beh, Prometeo è un cretino. Avremmo dovuto aspettarcelo…-dice una voce maschile, e tossicchiante.

:-Percy!-esclama Annabeth, gettandosi su di lui. –Stai bene.

:-Più o meno…-dice lui, con un gemito di dolore.

:-Se ci riprovi, Testa d’Alghe, trovo il modo di tramutarti in un pesce rosso!-esclama lei, furiosa. –Mi hai fatto morire di paura!

:-Lo so-dice lui. –Scusami.

:-Dovresti imparare a badare a te stesso-dice Annabeth, più dolcemente. –Non posso farti da balia per sempre. Potrei essere altrove.

:-Posso affrontare mille eserciti-dice lui. –Ma solo se tu sei con me.

 

***Josh***

 

Non so cosa fare, all’inzio. Alex mi ordina di stare indietro, e, per la prima volta, faccio esattamente come mi ha detto. Quel mostro ha un ampio raggio di mira, mentre il mio, con un semplice stiletto, è piuttosto piccolo, e farei comunque pochi danni, anche se lo lanciassi. Mai quanti ne può fare una spada.

Però poi la vedo. Alex. Se la stava cavando bene, fino a pochi secondi fa. Avevo capito il suo piano: combattere il fuoco con l’acqua, il suo opposto naturale. Ma non sta funzionando: sta per essere colpita da una palla di fuoco. Corro subito verso di lei, ma non farò lo stesso errore di quella volta. Non la lascerò sola. Invece di mettermi davanti a lei, la tiro via, prima che la sfera possa colpirla. Mi ringrazia, e lancio il mio stiletto verso il mostro, che, furioso, crea intorno a lui un enorme cerchio di fuoco, che brucia Annabeth proprio sulla spalla destra. Percy, allora, furibondo, si avvicina al mostro fino a rimanere coinvolto nel cerchio, e lo impala con la spada. Subito dopo, la lascia cadere a terra, e fugge via, mentre il mostro si trasforma in sabbia. Si accascia sul pavimento prima ancora di poter dire qualunque cosa. Subito Annabeth si lo raggiunge, seguita da Searel con il suo kit di pronto soccorso. Disinfetta e fascia le ferite di Percy con disinvoltura e velocità, mentre Alex riempie Annabeth di domande, per distrarla, per non farla piangere, perché si vedono già le lacrime far capolino dagl’occhi.

Quando Percy si sveglia, Annabeth sorride, ma lo sgrida subito dopo. E lui gli dice una frase bellissima. E so che è sincera. Perché è proprio ciò che penso io.

 

***Alex***

 

Cerchiamo di dare a Percy il più tempo possibile, ma, in realtà, dopo si e no due minuti, Nico ci costringe a riprendere il cammino. Si comporta un po’ come una mamma apprensiva, ma ha ragione. Se rimarremo fermi per troppo tempo, moriremo. E questo lo sanno tutti.

Continuiamo a camminare per un tempo indefinito. Qua, non funzionano gli orologi, ne i cellulari. E mi scappa terribilmente la pipi, ma non lo dico. Non possiamo fermarci. E sarebbe davvero imbarazzante. Dove potrei fare la pipi?

Dopo poco, ai bisogni della natura che al momento non posso soddisfare, si aggiunge anche la fame. Non sono l’unica ad avere lo stesso brontolio sommesso allo stomaco. Tutti stanno morendo di fame, come me.

:-Su è sicuramente ora di pranzo-dice Nico, sovrappensiero.

:-Ma va’?-fa Josh, un po’ nervoso. –Dovremo pur mangiare. Siamo tutti umani, più o meno, alla fine.

Lui annuisce, così, senza smettere di camminare, prendo qualcosa dallo zaino e lo spartisco nel modo più equo. Alla fine divoriamo tutti una parte di pane fatto in casa e finiamo la pasta al forno, mentre camminiamo. Quando Percy mi offre un po’ d’acqua, la rifiuto.

:-Perché?-chiede lui, confuso. –Comincia a far caldo, dovresti reintegrare i liquidi.

:-Non dire quella parola-dico, nervosa. Ma davvero non se ne è ancora reso conto? Mi tremano le ginocchia, faccio fatica a tenermi in piedi e cammino con le gambe strette.

:-Quale, “liquidi”?-chiede confuso. –Oh, ma certo! Devi fare pipi.

:-Era necessario urlarlo?-gli chiedo a denti stretti, anche se sembra che nessuno abbia sentito. –O usare quella parola?

:-Beh, perché non la fai?-chiede, ancor più confuso, sussurrando.

:-Non sono un maschio, non posso farla in piedi-rispondo. –E sarebbe imbarazzante.

:-Ok, ci penso io al diversivo-dice, stringendomi l’occhiolino. Poi si getta in avanti, e lancia un urlo, cadendo di netto sul pavimento. Sono sicura che non si sia fatto nulla, ma tutti si girano. Annabeth, presa dal panico, tira fuori il coltellino e si guarda intorno. Searel e Ben lo guardano in modo scettico. Josh, invece sorride. Che abbia sentito?

Capisco che la risposta è affermativa quando mi nascondo dietro una roccia rossa, e lui si gira, per darmi un po’ di privacy. Non appena ho finito, ne esco dal mio nascondiglio e lui mi sorride ancora. Divento rossa come un peperone. Intanto, gli altri hanno stabilito che non c’è un attacco in vista. Perfetto. Ora tutti mi prenderanno in giro per la mia pipi?

No, per fortuna. Nessuno, a parte forse Josh, si è accorto di nulla. Percy mi fa di nuovo l’occhiolino. E io lo ricambio. Lui è il mio migliore amico. Ed è il mio ultimo pensiero, prima che senta un ringhio dietro la mia schiena.

Nota dell'autore: Salve! Chiedo umilmente perdono, vi prego, solo il perdono! Ho avuto 3 interrogazioni al giorno, e almeno 2 verifiche. Chiedo scusa!
Comunque, ecco qua! Il nuovo capitolo, sempre di passaggio. Che razza di caverna, eh? Ma tranquilli, ci siamo quasi. Un bacio e ringrazio tutti i miei recensori, vi adoro!

   
 
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