Libri > Harry Potter
Segui la storia  |      
Autore: Sunuxal    22/05/2014    1 recensioni
Detesta le persone, a parte la sua sorellina.
Ha un rapporto particolare con le capre, su cui compie magie disdicevoli.
[Traduzione dal tedesco]
Genere: Slice of life, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aberforth Silente, Albus Silente, Ariana Silente, Gellert Grindelwald | Coppie: Albus/Gellert
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
cap 1

Link alla storia originale: "Von Ziegen und Wölfen"


Di capre e lupi


Prologo


"In her fairy-tale world she's a lost soul singing
in a sad voice nobody hears.
She waits in her castle of make-believing
for her white knight to appear"

Jethro Tull, "Pussy Willow"


Ariana era irrequieta – lo era stata fin dalle prime ore del mattino.

Tuttavia dato che la sua inquietudine non si esprimeva in paura o aggressività, ma solo in un'allegria infantile, quello era da considerarsi uno dei giorni migliori.
Niente era andato in fiamme, niente era crollato o esploso. Solo alcune ante d'armadio si erano alzate in volo, mentre i cassetti del comò vicino erano schizzati via dai loro supporti, come se vi fosse nascosto un malvagio Poltergeist. Ma tali bazzecole non spaventavano più da tempo gli abitanti del numero 3 di Peverell's Path.

Il disagio generale, non solo di Ariana, era causato dalla luna piena ormai prossima e soprattutto dal tempo: ormai da giorni regnava un caldo opprimente, e da settimane non era più caduta una sola goccia di pioggia.
Certo, un incantesimo di frescura manteneva temperature piacevoli in casa, ma non si potevano aprire porte e finestre senza che entrasse un fiotto d'aria calda e soffocante, come da un forno.

Aberforth aveva giocato tutto il giorno con Ariana, per dirigere le sue energie su binari meno distruttivi. Con una carampana – i cui riquadri erano stati disegnati sul parquet del soggiorno con della fuliggine dal camino – e un giro di Acchiappa-il-Grifone, durante il quale si erano inseguiti su e giù per le scale di mezza casa, alla fine era riuscito a stancare così tanto la sua sorellina che Ariana era già pronta ad andare a letto senza fare storie.
Mentre lei era nel suo piccolo bagno personale a lavarsi e cambiarsi, Aberforth la aspettava nella sua stanza, che confinava direttamente col bagno.
Sedeva su una delle graziose seggiole rosa vicino al letto, e fissava assente il grandioso panorama fuori dalla finestra che si offriva allo sguardo dell'osservatore: il sole al tramonto brillava sulle facciate color pastello delle piccole case che sembravano stringersi le une alle altre. Dietro, i fianchi della montagna coperti di ginestre formavano un unico mare di fiori gialli, e la superficie dell'acqua del vero mare del porto dava l'impressione di essere oro liquido. Gabbiani a chiazze si libravano sulla banchina, beccacce di mare dal lucente piumaggio nero pece zampettavano sulla spiaggia, nella sabbia bagnata, e smuovevano le alghe con i loro becchi lunghi e rossi. Il vento gonfiava le vele di una barca da pesca fra le onde, facendo sventolare allegramente la bandiera bianca e verde col drago sulla torre del municipio e i numerosi gagliardetti colorati sugli alberi delle barche ormeggiate.
In un vento fresco di cui a Godric's Hollow non si sentiva nemmeno un alito.

Se si fosse aperta la finestra si sarebbe spezzato l'incantesimo d'illusione e non si sarebbe visto oltre il grigio e nudo granito delle pietre con cui era stata murata la finestra della stanza di Ariana. Per proteggere gli abitanti del villaggio e loro stessi, nel caso in cui Ariana avesse forzato la finestra durante una crisi notturna e fosse fuggita, confusa e spaventata, prima che qualcuno si rendesse conto di cos'era successo.

Aberforth si pulì assente la fuliggine dai vestiti, quella fuliggine che gli era rimasta attaccata sulle dita dal disegno della carampana, e voltò le spalle alla finestra. La scena, per quanto bella potesse essere, lo rendeva triste e arrabbiato, perché sapeva che era solo un'illusione e lei non si sarebbe mai più potuta godere il panorama reale. Anche se avesse potuto portarcela un giorno, non sarebbe più stato lo stesso. Ariana non poteva più sfrecciare fra i vicoli con scope giocattolo, seguita dal padre che rideva e le correva accanto a lunghi passi e falde svolazzanti, stando attento che non scivolasse a terra. E non avrebbe mai potuto volare su una vera scopa.
Troppo pericoloso.

Senza volere, Aberforth lasciò correre lo sguardo attraverso la stanza, su bambole, animali di pezza, scaffali di libri e sui quadri con unicorni che pascolavano e cuccioli di kneazle che giocavano. Tutto sembrava in qualche modo... logoro. Un Reparo ben eseguito non lasciava alcun vero danno come strappi e crepe dietro di sé, ma se veniva usato troppe volte le cose perdevano il loro... spirito, diventavano opache, consumate, o come le si voleva definire. Apparivano semplicemente logore.

Ariana venne correndo dal bagno nella sua camicia da notte preferita con delle puffole ricamate, in un balzo fu a letto e spinse una spazzola in mano ad Aberforth.
Seguendo un rituale che portavano avanti da sempre, le spazzolò i capelli come ogni sera. Il tocco e il ritmo regolare della spazzola tranquillizzavano Ariana.
Quando i suoi capelli biondo-rossicci e lunghi fino ai fianchi furono infine pettinati e raccolti in due trecce per la notte, si voltò verso Aberforth.

"Mi leggi qualcosa?" chiese.

"Cosa?"

Ariana scostò la coperta, saltò su e corse allo scaffale dei libri. Tornò con un sottile libro babbano e lo ficcò in mano a suo fratello.

"Questo qui!"

Tornò gattonando a letto e si premette impaziente un cuscino sul petto, come fosse un animale di pezza.
Il libro era rovinato da macchie di marmellata, alcune pagine erano incollate e i bordi superiori erano un'unica orecchia.

"Questa storia devi averla sentita almeno mille volte, e saperla a memoria da un pezzo" osservò Aberforth.

Inoltre sei troppo grande ormai, pensò, senza però dirlo. Quella era una storia per bambini piccoli. Alla sua età avrebbe dovuto leggere storie di cavalli, unicorni, amicizia tra ragazze e... ma sì, tutto ciò di cui si interessavano normalmente le ragazze di quattordici anni.

"Oh, per favooooore, Abe!" si lamentò lei.

"Va bene" acconsentì lui, e si schiarì la voce in modo teatrale "Allora. C'era una volta una vecchia capra, che aveva sette giovani capretti. Li aveva tanto a cuore, come ogni madre ha a cuore i suoi bambini. Un giorno..."

La strofa alla fine della favola, Ariana la recitò a voce alta con lui e si lanciò infine nella cantilena: "Il lupo è mo-orto, il lupo è mo-orto", il suo cuscino nell'aria.

Aberforth lo acchiappò e glielò infilò dietro la testa.
"Allora puoi dormire tranquilla" spiegò facendole l'occhiolino, si chinò e la baciò sulla fronte.

"Notte, piccola. Dormi bene."

"Buona notte, Abe."

Aberforth si alzò, chiuse piano la porta dietro di sé e passò la mano sul pomello d'ottone, che al suo tocco baluginò di rosso e attivò l'incantesimo che avrebbe segnalato forte in tutta la casa se la porta si fosse aperta dall'interno.


*  *  *

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Sunuxal