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Autore: black_eyes    22/05/2014    1 recensioni
Sebastian Smythe torna a NY dopo 5 anni vissuti a Parigi.
Un incontro nato per sbaglio e dei sentimenti che nascono nuovamente
SEBLAINE
dal primo capitolo
-ebastian sorrise amaramente “ma non è libertà se ti manca qualcosa. Non ti senti pienamente completo o realizzato, in un certo senso.”
Blaine annuì a quelle parole. “La libertà non è niente se non ti senti bene con te stesso. Puoi fuggire da chiunque, dal tuo passato, dal tuo presente, ma non puoi fuggire da te stesso; dal tuo futuro.”-
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ed eccoci qui con il secondo e ultimo capitolo!
Grazie per chi legge e per chi commenterà se avrà voglia!
Buona lettura
(Non è betata, so, sorry  per le obrobriate che leggerete)


 

La mattina seguente Sebastian indossò una t-shirt, un paio di jeans aderenti, una giacca che gli arrivava alle ginocchia per coprirlo dall'aria fredda e uscì per andare al punto d'incontro accordato assieme al moretto; non dovette aspettare molto che il ricciolino comparve davanti ai suoi occhi con una sciarpa rossa a coprirgli metà del volto.

“Buongiorno” biascicò da sotto la sciarpa “come stai?” Gli chiese indicandogli con un cenno del capo la porta del bar “entriamo per stare un po' di più al caldo?”

“Buongiorno Killer” e prendendolo a braccetto lo scortò all'interno della caffetteria.

Appena si sedettero il ragazzo dagli occhi verdi ordinò due cappuccini con una spolverata di cannella sopra.

“Allora, Blaine Anderson, cosa fai nella vita a parte essere perfetto?” Chiese Sebastian leccandosi il labbro superiore per togliersi la panna rimasta.

Il moretto rise scuotendo il capo “perfetto? Io? No, affatto.” Sorrise abbassando lo sguardo verso la propria tazza “io sono solo un bibliotecario, amo la vita tra i libri, anche se so che c'è qualcosa di meglio per me.” Alzò le spalle “ma né a Lima né qui sono riuscito a trovarlo.”

Sebastian aggrottò la fronte bevendo il suo cappuccino “e cosa cerchi? Cosa credi sia meglio per te?” Gli chiese pulendosi le mani nel tovagliolo.

“Non lo so Bas, sento il bisogno che qualcosa di nuovo riempia la mia routine. Ma sono tutte sciocchezze.” Lo fissò deglutendo.

“E io sono qualcosa di nuovo? Potrei esserlo?” Sebastian sorrise inumidendosi il labbro inferiore, prese la tazza e finì il cappuccio “nel senso, nella tua vita potrei essere quel qualcosa di nuovo che non sei riuscito a trovare da nessun'altra parte?”

“Potresti.” Blaine arrossì annuendo e mettendo le mani sul bordo del tavolo. “Ma io so di essere troppo semplice per uno come te. Io sono ordinario.” Alzò le spalle e bevve il suo cappuccino.

Il francesino alzò gli occhi al cielo sospirando, poi puntò lo sguardo verso il ricciolino “Lo sai Blaine?” Sebastian si sporse verso l'altro moretto, “se tu credi di essere ordinario, io dico che ti sbagli.” Prese un piccolo morso della sua brioches “diciamo che per me tu sei tutto fuorchè semplice.” Gli fece l'occhiolino “comunque, se mi lasci essere sincero, tu hai troppa poca autostima di te stesso, per non dire che non ne hai affatto. Ti sottovaluti troppo Blaine.” Lo fissò mordendosi il labbro inferiore vedendo il ricciolino abbassare il capo e fissandosi le mani attorno alla tazza. “E voglio farti capire quanto tu sia fantastico, gentile, dolce, in poche parole particolare. E quanto queste qualità, molto rare da trovare in un unico ragazzo, mi intrighino.” Sorrise notando le guance di Blaine imporporarsi. “E il fatto che tu mi piaccia mi facilita le cose.” L'ultima frase la sussurrò.

Smythe si morsicò un labbro, lo conosceva da poco, gli aveva parlato un paio di volte in tutto, eppure sapeva che erano giuste le parole che gli erano appena uscite dalle labbra.

“Cosa?” Blaine spalancò gli occhi appoggiandosi contro lo schienale della sedia “ma, non mi conosci neanche.” Alzò le spalle “come puoi sapere che io sono …”

“Perfetto?” Sebastian sogghignò “semplice. Lo sei.” Si sporse verso di lui “ascolta, facciamo un patto.” Si inumidì il labbro inferiore “tu ed io usciamo per un appuntamento vero e proprio, magari usciremo più volte, in questo modo ci conosceremo meglio.” Sorrise fissandolo con un sopracciglio alzato “come tu vorresti, giusto?” Blaine annuì, “come nelle migliori storie d'amore” continuò ghignando vedendolo arrossire “ci avevo preso in pieno” sospirò “sei come uno studentello timido dall'aria fottutamente sexy.” Si leccò le labbra in maniera languida “devi essere una bomba a letto. Il sesso con te immagino sia fantastico.” Ghignò.

Blaine deglutì arrossendo “no, io non … cioè … usciamo, conosciamoci meglio, ma … il sesso, no, io … ehm.” Balbettò fissandosi le mani e abbassando il capo.

“Ma, cosa? Ehy Blaine” gli prese una mano “a me non serve conoscere una persona dopo una serie infinita di appuntamenti, io so subito com'è una persona, e tu Blaine Anderson, sei speciale.” Si morsicò il labbro inferiore “speciale per me.” Sussurrò sperando che non l'avesse sentito. Non voleva ricadere nei sentimenti, voleva rinnegare il suo passato. Scosse le spalle.

Il moretto lo fissò dolcemente “ok, quindi … ” deglutì “ti va se usciamo ancora?” Gli chiese tentennante.

Sebastian rise alzando il volto al cielo. “Certo, Blaine.” Gli rispose scandendo il suo nome lentamente “quando vuoi tu, il giorno che preferisci e il luogo.” Spiegò congiungendo le lunghe dita curate sul bordo del tavolo. “Anche domani andrà bene.” Sorrise languido.

“Ok” balbettò il morettino “io … ok … ehm … io domani sono impegnato, ma ti va bene mercoledì sera?” Gli chiese martoriandosi le unghie.

“A me va bene, dopotutto non sarà la nostra unica e ultima uscita. No?”

Blaine annuì “giusto. Quindi … mercoledì? Però ehm … mi farai sapere tu dove e l'ora?”

“Andata” e gli strinse la mano con un sorriso furbesco in volto.

 

Quando il francesino entrò nell'appartamento di sua cugina, trovò Zoe sulla poltroncina mentre leggeva un libro, non fece in tempo a chiudersi la porta alle spalle che la morettina alzò gli occhi su di lui.

“Allora? Com'è andato l'incontro?” Gli chiese chiudendo il libro e sistemandosi meglio sui cuscini.

“Ho un appuntamento. Di nuovo.” Sorrise saltellando sul posto “una cena con Blaine!” Urlò abbracciandola e alzandola dalla poltroncina “e adesso cosa farò?”

“CRETINO!” sibilò Zoe cercando di liberarsi “mettimi giù e spiegami” appena mise i piedi a terra incrociò le braccia al petto “ok, andiamo in cucina” quando entrambi si sedettero al tavolo Zoe gli puntò un dito contro “e ora, dimmi tutto!” Disse con una luce maliziosa negli occhi.

“Siamo usciti, abbiamo parlato, e Blaine è assolutamente perfetto. Ha una voce dolce e densa come il miele, che è balsamica e ti entra fin dentro al cuore, o al cervello.”

“E nel tuo caso fino all'uccello.” Sogghignò Zoe andando a prendere un paio di birre e posandole sul tavolo di fronte al francesino, “continua.”

“Ecco, sì, anche lì” rise Sebastian “e mi ha detto che ama la sua vita, è un bibliotecario, ma che cerca qualcosa di più.” Alzò le spalle sorridendo “mi ha rivelato che si sente ordinario, ma non lo è! Anzi! Lui è particolare, perfetto e …”

“E ti piace.” Terminò la frase la morettina bevendo un sorso di birra “perchè vuoi uscire con lui? Da quando ti conosco, so che odi gli appuntamenti … perchè sei cambiato?”

Sebastian la fissò corrugando le sopracciglia “io non sono cambiato, non del tutto, e comunque esco con Blaine perchè lui è il tipo da commedie romantiche che spera in un finale da favola.” Smythe alzò le spalle sorseggiando la sua birra fresca.

“E il moretto sexy sa che tu sei il lupo cattivo?” Ghignò sua cugina.

“Zoe, oramai sono diventato adulto, diciamo che il ragazzo mi sta interessando, e voglio conoscerlo seriamente.” Sorrise stringendo le mani attorno alla bottiglia “sì, Blaine mi piace.”

“Ok, a quando la cena? Che vuoi fare?” Gli chiese cambiando argomento.

“Mercoledì sera, decido io dove e l'ora … e non so cosa cazzo fare per sorprenderlo.” Si passò una mano fra i capelli corti “quanto sono scemo” sibilò posando il capo sul tavolo.

Zoe sospirò scuotendo il capo e si mise le mani nei capelli, il francesino alzò la testa “non fare cazzate, non strafare” disse la morettina “e per favore, ti scongiuro, ti supplico, mostra a Blaine il vero te.” Sorrise dolcemente. “Tutto molto semplice se usi il cervello alto” e così dicendo premette l'indice sulla fronte di suo cugino. “E comunque sì, sei scemo.” Ridacchiò terminando la propria birra.

“Quindi mi stai dicendo di parlargli del mio periodo da nerd? Dei miei telefilm preferiti, e dei libri che ho amato da ragazzo? Perchè non posso essere il figo perfetto?” Le chiese.

Zoe alzò gli occhi al cielo “perchè tu non sei perfetto. E comunque se magari fai sapere a Blaine di quando eri un dolce ragazzino che amava starsene in camera a leggere e vedere telefilm … poi è ovvio che sei cambiato a causa di quel coglione, ma ehy … è la vita.” Gli prese le mani “Bas, ascoltami.” Si morse l'interno guancia “a te Blaine piace, giusto? Quindi perchè non mostrargli il tuo passato? Magari così facendo scoprirai più cose su di lui, e il fatto che hai un anno di tempo per conoscerlo è a tuo favore. No?” Alzò le spalle mordendosi il labbro inferiore.

“Zoe, tu che faresti se fossi nei miei panni?” Sebastian si alzò dalla sedia prendendo le bottiglie vuote e gettandole via. “Ti apriresti a un tipo qualunque? Dirgli il perchè sei scappato da NY, di come la vita a Parigi non ti soddisfi per la mancanza di qualcosa … o qualcuno?” Chiese dando la schiena a sua cugina e appoggiando le mani sul ripiano della cucina.

“Io gli direi la verità, ma solo se mi piace.” Gli sussurrò abbracciandolo “Sebastian ascolta.” Lo fece girare verso di sé e gli sfiorò il volto “cerca di vivere nel presente e lascia il passato dov'è. Non puoi negarti di amare solo per uno stronzo.” Sorrise dolcemente prendendolo per mano. “Ok?”

Sebastian annuì stringendo a sé sua cugina “Grazie, che farei senza di te mostriciattolo?”

“Ovviamente avresti una vita più monotona razza di francese impomatato che non sei altro.” Rise Zoe lasciandosi abbracciare.

“Quindi mi aiuterai?” Le chiese fissandola dall'alto. “A … ricominciare.”

“Solo se me lo fai conoscere” Zoe sogghignò allontanandosi “voglio vedere quel gran bel culo che si ritrova.” Ridacchiò incrociando le braccia al petto. “Dopotutto anche io sono umana.”

“No. Tu sei un mostro.” La indicò Sebastian scuotendo il capo “sei incredibile e …” sospirò sedendosi e alzando gli occhi al cielo “e va bene! Quando faremo un'altra uscita, te lo presenterò.”

“Fantastico.” Zoe ghignò prima di andare a prendere il giubbino “io esco, devo fare un paio di commissioni. Ci vediamo quando torno.” E lasciandogli un bacio veloce sulla tempia uscì di casa.

 

Il mercoledì sera arrivò e Sebastian uscì assieme a Blaine, una cena, in un vero ristorante, il tutto ovviamente scelto e prenotato dal francesino.

“Sebastian … ehm … perchè siamo qui?” Balbettò il moretto vedendo dove erano arrivati. “Avevi detto una cena informale e …” Indicò l'ampia facciata del ristorante.

“E siamo qui, in questo ristorante perchè l'ho deciso io.” Lo spinse dolcemente all'interno delle porte in cristallo “goditi questa serata.” Gli sussurrò languidamente in un orecchio. “Diciamo che così avremo un'opportunità per conoscerci.” E ponendogli una mano sul fianco, lo scortò al loro tavolo riservato. “Allora, che mi dici?” Gli chiese fissandolo maliziosamente.

Blaine deglutì alzando le spalle “dico solo, che questo posto mi sembra troppo lussuoso e importante per uno come me.” Si guadò attorno notando chiunque vestito in modo elegante e raffinato “cioè, guardami!” Spalancò le braccia.

Sebastian ridacchiò porgendogli un menù “ti sto osservando perfettamente e lasciami dire che trovo che quei pantaloni neri ti fasciano il culo in modo straordinario.” Ammiccò languidamente “ed è la pura verità.” Sfogliò il proprio menù e dopo aver scelto lo mise da parte “ascolta Blaine, questa serata è per noi due. Se stasera ho scelto un posto così è perchè so che tu ne vali la pena, che te lo meriti.” Sorrise candidamente “allora. Quali sono i tuoi interessi?”

“Cosa?” Domandò Blaine balbettando “ahm, io … ahm, leggo, vivo il mio lavoro molto tranquillamente e sono a NY da qualche anno, ho un mio appartamento, ci abito, in affitto, con la mia coinquilina, dato che sono due anni che sono single.” A quel punto la sua voce si spense “sono stato lasciato.” Fissò Sebastian mordendosi un labbro “ok, cambiamo argomento dato che sono una pessima persona.”

“No fermo. Mi stai dicendo che un tipo ti ha mollato di sua spontanea volontà? Stava male. Molto, se ha preso una decisione così … stupida!” Il francesino scosse il capo fermamente.

“Avevamo visioni diverse nello stare assieme. All'inizio quando non gli mandavo nessun messaggio si lamentava, poi quando cercavo di essere presente in tutti i modi non gli andavo bene e ...” alzò le mani davanti al proprio volto “e basta. Non parliamo di queste cose. Non mi va.”

Poco dopo arrivò una cameriera a cui Sebastian comunicò le loro ordinazioni.
“Blaine,” lo richiamò dolcemente “non volevo farti ricordare quel tizio, decisamente strambo, non era mai contento. Scusa la franchezza.” Lo vide abbassare il volto verso la tovaglia e stringere le mani a pugno “ma so quanto fa male essere rifiutati o mollati. Non sei l'unico.” Alzò le spalle.

“Cioè? Anche tu?” Chiese Blaine spalancando gli occhi e fissando il francesino.

“Sì” rispose sospirando “molti anni fa. Avevo appena finito gli studi e mi ero innamorato, neanche un'estate è durata, ma ci sono stato molto male. È grazie a mia cugina che ho ricominciato a respirare, mi ha dato un'opportunità per vivere la vita come desideravo io, e non come i miei genitori volevano per me.” Dallo sguardo corrucciato di Blaine capì che non aveva reso bene l'idea di ciò che era successo “quando sono stato mollato ero una specie di guscio vuoto, e Zoe vedendomi così mi ha regalato il suo biglietto per Parigi. Doveva lei andare in Francia, ma ha preferito dare a me la possibilità di vivere, di tornare a respirare sul serio e a rimettermi in sesto.”

“Ti vuole bene tua cugina.” Sorrise Blaine.

“È l'unica tra tutti i miei parenti con cui ho un vero rapporto di amicizia. C'è anche mio cugino Adam, ma non è la stessa cosa. Lei è unica.” Scrollò le spalle il giovane uomo. “Anche se è impossibile tenerla sotto controllo, più cerchi di cambiarla, più lei fa di testa sua. Lei ti fa credere che la puoi ammansire, ma in realtà stai solo peggiorando il suo modo di vivere.” Sorrise “cose orribili sono accadute quando eravamo dei ragazzini. Molto brutte.”

Blaine si spaventò leggermente “che ha fatto?” Chiese rapito.

“Sua madre la voleva perfetta al suo secondo matrimonio e Zoe si è presentata in chiesa con una canottiera bianca semi trasparente e pantaloncini corti in jeans. E in più quel giorno, si è tagliata i capelli e se li è tinti di blu. Orribile.” Sebastian si coprì gli occhi con una mano “quel giorno è stato orribile e mia cugina ha riso per settimane. È una brutta persona.”

“Ma ti vuole bene e ti ha ceduto la possibilità di vivere al meglio.”

Sebastian annuì “è una stronza dall'animo dolce.” Lo fissò “però parliamo di noi due adesso.” Disse maliziosamente fissandolo nelle iridi caramellate.

“Comunque!” Sorrise Blaine vedendo i loro ordini arrivare “parlami dei tuoi interessi.”

“Vuoi i miei interessi di adesso o vuoi i miei vecchi interessi?” Chiese Sebastian versando il vino rosso nei loro bicchieri e iniziando a cenare.

Blaine ridacchiò scuotendo il capo “i tuoi veri interessi. Voglio sapere di te.” Sorrise “il vero te.”

Il francesino rimase basito “vuoi davvero conoscermi?” Al suo cenno affermativo sorrise “ero un nerd. Ma non di quelli piccoli e insignificanti. Vivevo praticamente di telefilm, supereroi e fantascienza.” Arrossì alzando gli occhi al cielo “e vorrei sapere perchè ti sto dicendo ciò.”

“Ci stiamo conoscendo. E comunque ti capisco, almeno, io non ero un nerd patentato ma ho vissuto l'adolescenza sommerso dai libri; praticamente non avevo vita sociale, ma ehy! Ho coltivato fin da sempre il mio attuale lavoro.” Fece ridere Sebastian che scosse il capo a quella affermazione. “E non ti ho detto la cosa peggiore di me e del mio passato!” Disse alzando un indice al cielo.

“Adesso sono curioso, dimmi tutto. Desidero sapere le peggio cose” ridacchiò Smythe.

Blaine si prese la testa fra le mani “ero un patito di papillon, li indossavo sempre, su qualunque cosa, magliette, canottiere, uniformi. Oddio e una volta mi sono vestito da supereroe,” abbassò lo sguardo verso il proprio piatto “sai a scuola, per i voti, quell'anno ho dato il peggio di me.” Rise ricordando quei momenti “e la cosa peggiore fu la mia mania per il gel. Odiavo i miei capelli ricci, mi sentivo molto 'Medusa la vendetta', e quando dico che lo mettevo sempre, che stavo lì a pettinarmi, a sistemarmi alla perfezione le ciocche, voglio proprio precisare SEMPRE. Ero malato di gel, ne tenevo un tubetto nell'armadietto della scuola, uno nella borsa dei libri e non ti dico quante scatole a casa.” Si nascose il volto fra le mani “quanto mi pento.” Sospirò mesto.

“Fu un periodo molto difficile, sia per me che per te,” esclamò il francesino facendogli togliere le mani dal viso “che però fortunatamente è tutto finito.” Bas piegò le labbra in un sorriso sghembo fissandolo “mi piacciono i tuoi ricci, mi danno una sensazione di … dolcezza.” E dicendo questo abbassò il capo tornando al proprio piatto.

Blaine arrossì completamente e iniziò ad assaggiare ciò che aveva nel piatto, “comunque” disse pulendosi la bocca e deglutendo “hai ancora magliette e giornalini dei tuoi tempi da nerd?” Il moretto gli chiese ridendo per poi tornare a mangiare, “chiunque ha dei ricordi, e tu?” Gli chiese pulendosi un angolo della bocca per poi bere un sorso di vino.

“Io li ho fatti gettare via, non ne ho più.” Sorrise Sebastian bevendo un sorso di acqua “forse qualcosina l'ho ancora qui dentro” sussurrò puntandosi un indice contro la tempia “oramai sono un avvocato. Sono diventato grande.”

“Tutti bambini crescono. Tutti tranne uno.” Recitò Blaine finendo la propria cena.

“James Matthew Barrie.” Il ragazzo francese sorrise “Peter Pan. Anche io leggevo i libri, e so cose molto macabre riguardo ad alcuni di loro.”

“Non mi dire” sussurrò Blaine incrociando le braccia sul tavolo “esponi anche a me le cose macabre che tu credi di conoscere.” Sorrise.

“La Sirenetta, scritta da un gay per il suo amante. Peter Pan, uccideva i bambini che diventavano grandi. Il Brutto Anattrocolo parla di un gay preso per il culo dai suoi coetanei.” Iniziò ad elencare Sebastian allontanando il piatto vuoto da sé. “Ah sì, il principe azzurro non ha nome perchè è il viagra. Tutte le donne accontentate da un unico colore.” Ridacchiò Sebastian sentendo uno strano calore alla bocca dello stomaco; e non era colpa dell'acool ingerito.

Il ricciolino annuì versandosi un bicchiere di acqua “questa mi era sfuggita, comunque lo sai che Biancaneve e i 7 nani sono invece i 7 stati di chi utilizza droghe?” continuò Blaine ghignando, iniziò a lasciarsi andare. Si trovava bene con quel ragazzo.

Smythe rise di cuore versando altro vino nei bicchieri.

Quella sera passò fin troppo velocemente, risero, parlarono, ordinarono altre bottiglie di vino e si confidarono conoscendosi sempre più.

Quando fu ora di lasciare il ristorante Sebastian prese Blaine per un fianco e pagando il conto lo scortò all'esterno.

“Mi sono trovato bene con te” sussurrò Blaine posando la testa contro al suo braccio e lasciandosi cullare dal suo calore “grazie.”

Sebastian strinse la presa e sorrise “grazie a te Killer. Ti va di venire a casa mia?” Gli chiese fermandosi in mezzo alla strada.

“Sempre che non sia di disturbo” alzò il volto per lasciargli un bacio a stampo sul collo.

Il francesino deglutì, quelle labbra erano così morbide e calde, avrebbe voluto sentirle su di sé ancora per un po' di tempo, magari morirci su quelle labbra sarebbe stato perfetto.

Perfetto come lui, quel moretto dalla voce sexy e dolce come il miele, con quei capelli ricci, scuri lasciati liberi al vento, con quelle iridi di vari colori, dal caramello al verde chiaro, brillavano da tanto erano particolari, potevi caderci dentro, nuotare e sperare di affogarci per non emergerci più, e la perfezione erano le sue labbra, morbide al tatto, piene ed erano come calamite verso le proprie.

Quel ragazzo aveva in sé il paradiso e l'inferno.

“Non ti avrei invitato se disturbassi.” Rispose tornando con i piedi per terra.

Quando arrivarono al condominio dove Zoe abitava, il francesino, stringendo la mano a Blaine lo accompagnò al piano dove vi era l'appartamento, Sebastian aprì la porta e gli sorrise.

“Tranquillo, non c'è nessuno, siamo solo noi due, e poi appena torna Zoe te la presento. Come ti ho spiegato è un po' stronza, ma ha un cuore d'oro.” Gli baciò dolcemente l'angolo del labbro e poi entrò portandosi dietro il moretto.

Ma non fece in tempo a chiudere gli occhi che vide sua cugina, mezza nuda, sul divano, con un ragazzo appiccicatole addosso.

“Per la miseria Zoe!” Urlò Sebastian voltandosi verso Blaine per coprirsi gli occhi e coprire il moretto da quella visione. “Copriti!”

Zoe sbuffò togliendosi di dosso l'altro ragazzo e indossò la maglietta e i pantaloncini che erano a terra. “Ok, scusa, credevo eri abbastanza maturo da vedermi con qualcuno.”

Sebastian si voltò verso la ragazza vedendola abbastanza in ordine, capelli scarmigliati, labbra rosse per i baci e collo marchiato da morsi.

Solo in quel momento la ragazza dagli occhi blu notò Blaine “Oh ehy! Ciao!” Sorrise sistemandosi alla meno peggio i capelli. “Tu devi essere l'amico di mio cugino. Piacere di conoscerti.” Gli disse stringendogli la mano. “Essì, sei proprio molto sexy. Un ragazzino basso, corpo niente male, e se mi è concesso dirlo, quella tua arietta da scolaretto timido è super hot.” Ghignò lasciandogli andare la mano. Si voltò verso il ragazzo con cui era sul divano “e con te abbiamo finito. Ci si vede, forse. Salutami tuo fratello.” E lo fece uscire dall'appartamento. “Allora! Chi vuole un caffè?” Domandò radiosa.

“Lei è mia cugina. Zoe Zyth.” Tentennò Sebastian facendo scorrere lo sguardo tra il moretto e la ragazza, “volevo fartela conoscere in modo adeguato ma … hai conosciuto lei in tutto il suo splendore di stronza francese.”

Blaine spalancò gli occhi e cercò di dire qualcosa, anche se dalle sue labbra non uscì molto.

“Un ragazzo silenzioso. Bas, te lo sei scelto con cura. Almeno usa la bocca in maniera utile.” Disse la morettina iniziando a preparare il caffè.

Sebastian si coprì gli occhi con una mano e si chiese il perchè avesse voluto rovinare quella serata partita così bene.

“In realtà, Zoe, so parlare bene, e non credo che tu abbia il permesso di giudicare la vita che tuo cugino conduce. E ovviamente, se Sebastian va a letto con qualcuno, a te non dovrebbe interessare.”

I due francesi si voltarono simultaneamente verso il moretto che deglutì.

“Cuginetto, se tu scarterai questo morettino, me lo prendo io.” Ghignò Zoe “mi sa tenere testa.”

“Per adesso lui è mio e adesso fila via che voglio avere privacy.” Ringhiò Smythe avvicinandosi al moretto e arpionandogli un fianco sollevandogli la camicia.

Sentì sotto al proprio palmo la consistenza della sua pelle, era calda, tesa e Blaine sospirò a quel tocco; Zoe se ne accorse e si inumidì il labbro inferiore.

“Vi lascio soli” guardò l'orologio posto sul muro della cucina “cercherò qualcosa da fare fuori di qui. Quando torno spero siate a letto, o almeno la tua porta chiusa a chiave Bas.” Ridacchiò e prendendo il suo giubbino uscì. “Divertitevi” sussurrò prima di chiudersi la porta alle spalle.

“Zoe è strana, ma mi vuole bene. A modo suo.” Tentennò Sebastian martoriandosi le mani “e scusa per come si è comportata” scosse il capo sedendosi sul divano “mi ci vorranno anni di psicanalisi per far andare via quell'immagine.” Fece spazio a Blaine che si sedette in parte a lui.

“Comunque grazie. È stata una bella serata.” Il ricciolino posò la testa nell'incavo del collo dell'altro, gli sfiorò una porzione di pelle con la punta del proprio naso. “Mi sono trovato bene con te.” Gli baciò dolcemente la guancia.

Sebastian a quel punto si tirò addosso il moretto e lo baciò sulle labbra, sempre più voracemente, sempre più dipendente, era quasi intossicato da quelle labbra morbide.

Mani che vagavano sui vestiti, cercando pelle nuda a cui arpionarsi; entrambi sentirono il cavallo dei pantaloni stringere sempre più, minuto dopo minuto, bacio dopo bacio.

Si allontanarono dopo vari minuti solo per riprendere ossigeno, avevano il fato corto, le labbra rosse e piene di morsi.

Blaine deglutì spostandosi e tornando al proprio posto si sistemò la camicia che si era stropicciata sotto alle mani dell'altro.

“Bene, ora è meglio che vada. Ci vediamo.” Blaine si alzò di scatto e andò alla porta che aprì senza voltarsi a guardarlo. “Buona serata.” Sussurrò prima di scomparire nel corridoio.

Sebastian tirò indietro il capo appoggiandolo contro il poggiatesta del divano, si sfiorò le labbra sentiva ancora quelle di Blaine contro le proprie.

Poco dopo la porta si spalancò “allora cuginetto? Com'è il moretto?”

“Mi sono innamorato.” Sussurrò Sebastian alzando gli occhi verso la ragazza “mi sono innamorato di Blaine,” sorrise passandosi un pollice sul labbro inferiore.

Zoe si sedette accanto a lui “wow. Non te lo sei neanche portato a letto e dici di essertene …”

“Innamorato.” Terminò la frase il francesino. Alzò il volto verso il soffitto “faccio pena.”

Sua cugina gli mise una braccio attorno alle spalle facendogli mettere il capo sul suo grembo.

“Ascolta Bas” gli passò una mano fra i capelli “non fai pena, se ti sei innamorato è una cosa grandiosa, quel moretto poi è molto, molto bello.” Sogghignò “e ho notato che si sa difendere da solo, che è molto importante; ma lo sai Bas cosa ho visto quando eravate vicini?”

Smythe alzò la testa verso gli occhi di sua cugina “due ragazzi che si sarebbero scopati al primo angolo disponibile?” Domandò cinico.

Zoe rise accarezzandogli i capelli “no, francesino. Ho visto la chimica, un rapporto vero e intenso tra voi due. Un legame di anime e non solo di mani.” Sorrise alzando le spalle.

“Quindi anche tu pensi che sia quello giusto?” Chiese facendosi stringere tra le sue braccia.

Zoe si inumidì il labbro inferiore “solo se ci credi tu. Io non posso giudicare, lo ha detto il tuo morettino sexy.” Ghignò.

Sebastian rise “ok, e … dimmi la verità, chi era QUEL ragazzo che era qui con te?”

Zoe sospirò alzando le spalle “il fratello del mio collaboratore.” Spiegò tranquillamente, “ed è il suo gemello per essere precisi.” Disse muovendo una mano nell'aria “è più simpatico dello stronzo, ma molto più stupido. Non riesco ad avere un rapporto interessante a livello del parlare.” Sebastian si alzò di scatto e si sedette in parte a lei. “Con lui c'è molta attività e contatto fisico, ma non riesco a fare dei discorsi interessanti come con suo fratello.” Zoe alzò le spalle come spiegazione finale.

“Magari non hanno un terzo fratello che riunisce le loro caratteristiche?” Chiese malizioso Bas.

Zoe scosse il capo ridendo, si alzò dal divano e andò al frigorifero per prendere una bottiglia di acqua, “purtroppo no. Sono solo loro due, ho proprio idea di finirla con questo, è molto banale come persona.” Bevve un bicchiere di acqua “anche se le sue mani e le sua labbra sa come usarle al meglio.” Sorrise maliziosamente mordendosi il labbro inferiore.

“Risparmiami gli incubi. Ti prego.” Sebastian si coprì gli occhi con una mano.

“Quanto sei pudico. Parigi ti ha rammollito.” Un sorriso malinconico comparì sulle labbra della ragazza “mi manca l'aria di Parigi. Magari, quando vi tornerai, verrò a trovarti.” Appoggiò il bicchiere nel lavello sospirando.

“Zoe.” La chiamò Smythe “perchè mi hai dato il tuo biglietto quella volta?”

“Ne avevi più bisogno di me. E come vedi ti è servito, hai una vita fantastica, una carriera d'oro e sei rinato” spiegò sorridendo dolcemente “e io me la sono cavata. Non mi sto lamentando per l'amor del cielo, ma a volte mi viene voglia di gettare tutto all'aria.” Alzò le spalle “ma poi passa.” Fissò suo cugino e tornò a sedersi accanto a lui “e adesso raccontami tutto su quel moretto sexy.”

 

Sebastian e Blaine passarono molto più tempo assieme, si incontrarono ovunque, tra colazione nei bar, alcune sere nelle pizzerie, si conobbero sempre più, parlarono di loro, della loro infanzia e della passione di Smythe per l'arte e la musica.

“Non mi dire” sussurrò stupito Blaine “hai cantato in un gruppo? Tu?” Ridacchiò indicandolo.

“Sì, ed ero anche il capitano. Studiavo a Westerville, la Dalton. Era una meraviglia, feste, studi privati e sopratutto le gare di canto. Alcune volte ci siamo anche esibiti alle regionali e …” Venne fermato prontamente da Blaine che alzò una mano in aria.

“Aspetta … avevate una divisa?” Spalancò gli occhi.

“Sì, rossa e blu. I Warblers,” sorrise malinconicamente “Warblers una volta, Warblers sempre.”

Blaine si alzò dal tavolo scuotendo le mani a ventaglio “io mi ricordo di quella squadra lì! Anche io cantavo alle regionali, però con le New Direction, siamo stati avversari!” Si sedette nuovamente cercando di calmarsi “magari ci siamo visti ma non ce ne siamo mai accorti.”

Sebastian lo fissò poggiando il mento alla mano “improbabile, se in qualche modo io ti avessi visto, non mi sarei dimenticato di te facilmente.” Sogghignò languidamente “con quel gran bel sedere che ti ritrovi, mi è molto difficile pensare di scordarmi di te.”

Passarono un paio di mesi in cui alcune sere, quelle in cui la coinquilina di Blaine era assente, Smythe rimase a dormire perfino dal moretto.

Si trovavano bene assieme e il francesino capì che il suo cuore era perduto, il pezzo più fragile di sé, quello che ci aveva messo così tanto per tenerlo al sicuro e dietro tante barriere, era lì, nelle mani di quel fantastico moretto, e purtroppo non c'era più speranza di averlo indietro, almeno, non come quello che aveva prima.

Un pomeriggio assolato di fine agosto Sebastian e Blaine erano ai giardini pubblici, seduti sotto a un grande albero che li riparava dal caldo.

Il morettino era seduto tra le gambe del francesino, con la testa appoggiata contro al suo petto.

“Bas, se ti faccio una domanda, tu mi rispondi francamente?” Chiese il ricciolino alzando il volto.

“Certo Killer, spara.” Disse baciandogli una spalla e aspirando il suo profumo.

“Perchè sei andato via da New York?” Alzò il volto verso l'altro, e come al suo solito si ritrovò a fissare quelle labbra da divorare di baci e morsi.

Sebastian sorrise scuotendo il capo. “Il mio cuore non riusciva più a reggere il dolore di dover rimanere,” gli mise le mani fra i capelli e giocherellò con le sue ciocche “mi sentivo oppresso e in qualche modo distrutto.” Cercò di spiegare Sebastian, senza scoprirsi troppo.

Sapeva di starsi sbilanciando, e forse troppo, ma non riusciva a mentire a Blaine.

“Quindi in poche parole ti eri innamorato.” Ridacchiò Blaine baciandogli il collo sopra a un neo.

Sebastian sospirò, sia per il bacio, che per il fatto che il ricciolino aveva capito tutto.

“Sì.” Sussurrò il ragazzo dagli occhi verdi passando una mano fra i riccioli alla base del collo del moretto “è proprio così, e comunque ti ho già raccontato tutto su quella faccenda.”

Blaine si voltò verso il francesino “mi stai dicendo che è colpa di quel tipo che sei scappato via?”

Il ragazzo dagli occhi verdi annuì sfiorandogli una guancia “è passata. Si cresce, si matura, si dimentica.” Sorrise “e comunque tornando qui ho trovato di meglio.” Lo fissò prima di baciarlo dolcemente sulle labbra. “Ho trovato te.” Sussurrò prima di ghermirgliele nuovamente.

 

Quei mesi passarono veloci, Sebastian passò più tempo a casa di Blaine, trascorsero minuti, ore, giorni e notti in compagnia l'uno dell'altro; il letto del moretto in quelle notti non fu mai freddo, anche perchè la coinquilina del ricciolino si era trovata un altro alloggio.

Ogni giorno che passava, il sentimento che il francesino provava per l'altro aumentò sempre più, e per una volta nella sua vita sentiva che era contraccambiato.

Oramai non vi erano dubbi, si amavano.

Un pomeriggio Blaine andò a trovare Sebastian e invece trovò Zoe.

“Oh, ehm, ciao” le disse quando la vide aprire la porta “c'è Bas?” Chiese tentennante.

“È fuori, in ufficio. Scusa,” Gli disse mordendosi il labbro inferiore “comunque vieni dentro dai, ho un paio di domande da farti.” Si spostò di lato per farlo passare.

“Sicura che non disturbo?” allungò il collo per vedere se vi era qualche altro ospite.

Zoe rise scuotendo il capo “tranquillo, non c'è nessuno e il ragazzo dell'altra volta non lo vedrai più.” Alzò le mani in alto. “Promesso.”

Blaine sorrise ed entrò nell'appartamentino. “Ok, allora, devo dirti una cosa. Molto delicata.”

“Spara” disse la ragazza sedendosi sul divano e accavallando le gambe. Gli indicò la poltroncina e Blaine vi si sedette sopra incrociando le gambe sotto il proprio corpo.

“Amo Sebastian, lo amo con tutto me stesso e voglio capire cosa è successo quando è fuggito da qui, lo chiedo a te perchè lui non mi ha detto mai nulla di specifico e …”

“Prendi ossigeno killer.” Ridacchiò Zoe accendendosi una sigaretta “ok” si inumidì il labbro inferiore “allora, Sebastian, era un ragazzo dolce, ovviamente con sangue francese, e a 17 anni si è innamorato di uno stronzo.” Espirò il fumo dalle narici “sono rimasti assieme.” Fece schioccare la lingua contro al palato “assieme, grande parola, all'altro ragazzo non interessava nulla a parte il culo di mio cugino.” Sibilò, “comunque! Si frequentarono per qualche mese, neanche un'estate, e poi, come nelle storie più tristi è finita, e neanche tanto bene per Sebastian.” Scosse la cenere in un piattino “ne è uscito distrutto. Non mangiava, non dormiva, si stava ammalando. Al compimento del suo diciottesimo compleanno gli ho dato il mio biglietto aereo.” Alzò le spalle.

Blaine si morse l'interno della guancia. “Ti sei sacrificata per lui.” Sussurrò. “Ma perchè tu volevi andare via?” Le chiese.

“Volevo vivere la vita e non solamente lasciarmela scorrere addosso.” Gli mostrò il polso destro su cui faceva sfoggio un piccolo tatuaggio a forma di Tour Eiffel “unica cosa che mi fa ricordare le mie radici,” sorrise alla sua espressione, “sì” ridacchiò, “anche io sono francese di nascita.”

Blaine sorrise sornione. “Ma Sebastian è qui per quanto tempo? Tornerà a Parigi o …”

Zoe si morse il labbro inferiore “all'inizio aveva intenzione di rimanere qui per qualche mese, per poi tornare a Parigi, è un bravo avvocato.” Annuì orgogliosa Zoe, “infatti aveva già il biglietto di ritorno,” andò al cassetto e prese il biglietto sventolandolo in aria “ma tu hai legato il suo cuore con un filo rosso.” Ghignò spegnendo il mozzicone e buttandolo via “anche se, spero per te, che davvero l'altro capo del filo lo hai attaccato al tuo, di cuore.” Lo fissò scrutandolo a fondo.

Blaine saltò sulla poltroncina e si piegò in avanti. “Te lo giuro Zoe io …”

“Non giurare, ti credo.” Sorrise puntandogli un dito contro “solo. Non fare del male a mio cugino. Ha sofferto tanto e adesso ha trovato qualcuno a cui dare il suo cuore.” Abbassò gli occhi sulle proprie mani “ti prego, trattamelo bene.”

“Lo amo. Non ho altro da dire.” Alzò le spalle Blaine sorridendole “e comunque grazie e … appena torna Bas potresti dirgli di chiamarmi?” Si alzò dalla poltroncina e si avvicinò alla porta “io … ehm, vado, grazie delle informazioni.” E uscì dall'appartamento silenziosamente.

Quella sera Sebastian tornò da sua cugina e chiamò il moretto, poco dopo uscì dalla propria stanza e si sedette sul divano incrociando le braccia dietro alla testa.

“Zoe non ci credo!” Disse Sebastian con le lacrime agli occhi “non mi sono mai sentito così bene in vita mia.” Rise alzando le braccia al cielo.

Sua cugina scosse il capo riponendo una lettera che stava leggendo nel cassetto dove aveva lasciato il biglietto di ritorno a nome di Smythe per Parigi “sono felice per te.”

Sebastian si voltò verso la ragazza “Zoe, va tutto bene?” Le chiese prendendola per le spalle. “C'è qualcosa di cui vorresti parlare?” La fissò nelle iridi bluastre.

“Tutto ok.” Alzò le spalle “solo che mi hanno licenziata questo pomeriggio, per colpa dello stronzo.” Deglutì “il fatto che ho scritto un articolo molto meglio del suo, gli ha dato l'occasione di farmi fuori.” Prese il biglietto aereo che era nel cassetto e lo rilesse per l'ennesima volta “e il tuo biglietto” glielo mostrò cercando di schiarirsi la gola “è per settimana prossima. E come saprai non è rimborsabile.” Glielo lasciò davanti agli occhi “Bas, il tuo aereo parte settimana prossima e dovrai lasciare New York e Blaine.” Si mise le mani nei capelli. “E adesso?”

Sebastian lesse la data, poi alzò lo sguardo su sua cugina. “Io un'idea ce l'avrei.” Sorrise alzandosi e abbracciandola “una vita per una vita. Ricordi?”

“Cosa?” Urlò Zoe staccandosi da suo cugino. “Ma tu … il lavoro … e …” si pose una mano sugli occhi “diglielo. Devi dirglielo subito.”

Sebastian scosse il capo. “Prima pensiamo a te e poi lo dirò al mio ricciolino” sogghignò “andiamo francesina, la vita ti aspetta.”

Solo a quel punto Zoe rise “ma il tuo lavoro a Parigi … per non parlare dell'appartamento!”

Smythe la fece sedere. “Mi trovo bene qui, posso mandare una lettera di licenziamento e richiedere il trasferimento qui. Dopotutto sono uno dei migliori avvocati di Parigi; New York sarebbe fiera di avermi tra le sue schiere.” Ghignò “e per l'appartamento, sai, potremmo scambiarceli. Io sono avvocato, non ti faccio pagare neanche la parcella.” Vide Zoe con le lacrime agli occhi “oh mia povera piccola francese.” Rise stringendola dolcemente in un abbraccio. “Andrà tutto bene, te lo prometto.”

 

Un paio di giorni dopo Blaine andò a trovare Sebastian, appena gli venne aperta la porta si gettò fra le braccia del francesino.

“Ti sono mancato Killer?” Chiese ridendo Sebastian baciandolo dolcemente “forse non dovrei chiamarti più spesso se è questo il castigo che mi merito.” Scherzò cingendogli la vita e portandolo sul divano.

“Scemo.” Lo punzecchiò il ricciolino dandogli un buffetto sul braccio.

Ma solo in quel momento si rese conto che l'appartamento era disseminato di bagagli aperti e chiusi, vi erano anche delle borse da viaggio e piccoli sacchettini pieni di flaconi per il bagno.

Sebastian non notò lo sguardo interrogativo del suo ragazzo, e si era anche dimenticato di riporre il biglietto di ritorno per Parigi, in cucina; ma Blaine fu lesto a notare quel pezzo di carta sul tavolino di fronte a loro.

“Cos'è questo?” domandò agitato. Lesse la data, il cognome, la destinazione “tu …” lo indicò “te ne vai. Perchè?” Si alzò dal divano tremando visibilmente “hai deciso di andartene? Così? Quando me lo avresti detto? Mh?” Alzò il tono della voce, diventando sempre più isterico “io mi fidavo di te, siamo usciti, ci siamo conosciuti e,” lasciò cadere il biglietto sul divano, quasi schifato. Si mise le mani nei capelli tirandosi i ricci, “dimmi la verità! Mi hai preso in giro in tutti questi mesi?” Gli chiese con le lacrime agli occhi. Lacrime di tristezza, rabbia, delusione.

“No, Blaine, amore, lasciami spiegare!” Sebastian gli prese le mani con voce tremante “io non.”

“Zitto Sebastian!” Sibilò il moretto staccandosi dal francesino. Si allontanò da lui andando verso la porta “io … io ho bisogno di razionalizzare la cosa.” E uscì dall'appartamento senza dire altro.

“Blaine.” Sussurrò Smythe ancora con il braccio alzato in direzione della porta. Deglutì passandosi una mano fra i capelli “no, no! Cazzo, no!” Ringhiò correndo verso la porta e cercando di raggiungere il proprio ragazzo.

Ma purtroppo non riuscì a fermarlo, e nonostante avesse provato a cercarlo anche nell'appartamento dove abitava, non lo trovò da nessuna parte.

Avrebbe dovuto avvertirlo, avrebbe dovuto ascoltare Zoe. Ma non era troppo tardi, poteva ancora dirgli la verità. Poteva raccontargli tutto, anche del suo desiderio di abitare assieme, come una vera coppia.

Gli ultimi giorni passarono, ma Sebastian non riuscì a chiamare o parlare con il ricciolino, era come se Blaine non volesse più avere contatti con l'altro ragazzo.

Ma c'era ancora una possibilità, doveva esserci ancora una chance per loro due.

 

Blaine fissò il proprio cellulare dal divano su cui era seduto da tutto il pomeriggio, non aveva mai risposto, a nessuna chiamata, Sebastian aveva un biglietto per Parigi, se ne sarebbe andato, ma nel suo cuore c'era un tarlo; sentiva come se ci fosse sotto qualcosa, non ci credeva, almeno non fino in fondo, che sarebbe scappato via senza dirgli nulla.

Così andò all'appartamento, stava per suonare al campanello quando dalla porta uscì Zoe.

“Ehy.” Gli sorrise caldamente “da quanto non ci vediamo!” Lo abbracciò “come va?”

“Bene” tentennò “ma … Bas?” Si inumidì il labbro inferiore “sai dov'è? Cioè, volevo chiedergli scusa ma …” si scrocchiò le dita della mano.

“Oh, certo, me lo aveva detto … Sebastian è appena partito per andare all'aeroporto, ci sto andando anche io.” Alzò le spalle sistemandosi una sacca sulla spalla destra “lui ha preso due valigie e io il resto.” Ridacchiò.

“Grazie.” Disse correndo verso la propria auto e cercando di raggiungere l'aeroporto in tempo.

Mentre guidava si malediva, quanto mai non lo aveva chiamato prima; quanto mai non si era fatto spiegare come stavano le cose o avergli detto addio nel modo più opportuno.

Dopo essere riuscito a parcheggiare entrò di corsa in aeroporto, sapeva che era la sua ultima opportunità per salutarlo, dato che non lo avrebbe più visto, se ne sarebbe andato, lontano da lui, dal suo cuore.

Infatti di lì a poco il suo. Sì SUO. Sebastian se ne sarebbe tornato in Francia, a Parigi, come capo di uno studio di avvocati, il posto che gli spettava, e chi era lui per farlo stare a NY? Nessuno.

Si ricordò di quando aveva parlato con Zoe del filo rosso, dei suoi sentimenti per Bas. Cazzo lo amava seriamente! Amava il proprio ragazzo. Anche se oramai era il suo ex-ragazzo. E adesso lo stava per perdere.

Arrivò davanti al tabellone delle partenze, ma non riuscì a trovare il volo per Parigi. Corse al secondo gate dell'aeroporto sperando che non fosse troppo tardi.

Grazie a una gentile hostess riuscì a sapere che su quale volo vi era Smythe, ma sfortunatamente appena arrivò al gate vide l'aereo diretto per l'Europa decollare in quel preciso istante.

“No” sussurrò mettendo la mano contro al vetro che dava sulla portaerei, “no!” Urlò battendo il pugno contro la vetrata.

Si lasciò scivolare a terra, non era riuscito a fare nulla, si erano amati, ma tutto aveva remato contro di loro.

Neanche l'ultimo addio era riuscito a dirgli.

“Ehy Killer.” Si alzò voltandosi di scatto sentendo la sua voce, non poteva essere vero, “perchè ti stai struggendo?” Gli chiese sogghignando.

“Io … tu … Sebastian!” Balbettò per poi saltargli al collo. “Sei qui, non sei partito per Parigi, sei qui con me.” Sussurrò baciandogli quella porzione di pelle del collo che tanto amava.

Sebastian sospirò a quel tocco, quanto gli erano mancate quelle labbra. “Sono qui Killer, sì.” Lo tenne stretto a sé sorridendo “sono venuto a salutare Zoe.” Lo fissò negli occhi “era lei quella che partiva. Il biglietto che hai visto era per mia cugina” gli spiegò alzando le spalle “Zoe ha avuto un lavoro come caporedattrice a Parigi e io mi tengo il mio lavoro di avvocato qui a NY.” Sorrise baciandogli il dorso della mano “Ho scelto di rimanere qui a NY, con te.” Gli baciò dolcemente le labbra carnose, “e sopratutto per te.” Sussurrò sfiorandogli il naso con il proprio.

“Ti amo” sussurrò Blaine poggiando la fronte nell'incavo della spalla del suo ragazzo.

“Ti amo anche io Killer.” Disse stringendolo ancor di più a sé. “Andiamo a casa.”

Blaine gli prese la mano e uscirono dall'aeroporto assieme.


WEEEEEE! Ed è terminataaa!
Lo so, fa schifo, non sono più capace di scrivere. E per fortuna vostra per un pò tornerò nell'ombra.
Grazie di essere rimasti e di aver letto. Se vorrete lasciare un commento fate con comodo. Non mordo eh! XD
  
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