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Autore: severus89    22/05/2014    1 recensioni
Seguito di Hermione Granger e la fondazione di Hogwarts:
Hermione Granger, dopo essere tornata a casa, scopre che l'avventura vissuta con i fondatori non era un sogno.
Cosa succederà adesso che dovrà tornarci da studente?
ps: alcuni personaggi sono OCC per ovvi motivi:-)
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Capitolo 5


Mentre camminnavano con la signorina Granger per scontare la sua punizione, Minerva guardava Severus sorridendo dentri di se: non appena aveva saputo che Minerva aveva ingaggiato ben due primini nella sua squadra di Quidditch, Severus aveva mosso mari e monti, ma inutilmente. Ormai fortunatamente, Albus aveva già accettato, e aveva regalato ad entrambi i giocatori una Nimbus duemila.

Minerva guardava la bambina, davanti a se con curiosità: le avevano detto cosa doveva fare, e lei non aveva battuto ciglio.
Nonostante raccogliere ingredienti nella foresta era piuttosto pericoloso.
-Dobbiamo raccogliere una pianta che si trova solo nella Foresta Proibita si chiama...-
-Buonasera- disse Hagrid interrompendo Severus, che storse il naso. L'avevano chiamato perché era l'unico che si muoveva nella foresta senza essere attaccato da animali pericolosi, nonostante era sempre la Mcgranitt che dava una mano a Severus per raccogliere gli ingredienti per le sue pozioni.
-... Si chiama Centinodia- disse Severus come se nessuno l'avesse interrotto.
-Serve per fare una pozione...-
-Ah, si la pozione polisucco- disse Hermione.
Minerva, Severus ed Hagrid, si fermarono guardandola stupiti:
-Signorina, come fa a conoscere una pozione complicata?-
-Beh, sa, esiste un luogo dove ci sono tanti libri...-
Nel frattempo lo guarva ghignando, era evidente che lo stava prendendo in giro; Minerva stava ridacchiando, al che Severus indignato disse:
-Guardi che conosco la biblioteca! Non mi prenda per...-
Smise di parlare, quando sentirono un rumore di zoccoli che avanzavano versi di loro.
-Ah, sei tu, Conan.-
Disse sollevato il guardiacaccia, abbassando l'arma che prima aveva impugnato.
-Come va?- continuò, andando a stringergli la mano.
Il centauro, guardò Minerva e Severus, facendo loro un segno di saluto.
-Siete venuti per raccogliere le piante?- entrambi annuirono e poi il centauro guardò Hermiome incuriosito:
-Come mai avete portato uno dei vostri cuccioli?-
Sotto lo sguardo sbigottito degli insegnanti, Hermione si era avvicinata al centauro, e guardandolo dritto negli occhi ( le mani poste davanti a lei: la sinistra chiusa in un pugno, mentre la destra aperta), si inchino' dicendo:
-È un onore conoscerla Signore, il mio nome è Hermione Granger, figlia di Robert e Mary Granger, posso chiedere il vostro nome , prima di utilizzarlo?-
Il centauro la guardò incuriosito, mentre ripeteva gli stessi gesti dicendo:
-È un piacere conoscerla Signora Hermione, sono Conan Milner, figlio di Eduardo e Margaret Milner .-
-Cosa...?- chiese Minerva.
-Mi sorprende che qualcuno di così piccolo, conosca le buone maniere. Chi sei ragazzina? -
Chiese un centauro uscendo allo scoperto.
-Hermione si inchino' di nuovo di fronte al nuovo arrivato, rispondendo:
-Mi è stato insegnato da un libro Signore, inchinarsi in questo modo è segno di rispetto per il vostro popolo-. Fortunatamente per lei i libri erano una fonte di scuse che poteva utilizzare a suo favore.
-Capisco...- disse alzando la testa verso il cielo:
-Marte è molto luminoso stasera.-.
Anche gli altri osservarono il cielo, mentre Hermione rispondeva:
-Qualche presagio oscuro signore? Oppure è dovuto solamente all'allineamento dei pianeti?-
Disse questo preoccupata: sapeva che i centauri leggevano i pianeti pr descrivere ciò che accadeva sulla Terra.
-Ragazzina, sei molto più in gamba di quanto pensassi, ora scusate ma dobbiamo andare.-
Si voltò verso il gruppo, fece un cenno verso di loro e poi, inchinandosi verso Hermione disse:
-Mi chiamo Fiorenzo Armor, figlio di Kevian e Magcaryn Armor, piacere di avervi conosciuta.-
Detto questo sparirono in mezzo agli alberi.

-Cosa diavolo è successo? - chiese Severus, guardando sbigottito Hermione. Quella bambina lo stupiva sempre di più:
*Possibile che sapesse così tante cose?* Pensò.
Hagrid per rimando rispose dicendo:
-Non ci pensi professore, piuttosto sbrighiamoci a fare ciò per cui siamo venuti-.
Così si misero a lavoro sotto lo sguardo vigile di Hagrid, e una volta terminato tornarono al Castello.
La professoressa Mcgranitt, accompagno' Hermione di fronte alla Signora Grassa, infine si congedarono.

Hermione stava per dire la parola d'ordine, quando il ritratto si aprì facendo uscire Harry e Ron.
-Che cosa ci fate qui?- disse lei, nell'esatto momento in cui i ragazzi chiesero la stessa cosa.
I due ragazzi sbuffarono, e Ron disse:
-Abbiamo una cosa da fare... Tu cosa ci fai fuori?-.
Hermione li guardò indifferente, dicendo:
-Ho scontato una punizione, scusatemi ma devo...-
Non fece neanche in tempo a finire la frase che La Signora Grassa era sparita: era andata a
fare una passeggiata notturna e Hermione si trovò chiusa fuori.
-E ora che cosa faccio?- disse infastidita.
-Questo è un problema tuo- disse Ron.
-Noi dobbiamo andare, altrimenti faremo tardi-.
Non avevano fatto in tempo ad arrivare all'altra
estremità del corridoio che Hermione li raggiunse.
-Vengo con voi- disse.
-Neanche a parlarne!-
-Pensate che io me ne resti lì fuori ad aspettare che
Gazza mi scopra? Almeno così vi accompagno-.
*Possibile che non possa passare una serata tranquilla?* Pensò.
-Bella faccia tosta, non c'è che dire...- cominciò Ron.
-Chiudete il becco tutti e due!- disse Harry aspro.
-Ho sentito qualcosa-.
Era una specie di ronfo. -Mrs Purr?- chiese in un sussurro
Ron scrutando le tenebre. Non era nessuno, era solo una scusa per zittire i due.
Continuarono a procedere:
Scivolarono lungo corridoi illuminati a strisce dal chiarore lunare proveniente dalle alte finestre. Salirono a tutta velocità su per una scala fino al terzo piano, e in punta di piedi si avviarono verso la sala dei trofei.
Hermione non sapeva chi stessero aspettando, ma aveva un brutto presentimento.
-Forse hanno avuto paura- fece Ron in un sussurro. Poi, un rumore nella stanza accanto li fece sobbalzare.
-Annusa qua dentro, ciccina, potrebbero essere
nascosti in un angolo-.
Era Gazza.
Hermione sospirò afflitta: fece segno agli altri di stare zitti e di seguirla.
Senza far rumore si diressero verso la porta opposta al
punto da cui proveniva la voce di Gazza.
Girarono dietro lo stipite di una porta, percorsero un corridoio, e poi un altro.
-Malfoy ci ha ingannato- disse Ron non appena entrarono in una porta. -Cosa centra Malfoy...?- chiese Hermione mentre riprendeva fiato.
-Niente Hermione, non preoccuparti... Ron piantala- disse Harry, difatti era da quando aveva smesso di parlare che stava tirando la manica.
Si voltarono sia Harry che Hermiome, sbiancando completamente.
Senza rendersene conto Hermiome gli aveva portati al corridoio del terzo piano.


Stavano fissando dritto negli occhi un cane mostruoso, un bestione che riempiva tutto lo spazio
tra il soffitto e il pavimento. Aveva tre teste.
Era lì, perfettamente immobile, tutti e sei gli occhi fissi su di loro: il suo ringhiare sordo non dava adito a equivoci. Hermione toccò la parete in cerca del
pomello della porta.
Corsero con quanto fiato avevano, riuscendo così ad arrivare sani e salvi nella Sala Comune.
-Che cosa lo tengono a fare, un
mostro come quello, chiuso a chiave in una scuola?- disse infine Ron.
-Se mai c'è stato un cane che ha bisogno di fare del moto, è proprio lui-.
Hermione aveva ritrovato il fiato e disse:
-Ma dite un po', voi non avete 1'abitudine di usare gli occhi?- stava arrabbiandosi per niente, ma non poteva farne a meno:
-Non avete visto dove poggiava le zampe?-
-Il pavimento?- suggerì Harry. -No, a dire la verità non gli ho guardato i piedi. Ero troppo
preso dalle sue teste-.
-No, non il pavimento. Stava sopra una botola. Era evidente che faceva la guardia a qualcosa-.
Si alzò guardandoli male:
-Scusate ma dopo questo ho bisogno di dormire, io vado a letto. Notte-.
Mentre si gettava nel letto e sotto le coperte, pensò:
*Detesto i guai, ci mancano poi solo quei due, che a quanto vedo gli attirano anche loro come una calamita*
Dopo un pó si addormentò, sperando di passare giorni più tranquilli.
  
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