Fanfic su artisti musicali > Westlife
Segui la storia  |       
Autore: BebaTaylor    23/05/2014    1 recensioni
«I Westlife... sono nel tuo salotto!» mormorò Veronica mentre Rebecca chiudeva la porta e accendeva la luce, «Kian, Mark, Brian, Nicky e Shane.» disse, «Nel tuo salotto.»
Rebecca annuì, «Sì, li ho visti.» rispose, «Non sono cieca.»
«Perché i Westlife sono seduti di là e parlano con tuo padre?» strillò Veronica.
«Shh, abbassa la voce!» disse Rebecca prendendole le mani. «Vedi... ecco... hai presente i miei cugini di Dublino?»
Veronica annuì, «Sì, i figli della sorella di tua mamma.» rispose, «Conoscono Brian o Nicky?»
«No.» esclamò Rebecca. «Nicky è mio cugino.» ammise sussurrando.
«Cosa?» strillò Veronica, «Tu e Nicky Byrne siete cugini?»
Rebecca le mise una mano sulla bocca. «Sì, siamo cugini.» disse, «Scusa se non te l'ho detto prima, ma avevo promesso di non dirlo a nessuno adesso che sta diventando famoso.»
Veronica annuì, «Sì, va bene, capisco.» mormorò.
Rebecca sorrise, «Ti sei calmata?» Veronica fece di sì con la testa, «Bene, torniamo di là.»
«Perché mi hai portato nel sottoscala?» chiese veronica guardandosi attorno.
Rebecca alzò le spalle, «È la prima porta che ho trovato.»
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Niente di quanto narrato in questa fanfiction è reale o ha la pretesa di esserlo. È frutto della mia fantasia e non vuole assolutamente offendere la persona in questione. I personaggi originali appartengono alla sottoscritta.
Show me the road back to your heart


Capitolo Cinque


Sabato 5 Ottobre 2002, Milano

Rebecca aprì gli occhi e li richiuse gemendo, la testa le pulsò e le sembrò che degli ippopotami le ballassero nel cervello; con una smorfia si alzò e si trascinò fuori dal letto, con gli occhi semichiusi infilò le pantofole e scese lentamente al piano di sotto.
«Arrivo.» borbottò e sbadigliò, aprì la porta d'ingresso e guardò chi la stava disturbando alle nove del mattino.
«Ciao cuginetta!»
Rebecca spalancò gli occhi e guardò i quattro ragazzi al di là del cancello e solo allora si ricordò d'indossare solo le mutande, una canottiera e le pantofole a forma di orsetto.
«Cazzo!» gridò e chiuse di scatto la porta, si appoggiò contro di essa e respirò profondamente, afferrò la cornetta del video citofono e spinse un pulsante. «Lascio la porta aperta.» disse, «Entrate, io vado a... vestirmi.» disse e corse di sopra, afferrò dei vestiti puliti e si rifugiò in bagno.
«Tutto bene?» le chiese Nicky seguendola al piano di sopra.
Rebecca sbuffò e girò la manopola dell'acqua calda della doccia. «Sì, sì.» disse aprendo di uno spiraglio la porta, «Mi faccio una doccia veloce e scendo. Tu prepara il caffè, ci sono i biscotti nel mobile... fai quello che vuoi.» disse, chiuse la porta e si spogliò, infilò la cuffietta di plastica sopra i capelli e si gettò sotto l'acqua, velocemente si lavò, dopo cinque minuti si vestì, indossando dei jeans azzurro chiaro, una maglietta bianca e una felpa nera, sentì Nicky che urlava qualche insulto a Shane, sorrise e si pettinò, legando i capelli in una coda alta.
Scese al piano di sotto dopo essersi messa le scarpe da tennis ed entrò in cucina. «Potevate avvertire, eh.» disse mettendo in funzione la macchina del caffè, «Sono tornata alle cinque!»
«Alle cinque?» esclamò Nicky, «Cosa hai fatto fino alle cinque del mattino?»
Lei lo fissò appena, prese una tazza verde e attese che il caffè fosse pronto. «Secondo te?» disse guardando Nicky e gli altri, Shane le sorrise e lei abbassò lo sguardo. «Sono andata in discoteca con Veronica!»
«Per fare cosa?» pigolò Nicky e prese un altro biscotto dalla scatola.
«Per rimorchiare, suppongo.» disse Kian e Mark ridacchiò.
Rebecca prese la tazza, ci aggiunse lo zucchero e ci soffiò sopra, «Per ballare.» disse e guardò Shane. «Ehm... Shane?»
«Sì?» fece lui.
«Stai per caso mangiando la mia ultima crostatina al cioccolato?» chiese Rebecca.
Il ragazzo annuì, «Credo di sì.» rispose e mise in bocca l'ultimo pezzo.
Rebecca sbuffò, «Grande.» disse e bevve il caffè, «Cosa ci fate qui?» domandò.
«Non posso venire a trovare la mia cuginetta preferita?» disse Nicky, si avvicinò a lei e l'abbracciò prima di baciarle una guancia.
Lei rise e si liberò dall'abbraccio, posò la tazza sul bancone dietro di lei e sorrise. «Certo che puoi.» rispose, «Ma loro?» chiese e indicò Mark, Kian e Shane. «Ti hanno seguito perché avevano paura che ti perdessi?»
Gli altri tre risero e Nicky fece una smorfia offesa. «Veramente si sono aggregati quando hanno saputo che sarei venuto qua.» spiegò, «E io non mi perdo.»
Rebecca ridacchiò e finì il suo caffè, «Come vuoi.» disse e si bloccò quando sentì che qualcuno stava scendendo le scale. «Merda.» mormorò. 
Nicky la guardò e sbiancò, «Rebecca...» borbottò.
«Perché stai facendo tutto sto casino? Il mal di testa mi sta uccidendo!»
Tutti fissarono Veronica ferma sulla soglia della cucina, vestita solo con la biancheria intima; quando la ragazza si accorse che non c'era solo Rebecca avvampò e aprì la bocca, la richiuse e guardò Rebecca. «Becky!» strillò prima di correre al piano di sopra.
Rebecca s'incamminò dietro di lei, si girò e guardò Nicky, «Sei diventato pallido perché pensavi che fossi con un ragazzo?» ridacchiò, «Di solito li caccio fuori una volta che abbiamo finito!» disse e uscì di corsa dalla cucina, mentre saliva le scale riuscì a sentire le risate di Kian e Mark.
«Perché non mi hai detto nulla?» si lamentò Veronica entrando in bagno. 
«Guarda che neppure io sapevo che sarebbero venuti.» replicò Rebecca alzando gli occhi al cielo, «Mi hanno fatto l'improvvisata.»
Veronica borbottò sottovoce e andò a farsi la doccia. «Ti aspetto di sotto!» gridò Rebecca, scese le scale e si bloccò, quando vide la porta d'ingresso. «Perché  le vostre valige sono qui?» chiese tornando in cucina, «Non siete ancora andati in albergo?»
Nicky le si avvicinò e le posò le mani sulle spalle, «Ecco... io  pensavo di venire da solo e che tu potessi ospitarmi, quindi non ho prenotato, poi loro....» si fermò e si girò verso Mark, Kian e Shane, «hanno deciso di aggregarsi... e quindi....»
«E quindi?» fece Rebecca.
«Siamo senza albergo!» rispose Mark al posto di Nicky, «Mentre venivamo qui abbiamo provato a chiamare qualche hotel, ma sono tutti pieni.»
Rebecca inspirò piano e guardò Nicky che la fissava sorridendo. «E va bene! Potete stare qui, nella mansarda!» esclamò, «Ma vi avverto che i materassi sono scomodi.» disse, «E che il bagno è uno solo e piccolo.»
«Andrà benissimo, grazie.» esclamò Kian.
«Prendente le valige, vi faccio vedere la mansarda.»

«Non ci avevi detto che la scala era a chiocciola!» protestò Shane trascinando il trolley lungo gli ultimi gradini.
«Sei tu che hai la valigia troppo grossa.» replicò Rebecca, «Quanto vuoi stare qui, due mesi?»
«Ho bisogno dei miei vestiti!» disse lui.
«Un intero armadio?»
«Mi cambio spesso!»
«Una volta all'ora?»
«Non è vero!»
«A me sembra di sì.» esclamò Rebecca. «Il bagno è lì.» disse indicando una porta di legno scuro, «Lì ci sono le lenzuola e i cuscini.» aggiunse indicando un armadio, «È l'unico armadio... quindi fate i bravi bambini e non litigate troppo.» 
«Un solo armadio non basta per tutta la roba di Shane!» esclamò Mark ridendo e Shane fece una smorfia offesa e si sedette su uno dei letti.
Rebecca fece un sorriso e si avviò alle scale, scese due gradini e si voltò, «Fatevi i letti, già che ci siete, io vado a rifare il mio.» cinguettò prima di tornare di sotto.
I ragazzi si guardarono, «Dobbiamo fare cosa?» borbottò Shane.

***

Rebecca pensò che la situazione fosse surreale: Shane le stava vicino e non perdeva occasione per abbracciarla, baciarle le guance —  facendo arrabbiare Nicky —  e sorriderle. Nicky borbottava sottovoce che forse era meglio se fosse venuto da solo, Veronica rideva e scherzava con Kian e Mark.
E nel frattempo mangiavano le lasagne che aveva preparato Shawn.
Rebecca sorseggiò l'acqua e quasi le andò di traverso quando sentì qualcosa sfiorarle le gambe ma si tranquillizzò quando capì che era stato Nicky; aveva pensato che fosse stato Shane ma in quel momento lui stava parlando con Mark.
«Dopo cosa facciamo?» chiese Kian pulendosi le labbra con il tovagliolo. 
«Non lo so.» rispose Rebecca, «Io e Veronica avevamo in programma di andare al centro commerciale.»
«E noi?» domandò Nicky.
Rebecca alzò gli occhi al cielo e sospirò, «Se mi avvertivi...» disse.
«Volevo farti una sorpresa!» si giustificò lui.
«Mio padre lo sa?» chiese Rebecca e incrociò le braccia.
Nicky sorrise e scosse la testa. «No.» disse e fece una risatina.
Rebecca sbuffò e si alzò in piedi, «Veronica, aiutami a sparecchiare.» disse, «Veronica!» esclamò quando vide che la sua amica non le prestava attenzione, troppo presa a raccontare qualcosa a Mark.
«Arrivo!» disse lei e si alzò in piedi, nel giro di dieci minuti avevano sparecchiato e riempito la lavastoviglie.
«Cosa dovevate fare al centro commerciale?» chiese Nicky quando le due tornarono con il caffè.
Rebecca guardò Veronica e ridacchiarono, «Prendere qualcosina.» rispose la seconda.
«Cosa?» chiese Nicky e ringraziò Rebecca quando lei gli posò la tazzina davanti.
Le ragazze si guardarono nuovamente e sorrisero. «Biancheria intima.» rispose e ridacchiò quando Nicky arrossì, «Di pelle nera, con qualche borchia.»
Nicky tossì e afferrò il bicchiere d'acqua. «Pelle nera?» borbottò, «Bex!» esclamò. 
Lei ridacchiò e si sedette, «Dai, Nicky! Ti stavo solo prendendo in giro!» rise.
Nicky incrociò le braccia al petto e borbottò che sua cugina l'avrebbe fatto impazzire.
«Tu sei già fuori di testa!» lo prese in giro Kian.
«Credo che dovremmo rivedere i nostri piani.» disse Veronica.
«Eh, già.» sospirò Rebecca, «Niente biancheria di pelle.» scherzò, «Che peccato.»
«Avevo visto un bustino così carino... regalavano anche la frusta coordinata.»
«Mi ricordo, era bellissimo.»
«Dovremmo andare un'altra volta.»
«Non avremmo più lo sconto.»
«Pagheremo a prezzo pieno quelle belle mutandine di pelle...»
«E il bustino con la frusta.»
«E gli stivali sopra al ginocchio.»
«E la tutina di latex!»  Rebecca scoppiò a ridere.
«La finite?» gridò Shane interrompendo il dialogo delle due ragazze, «Siete infantili!»
Rebecca lo fissò, la bocca leggermente aperta. «Stavamo scherzando, Shane.» disse dopo qualche secondo.
Lui scosse la testa, «Stavate esagerando.» replicò.
«Era solo uno scherzo!» disse Rebecca, «Dai, neppure Nicky se l'è presa!» continuò e sospirò, «Non ho capito cosa diavolo c'entri, visto che non eri il diretto interessato!»
«Eravate infantili.» ripeté Shane.
Rebecca lo guardò e per un istante si sentì delusa, il telefono squillò e lei sobbalzò, si alzò in piedi e prese il cordless. «Ciao, papà.» disse e andò in cucina.
«Hai esagerato.» disse Nicky.
Shane sbuffò e scrollò la testa, «Non è vero.»
Veronica alzò gli occhi al cielo, «Sei stato pesante.» disse, «Ci stavamo divertendo.»
«Bhe... bel modo di divertirsi.» replicò Shane.
«Shane... non capisco: se io non mi sono arrabbiato, perché lo devi fare te?» esclamò Nicky.
Shane sbuffò, incrociò le braccia al petto e rimase in silenzio.
«Papà ha detto che devo darti un calcio.» disse Rebecca tornando nel soggiorno, guardò Nicky e sorrise.
«Cosa?» fece lui, «E perché?»
Lei scrollò le spalle e si sedette, anche se Shane era accanto a lei non lo degnò di uno sguardo, «Perché sei venuto senza avvertire.» rispose, «Avrebbe voluto salutarti.»
Nicky annuì, «Capisco.» disse, «Lo chiamerò e mi scuserò.» 
«E quindi... cosa facciamo?» chiese Mark.
Rebecca guardò brevemente Shane, poi fissò Veronica, «Cosa ne dici?» 
L'altra alzò le spalle, «Non so, possiamo andare al lago.» rispose e Rebecca annuì. «Bene, ragazzi. Che ne dite di un giretto sul lago di Como?»
«Ehm... con cosa andiamo? In taxi? Costerà una fortuna!» obbiettò Kian.
Rebecca sorrise, «Non preoccuparti, andremo in macchina.»
«Siamo in sei.» disse Nicky.
«E papà ha comprato una sette posti.» replicò Rebecca, «Forse è stata l'unica idea decente che abbia avuto Elena.» sorrise e guardò il cugino. «Io e Veronica andiamo a prepararci, voi portate le tazzine in cucina.» disse, si alzò in piedi e, seguita da Veronica, salì in camera.
«Che ha il tuo amico?» chiese Veronica prendendo un maglioncino dall'armadio dell'amica.
«Quale amico?» replicò Rebecca sistemandosi la felpa.
Veronica fece un sospiro e alzò gli occhi al cielo. «Quello mezzo matto che ha fatto una scenata.» rispose.
Rebecca sbuffò e andò in bagno. «Non lo so.» disse, «Lo hai detto tu: è mezzo matto.» aggiunse e si pettinò i capelli.
«Magari Gillian non gliela da più.» ridacchiò Veronica, afferrò un'altra spazzola e si pettinò anche lei.
Rebecca sospirò, «Sono Irlandesi, sono cattolici fino al midollo... probabilmente non l'hanno ancora fatto.»
«Anche Brian lo è, eppure...» obbiettò Veronica.
Rebecca la guardò e afferrò la borsa dei trucchi, «Hai ragione.» disse, «E anche Kian...» lasciò cadere la frase e si voltò verso l'amica che era arrossita, «Sei diventata rossa! Dopo... quasi tre anni!»
Veronica fece una smorfia offesa e poi scoppiò a ridere, «Sono stati momenti indimenticabili!» cinguettò, «E comunque è come dico io: Shane è strambo perché non scopa.»
Rebecca si guardò allo specchio e non disse nulla, si mise il rossetto e guardò la sua migliore amica, «Andiamo?» disse.
Veronica annuì, «Sono pronta, devo solo recuperare la borsa.» esclamò, «E comunque anche tu sei Irlandese.» fece notare.
«Probabilmente verrò dallo stesso stampo di Brian e Kian.» disse. Uscirono dal bagno, andarono a recuperare le loro borse —  erano finite sotto al letto —  e scesero al piano di sotto.
«Dovevate restauravi?» chiese Nicky.
Rebecca alzò gli occhi al cielo e sbuffò, «Siamo state di sopra dieci minuti al massimo.» replicò, «Andiamo.» disse e uscirono da casa, Rebecca chiuse la porta d'ingresso e andò verso il garage.
«O vi spostate o vi investo.» disse mentre apriva la porta basculante del garage, i ragazzi si misero al lato del vialetto e Rebecca uscì in retromarcia dal garage, «Chiudi.» ordinò a Nicky passandogli le chiavi, schiacciò il pulsante e il cancello si aprì.
«Volete rimanere qui?» esclamò Veronica salendo in macchina accanto a Rebecca.
«Ehm... no.» disse Mark e aprì il portellone posteriore e salì, andando negli ultimi due sedili, sedendosi al centro del divanetto.
«Perché tu sei lì bello comodo?» esclamò Kian e si sedette accanto a lui, facendolo spostare verso il finestrino destro. Nicky e Shane si misero nei sedili in mezzo e Rebecca poté partire.
«Brian non è venuto perché è a casa con Kerry e Molly.» disse Shane mentre Rebecca si fermava allo stop. «Sai che aspettano il secondo figlio?»
Rebecca strinse il volante e guardò Shane dallo specchietto retrovisore, «Sì, lo so.» ringhiò, «C'ero anche io quando lo ha detto.» disse e si chiese perché Shane dovesse rigirare il coltello nella piaga. Di solito, quando lui la chiamava, evitava di parlare di Brian, Kerry, di Molly o della nuova gravidanza; invece, in quel momento sembrava che lo facesse di proposito. Eppure lui sapeva quanto lei ci fosse rimasta male per Brian, dopotutto era stato lui a consolarla ogni volta che Brian la mollava per correre di nuovo da Kerry. Ed era sempre stato lui a dirle che per lei ci sarebbe sempre stata. 
«Volevo solo informarti.» esclamò Shane strappando Rebecca dai suoi pensieri,
«Grazie.» replicò lei. «Sei stato molto gentile.» disse.
«Ma che diavolo vi prende?» esclamò Mark, «Di solito siete tutti pucci-pucci, adesso siete ad un passo dallo sbranarvi!»
Rebecca sorrise, «Mi avete tirato giù dal letto dopo quattro ore di sonno!» disse, «Io sono giustificata, e tu, Shane?» chiese guardando il ragazzo dallo specchietto retrovisore, «Che giustificazione hai?»
Shane incrociò le braccia al petto e guardò fuori dal finestrino, «Nessuna.» mormorò, «Sono un po' nervoso.»
Rebecca non disse nulla e si concentrò sulla guida.

***

Kian ballava con Veronica, Mark e Nicky stavano giocando a freccette, Rebecca e Shane era seduti su un divanetto .
«Mi dispiace per prima.» esclamò Shane a un certo punto.
Rebecca si voltò verso di lui e sorrise. «Grazie.»
Shane posò le mani sulle ginocchia e sorrise, «Sono stato stupido, scusa.» disse, «E che il tuo discorso, quello sulla biancheria di pelle mi ha lasciato un po'... sorpreso, ecco. Non pensavo che fossi quel genere di ragazza.»
Rebecca lo guardò sorpresa, «In che senso?» chiese e guardò le mani di Shane, riuscì a scorgere un luccichio prima che Shane spostasse le mani.
Shane alzò le spalle,  «Del tipo Catwoman.» rispose e fece un sorriso, «Mi sembri più un...»
«Ti sembro cosa?»
«Un piccolo leoncino bisognoso di coccole.»
Rebecca rise, «Un leoncino?» chiese, «Che carino.» disse, «Non sei più arrabbiato con me, allora?»
Shane scosse la testa, «No.» rispose e l'abbracciò, le baciò la fronte, Rebecca sorrise e posò la testa sulla sua spalla.
«Hanno fatto pace!» gridò Nicky, «Era ora!»
Rebecca si staccò da Shane e sorrise, «Mio cugino è matto!» rise, guardò Shane e gli prese la mano sinistra, sfiorò l'anello e respirò a fondo. «Bell'anello.» commentò.
Shane fece un sorriso e le strinse la mano, «Grazie.» disse, «Ti piace? Io e Gillian abbiamo deciso di sposarci l'anno prossimo.»
Rebecca annuì lentamente. «Congratulazioni, allora.» mormorò e cercò di sorridere, il pensiero che Shane potesse fidanzarsi e sposarsi non l'aveva neppure sfiorata,  «L'anello è un po' troppo... vistoso, per i miei gusti.»
Shane le sfiorò i capelli e le baciò la fronte, «Balliamo?»
Rebecca lo fissò, poi sorrise, bevve della birra e lo seguì sulla piccola pista della zona vip nella quale si trovavano, c'erano solo loro sei oltre ad altre quattro persone; gli circondò il collo con le braccia e lo guardò sorridendo. «Gillian non ha nulla in contrario su questa gitarella?» domandò.
«No.» fu la breve risposta di Shane, «Sa che siamo amici  e che tu sei la cugina di Nicky.»
Rebecca annuì e posò la testa sulla sua spalla, chiuse gli occhi e inspirò il profumo dell'amico. non sapeva il perché, ma quando stava con lui si sentiva al sicuro.

Rebecca abbassò la camicia da notte —  era in cotone pesante, aveva le maniche lunghe e un elefante stampato sul davanti e le arrivava sopra al ginocchio —  e alzò la testa quando sentì il botto provenire da sopra, seguito da urla e grida; guardò Veronica e uscì correndo dalla camera, salì velocemente le scale e si bloccò in cima. 
Kian e Mark erano seduti sui loro letti, piegati in due dalle risate, Nicky era in mezzo alla stanza, anche lui rideva; Shane era sdraiato sul letto —  i piedini anteriori si erano piegati —  e agitava le braccia chiedendo aiuto.
«La smettete di ridere?» esclamò, «Aiutatemi!» disse e cercò di mettersi seduto, ma il movimento fece piegare anche gli altri piedini, e il letto cadde a terra con un tonfo.
Rebecca scoppiò a ridere e si aggrappò al corrimano mentre Veronica sghignazzava contro la sua spalla.
«Volevi uccidermi, vero?» borbottò Shane alzandosi in piedi, «Cazzo!» gridò quando sbatté la testa su una delle travi a vista. «Dì che l'hai fatto per vendicarti!»
«Veramente il letto lo hai scelto tu!» disse e si avvicinò a lui, «E le travi ci sono da quando è stata costruita la casa.» aggiunse e sistemò il letto.
«Sono bloccati bene?» domandò Shane massaggiandosi la testa.
Rebecca lo fissò e rise, «Forse.» rispose.
Shane alzò gli occhi al cielo, «Speriamo bene.»
Rebecca scosse la testa e raggiunse Veronica, «Evitate di fare troppo... casino.» esclamò, «La mia stanza è proprio qui sotto e si sente tutto.» disse e scese le scale. 
«Se il letto si rompe ancora vengo a dormire con te!» esclamò Shane.
«Non puoi!» protestò Nicky.
«Se lo fai ti prendo a calci!» esclamò Rebecca.
«Mi vuoi troppo bene per farlo.» ribatté Shane.
Rebecca si voltò e sorrise, «Tutto ciò non mi impedisce di farlo!» disse, «Buona notte! E se ci svegliate prima di mezzogiorno vi prendiamo a calci!»


Mercoledì 19 Febbraio 2003, Dublino

Rebecca fissò la neonata che teneva fra le braccia e pensò che fosse carina, nonostante fosse la figlia di Brian e di Kerry. “Hai preso tutto da tuo padre.” pensò e diede la bambina a Brian, lui le sorrise e lei si sentì sciogliere, nonostante lui l'avesse mollata, per l'ennesima volta, due mesi prima.
Brian le fece un piccolo gesto con la testa e lei capì immediatamente quello che intendeva, si scusò e disse che andava in bagno.
Due minuti dopo Brian la raggiunse, la condusse in un angolo appartato e la strinse a sé prima di baciarla. «Mi sei mancata.» sussurrò sulle sue labbra prima di baciarla una seconda volta.
Rebecca sorrise e lo lasciò fare perché, anche se si era ripromessa di non cascarci più, lui l'attraeva ancora. Alzò la testa quando Brian le baciò il collo e vide Shane che li osservava, deluso. Rebecca lo guardò e lui scosse con lentezza la testa prima di voltarsi e andarsene.
Rebecca spinse via Brian e andò dietro a Shane, lo trovò poco lontano, appoggiato al muro, le mani infilate in tasca. «Shane, io...»
Lui scosse la testa, «No, Rebecca, basta scuse.» disse, «Sono quasi quattro anni che va avanti questa  storia.» aggiunse e Rebecca lo guardò pensando che non l'aveva mai visto così... arrabbiato. No, non arrabbiato, Shane era deluso.
«Io... Shane, io...» balbettò impallidendo al pensiero di averlo, in un certo senso, tradito.
Shane fece un respiro profondo. «Io non sarò qui a raccogliere i cocci del tuo cuore quando lo spezzerà, perché lo farà sicuramente.»
Rebecca gli afferrò la mano e la strinse fra le sue. «Non arrabbiarti, per favore!» disse e si avvicinò a lui, «Shane...»
Lui si scostò, «No, Rebecca.» disse, «Ti ho visto piangere troppe volte per lui, stare male perché lui ti prende e ti usa e ti scarica... adesso basta, fai quello che vuoi. Io non ci sono più, per te.»
Rebecca si sentì morire, «Per favore, Shane, scusa, non volevo deluderti, ti prego...» piagnucolò cercando di prendergli la mano, «per favore!»
Shane la fissò e scosse la testa, «No.»
Rebecca si lasciò sfuggire un piccolo singhiozzo. «Shane... per favore!»
Shane la guardò un lungo istante rimanendo in silenzio, lentamente si voltò e se ne andò, lasciando Rebecca a un passo dalle lacrime.
Lei ingoiò il groppo che aveva in gola e si rifugiò in bagno, si sciacquò il viso e tornò dagli altri.
«Dobbiamo andare.» le disse Nicky, «Altrimenti perdi l'aereo.»
Rebecca annuì, ringraziò Kerry quando le diede la giacca, afferrò la borsetta e iniziò a salutare gli altri. Abbracciò Mark e Kian, salutò con freddezza Brian e Kerry e si fermò davanti a Shane, inspirò a fondo e lo abbracciò brevemente.
«Sono pronta.» disse a Nicky e indossò la giacca, uscì dalla casa di Brian e Kerry costringendosi a non piangere, avrebbe avuto il tempo per farlo una volta salutato Nicky all'aeroporto.

***

«È per te.» esclamò Liliana entrando in camera di Rebecca, lei le strappò il cordless dalle mani e la spinse fuori dalla stanza gridandole di sparire.
«Pronto?» disse appoggiandosi contro la porta chiusa a chiave.
«Rebecca, sono Shane.»
Lei inspirò e si sedette sul pavimento. «Cosa vuoi? Insultarmi? Dirmi quanto sono stupida?» esclamò e si morse la lingua rendendosi conto di essere stata acida. 
«Ero in aeroporto quando sei partita, avrei voluto fermati ma tu avevi già superato i controlli...» disse Shane e respirò a fondo.
«Ah.» fece Rebecca, «Non ti ho visto.»
«Me ne sono andato subito.» disse.
«E Nicky ti ha visto?»
«No.»
«Perché sei venuto?»
 «Mi sono pentito subito per quello che ti ho detto, ti avevo promesso che ci sarei stato sempre per te, solo che... ero arrabbiato, Rebecca. Scusa.» disse, «Perdonami, per favore.»
Lei sorrise e andò a sdraiarsi sul letto. «Ti perdono.» sussurrò, «È che... non so, Shane, lui mi guarda e io mi sciolgo.» confessò.
«Dovresti voltare pagina.» fece notare lui.
Rebecca sospirò, «Lo so.» disse, «Credo che succeda per un senso di rivalsa... probabilmente non voglio arrendermi all'evidenza che Brian non mi vuole al cento per cento.»
«Il fatto che tu lo capisca è già una buona cosa.» esclamò Shane, «Devi solo convincerti che là fuori c'è qualcuno migliore di Brian, una persona che ti ama con tutto il cuore e che non ti farebbe mai soffrire.»
Rebecca sorrise e si girò su un fianco e piegò le gambe verso le ginocchia, «Devo solo trovarlo.» disse, «Chissà dov'è!»
«Magari è più vicino di quanto tu pensi.»
Rebecca rimase zitta e pensò che Shane fosse proprio strano, e che il suo tono di voce fosse più dolce del solito, «Tu dici?» pigolò e quasi sperò che lui le rispondesse che era lui quella persona.
«Sì, dico di sì.» rispose Shane e rimase in silenzio qualche secondo. «Devi avere un po' di fiducia in te stessa, sei una persona meravigliosa, dolce e intelligente.»
Rebecca si morsicò le labbra, «Grazie.» disse, «Sei molto... gentile.» 
Shane fece una breve risata, «Anche tu.» replicò e respirò a fondo, «Comunque... perché hai il cellulare spento? Ho provato a chiamarti tre volte ma ho sempre trovato la segreteria.»
«Me è acceso!» disse lei e si alzò in piedi, recuperò il cellulare dalla scrivania e lo girò, «Oh.»
«È spento?» rise Shane, «Fammi indovinare... batteria scarica?» 
Anche Rebecca rise, «Sì!» rispose, afferrò il carica batteria e lo collegò al cellulare. «Grazie di avermi avvertito, se non me l'avessi detto me ne sarei accorta stasera!»
«O quando l'esercito mandato da Nicky avrebbe bussato alla tua porta!» scherzò lui.
«Ma no!» disse Rebecca e si sedette sul letto, «Avrebbe chiamato prima mio padre, poi avrebbe chiamato sul fisso poi, al limite, avrebbe chiamato l'esercito.»
«Giusto!» ridacchiò Shane, «Devo andare. Ci vediamo al concerto, vero?»
«Sì, mi sembra ovvio!» rispose Rebecca facendo una risatina.
«Fra quattro mesi.» disse Shane.
«Passano in fretta!» esclamò lei, «E comunque tornerò anche ad Agosto per il matrimonio di Nicky!»
«Ah sì, vero.» disse Shane e sospirò.
«Cosa c'è?» domandò Rebecca, «Shane?»
«Mi sposo anche io.»
«Lo so, mi avevi detto che dovevate scegliere la data.»
Shane sospirò nuovamente, «Il ventotto Dicembre.» disse, «Di quest'anno.»
Rebecca rimase in silenzio per qualche secondo, «Spero che m'inviterai!» disse non sapendo cos'altro dire e si sdraiò.
«Sì.» esclamò Shane, «Certo che t'invito!» disse, «Sei importante per me, come potrei non farlo?»
Rebecca rimase sorpresa, «Allora aspetto l'invito.» disse e alzò gli occhi, vide l'orologio e schizzò a sedere, «Sono quasi le sei e mezza!» esclamò.
Shane rise, «Quindi?»
«Devo andare a cena con Veronica e i suoi genitori!» rispose alzandosi in piedi, «Festeggiano trent'anni di matrimonio e mi hanno invitato!» aggiunse e aprì l'armadio, «Devo ancora lavarmi... passano fra tre quarti d'ora!» gemette.
Shane rise di nuovo, «Oh, va bene.» disse, «Ti lascio, così ti prepari.»
«Ah, sì.» fece lei e prese un vestito azzurro dall'armadio, «Ciao. Ci sentiamo, allora.»
«Certo. Salutami Veronica.» disse Shane, «Ti voglio bene, piccola.» aggiunse e riattaccò.
Rebecca fissò il telefono e inspirò lentamente, insicura se avesse capito bene oppure no. Shane le aveva detto che le voleva bene. Con lentezza posò il cordless sulla sua base e si chiese perché prima lo avesse Liliana, si ripromise di raccontare tutto a Veronica —  compreso la parte del ti voglio bene —   e andò in bagno per farsi la doccia.


Venerdì 27 Giugno 2003, Dublino

Rebecca scivolò dalle braccia di Mark a quelle di Kian per poi abbracciare Shane,  «Sei stato fenomenale.» gli sussurrò. 
«Anche tu.» disse lui e le baciò la guancia, la strinse più forte e rise quando lei si divincolò appena iniziò a farle il solletico.
«Smettila!» strillò Rebecca, «Nicky!» si lamentò, «Digli di smetterla!»
Lui rise, «Bex, non mi dici sempre che sei grande?» esclamò Nicky.
Rebecca incrociò le braccia al petto con l'aria offesa e si voltò, «Sì, sì, va bene.» borbottò prima di voltarsi e ridere. Shane l'abbracciò nuovamente e le scoccò un bacio sulla fronte.
«Bleah, sei tutto sudato!» disse spingendolo via.
Shane alzò gli occhi al cielo prima di ridere, «Sei schizzinosa, oggi.»
Rebecca non ribatté e prese la borsetta. «Non è vero.» disse. «Sei tu quello sudato.»
«La macchina per tornare in albergo è pronta.» esclamò Kian, «Andiamo a lavarci, prima che ci lasci qui.»
«Io vi aspetto.» disse Rebecca e si sedette sulla prima sedia pieghevole che trovò.
Shane le passò accanto e le scompigliò i capelli, le baciò una guancia. «So che mi adori anche quando sono tutto sudato!» mormorò prima di seguire gli altri.

***

«Credo di essere ubriaca.» commentò Rebecca e finì la sua birra.
«Credo proprio di sì.» disse Shane. «Andiamo in camera?» le chiese, e lei lo guardò un istante, si morsicò il labbro inferiore e sorrise.
Dieci minuti dopo erano davanti alla porta della camera di Shane, anche se Rebecca avrebbe potuto ritornare a casa Da Yvonne e Nicholas, ma non le era neanche passato per la mente di uscire dall'albergo e prendere un taxi. Shane aprì la porta e Rebecca andò al letto e si sedette, per poi sdraiarsi, lasciando cadere la borsetta sul pavimento.
«Shane?» disse, «Mi presti una maglia per dormire?»
Shane sorrise, «Certo.» rispose e prese un maglia a maniche corte dall'armadio e la posò sul letto accanto a Rebecca.
«Shane?»
«Dimmi.»
«Mi togli i sandali, per favore?»
Shane sorrise, «Come ti senti?» le domandò mentre s'inginocchiava davanti a lei, Rebecca rispose con un'alzata di spalle; Shane strinse le labbra e slacciò il cinturino del sandalo sinistro e, mentre lo toglieva, le accarezzò il piede; le tolse anche l'altro sandalo e alzò il viso per guardarla, le sorrise di nuovo e si sdraiò accanto a lei, le prese la mano e intrecciò le dita con le sue. Rimasero in silenzio e Rebecca spostò la testa verso quella di Shane, lui girò il viso e le baciò fronte e respirò il suo profumo, sorrise a occhi chiusi e si girò sul fianco destro, lasciò la mano di Rebecca e le sfiorò il viso e lei chiuse gli occhi. Shane continuò ad accarezzarla e si piegò su di lei, il suo naso sfiorò quello di Rebecca, lei aprì gli occhi e sorrise. Shane chiuse gli occhi e si chinò su di lei e rimase fermo così, a pochi centimetri dalle labbra di lei.
Rebecca aprì gli occhi e vide Shane sopra di lei, sorrise e inspirò lentamente, anche Shane sorrise e le sfiorò le labbra con le proprie, Rebecca dischiuse le labbra e Shane gemette mentre le sfiorava con la punta della lingua; si spostò su di lei con lentezza, senza smettere di baciarla, fece scendere la mano dal viso al fianco e l'alzò, le sfiorò la pelle e le baciò la guancia destra, lasciandole una scia di baci fino alle orecchie e tornò alla labbra, si mise in ginocchio sul letto e guardò Rebecca, lei sorrise e Shane le sfilò  con lentezza la maglietta bianca e la lasciò cadere sul pavimento e si chinò di nuovo su di lei e la baciò nuovamente, spingendosi contro di lei e gemendo quando Rebecca gli circondò la vita con le gambe, rise e le baciò il collo senza smettere di accarezzarle i fianchi, rotolò sulla schiena e Rebecca si trovò su di lui.
Lei rise e sistemò i capelli dietro le orecchie e guardò Shane con gli occhi socchiusi. Fece scorrere le mani sul torace di Shane, arrivò all'orlo e si morsicò le labbra fissando Shane e gli tolse la maglietta, lui alzò la testa le sorrise, le prese il viso fra le mani e l'attrasse a sé, respirò sulle sue labbra e la baciò con dolcezza prima di far scivolare una mano dietro la sua testa e infilarle la lingua fra le labbra e baciarla con più forza. Rebecca mugugnò e si mosse su di lui. 
Shane fece scivolare una mano sulla sua schiena e arrivò al sedere, infilò una mano sotto la gonna e le toccò la stoffa delle mutandine, sorrise sulle labbra di lei, si rigirò nuovamente e bloccò Rebecca sotto al suo corpo. Rise e le baciò il collo prima di trascinarla con sé verso i cuscini; respirò contro la sua pelle e lasciò una serie di piccoli baci sulla mandibola mentre  infilava le dita sotto alle mutandine e Rebecca gemette piano quando lui la toccò, si aggrappò a lui e cercò le sue labbra e le trovò, le baciò, gemendo quando Shane le sfiorò la parte alta delle cosce, fece scivolare le mani sul suo corpo e arrivò alla cintura dei jeans, la slacciò, fece scivolare il bottone fuori dall'asola e abbassò la cerniera; sfiorò Shane da sopra i boxer e lui gemette e desiderò che lei lo toccasse di più, riprese a baciarla e con una mano le fece scendere la gonna nera oltre le ginocchia, si mise seduto e si levò i jeans, e li gettò sul pavimento insieme alla gonna.
Si sdraiò accanto a Rebecca e le sfiorò il corpo con lentezza, facendo scorrere la mano ovunque gli fosse possibile; le baciò il viso e succhiò lentamente il suo orecchio prima di fare lo stesso con le labbra, senza smettere di accarezzarla e sfiorarla.
Gemette quando Rebecca scostò i boxer e lo accarezzò stringendo con delicatezza, sospirò e si alzò, si liberò di quell'ultimo indumento e fece lo stesso con lei, si sdraiò e riprese ad accarezzarla e baciarle il collo, scendendo lentamente, lasciando una scia di baci umidi fino al seno, sfiorò con le labbra un seno e baciò nuovamente Rebecca, soffocando il gemito che le era sfuggito dalle labbra e soffocò un urlo quando le dita di lei si chiusero su di lui e, dopo qualche minuto di baci e carezze, la fermò, «Piano, piccola.» sussurrò e la baciò con dolcezza, la guardò e si sistemò fra le sue gambe, sorridendo la baciò.
Con lentezza entrò dentro di lei, così piano che Rebecca temette di esplodere e, quando Shane fu completamente dentro di lei, si fermò e la baciò sulla labbra tenendo gli occhi chiusi; sorrise sulle sue labbra e iniziò a muoversi piano, spingendo in un angolo della mente i pensieri che gli erano appena venuti in mente: “Cosa succederà? E Gillian? Devo annullare il matrimonio? Cosa provo per Rebecca?” 
L'unica cosa che contava per lui, in quel momento era solo Rebecca e quello che stava facendo con lei.

***

Shane uscì dal bagno e sorrise nel vedere Rebecca sbadigliare, «Buon giorno.» le disse e si sedette sul bordo del letto.
«Ciao.» borbottò lei e si mise seduta, appoggiando la schiena alla tastiera. «Non dirmi che ieri sera ero così sbronza che hai dovuto portarmi qui perché non riuscivo neanche a stare in piedi!»
Shane rise, «No.» disse e scosse la testa, «Cosa ti ricordi?» chiese piano, con la paura che lei non ricordasse più nulla della sera precedente, perché lui ricordava ogni singolo dettaglio.
Rebecca prese un respiro profondo e lo guardò, «Ricordo che abbiamo parlato e bevuto.» rispose e abbassò la testa, guardandosi le mani, «Mi ricordo che ti chiedevo la maglietta in prestito e che ti chiedevo di togliermi le scarpe... giusto?» domandò e Shane annuì lentamente e le sue dita artigliarono il lenzuolo mentre la paura che lei non ricordasse nulla —  o peggio, che la ricordasse nel modo sbagliato —  iniziava  farsi sempre più strada dentro di lui.
«E poi?» 
La voce di Rebecca lo riportò alla realtà, «Cosa?»
«E poi cosa è successo?»
Shane prese un respiro profondo, «Non ricordi?» chiese e sperò che la sua voce non avesse tremato, Rebecca scosse la testa; lui sospirò e abbassò la testa, «Ti sei cambiata e poi sei crollata e ti sei addormentata subito.» rispose e le toccò i capelli. «Vado a fare colazione con gli altri, prenditela comoda.» disse e le baciò la fronte, si alzò, indossò una maglietta pulita e uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle. Avanzò verso l'ascensore, spinse il pulsante e si passò una mano sul viso e si lasciò sfuggire un profondo respiro. Ingoiò il groppo che aveva in gola e si domandò come mai Rebecca non ricordasse nulla, lui ricordava ogni singolo istante: le sue labbra morbide, la pelle profumata, le sue mani che lo stringevano, il suono dei suoi gemiti e sospiri, il modo in cui si era accoccolata contro di lui quando avevano finito... sospirò nuovamente ed entrò nell'ascensore quando le porte si aprirono e spinse il pulsante per il piano terra; fissò l'elastico blu che aveva al polso —  ad un certo punto aveva disfato la coda di Rebecca e aveva infilato l'elastico al polso come se fosse un braccialetto —  e lo sfiorò, lo tolse e lo infilò nella tasca dei jeans, probabilmente sarebbe stato l'unico segno di quella notte, oltre ai suoi ricordi.
E lui non avrebbe mai dimenticato nulla.


Sabato 9 Agosto 2003, Gallardon, Francia.

Rebecca sorrise e abbracciò Nicky, «Sei bellissimo.» gli disse e gli baciò una guancia.
«Anche tu.» replicò lui prima di salutare Veronica, «Vi state divertendo?» chiese e le due annuirono, lui sorrise e si allontanò.
Un cameriere passò e offrì loro due bicchieri di spumante, «Nicky non dirà niente?» chiese Veronica.
Rebecca scrollò le spalle, «Al momento credo che non si renda neppure conto su che pianeta sia.» rispose guardando il cugino che sprizzava gioia da tutti i pori.
«Eh, già.» commentò Veronica, «Lui e Georgina sono così carini e perfetti insieme.»
Entrambe sospirarono e sorseggiarono lo spumante. «Sbaglio o Shane ci ha guardato appena?»
«Lo sai che è mezzo matto.» replicò Rebecca, «E poi è con la sua adorabile Gillian che sembra tenerlo al guinzaglio.» sospirò e finì quello che aveva nel bicchiere, «È già tanto se sia riuscita a salutarlo!» si lamentò e guardò Shane e Gillian che parlavano con Kian.
«Forse ha saputo.»
Rebecca s'irrigidì, «Saputo cosa?» chiese e sfiorò il vestito color rosa salmone che aveva indossato per la cerimonia religiosa del matrimonio di Nicky —  quella civile si era svolta qualche giorno prima a County Wicklow —  e strinse il bicchiere.
Veronica alzò le spalle, «Della gitarella dell'anno scorso.» disse —  alla fine Shane le aveva confessato che Gillian non sapeva nulla del breve viaggio in Italia —, «O del fatto che il suo caro fidanzatino ti abbia ceduto il letto perché tu eri troppo ubriaca per tornare da tua zia.» continuò, «Scegli te.»
Rebecca rilassò le spalle e posò il bicchiere sul vassoio di un cameriere.
«Perché arriviamo a detestare le loro fidanzate?» chiese Veronica, «Esclusa la tua ormai cugina, lei è a posto.» aggiunse e si mosse verso il tavolo con i salatini dell'aperitivo, «E pensare che le conosciamo!»
«Forse è per questo che le detestiamo.»
«Di cosa parlate? Odio quando parlate in italiano e non capisco nulla!» 
Rebecca si voltò e sorrise a Mark, «Cose private.» rispose.
Mark fece il broncio e Rebecca rise, «Mi piacerebbe tanto saperlo!» disse lui, «Per favore!» esclamò e congiunse le mani, come se stesse pregando.
Veronica e Rebecca ridacchiarono, «Sono cose private, tu non c'entri nulla!» disse la prima, afferrò un salatino e prese la mano di Rebecca e andò verso Shane e Gillian. «Ciao!» disse e fece un grande sorriso, si girò e guardò Rebecca, «Racchia.» le sussurrò e si coprì le le labbra con la mano per nascondere una risatina, mangiò il salatino e tornò a guardare gli altri.
«Allora... come vanno i preparativi?» cinguettò Veronica.
«Procedono bene.» rispose Gillian, «Grazie.» aggiunse senza sorridere.
«Grande!» cinguettò Veronica. «Spero che non impazziate come i miei vicini di casa, alla fine lui è scappato con il fiorista!» disse e guardò Rebecca, «Vero?»
Rebecca annuì, «Sì, sì.» confermò e si domandò come facesse Veronica ad inventarsi delle storie così surreali da sembrare vere, «È scappato perché la sua... ormai ex continuava a parlare dei fiori, di quanto fosse professionale il fiorista, di quanto fosse carino...» anche lei non era da meno di Veronica, in quanto a storielle inventate.
«Oh, sì!» fece Veronica, afferrò un bicchiere di succo di pompelmo rosa —  uno dei camerieri le era sfilato accanto — e ne prese un sorso, «Lei parlava così tanto del fiorista che un giorno il mio vicino è andato nel suo negozio, lo ha visto e si è innamorato a prima vista.» disse e sorrise, sorseggiò e guardò gli altri, compiaciuta di se stessa e della storia che lei e Rebecca avevano inventato su due piedi.
«Certo che ne conoscete di gente strana, voi due.» esclamò Kian, «Gente che scappa con il fiorista del proprio matrimonio, la tizia che è rimasta incastrata nella leva del cambio e hanno dovuto chiamare i pompieri...»
«Incastrata nel cambio?» domandò Shane, «E come?»
Rebecca ridacchiò, quella non era una storia che avevano inventato loro due, ma era successo veramente, almeno così dicevano, a lei sembrava più una leggenda metropolitana, al pari dei coccodrilli nelle fognature di New York. «Incastrata in quel senso.»
«Non ho mica capito.» fece Shane.
«Neppure io.» disse Mark.
Rebecca tossì, schiarendosi la voce. «C'erano due tizi, in macchina, che lo... stavano facendo sul sedile del guidatore, quando hanno finito lei si è sposta ed scivolata.»
«E come ha fatto ad incastrarsi? Si è impigliata la caviglia?» chiese Mark.
Rebecca e Veronica scoppiarono a ridere. «No! No!» disse Veronica, «Diciamo che la leva del cambio... è entrata dove non doveva entrare. Per la porta posteriore, se mi capite.»
Mark arrossì. «Oh.» mormorò. «Si sarà fatta molto male.»
«Direi.» fece Veronica. 
«Vedete, i tipi strani li conoscete solo voi.» disse Kian.
«E tre esemplari ce li abbiamo davanti.» rise Rebecca, afferrò la mano dell'amica e la trascinò verso uno dei tavoli del buffet.

***

Gillian fermò Rebecca mentre si spostavano verso la sala dove avrebbero pranzato. «Devo parlarti.» le disse.
Rebecca annuì e spostò la pochette rosa da una mano all'altra. «Dimmi.»
Gillian guardò oltre la spalla di Rebecca come se volesse controllare se ci fosse —  o non ci fosse —  qualcuno, spinse in fuori le labbra e guardò Rebecca, «Sei molto amica di Shane.» disse, «Siete molto uniti.»
Rebecca la fissò, cercando di capire dove volesse andare a parare. «Sì, e quindi?» chiese e strinse la catenella della borsetta con entrambe le mani.
«Ti ha invitato anche al nostro matrimonio.» 
«Io non gli chiesto nulla.» ribatté Rebecca, «Lui ha voluto invitarmi e io ho risposto di sì.» 
Gillian si morsicò il labbro inferiore, «Siete troppo amici.» replicò l'altra.
«Se sei gelosa non è colpa mia.» disse Rebecca, «Ci conosciamo da tanto, siamo amici... è normale che mi abbia invitato.»
«Non mi piace il vostro rapporto.»
Rebecca alzò le spalle, e aprì la bocca per dire che non le importava nulla di quello che pensava quando Nicky e Georgina arrivarono, «Tutto bene?» chiese Georgina e abbracciò Rebecca.
«Sì, tutto bene.» rispose lei e sorrise, «Vado da Veronica.» aggiunse, baciò le guance dei cugini, salutò Gillian con un cenno della mano e se ne andò.
Georgina fissò Gillian, «Di cosa stavate parlando?» chiese e guardò Nicky parlare con il padre. 
«Le stavo solo dicendo che mi dà fastidio che sia così amica del mio Shane.» rispose Gillian, «Non mi piace questa cosa.»
Georgina smise di sorridere per un istante, «Sono amici, Gill.» disse, «Non puoi impedirlo.» aggiunse.
«Lei non mi piace.» 
Georgina alzò leggermente gli occhi al cielo, «Non è un problema mio, o di Nicky o di Rebecca.» replicò.
Gillian sbuffò e incrociò le braccia al petto, «Non capisco perché Nicky la debba invitare ovunque.»
Georgina la fissò e per un momento non disse nulla, «Perché è nostra cugina.» rispose, calcando per bene su “nostra”, «Io la conosco da quando è piccola.» disse.
«Ma lei è sempre con loro!»
Georgina sbuffò e si trattene dallo picchiarla con il bouquet. «Per Nicky, per noi, è come una sorellina minore, e se lui la invita ovunque fa solo bene.» disse, si voltò e andò da suo marito.

***

«Cosa?» esclamò Veronica. «E perché lo ha fatto?»
Rebecca alzò le spalle. «Rompere le palle.» rispose, «Se smette di parlarmi a causa sua giuro che la pesto.»
«Volete parlare in inglese?» sbottò Gillian.
«No.» risposero in coro le altre due, «Se si comporta così... dopo che avrà l'anello al dito cosa farà?» disse Veronica e iniziò a battere le mani quando Nicky e Georgina entrarono.
«Romperà ancora di più.» rispose Rebecca. 
«Di cosa state parlando?» s'intromise Gillian.
«È inutile che lo chiedi, non te lo diranno mai.» rispose Mark.
«Però è maleducazione non fare capire di cosa si parla!» ribatté Gillian.
«Veramente è sussurrare che è maleducato.» fece notare Veronica, guardò brevemente Rebecca —  era seduta alla sua destra, a sinistra c'era Mark —  e sospirò, «Stavamo parlando di un tizio che conosciamo, che è sposato e che ha una moglie così gelosa che fra un po' non lo manda fuori neppure per buttare la spazzatura.»
«Davvero?» chiese Kian.
Rebecca annuì, «Sì. Lui ha un piccolo negozio di... elettrodomestici e lei è sempre con lui, ventiquattro ore su ventiquattro, gli sta addosso come un pitbull e non lo perde di vista neppure per un secondo.»
«Se lui osa parlare con una ragazza, anche solo per darle un'indicazione stradale, lei fa una scenata assurda.» continuò Veronica, «Lei gli ha impedito di invitare i suoi amici e amiche al matrimonio.»
«Che strega.» commentò Kerry e Rebecca quasi si strozzò con il vino che stava bevendo,  «Così rischia di perderlo.»
Kian annuì, «Sì, lui si stuferà prima o poi.»
Rebecca sorrise e guardò Gillian che la fissò mentre prendeva il bicchiere, era sicura che avesse capito tutto quanto. Sorrise di nuovo afferrò il bicchiere e sorseggiò lentamente il vino bianco. 

***

«Ti stai divertendo?»
Rebecca si voltò e sorrise nel vedere Shane, «Sì.» rispose, «Tu?»
«Sì.» disse lui, scostò la sedia e si sedette. «Non balli?» chiese e indicò Veronica che ballava con un cugino di Georgina.
«Sono in pausa.» rispose Rebecca e rise brevemente. «I miei piedi chiedono pietà.» disse. 
Shane le sorrise e le sfiorò il polso, toccò il bracciale d'argento e alzò lo sguardo su di lei, «Ti piace il mio regalo?»
Rebecca annuì e guardò il bracciale, «Moltissimo.» rispose, guardò lui e sorrise.«Grazie ancora.»
«Mi dispiace per Gillian.» esclamò Shane, «Georgina mi ha detto che avete avuto una discussione.»
Rebecca lo guardò sentendosi confusa, poi scosse la testa e sorrise, «Non è stato niente.» disse.
«È un po' gelosa.» spiegò Shane, «Forse le da fastidio che tu sia mia amica»
Rebecca finì il suo vino e si asciugò le labbra nel tovagliolo e lo sistemò sul tavolo, non sapendo cosa dire.
«Balliamo?» chiese lui e Rebecca annuì ancora prima che finisse di parlare, si alzò in piedi e lo seguì in pista, intravide Veronica che le sorrise, ricambiò e si strinse a Shane, non domandandosi dove fosse Gillian o cosa potesse pensare di quel ballo, era con lui e le bastava.

***

Veronica si accasciò sul divanetto accanto a Rebecca e si lamentò che le facevano male i piedi, Rebecca sospirò e reclinò la testa sulla spalliera e chiuse gli occhi.
«Sono ubriaco.» biascicò Kian.
«Anche io.» farfugliò Rebecca.
«Tuo padre mi ucciderà.» borbottò Nicky stringendo la mano della moglie.
«Non a causa mia.» disse Rebecca e alzò la testa. «Liliana si è ubriacata ed Elena è furiosa.»  
«E io cosa c'entro?» domandò Nicky, «Era al tavolo con tuo padre ed Elena!»
Rebecca rise, «In realtà c'entra tuo fratello che ha spifferato il fatto che Liliana, quando papà ed Elena stavano ballando, si è fatta riempire dal cameriere i bicchieri, e poi li ha bevuti tutti lei, uno dietro l'altro.»
Mark rise, «Poverina.» disse.
«Si vede che siete cugini, anche tu vai a dire a tuo padre quando Liliana fa una cazzata.» fece notare Veronica, «Come quella volta che hai detto alla sua insegnate che quella traduzione l'avevi fatta te e non lei.»
Rebecca sbuffò, «Mi aveva preso per il culo.» si giustificò e posò la testa sulla spalla di Mark, «Credevo che fosse una lettera per un'amica di penna!»
«Eh?» fece Kian, «Non ho capito.»
Rebecca sospirò, «Un pomeriggio è venuta da me, aveva due fogli, uno con una lettera in italiano, nell'altro c'era la traduzione in inglese, mi chiede se posso correggerla perché è una lettera per un'amica di penna che vive a Londra. Io correggo la lettera, gliela restituisco e torno alla mia vita. Qualche giorno dopo  eravamo tutti e quattro in giro, incontriamo l'insegnante d'inglese di Liliana che si complimenta con lei perché era migliorata tantissimo, sopratutto nell'ultimo compito che aveva dato da fare a casa: una traduzione.»
«La lettera?» chiese Mark.
Rebecca annuì, «Sì, esatto.» disse, «A quel punto ho detto che la lettera gliela avevo praticamente riscritta io e che avevo ancora a casa la brutta copia, sia la sua che la mia. La professoressa è rimasta di sale, papà si è incazzato e ha detto a Liliana che non sarebbe venuta al concerto.»
«Ops.» ridacchiò Nicky.
Rebecca rise, «Comunque papà si è arrabbiato anche con me.» disse e incrociò le braccia al petto. «Mi ha detto: “Come hai fatto a essere così cretina da cascarci?”»
«Non ha tutti i torti.» mugugnò Brian. «Liliana ha sempre cercato di farsi fare i compiti da te.»
Rebecca sbuffò e chiuse gli occhi. 
«Ma... Shane?» chiese Mark.
«Gillian lo ha trascinato in camera.» rispose Georgina. «Troppe belle ragazze in giro!» disse e guardò Rebecca sorridendo.
«Allora dovrebbe mandarlo in giro con una benda sugli occhi.» esclamò Mark.
«Comunque eri una spiona anche da piccola.» disse Nicky.
«Non è vero!» protestò Rebecca.
Rimasero qualche secondo in silenzio poi Rebecca sbadigliò, «Veronica... andiamo?»
L'altra sbadigliò e si rannicchiò contro Mark, «Veronica?» esclamò Rebecca trattenendo uno sbadiglio. L'altra si rannicchiò ancora di più e ci furono alcune risatine e Rebecca si alzò in piedi, «Nica?» la chiamò, ben sapendo quando odiasse quel diminutivo, e le posò una mano sulla spalla, ma Veronica le spostò la mano. Rebecca sbuffò e decise di passare alle maniere forti. «Veronica!» disse, «Sono le otto meno venti e alla prima ora c'è la verifica di Fisica!» esclamò in italiano, sorrise quando vide Veronica mettersi seduta di scatto.
«Fisica?» gridò, «Io non ho studi...» si fermò e si guardò attorno e capì che non era a casa sua o di Rebecca e che, sopratutto, aveva smesso il liceo da due anni, «... ato.»  fissò Rebecca e sbuffò. «Bello scherzo!» borbottò.
Rebecca sorrise, «Però funziona sempre.» disse, «Andiamo a dormire?»
Veronica annuì e sbadigliò, augurarono la buona notte agli altri, abbracciarono i novelli sposi e andarono nella loro camera.


Giovedì 23 Ottobre 2003, Admiralty, Hong Kong

Rebecca aprì la tenda del camerino e si voltò verso Shane, «Come sto?» chiese, aveva indossato un top rosa e una gonnellina nera.
Shane aprì la bocca, la richiuse e sorrise, «Sei uno schianto.» commentò mentre Rebecca si voltava verso lo specchio, dandogli le spalle. Fissò la schiena e scese giù, deglutì e alzò il viso un attimo prima che Rebecca si voltasse di nuovo verso di lui. Era ancora più bella del solito, terribilmente sexy con quella gonnellina che non lasciava quasi nulla all'immaginazione.
Lei sorrise e lo guardò piegando la testa di lato. «Grazie.» disse, «Lo prendo, allora.» aggiunse, fece un passo indietro e richiuse la tendina del camerino per cambiarsi, Shane rimase fermo a osservare la tendina color crema, dopo qualche secondo iniziò a sentirsi stupido per cui si voltò incrociò lo sguardo di Georgina e sorrise.
«Io ho finito.»
Shane sobbalzò, «Mi hai spaventato.» disse e guardò Rebecca, «Andiamo? Gli altri sono già alla cassa.»
Rebecca annuì, sistemò gli abiti sul braccio sinistro e seguì Shane.
Dieci minuti dopo erano di nuovo nelle loro stanze, Rebecca sistemò quello che aveva comprato e si sdraiò sul letto, lasciando le gambe a penzoloni, chiuse gli occhi e respirò a fondo. Era la prima volta che seguiva suo cugino all'estero e le mancava Veronica, le mancavano i loro sguardi, quelli in cui si dicevano tutto con una sola occhiata. Sospirò e si mise seduta, guardò l'orologio e vide che aveva abbastanza tempo per farsi una lunga doccia e preparasi con calma prima di raggiungere gli altri per la cena.

***

Shane deglutì e sorrise quando Rebecca si sedette accanto a lui. Indossava un abitino bianco, corto e attillato, che si allacciava dietro al collo, una cintura nera, alta almeno una decina di centimetri le circondava morbidamente sui fianchi; gli stivali alti le slanciavano le gambe ancora abbronzate.
«Ero al telefono con Veronica.» disse lei sistemando la borsetta sullo schienale della sedia. «Stai bene?» chiese a Shane.
Lui annuì un paio di volte e si schiarì la voce, «Sì, sì, bene.» mormorò e sorrise, «Veronica come sta?»
«Bene.» rispose lei, «Anche se è un po' presa con il lavoro, dice che il suo capo è un despota!»
Shane fece una breve risata, «Poverina.» disse.
Anche Rebecca rise, «Mica tanto!» replicò, «A quanto pare un suo collega la sta corteggiando e lei è al settimo cielo.» disse.
Shane sorrise ancora di più,«Mi fa piacere per lei, è una brava ragazza e lui è fortunato.»
Rebecca inarcò un sopracciglio, «Veronica e brava nella stessa frase?» scherzò, «Più che fortunato lui è mezzo matto, visto che la conosce appena e sembra volerle giurare amore eterno!»
Shane rise e scosse la testa, «Siete un po' matte tutte e due.»
Rebecca lo fissò e spinse in fuori le labbra, dopo un secondo il broncio dal suo viso lasciò posto a un sorriso.

***

Shane strinse di più i fianchi di Rebecca e le sfiorò il viso con il naso, inspirò il suo profumo e chiuse gli occhi. Era contento che Gillian non fosse lì, quando c'era faceva fatica a parlare con Rebecca e la cosa gli dava fastidio.
Rebecca gli circondò il collo con le braccia e lui aprì gli occhi e sorrise, «Sei bellissima.» le sussurrò all'orecchio, prese coraggio e le baciò la pelle dietro l'orecchio.
«Anche tu.» mormorò lei e Shane rimase quasi spiazzato quando lei si strinse a lui, alzò lo sguardo e vide che non gli altri non c'erano, sorrise e fece scendere lentamente le mani e le posò sul sedere di lei.
Rebecca ridacchiò e si avvicinò ancora di più  —  come se fosse possibile —  a Shane e gli sfiorò pigramente il retro del collo con le unghie e Shane rabbrividì, mentre una piacevole scarica elettrica gli attraversava la schiena. Affondò il viso nel collo di lei e lo baciò con lentezza, assaporando la morbidezza e il sapore della pelle di lei.
Shane alzò il viso e guardò gli occhi blu scuro di Rebecca, le sfiorò la guancia con le labbra socchiuse e tracciò una linea con la punta della lingua mentre si spostava verso l'orecchio, sorrise quando sentì Rebecca tremare fra le sue braccia; la fece girare e si spinse contro di lei, senza smettere di muoversi al ritmo della musica da discoteca, le posò le mani sulla vita e posò il mento sulla spalla di Rebecca e guardò verso il basso, nella scollatura dell'abito, inspirò a lungo e chiuse gli occhi, fece scendere una mano dal fianco, scivolando verso l'inguine di lei e si fermò, con la paura di andare oltre; ma Rebecca lo sorprese quando spinse i fianchi in avanti.
Shane spostò la mano aperta verso il basso e sorrise quando sentì Rebecca emettere un gemito. La fece girare e la guardò, «Andiamo di sopra?» chiese, la voce roca dall'eccitazione, sorrise ancora di più quando lei annuì in risposta.

***

Shane non sapeva come aveva fatto a resistere fino alla porta della sua camera, se fosse stato per lui l'avrebbe presa in ascensore. Aprì la porta e la richiuse con un piede, afferrò Rebecca e la spinse contro la parete più vicina, baciandola con foga, le strinse le natiche e lei gli allacciò le gambe contro la vita, gemendo al contatto dei loro corpi. La borsetta  cadde ai loro piedi ma nessuno di loro ci badò, troppo presi dal loro bacio.
Shane le sfiorò i fianchi, arrivando fino a seno e scendendo fino a sedere e, finalmente, trovò quello che stava cercando: strinse con il pollice e l'indice destro il gancetto e abbassò la cerniera dell'abito che si trovava sul fianco e infilò la mano tra la stoffa e la pelle, accarezzandole la schiena, la sua bocca scese sul collo e lo leccò, succhiò e mordicchiò prima di tornare a baciarla con una passione che non aveva mai provato prima. Alzò le mani e slacciò il nodo dietro al collo di lei e la parte superiore dell'abito di Rebecca scivolò fra di loro, lui la spinse in basso anche se avrebbe voluto strapparlo, quel vestito. Strinse la vita della ragazza e si staccò dal muro, fece due passi e si fermò poco più in là, facendo sedere la giovane su un mobiletto, portò le mani sulla schiena di lei e slacciò il reggiseno a fascia —  bianco anche quello —  e lo gettò via, posò la mani sui seni di lei e strinse, beandosi dei gemiti che uscivano dalle labbra di Rebecca, soffocò un grido quando Rebecca gli slacciò i bottoni della camicia, per poi farla scivolare oltre le spalle.
Shane chinò la testa e le baciò i seni,  mentre le sue mani s'infilavano sotto la gonna, gemette, quando Rebecca gli slacciò i jeans e li abbassò insieme ai boxer neri, si strinse a lei tornando a baciarle il collo, senza smettere di disegnare cerchi sull'intimità di Rebecca, beandosi dei gemiti e dei sospiri che Rebecca cercava di trattenere.
Affondò il viso nel collo di Rebecca quando lei iniziò a toccarlo, alzò il viso e guardò Rebecca, la testa reclinata all'indietro, il labbro inferiore stretto fra i denti, il viso distorto in un espressione di piacere; lei aprì gli occhi e lo fissò, una sguardo carico di lussuria e brama. Shane sorrise e le circondò la vita con un braccio, alzandola quel tanto che gli bastava per abbassarle le mutandine e si spostò appena per farle scivolare via dalle gambe di lei. Tornò ad abbracciarla, spingendo il suo petto contro quello di lei, tuffandosi contro le sue labbra. 
«Ti voglio, ora.» ringhiò Shane e Rebecca gemette un sì al suo orecchio, facendolo quasi venire all'istante. Senza dire una parola fece scivolare Rebecca sul bordo del mobiletto e, con una spinta decisa entrò dentro di lei, mentre Rebecca soffocava un urlo contro la spalla, prima di morderlo quasi con dolcezza. 

Rebecca rotolò via da Shane ansimando rumorosamente. Dopo aver fatto sesso sul mobiletto si erano spostati nel letto, si erano baciati con dolcezza, riprendendo le forze in attesa del secondo round, che era appena finito.
Shane si girò su un fianco, «Tutto bene?» soffiò baciandole la spalla.
Rebecca chiuse gli occhi e annuì, «Sì.» rispose con un sussurro, «Mai stata meglio.» disse ed era vero, non aveva mai passato una notte di passione come quella. 
«Forse dovrei tornare nella mia stanza.» esclamò Rebecca dopo qualche minuto di silenzio.
Shane la guardò, «Perché?» chiese, «Non vuoi stare qui?»
Rebecca girò il viso verso di lui e un sorriso le illuminò il viso.«Certo che voglio stare qui.» rispose, «È che se lo scopre Nicky... ci ucciderà.» scherzò.
Shane fece un respiro profondo, «Finché non lo scopre siamo al sicuro.» disse e sfiorò il viso di Rebecca, «E non vogliamo che lo scopra,vero?» domandò e  piegò la testa in avanti, alla ricerca delle labbra di lei.
«Sì...» soffiò Rebecca in risposta, socchiudendo gli occhi e sentendosi come ubriaca, ebbra dei baci di Shane, delle sue labbra e carezze, si girò su un fianco, trovandosi faccia a faccia con lui, e sorrise accarezzandogli il torace.
Shane chiuse gli occhi e fece scorrere le mani sul fianco di lei, con lentezza, fermandosi ogni tanto per tracciare ghirigori con la punta dell'indice. «Abbiamo tempo per un terzo round prima che tu torni nella tua stanza.» mormorò mordicchiandole il lobo dell'orecchio.»
«Sì...» ansimo lei stringendosi a lui.

***

Rebecca uscì dal bagno della camera di Shane e traballò, le gambe di gelatina dopo quello che lui le aveva fatto nella doccia. Shane sapeva dove mettere le mani, le labbra e le aveva dimostrato che sapeva anche dove mettere la lingua; arrossì al ricordo e guardò Shane che si sedeva sul bordo del letto, lui le sorrise e con un gesto della mano la invitò a raggiungerlo. Avanzò lentamente, la moquette le solleticò i piedi mentre si avvicinava a lui, si strinse l'asciugamano al corpo e si sedette a cavalcioni su Shane. 
Sorrise e si mosse su di lui per trovare un po' di comodità e stabilità, sospirò quando si accorse che Shane era pronto, di nuovo; lui le strinse i fianchi e le sfiorò la spalla con le labbra, prima di lasciare baci leggeri un battito d'ali di farfalla lungo la clavicola.
Rebecca trattene una risatina quando Shane si sdraiò sulla schiena, posò le mani accanto alla testa del ragazzo e lo guardò morsicandosi il labbro inferiore. Ora che si era mossa poteva sentire meglio l'eccitazione di Shane premere contro di lei, sorrise senza smettere di mordersi il labbro e si chinò sulle labbra di lui, gli morsicò il labbro mentre lui infilava le mani sotto all'asciugamano e quasi si dimenticò che quella sarebbe stata l'ultima notte con Shane, prima che lei tornasse a Milano, prima che lui tornasse a Sligo e sposasse Gillian. Semplicemente se ne dimenticò, mentre Shane le baciava il collo.

***

«Pensi che dovrei sposarmi?»
Rebecca fissò Shane chiedendosi perché le facesse quella domanda. «Non lo so.» rispose, sistemò i cuscini dietro la schiena e si mise in posizione semi-seduta. «Perché me lo chiedi?» domandò.
Shane alzò le spalle e si sdraiò sulla schiena, afferrò la mano di Rebecca e iniziò massaggiarla lentamente, «Non lo so.» disse, «Forse perché siamo qui.» aggiunse e alzò lo sguardo su di lei, scrutandola con i suoi occhi nocciola.
Rebecca inspirò lentamente e chiuse gli occhi per qualche secondo, godendosi il massaggio di Shane. «Devi decidere tu.» disse aprendo gli occhi, distendendo —  a fatica —  le labbra in un sorriso. Se fosse stato per lei avrebbe urlato un “no” da far tremare i vetri di mezza città.
Shane annuì lentamente e massaggiò il pollice. «Hai ragione.» mormorò guardandole la mano, «Ma un aiuto non sarebbe male.» cercò di scherzare. 
Rebecca non rispose e si sdraiò accanto a lui, posando la testa sul suo torace e inspirando lentamente il profumo di Shane.
«Avrei voluto che le cose fossero andate in modo diverso.» mormorò Shane dopo qualche secondo, accarezzandole pigramente la spalla e il collo, «Tutto sarebbe diverso, ora.»
Rebecca tenne gli occhi chiusi e gli toccò il torace, sfiorandogli i peli. «Sì.» sussurrò.
Shane sorrise e la sistemò sul suo corpo, le prese il viso fra le mani e la baciò lentamente, «Tu non hai idea di quanto tu sia importante per me.» disse.
Rebecca sorrise.  «Anche tu.» soffiò e posò la testa sulla torace di Shane e chiuse gli occhi ascoltando il battito del cuore del ragazzo e pensò che non ci fosse suono più bello di quello.
«Adesso è meglio che vada.» mormorò lei dopo qualche minuto.
Shane annuì e Rebecca si alzò, prese i vestiti e l'indossò; s'inginocchiò sul letto e baciò Shane, «Buona notte.» sussurrò.
Lentamente uscì dalla stanza e fece quei due passi che la separavano dalla sua e si fermò quando una scarpa le scivolò dalle mani, la raccolse ed entrò nella sua camera, lasciò cadere le scarpe sul pavimento e si avviò verso il letto quando sentì un rumore provenire dal corridoio. Aprì la porta e mise fuori la testa. «Oh, Kian...» mormorò.
«Ho sentito un rumore.» disse facendo due passi verso di lei.
Rebecca si sentì male e per un secondo pensò che avesse scoperto tutto. «Io... io non ho sentito nulla.» biascicò.
«Sicura?» le chiese lui, «Ho sentito anche dei passi.»
Rebecca rimase in silenzio, sentendosi come un topolino in un angolo e Kian era il grosso gatto che stava per darle una zampata prima di ingoiarla tutta intera.
«Sembrava come se qualcuno andasse da una stanza all'altra.» continuò Kian.
«Non ho sentito nulla.» ripeté Rebecca, «Buona notte, Kian.» disse e chiuse la porta.

***

Shane si guardò attorno: l'aereo era tranquillo e silenzioso. Guardò Mark, seduto alla sua sinistra e trattene una risata nel vederlo dormire a bocca aperta, con un po' di saliva ferma all'angolo delle bocca. Si girò verso destra e sorrise nel vedere Rebecca addormenta, il cappotto buttato su di lei come se fosse una coperta. Ancora poche ore e poi sarebbe finito tutto. E si accorse che non voleva che finisse, perché quello che provava per lei andava al di là di quello che provava per Gillian, ne era sicuro. Scostò il cappotto facendo attenzione che non cadesse e cercò la mano di Rebecca, la trovò e la strinse, intrecciando le dita con le sue. Sorrise e chiuse gli occhi quando lei ricambiò la stretta. Guardò il viso dell'amica e si chinò, respirò il suo profumo e scese sfiorandole la tempia, per poi proseguire sulla guancia e, infine, sulle labbra, che baciò con tutta la dolcezza —  e l'amore —  di cui era capace. Sorrise quando Rebecca posò la testa sulla sua spalla, chiuse gli occhi e posò la guancia sulla testa di lei.


Sabato 8 Novembre 2003, Sligo.

Shane scivolò in camera sua, allontanandosi da sua madre che continuava a parlare del matrimonio, non facendogli altro che ricordare che mancava poco, anzi pochissimo —  cinquanta giorni —  al “giorno più bello della sua vita”. Shane sospirò e chiuse la porta, appoggiò la fronte contro di essa e prese un respiro profondo mentre girava la chiave nella serratura.
Con lentezza si avvicinò al letto e si lasciò cadere sopra, chiuse gli occhi e sospirò pensando a Rebecca. Si sporse verso il comodino e prese il cordless, cambiò idea —  non voleva che qualcuno, in particolare sua madre, ascoltasse quella conversazione —  e afferrò il cellulare e compose il numero di Rebecca. Doveva farle quella domanda ancora una volta, voleva avere una ragione per non sposarsi con Gillian. Lui un motivo lo aveva di già, solo che era troppo... stupido e codardo per dirlo a tutti. Avrebbe dovuto scontrarsi con l'ira dei suoi genitori, di Gillian e dei genitori di lei. E anche quella di Kian, visto che era il cugino della sua fidanzata. 
E se le cose fossero cambiate, avrebbe dovuto scontrarsi con il suo migliore amico. Dopotutto Rebecca era la cugina di Nicky e lui l'amava.
Spinse il pulsante verde e portò il cellulare all'orecchio.
«Ehi, Shane!»
La voce di Rebecca gli arrivò all'improvviso e lui chiuse gli occhi, immaginandola accanto a sé. «Ciao, Rebecca.» mormorò, «Come stai?»
«Bene. E tu?»
«Nervoso.» rispose.
«Il matrimonio è vicino.»
Shane si girò su un fianco e portò le ginocchia al petto, sospirò non volendoci pensare. «Non ricordarmelo.» disse.
Rimasero in silenzio per qualche istante, «Piccola?» fece lui dopo un po'.
«Mmh?»
«Dammi una ragione per non sposarmi.» disse, «Dammi un solo motivo e io annullo tutto quanto in questo istante.»
Rebecca sospirò, «Shane, io...» fece un altro sospiro, «non posso.» piagnucolo, «Non sono io che... io... io...» balbettò.
«Tu cosa?»
«Shane, io... io... ti...» Rebecca si fermò e a Shane sembrò che stesse per piangere. 
«Un solo motivo, Rebecca.» disse Shane, «Due parole, sono solo due parole, dimmele, Rebecca, perché so che anche tu provi quello che provo io.» gemette e sentì Rebecca ingoiare qualcosa, pensò che fossero lacrime. «Piccola, per favore...»
Rebecca inspirò a fondo, «Shane, non sono io a dover decidere.»
«Per favore!» la supplicò lui, «Rebecca, piccola, io...» e si fermò, sentendosi un deficiente perché non riusciva a dire quello che provava. «Dimmelo.»
«Non posso.» disse Rebecca e sospirò, «Sei tu che ti stai per sposare, non posso dirti quello che devi fare.» fece un altro sospiro, «Perdonami.»
Shane annuì, «Lo so.» disse, «Lo so, piccola.» mormorò, «Perdonami anche tu.» disse e riattaccò. 
Sospirò e posò il cellulare sul comodino, aprì il cassetto in basso e afferrò una foto di lui e Rebecca, era stata scattata quando era andato in Italia l'ultima volta. Strinse al petto la foto, infilò la testa sotto al cuscino e pianse fino ad addormentarsi.

 Anche questo capitolo è lunghissimo! E pensate che doveva esserci un'altra parte all'inizio, sul “World of our own Tour” ma visto che non ci sono dvd (ç_ç) e la mia connessione è una scema e mi carica a fatica i video ho deciso di toglierla. Nonostante mi fossi fatta una scaletta della storia, e nonostante sia una fanfiction i pg hanno fatto quello che volevano, tipo presentarsi alle nove del mattino a casa di Rebecca. E lamentarsi se nella mansarda c'è solo un armadio xD Ma mi ci metto anche io, visto che leggo e aggiungo qualche frase, qualche scenetta, sopratutto fra Veronica e Rebecca, e quindi il capitolo si allunga!
Mi scuso per le pessime (ma spero di no!) scene lime, non sono il mio forte! (Caso diverso nelle slash, lì ci riesco benissimo!) anche se questa volta, come dire, ero molto ispirata, sopratutto nella seconda.
Comunque, ma non vi prometto nulla, sono quasi intenzionata a fare una piccola raccolta di missing moments, visto che ce ne sono e ce ne saranno parecchi, in particolare fra il capitolo sei e sette. Ma anche fra il dieci e l'undici. 
E magari un paio di one shot a rating rosso. (Così dovrete iscrivervi per leggerle xD) Ma anche due o tre! C'è il terzo round —  ma anche il secondo, volendo, eh! —  , la scena sotto la doccia, e altre... 
La smetto di scrivere e vi saluto.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Westlife / Vai alla pagina dell'autore: BebaTaylor