CAPITOLO 12
 

Chris, che portava al collo il prezioso rubino, stava recitando con un altro attore, sotto lo sguardo contento del regista che li vedeva svolgere alla perfezione le loro parti, quando una nuvola di fumo bianco si generò di fronte alla telecamera.

“Che cosa sta succedendo?” il regista e gli addetti ai lavori guardarono sorpresi la grande nuvola che ricopriva il set.

“È sicuramente opera di Kid non fatevi prendere dal panico, tra poco la nube si diraderà” gridò Nakamori cercando di mantenere la calma.

Proprio come disse l’ispettore, il fumo pian piano svanì, tuttavia sul set era rimasto l’attore che lavorava con Chris... la donna era scomparsa, come se fosse diventata nebbia.

“Ispettore! Ci aveva assicurato che non sarebbe accaduto nulla agli attori!” gridò il regista.

“Infatti,... non posso credere che Kid abbia rapito qualcuno” replicò Nakamori confuso

“Allora come spiega la sparizione di Chris?!”

Mentre l’ispettore e il regista continuavano, la loro discussione, Chris e Kid erano usciti dalla stanza e si fermarono davanti alle scale che portavano al tetto dell’edificio.

“Qui non ci sono guardie” sorrise Kid

“Come mai non indossi il tuo completo bianco?” domando la donna incuriosita dall’abbigliamento scuro dell’uomo

“Preferisco il nero e ora consegnami la pietra e ti prometto che non ti accadrà nulla” la donna si guardò intorno, altri due uomini si erano avvicinati a loro.

“Non sei Kid” disse sorridendo

“Indovinato, ora consegnami la pietra” senza perdere tempo l’uomo estrasse una pistola che puntò verso la donna

“È evidente che non sai con chi stai parlando”

“Ma chi ti credi di essere? Se preferisci, ti uccido così mi prendo da solo la pietra”

“Fa pure” anche se sorpreso dalla reazione della donna, l’uomo fece pressione sulla pistola, che invece di sparare un colpo gli esplose in mano rilasciando una pioggia di coriandoli.

Approfittando della confusione, uno dei due uomini che si erano avvicinati prima, prese per mano Chris e insieme iniziarono a correre lungo le scale.

“Che cosa...”

 “Fortuna che ero io a non dovermi cacciare nei guai” sorrise Kaito

“Perché mi stai aiutando?”

“Non potrei mai lasciare una bella donna come te in pericolo... e comunque gli amici servono anche a questo”

La donna sorpresa dalla risposta del ragazzo sorrise lievemente “Comunque non ero nei guai... Ma chi sono quelle persone?”

“Fanno parte di una strana organizzazione che ha ucciso mio padre e ora vogliono uccidere me”

Chris impallidì leggermente, mentre Kaito spalancava la porta del tetto.

“Spero tu non abbia paura di volare” disse dolcemente il ragazzo

“Non vorrai salvarmi con quello strano deltaplano spero”

“Non credo ci siano altri mezzi”

“Una soluzione c’è...”

“Fermi!” Kaito e Chris si voltarono, i due uomini erano arrivati su tetto e tenevano in mano delle pistole

“Ma quante armi si sono portati quei tizi?” cercò d’ironizzare Kaito, quando un forte dolore al capo lo fece cadere a terra.

Chris guardò il ragazzo privo di sensi, “Scusa... ma questo non è più un tuo problema” disse con un’espressione seria in volto.

“Forza consegnaci la pietra”

“Certo che siete davvero stupidi... non riconoscete nemmeno le persone che lavorano con voi” disse seria la donna

“Che cosa intendi dire?”

Senza dire nulla la donna si tolse la parrucca che aveva usato durante le prove, mostrando i suoi lunghi capelli biondi

Il secondo uomo che fino ad ora era rimasto in silenzio guardò la donna riconoscendola “Vermouth!”

“Tu devi essere Calvados, giusto?”

L’uomo annuì lentamente, mentre l’altro non capendo, continuò a puntare la pistola sulla donna “Non può essere lei, perché avrebbe difeso Kid pur sapendo che il capo lo vuole morto e inoltre...” l’uomo non disse più nulla, mentre una macchia rossa prese forma sui vestiti dell’uomo che cadde a terra morto.

Chris con una pistola fumante in mano rivolse lo sguardo a Calvados “Tu la pensi come lui?”

“No...”

“Perfetto allora possiamo andare” detto questo la donna, si tolse dal collo il pendente e lo lanciò vicino a Kaito “Grazie dell’aiuto, my little thief” disse sorridendo prima di sparire insieme a Calvados lungo le scale dell’edificio.

Kaito riaprì debolmente gli occhi, mettendosi seduto sul letto dove fino a prima aveva dormito tranquillamente.

“Ahi...” una forte fitta allo stomaco lo fece piegare in due, massaggiandosi la parte dolorante si accorse di una benda che serviva a fermare il sangue “Sicuramente è opera di Heiji...” sorrise il ragazzo al buio, quando ripenso al sogno che aveva appena fatto.

“Come ho potuto dimenticarmi di quella donna... forse è stato il colpo in testa che avevo preso...”

Il sorriso sul volto del ragazzo scomparve immediatamente quando si accorse che non era solo nella stanza.

“Chi c’è?”

L’estraneo non rispose e continuò a guardare Kaito.