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Autore: Alexiel94    23/05/2014    2 recensioni
Mi rigirai per l'ennesima volta nel mio letto, guardando le mie compagne di stanza che erano beatamente fra le braccia di Morfeo, Dio, quanto le invidiavo, loro non avevano l'ombra di una preoccupazione, mentre io invece dovevo affrontare una situazione molto più grande di me.
Una ragazza deve affrontare un problema troppo grande per la sua età, sola e senza sapere cosa fare, come riuscirà a cavarsela?
[Capitolo 3]
-Calmati- disse lei in un tono che mi sembrava piuttosto offeso -c'è modo e modo di dire le cose-.
-Scusa- mormorai affondando la testa nel cuscino -ma ultimamente...-
-Hai improvvisi sbalzi d'umore?- completò lei per me. Ok, ora ne ero certa: aveva capito tutto.

[Thiago/Mar, Simon/Mar, Rama/Valeria, Rama/Mar, Luca/Tefy, Nacho/Tefy]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Marianella, Rama, Tefi, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 10 - DAVANTI A UN BIVIO



Ero troppo sconvonta per dire o fare qualcosa. Tenevo tra le braccia mio figlio - che strana sensazione poterlo dire! - e davanti a me era ricomparso il padre biologico, che mi aveva abbandonata diversi mesi prima. Non mi ero accorta di aver cominciato a tremare finchè Rama non mi strinse a sè con fare protettivo, per darmi coraggio. Eppure, nonostante mi aspettassi che fosse lui il primo ad agire, lo fece Tefy. 
-Bastardo!- urlò, mentre un potente ceffone colpiva il volto del mio ex ragazzo.
La reazione di mia sorella in qualche modo riuscì a sbloccarmi, permettendomi di reagire a mia volta. Tentai di alzarmi, ma il mio fidanzato mi bloccò.
-Cosa ci fai qui?- chiesi freddamente.
Thiago mi guardò con aria costernata e compresi ancora prima che iniziasse a parlare.
-Sono qui perchè ho capito di aver commesso un grave errore e sono tornato per rimediare-.
-Ce ne hai messo di tempo- disse Rama con un tono che non gli avevo mai sentito usare. Era pieno di odio e ira, resi aspri dalla faccia tosta con cui si era presentato il mio ex. 
Io non riuscivo a capire cosa provavo. Il dolore e la rabbia erano esplosi quando avevo visto Thiago, eppure non potevo negare di aver sentito una fitta di gioia al suo ritorno. Subito dopo però insorse il senso di colpa nei confronti di Rama. Solo il provare quelle emozioni mi fece sentire quasi come se lo stessi tradendo, nonostante non potessi governarle. Thiago era tornato, portando disordine e confusione nei miei sentimenti.

-Pedro, non piangere- mormorai.
Per mia fortuna, fu quasi come se il bambino riuscisse a capire ciò che gli veniva detto e si calmò. Lo cullai dolcemente fino a farlo addormentare tra le mie braccia e lo posai delicatamente nella culla.
Si era stabilito che il bambino dormisse nella camera delle ragazze, con gioia di - quasi - tutte. Le mie compagne erano entusiaste di avere il piccolo al loro fianco e poterlo coccolare e viziare; difatti in una settimana passata alla Casa Magica mio figlio aveva trascorso più tempo in braccio alle mie amiche che con me. Tefy in particolare cercava di stare spesso con lui, tentando di insegnargli la parola "zia". A proposito di lei, quando mi aveva raccontato di come aveva abbandonato il concerto avevo temuto seriamente che gli altri componenti del gruppo l'avrebbero ammazzata, difatti aveva passato tre settimane a nascondersi dai ragazzi furibondi. Per fortuna, dopo diverse ore passate al telefono con l'uomo della casa discografica era riuscita a fare dare una seconda opportunità ai Man, cosa che le aveva fatto guadagnare il perdono istantaneo degli altri. Certo, avrebbero dovuto aspettare la primavera successiva prima di ripetere il concerto, ma la loro euforia non era calata per questo piccolo dettaglio.
-Sai che è troppo piccolo per poter capire le parole e parlare a sua volta, vero?- le avevo chiesto due giorni prima, avendola beccata durante una delle sue lezioni di dialettica a Pedro.
-Lo so, ma è meglio insegnarglielo già da ora, non credi?-.
-Sei senza speranze- le avevo detto divertita. 
Il ricordo mi fece sorridere, ma subito dopo tornarono prepotentemente le mie angosce. Thiago viveva nuovamente alla Casa Magica, tra l'astio e in parte la gioia dei compagni. Solo Rama e Jazmin sapevano la verità sul motivo per cui era fuggito in Spagna diversi mesi prima, per cui gli altri trattavano il mio ex ragazzo con meno disprezzo rispetto a questi ultimi. Il Bedoya, avendo capito la situazione, non aveva fatto parola con nessuno di essere il vero padre di Pedro. Non capii il senso della sua decisione; probabilmente aveva agito in quel modo per non incasinare ancora di più la già complicata situazione. L'unica cosa che non accettò fu la mia relazione con il biondo. 
-Dimmi la verità- mi disse una volta dopo avermi presa in disparte. -Stai con lui solo perché ti aiuta con il bambino?-.
Quelle parole mi fecero indignare non poco. Davvero mi credeva così meschina e approfittatrice?
-No. Sto con Rama perchè lo amo-.
-Sul serio?- chiese con un sorriso sornione. 
Fu solo l'arrivo tempestivo di Jazmin che mi impedì di tirargli uno schiaffone. La mia rabbia derivava non solo dall'insinuazione che non amassi il mio attuale ragazzo, ma anche dal fatto che era consapevole di aver portato confusione nei miei sentimenti. Non che non amassi più Rama, ma Thiago mi faceva provare le stesse sensazioni di prima che se ne andasse. Che li amassi entrambi?
Sperai di no. In quel caso sarei stata costretta a fare una scelta e indipendentemente da quale sarebbe stata uno di loro due sarebbe stato costretto a soffrirne, e io con lui.
Tirai un pugno contro la parete della camera. Perché doveva essere tutto così maledettamente complicato? 

-Fai ciò che ti dice il cuore- mi disse Tefy, quando le confidai i miei tormenti.
Probabilmente non avevo mai guardato qualcuno così male come feci in quel momento con lei.
-Sei seria? Ti ho appena detto che credo mi piacciano entrambi!-.
-Sono serissima, sorellina. Devi capire chi è quello a cui tieni di più-.
-Una parola- mormorai, mentre lei se ne andava credendo di avermi dato chissà quale aiuto. La chiacchierata con lei era stata più inutile di un frigorifero al Polo Nord, ma nonostante ciò mi sentii sollevata comunque. Forse perché avevo finalmente confidato i miei sentimenti a qualcuno, al posto di tenermi tutto dentro. Ordinai del thé ghiacciato, ma non riuscii a gustarlo appieno, assorta nei miei pensieri. Diedi un'occhiata agli altri clienti del nostro bar, sperando di ricevere l'illuminazione che mi avrebbe indicato a chi chiedere un consiglio sensato e soprattutto utile. Jazmin? No, dubito che le sue parole sarebbero state molto diverse da quelle di mia sorella.
Nacho? Men che meno.
Luca? Probabilmente avrebbe dato dei consigli saggi, ma non eravamo così in confidenza da non sentirmi a disagio nel parlargli dei miei tormenti sentimentali. 
Nico? No, aveva troppe cose a cui pensare e non volevo aggiungere anche i miei problemi coi ragazzi.
Cielo... Cielo!
Mi sentii la persona più idiota dell'universo a non aver pensato subito a lei. La donna avrebbe compreso i miei problemi certamente meglio di me, trovandone conseguentemente una soluzione sensata. 
Trovarla non fu facile, ma quando finalmente ci riuscii la vidi con Rama, che teneva in braccio Pedro. Ero molto fortunata ad avere al mio fianco un ragazzo come lui, che nonostante tutto mi era sempre stato affianco per tutta la gravidanza sin da quando gliene avevo parlato la prima volta, mi aveva sopportata per quei nove mesi e aveva deciso di prendersi la responsabilità del bambino nonostante tutto e tutti. Mentre parlava con Cielo, abbracciava il neonato con dolcezza e ogni tanto rivolgeva a lui la più completa attenzione, assicurandosi che non stesse piangendo. Quell'immagine mi trasmise una sorta di calore al cuore, talmente travolgente che quasi mi commossi. Compresi allora quale sarebbe stata la mia scelta, e soprattutto che non avrei avuto ripensamenti. Andai in cerca di Thiago, che scoprii essere in piazza, lo trascinai con me fino al nostro bar e lo feci sedere a un tavolo. Credo che comprese ciò che dovevo dirgli senza che io parlassi, la mia espressione doveva essere piuttosto esplicita.  
-Ti devo parlare- esordii.
-Questo lo avevo intuito-.
-Io... ecco...- esitai un momento, ma compresi che sarebbe stato meglio essere chiara sin da subito. Mi feci coraggio e continuai -Io ho deciso che nonostante provi ancora qualcosa per te, ho deciso di stare con Rama. Non fraintendere, non intendo dire che non lo amo. Lui però mi ha sempre amata, a prescindere dalla situazione in cui mi trovassi-. Vidi il suo sguardo abbassarsi, carico di vergogna, a questa ultima frase.
-Mi dispiace Mar, sono stato un emerito cretino-. 
Sentire finalmente quelle parole di scusa mi fece sentire in un qualche modo realizzata, come se le avessi inconsciamente sperate in tutti quei mesi. Mi sentii in dovere di essere totalmente sincera con lui, perciò aggiunsi -Se tu non mi avessi mai lasciata, sicuramente io non avrei mai compreso che Rama non mi era indifferente. Hai fatto la tua scelta andandotene via-.
Lui annuì, ma non abbandonò l'aria triste e cupa. In diversi mesi di relazione avevo imparato che in quei momenti Thiago voleva solamente starsene da solo a riflettere e metabolizzare le brutte notizie, per cui decisi di togliere il disturbo. Mi alzai dal tavolo e mormorai -Ti auguro di trovare una ragazza che ti renda felice-. Lui mi guardò un po' scettico, ma io lo speravo davvero. Andai in cerca di Rama, che trovai intento a riporre nella culla un addormentato Pedro. Diedi un dolce bacio sulla testa di mio figlio, che si rigirò ne sonno, e rimasi qualche attimo ad accarezzarlo, prima di baciare il mio ragazzo in modo passionale. Il cuore mi sembrava sul punto di esplodere dall'emozione e cercai di prolungare il contatto quanto più possibile, infondendo tutto il mio amore. Lui si separò lentamente da me e mi guardò con un gran sorriso. Non poteva sapere della mia scelta, ma era felice semplicemente perché io ero con lui, e io lo ero a mia volta.

 
EPILOGO

-Pedro, esci fuori! Siamo già in ritardo, ti prometto che quando torniamo giochiamo a nascondino- dissi, sperando che mio figlio si degnasse di ascoltarmi. Per mia fortuna, un bambino di cinque anni uscì da sotto il letto. Sospirai e gli ripulii i pantaloni e la camicia eleganti dalla polvere, poi lo presi per mano e mi diressi all'uscita dell'Hogar Magico. Tacho e Jazmin ci aspettavano in macchina e dovevano essere piuttosto spazientiti visto che ci accolsero con un sarcastico -Alla buon ora!-. 
-Scusate- dissi mortificata, mentre Pedro urlava -Zio Tacho, zia Jazmin! Ci siete anche voi!-.
-Certo, non possiamo mancare al matrimonio: siamo i testimoni della sposa- rispose il mio amico. Salimmo in macchina anche noi e Tacho partì, facendosi largo nel traffico della capitale suonando fastidiosamente il clacson e sorpassando diverse altre auto nonostante il divieto di non farlo. Quando finalmente arrivammo davanti alla chiesa, il mio amico parcheggiò in malo modo davanti a questa ed entrammo di corsa, scoprendo per nostra fortuna che la sposa non era ancora arrivata. Percorremmo la navata centrale quasi di corsa, passando davanti a tutti i nostri amici. Erano presenti Nacho, Caridad e Melody, che ci guardarono male per via del ritardo, ma presi posto di fianco a Tefy e Luca. Anche loro non mi accolsero con molta gioia.
-Ti stavo dando per dispersa- sbottò mia sorella. Dovetti ricordarmi che ero in chiesa, che stavo per prendere parte a un matrimonio e che c'erano fin troppi testimoni per non darle un pugno. 
-Zia!- la chiamò Pedro. Tefy in quel momento si scordò completamente della mia esistenza, prese in braccio mio figlio e cominciò a coccolarlo e viziarlo. Luca mi guardò con aria divertita e lo ammetto: anche io sorrisi. 
Guardai verso l'altare, dove Rama e Simon stavano sulla destra, nel ruolo di testimoni. Alla sinistra invece, vi erano Jazmin e Tacho. In attesa di quella che sarebbe diventata sua moglie, Thiago si tormentava l'orlo dell'elegante abito. Le porte si aprirono, facendo entrare Nico e Cielo che, rispettivamente alla destra e alla sinistra della sposa, accompagnavano Valeria vestita di bianco all'altare.
In principio non avrei scommesso un soldo sulla relazione di lei e Thiago; difatti era cominciata quasi per scherzo: entrambi, sofferenti a causa di persone diverse, avevano deciso di darsi una possibilità a vicenda e di uscire insieme. Il risultato finale era quello a cui stavo per assistire. 
Per un attimo incrociai gli occhi di Thiago. Nel suo sguardo vidi ciò che non gli si leggeva da molto tempo: felicità. Finalmente aveva trovato una donna da amare, e che lo amasse a sua volta, e non poteva che esserne felice. Spostai lo sguardo verso Rama, che mi sorrideva, e il mio cuore perse un battito. Lo amavo, come se fosse stato ancora il primo giorno. Nonostante Pedro - come gran parte degli abitanti dell'Hogar Magico - non sapesse nulla sulla sua paternità, adorava il mio fidanzato come un padre. 
Non avrei mai potuto chiedere un finale migliore.  


   
 
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