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Autore: 4ever_young    23/05/2014    2 recensioni
Cosa succede se tutto d'un tratto perdi i tuoi genitori e la migliore amica di tua madre ti prende sotto la sua ala protettrice? E cosa succede se questa ha un figlio poco più grande di te col quale sei cresciuta ma, per via del suo cambiamento di carattere hai deciso di allontanare? E se nelle nuova scuola tutto fosse diverso? perché in fondo da New York a Los Angeles ci sono parecchi chilometri di distanza. Riuscirà Samantha a iniziare di nuovo dopo la scomparsa dei suoi genitori?
P.S è la prima storia che pubblico perciò accetto qualsiasi tipo di consiglio per migliorare la mia scrittura.
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Appena ho finito di mettere a posto le mie cose vado a farmi una doccia quando ad un certo punto sento aprirsi la porta e un fischiettio farsi sempre più vicino, così mi affaccio dalla tendina e vedo Ethan. «Che ci fai qui? ESCI!!!!!!» gli grido. «Ma che cazz? Puffetta mi ha fatto spaventare.» dice guardandomi come se potesse vedere attraverso alla tendina che poi non copriva gran che. «come siamo riservate, comunque sei stata tu a non chiudere la porta a chiave» mi fa notare. «è l'abitudine, non la chiudevo mai a chiave a casa. Ora esci!!!» mi giustificai. «eppure da piccoli facevamo il bagno insieme ricordi?» «Avevamo 5 anni eravamo piccoli, sparisci prima che ti lanci qualcosa addosso.» urlo. Lui alza le mani in segno di resa e dice: «ok, ok puffetta non ti agitare». Appena esce lascio andare il respiro che non mi ero accorta di stare trattenendo. *Parla Ethan* È arrivata la figlia di Dan e Camilla, i migliori amici dei miei genitori. Da piccoli eravamo inseparabili, mentre ora non facciamo altro che litigare, non so bene perché a dire il vero, da quanto mi ricordo è stata lei a far finire la nostra amicizia e sinceramente ci sono rimasto un po' male. Prendo i vestiti e vado in bagno fischiettando quando sento un urlo. «Che ci fai qui? ESCI!!!!!!» mi grido. «Ma che cazz? Puffetta mi ha fatto spaventare.» dico guardandola all'inizio un po' spaventato ma poi noto che è nella doccia e la tendina non lascia molto all'immaginazione. «come siamo riservate, comunque sei stata tu a non chiudere la porta a chiave» le faccio notare. «è l'abitudine, non la chiudevo mai a chiave a casa. Ora esci!!!» si giustifica arrossendo un po'. «eppure da piccoli facevamo il bagno insieme ricordi?» «Avevamo 5 anni eravamo piccoli, sparisci prima che ti lanci qualcosa addosso.» urla. Alzai le mani in segno di resa e dico: «ok, ok puffetta non ti agitare» uscii e andai in camera mia dove il cellulare stava squillando, risposi, era John, uno dei miei migliori amici. «Ehi amico!» «Ehila Ethan, come butta?» «bene dai, è arrivata la figlia dei migliori amici dei miei poco fa.» «Oh è vero, e come è andata? È cambiata dall'ultima volta che l'hai vista?» chiede vivamente interessato. «insomma, abbiamo battibeccato come l'ultima volta. Comunque si, è cambiata, adesso è ancora più figa di prima.» dico ripensando all'episodio di poco fa. Qualcuno bussa alla porta e dopo che ha avuto il mio consenso la apre, è Samantha. «Ho fatto puoi andare.» e senza dire altro se ne va. *Parla Samantha* Dopo che ho avvisato Ethan mi metto il pigiama e vado ad aiutare Molly con la cena. «Ah Samantha, cara, domani andiamo a fare l'iscrizione a scuola, così potrai iniziare domani stesso.» disse Molly. «Certo, grazie Molly.» risposi. «eh di che? Comunque la scuola presenta anche delle ore extra, non so se magari ha voglia di fare qualche lezione in più però sono distribuite nell'orario normale, poi ci sono anche delle attività sportive, non so se nella vecchia scuola facevi qualcosa.» continua. «Si, giocavo a calcio nella squadra della scuola, avevano una squadra femminile e una maschile.» dissi. «Oh beh, c'è anche qui, credo non abbiano ancora fatto le selezioni vero Ethan?» chiese Albert «No, non le hanno fatte ancora, ma non credo ti prendano Puffetta!» dice con un ghigno di scherno sul volto, mhh che nervoso, lo prenderei a sberle. «ma come siamo simpatici, tu cosa fai, il raccattapalle?» gli rispondo. «Ah Puffetta quante cose non sai, io sono il capitano della squadra maschile.» rispose orgoglioso. «Oh beh allora i tuoi compagni non devono essere un gran che, magari fanno schifo come te!» l'aria si fa sempre più calda ma prima che Ethan possa rispondermi ci pensa Albert a mettere una toppa alla nostra discussione. «Dai ragazzi non litigate, dovrete convivere cercate di andare d'accordo.» sulla tavola calò il silenzio. Finita la cena andiamo tutti a dormire. «Svegliati Puffetta o farai tardi a scuola, muoviti!!» urla Ethan sulla porta della mia camera. Io di risposta gli lancio il cuscino in faccia e aggiungo «non c'è bisogno di urlare! Vedi che sei proprio un troglodita!!» poi mi alzo e mi avvio verso il bagno, dopo essermi preparata scendo a fare colazione. «Buongiorno!» dico a Molly e Albert che stanno preparando la colazione. «Buongiorno!» rispondono loro. «A Ethan oggi Samantha la porto io, per fare l'iscrizione poi tornate a casa insieme però.» Ethan se ne va e dopo poco anche io e Molly andiamo verso la scuola. Appena arrivate veniamo accolte in segreteria da una signora grassoccia. «Salve, lei deve essere la ragazza nuova, giusto?» chiede cordiale. «Si, è lei, siamo venute per confermare l'iscrizione e per le varie cose da sistemare.» disse Molly. «Si, certo, allora questo intanto è il numero del tuo armadietto e il suo codice. Poi devi dirmi se vuoi fare dei corsi aggiuntivi o potenziati.» mi spiega porgendomi il foglio con il necessario. «Ehm, si vorrei fare il potenziato di matematica e chimica.» «perfetto, c'è solo un piccolo problema, da quest'anno i potenziamenti sono uniti ad alcune lezioni. I potenziati di prima e seconda fanno lezione con quelli della classe del terzo anno mentre quelli di terzo e quarto con quelli di quinto. Perciò la tue lezioni di potenziato saranno con quelli del quinto.» «Ok.» rispondo. «Sai, è strano, sei l'unica ragazza in tutto l'istituto che fa potenziato di queste due materie.» «Ah» rispondo solamente. Molly rimane per le ultime cose mentre io mi avvio al mio armadietto per sistemare le mie cose e andare alla lezione seguente perché ormai la prima sta per terminare. Raggiungo l'armadietto e prendo i libri poi lo chiudo e guardo sul foglio dell'orario la prossima lezione, matematica, perfetto, iniziamo bene. Raggiungo l'aula appena suona la campanella anche se con un po' di fatica. Appena varcai la soglia dell'aula tutti gli sguardi dei ragazzi presenti si puntano su di me e istintivamente arrossisco. «Ehm, salve.» dico. «Vieni, tu devi essere la ragazza nuova, come ti chiami?» chiese il signor Tanner. «Mi chiamo Samantha Anderson, signore» risposi. «Beh Samantha come puoi vedere sei l'unica ragazza in questa aula perciò la domanda è lecita, cosa ti ha spinto a iscriverti al potenziato di matematica?» «Beh, lo frequentavo anche nella vecchia scuola, mi piacciono molto le materie scientifiche» rispondo onesta. «Va bene, ci sono due posti vuoti decidi tu dove andare.» mi congeda. Io do un occhiata alla classe e noto che i due posti vuoti sono uno di fianco a Ethan e l'altro di fianco a un dio greco, è un ragazzo bellissimo, ha dei capelli biondi corti e degli occhi di un azzurro unico, non ci penso due volte e mi avvio verso il banco del dio greco, ma quando passo vicino a Ethan mi sento trattenere per un braccio. «Dove vai?» mi chiede lui visibilmente contrariato. «A sedermi, non ho intenzione di sopportarti anche a lezione.» e dicendo così mi libero della sua stretta e mi siedo. «Ciao, io sono Adam.» dice il ragazzo appena mi siedo. «Samantha.» rispondo sintetica. «Perché continuano a fissarmi tutti?ho qualcosa che non va?» chiedo allarmata. Lui fa una risata bassa per non farsi sentire dal Signor Tanner. «Sei l'unica ragazza del corso e sei la nuova arrivata, non capita tutti i giorni di avere ragazze in classe, soprattutto se sono belle come te.» dice facendomi l'occhiolino e io inevitabilmente arrossisco. La lezione trascorse velocemente e non appena la campana dell'ora di pranzo suona scatto subito in piedi e mi avvio verso l'uscita dell'aula ma vengo chiamata da qualcuno. «Samantha, aspetta, hai dimenticato questo».
  
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