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Autore: Katherine Buffy Pierce    23/05/2014    1 recensioni
Questa storia fa parte della serie "La storia di Alex" e si colloca dopo le storie "Figlio di vampiro" e "Bebè in arrivo".
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Katherine Pierce, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'La storia di Alex'
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POV Alex:
Il giorno dopo preparammo varie armi, per tentare di sconfiggere Klaus e i suoi ibridi, mentre aspettavamo con ansia le 21.00. Ero molto agitato ma ero anche molto triste e preoccupato. Era la prima volta che affrontavo una cosa del genere senza Katherine e questo era solo colpa mia.
 
POV Jesse:
Io e Klaus eravamo ormai pronti. Lasciammo Marissa, con una babysitter, nella casa che occupammo appena fuori Mystic Falls. Il viaggio in auto verso il liceo di Mystic Falls, proseguì lentamente e silenziosamente. Gli scagnozzi ibridi di Klaus erano già la ad aspettarci. Avevamo pensato ad un’entrata in scena alla Alex. Con tanto di musica e balletti. Era sciocco ma serviva per prenderci gioco di loro prima di portare a termine il nostro piano. Mentre, attraverso i corridoi del liceo, raggiungevo la palestra, mi sentii in colpa. Alex non era cattivo e non mi aveva mai fatto nulla di male... Però ormai avevo fatto un patto con Klaus e non potevo tirarmi indietro... Inoltre, avrei riavuto indietro Amanda.
 
POV Alex:
Eravamo appena partiti da casa quando la paura iniziò a manifestarsi nella mia testa. Mille domande stavano spuntando e, tutte le domande, erano molto negative. E se venissimo uccisi tutti? E se Katherine e Marissa fossero state uccise? E se Klaus avesse trovato un modo per far tornare Kath umana in modo da usare il suo sangue per creare nuovi ibridi? Ero molto preoccupato e gli attacchi di panico non tardarono ad arrivare.
-Sei pronto?- mi chiese mio padre prima di scendere dalla macchina.
-Si. Papà?- chiesi io prima che fosse già sceso.
-Ti voglio bene.- gli dissi io, agitato.
-Anche io te ne voglio, Alex. Vedrai che non ci succederà nulla!- disse lui con un sorriso.
Appena entrammo in palestra, non notammo nulla di strano. Era tutto normale, anche se le luci erano già accese. Ci guardammo in giro per vedere se c’era qualcuno, ma niente. Eravamo completamente soli... O almeno fino a quel momento, lo credevamo.
Ad un certo punto, qualcuno accese l’impianto audio usato per i balli studenteschi. Ci fu un attimo di silenzio finché non parti la musica. La canzone che era appena iniziata era la famosa “Thriller”. Stefan mi guardava stravolto e confuso. Così come gli altri... Involontariamente, iniziai a fare dei piccoli movimenti che ricordavano il ballo del video della canzone. Non sapevo che cavolo mi stava succedendo. Io non volevo ballare. Gli altri mi guardavano confusi e mi chiesero più volte cosa stessi facendo, anche se non riuscii mai a rispondere. Ero come bloccato. Facevo quello che qualcuno mi obbligava a fare tramite un incantesimo, probabilmente. Iniziai anche a cantare, involontariamente. Dopo un po’, mi accorsi che anche gli altri iniziarono a fare lo stesso. Eravamo obbligati a farlo... Mentre eseguivamo la coreografia, ci guardavamo confusi e spaventati. Ad un certo punto, Klaus sbucò dal nulla.
-Ora parlo io e voi continuate a ballare e cantare. Oh quanto mi sto divertendo!- disse lui con un sorriso.
-Mi piace vedervi così... Tutti fragili e impotenti ma ballo alle ciance. Alex, sono stufo delle tue minacce perciò ora tutto cambierà! Per te e per i tuoi amici e famigliari!- disse lui con un sorriso. Perché? Cosa voleva farci?
-Innanzitutto io mi prenderò i tuoi poteri... Tutti i tuoi poteri. Non potrò usarli perché non mi appartengono, ma posso tenerli alla larga da te... E poi...- disse prima guardando me e, dopo guardando gli altri.
-E poi renderò loro dei burattini. Per prima cosa, le loro emozioni si spegneranno... Poi farò loro un incantesimo che li renderà solo dei corpi vuoti che eseguono ordini senza provare nulla e senza pensare a nulla. Mmm non lo farò solo a loro, però... Lo farò anche a te, Alex.- disse lui con un gran sorriso.
-Ora, se non vi dispiace, voglio continuare a godermi lo spettacolo.- disse Klaus andando verso una sedia posta al centro della palestra. Perché era così malvagio? Cosa gli avevamo fatto?! Ok, lui voleva i suoi ibridi e noi non volevamo permetterglielo ma... Non poteva trattarci in quel modo.
-Oh, prima che me ne scordassi... Vuoi sapere che fine ha fatto la tua Marissa?- chiese lui, guardandomi negli occhi. Io non riuscii a rispondere ma spalancai gli occhi per lo stupore.
-Immagino di si. Marissa sta bene... Lei non ha mai avuto i problemi che hanno avuto gli altri mezzosangue trasformati come Katerina. Sono stato io ad indurle quell’aneurisma. Le ho iniettato un veleno ma, sorprendentemente, non le ha fatto nulla... Già... Marissa è immortale! Ho fatto delle ricerche e sembra che il figlio di due doppelganger, tra cui uno con dei poteri soprannaturali, sia immortale e con gli stessi requisiti di un doppelganger qualunque. Perciò Marissa ora sarà mia figlia. La crescerò come tale e non si ricorderà mai di voi.- disse lui con un altro sorriso.
Quel bastardo! Io lo odiavo! Cercai di fare di tutto per lottare e andare a prenderlo a calci ma non ci riuscii. Ad un tratto, un fascio di luce mi avvolse e, improvvisamente, se ne andò via. Mi sentii, stranamente, molto più debole e stanco. Klaus doveva avermi rubato i poteri. La canzone era quasi finita e alle parole “i vostri corpi inizieranno a tremare”, i nostri corpi iniziarono veramente a tremare. Stefan e zio Damon mi guardarono con le lacrime agli occhi e con un sorriso. Io feci lo stesso. Era ormai la fine per noi. Era arrivato il momento in cui saremmo diventati dei burattini e non potevamo farci niente. La vista, ad un certo punto, iniziò ad annebbiarsi e anche l’udito iniziava ad andarsene. La mia vita e la mia anima, se ne stavano andando. Appena prima di essere perduto del tutto, venni lanciato a terra da qualcuno che mi piombò addosso. La vista e l’udito tornarono ed ero di nuovo me stesso. Quel qualcuno mi afferrò e mi portò in uno degli spogliatoi a velocità naturale.
Mi ritrovai sdraiato a terra con la faccia schiacciata contro il pavimento. Iniziai ad alzarmi quando sentii che non ero solo nella stanza.
-Katherine?- chiesi io, appena mi girai a vedere chi fosse stato il mio salvatore.
-La sola e unica... Più o meno.- disse lei con un sorrisino, prima di mostrare il suo volto vampiresco.
  
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