Dal secondo capitolo:
Rise, poi mi prese il mento e mi costrinse ad aprire la bocca per ingoiare una strana roba blu riposta in un contenitore che teneva in mano. Sputacchiai quel liquido, ma a giudicare dalla sua faccia, non sarebbe servito a niente. Un dolore alle tempie mi colpì. Sembrava che qualcuno o qualcosa mi stesse facendo il cervello in mille pezzettini, per poi ricomporli, ma nell'ordine sbagliato.
Mio fratello si avvicinò e mi sussurrò:
-Adesso sei finalmente mia, Clarissa Morgenstern.