La prima lezione… salta!
Il pomeriggio seguente alle
quattro, come da accordi, Kai si recò nell’aula del corso. All’interno non vi
trovò nessuno, ma non si stupì: l’ora stabilita era appena scoccata, dopotutto,
e non si aspettava certo di trovare già la ragazza ad attenderlo.
L’azzurro si sistemò su di un
banco ed attese pazientemente. Estrasse dalla cartella il foglio che il
professor Ginko gli aveva consegnato quella mattina. La ragazza in questione si
chiamava Doremi Harukaze.
“Doremi? Che
nome ridicolo!” pensò, cercando di immaginare che tipo potesse essere.
Non conosceva quasi nessuno che frequentasse quel
corso e ricordare tutte le facce dei colleghi era davvero impossibile.
Non che il
suo aspetto gli interessasse poi molto. L’unica cosa che gli premeva era il far durare il meno a lungo
possibile quella tortura. Prima sarebbe successo, e prima si sarebbe trovato in
compagnia di Hiromi.
Malgrado fosse una ragazza tendenzialmente dolce e
accomodante, nel momento in cui Kai le aveva accennato all’impegno
affibbiatogli dal professore era andata su tutte le furie. Il motivo di tale
reazione rimase sconosciuto al ragazzo, che le promise di passare da lei non
appena avesse finito.
***
-Sono in ritardo! – esclamò
Doremi, correndo a perdifiato per i corridoi della facoltà,
semi deserta a quell’ora.
-Spero non
se ne sia andato! – si disse,
salendo le scale come una furia. Sarebbe dovuta essere in aula alle sedici,
invece erano le sedici e trenta passate.
Dopo pochi minuti si trovò di
fronte alla porta. Si fermò un istante per riprendere fiato. Sperò con tutto il suore che il ragazzo, le sembrava si chiamasse
Kai, non se ne fosse andato, stanco di aspettarla. “Tutta colpa di Rika!”
pensò.
Sebbene avesse chiesto
all’anziana signora il permesso di uscire un poco prima a causa di un impegno
di studio, quella aveva ribattuto:- Puoi scordartelo! Uscirai
solo dopo aver terminato di risistemare tutta la merce. –
Doremi cercò di fare il più
in fretta possibile, ma la fretta e l’accuratezza non viaggiano mai insieme, e
così aveva finito per combinare più disastri del
solito.
La rossa fissò la porta
bianca davanti a lei, prese il coraggio a quattro mani e la aprì…
***
Mezz’ora… era già passata
mezz’ora e nessuno si era ancora presentato.
Stanco di aspettare, Kai
radunò le sue cose e si preparò per andare a casa, giurando a sé stesso di non accettare mai più incarichi di quel genere.
Stava finendo di deporre i
libri nella cartella, quando la porta si aprì alle sue spalle. Lentamente si
voltò e vide una ragazza con la testa china dai lunghi capelli rosa. Un lampo
gli attraversò la mente. Che si ricordasse, l’unica
persona in quell’aula che avesse i capelli di quel colore era…
-C…chiedo scusa per il
ritardo..- sussurrò Doremi, tenendo lo sguardo fisso
sul pavimento. –Sono stata trattenut…Aaaahhh!!- Alla vista di Kai non
potè trattenere un urlo. – Tu che ci fai qui!?-
esclamò.
Il ragazzo sbuffò. –Quindi
saresti tu la ragazza che ha preso il voto più basso del corso?- incrociò le
braccia al petto – Chissà come mai non ne sono sorpreso… -
–V…vuoi dire
che tu hai ottenuto il massimo, invece? –
-Be’ siamo
solo noi due in questa classe mi sembra. –
Doremi si riprese un poco
dallo shock iniziale. – No!- esclamò – Mi rifiuto di
farmi aiutare da te! Preferisco essere bocciata altre
cento volte piuttosto che esserti riconoscente! – così dicendo fece per
andarsene-
-No, aspetta per favore. - la
mano di Kai la trattenne per un braccio. A quel contatto, Doremi, ebbe un
sussulto. La ragazza lentamente si voltò e si trovò di fronte un foglio. –Prima
firma questo. Me lo ha dato il professore in caso tu non
rinunciassi al mio aiuto. –
Doremi si sentì avvampare di
rabbia. –Non ci penso nemmeno a firmarlo!-
Kai sospirò – Sentimi bene…
non ho alcuna intenzione di perdere altro tempo. Quindi o accetti il mio aiuto, oppure firmi qui e ci
rinunci.-
La ragazza strappò il foglio
dalla mano di Kai e gli diede una rapida lettura. –Ah certo, fai tutto questo
per i crediti, non è vero?- lo incalzò.
-Il motivo non ti riguarda. Fai
la tua scelta. –
-Bene. – disse, strappando il
foglio che aveva in mano, sotto lo sguardo irritato di Kai. –Non ho alcuna intenzione di farmi aiutare da te!- detto ciò se ne
andò.
***
-Ti rendi conto? Quel tipo è
stato il migliore all’esame!- disse Doremi ad Hazuki.
La prima ora della mattinata
era appena terminata e le ragazze stavano riponendo gli appunti.
-Mmhh… secondo me dovresti scusarti con lui e chiedergli di darti una mano…
- disse la castana, sorprendendo la rossa.
-Cosa?! Ma
sei impazzita!- la ragazza mise il broncio. –Non ci penso nemmeno a chiedergli
scusa!-
-Suvvia Doremi, riflettici un
momento. Hiwatari è stato il migliore all’esame. Nemmeno io sono
riuscita ad ottenere il massimo dei voti.- le fece un piccolo sorriso. -E poi sono certa che se il professore ha chiesto a lui di
aiutarti è perché lo ritiene in grado di farlo. –
Hazuki aveva ragione, se il
professor Ginko aveva affidato a lui il suo caso… disperato, un motivo ci
doveva essere.
Rassegnata, Doremi, sospirò.
–Va bene… all’ultima ora ho lezione insieme a lui. Gli
parlerò quando sarà finita… -
***
L’ultima campanella suonò, e
Doremi mise da parte l’orgoglio e cercò Kai tra gli studenti in aula. Lo trovò
seduto in terza fila, accanto al solito ragazzo con i
lunghi capelli neri raccolti in una lunga coda. Prese un bel respiro e si avviò
verso di lui.
Kai stava terminando di
riporre il quaderno.
-Io inizio ad incamminarmi.
Devo fare delle commissioni prima di andare a casa. Ci vediamo dopo. – Disse
Rei, salutando l’amico e dirigendosi verso la porta.
-Ehm… Hiwatari… - sentendosi
chiamare, il ragazzo voltò la testa in direzione della voce. Quando
vide a chi apparteneva alzò un sopracciglio. Doremi teneva le braccia tese, le
mani aggrovigliate fra loro e la testa bassa. –Ecco… io… io volevo…
scusarmi con te per ieri…- disse, tutto d’un fiato.
Kai la fissò per un istante.
–Va bene, scusa accettate. –disse, alzandosi e
dirigendosi verso la porta.
-No, aspetta!-
la ragazza lo richiamò. Lui si fermò, ma senza voltarsi. – C’è ancora
una cosa… saresti… ecco saresti ancora di sposto ad
aiutarmi? – chiese, più imbarazzata che mai.
Il ragazzo riprese a
camminare, e Doremi sentì la rabbia montarle dentro. Stava per mettersi ad
urlare, quando la voce di Kai la interruppe.
-Oggi alle quindici in
biblioteca. Vedi di non fare tardi. – poi sparì oltre la soglia, lasciando
Doremi di sasso.