4. Tra gli Elfi (ovvero:
incatenatemi qui!!!!)
Finalmente,
dopo tutte quelle avventure
mirabolanti ed epiche, arrivarono a Gran Burrone, la fantastica
città degli
Elfi. Tutto quello che si presentò agli occhi degli Hobbit,
dell’orsetto e
dell’uomo quando furono giunti alla fine di una lunga, ampia
e verdeggiante
vallata, si può riassumere semplicemente con
“stupendo” e “calorico”.
Attorno a
quelle piccole case di pan di zenzero con veranda in zucchero filato e
piscina
ad idromassaggio con dentro litri e litri di latte al cioccolato,
scorreva un
tumultuoso fiume di miele circondato da argini in pan di Spagna. Al
posto dei
ciottoli, le strade erano lastricate da caramelle gommose e confetti.
Sugli
alberi crescevano frutta candita e fiorellini di zucchero, mentre
l’erba
emanava un intenso profumo di menta piperita. Le case avevano il tetto
in
cioccolato, a volte bianco altre fondente, e le persiane in croccante
biscotto.
I vetri erano in gelatina e i muri erano intonacati con glassa di tutti
i
colori e gusti. Dalle botteghe davanti alle quali passarono si poteva
gustare
un invitante profumino di brioche, panettoni, pandori e altri dolci
natalizi.
Per le strade giravano, a cavallo di bianchi cavalli con la coda e la
criniera
in candido zucchero filato, bellissimi Elfi. Erano tra gli esseri
più belli che
Buck avesse mai visto: alti, slanciati, biondi (saranno sicuramente
tinti,
pensò), con gli occhi azzurri (lenti a contatto colorate), i
lineamenti
affilati, le orecchie a punta e un portamento dei più
regali, mentre si
aggiravano tra lampioni in liquirizia e cespugli di bignè.
Anche la loro
camminata era leggera e nobile come l’aurea
d’eleganza che si portavano dietro;
ma, secondo il modesto parere di Buck, quei magnifici esseri immortali
sculettavano un po’ troppo. Infine, i suoi dubbi riguardo ad
una loro certa “particolare”
affinità furono confermati quando scorse, al di
là di una siepe di una casa di
torrone e meringhe, sotto un gazebo di zucchero filato, due cari
sposini che “stranamente”
parevano appartenere allo stesso sesso, mentre si scambiavano anelli di
liquirizia e un bacio appassionato davanti a quello che doveva essere
un prete
vestito da Elvis. Gay, tutti gay: avrebbe dovuto immaginarlo. Ma, dopo
un po’,
anche quelle creature a dir poco perfette persero la loro attrattiva
verso i
sei viandanti, a differenza di tutta quella roba da mangiare che
scorreva
davanti ai loro occhi, ognuna più invitante e golosa
dell’altra.
«Signor
Frodo…» disse ad un certo punto
Sam con la bava alla bocca, appena ebbero sorpassato una sontuosa villa
guarnita
con panna e ciliegine candite. «Credo che non
resisterò con tutte queste
prelibatezze sotto gli occhi. Che dite, mi arrestano se do una
sgranocchiatina
qua e là?».
«Non
lo so, Sam. Che cosa faresti tu se
vedessi uno che ti sta mangiando la casa?».
Appena
furono entrati in quella dolce
cittadina, Aragorn li condusse subito verso la casa di Elrond, il re di
tutti
gli Elfi di Gran Burrone. La sua era la casa più grande e
più bella di tutte. I
pavimenti erano tutti dei mosaici fatti con confetti colorati, mentre
nei
cortili interni zampillavano splendide fontane di aranciata e
Coca-Cola.
Nell’ambiente aleggiava uno squisito profumo di zucchero e
frutta candita,
mentre tutti i muri e tutte le colonne erano ricoperti di cioccolato al
latte.
Elrond
era un vecchio Elfo, anche se per
il suo popolo immortale la vecchiaia non significava nulla. I suoi
capelli
erano color caramello e i suoi vestiti color carta di caramella
sapevano di
vaniglia e latte di mandorle. Al collo portava un grosso amuleto
d’oro
raffigurante lo stemma di Gran Burrone: un cannolo siciliano. Fu molto
accogliente con loro e li fece subito accomodare in apposite stanze
preparate
in vista del loro arrivo, dicendo che, tra poco, sarebbero arrivati
anche tutti
gli altri capi degli Elfi, dei Nani e degli Uomini che avrebbero
partecipato
all’importante consiglio che si sarebbe tenuto tra poco.
Anche Gandalf era
atteso e aveva appena telefonato dicendo che avrebbe fatto tardi a
causa di un
guasto che aveva avuto l’Intercity sul quale viaggiava.
Così,
subito gli Hobbit si accomodarono
nelle loro confortevoli e zuccherate stanze, mentre Aragorn saliva di
corsa ai
piani superiori, seguito dallo sguardo arcigno di Elrond. In seguito
Buck
avrebbe presto scoperto il perché di tanta frenesia:
infatti, Aragorn era già
molto tempo che faceva la corte alla figlia del vecchio Elfo, Arwen,
eletta per
cinque anni consecutivi miss caramella alla menta (e non certo per
merito
suo…). Comunque, al momento a Buck, come forse anche agli
altri, non è che
importassero molto le faccende sentimentali dell’eroe e di
sicuro avrebbe
preferito immergersi fino alle orecchie in una vasca di champagne e
sgranocchiare quintali di biscotti allo zenzero e caramelle gommose.
Ed
è proprio ciò che fece nei giorni
seguenti. Passava tutto il tempo sdraiato su un comodissimo cuscinone
di piume
ad ingozzarsi di dolci fino a scoppiare. Faceva innumerevoli tuffi
nella
piscina ad idromassaggio con funzione relax (come la sua vecchia e cara
poltrona!) di Elrond e non tardò a guadagnarsi la compagnia
di graziose
fanciulle elfiche, che non chiedevano di meglio che poterlo accudire,
imboccare
e fargli il solletico sulla pancia imbottita. Insomma, i pochi giorni
che passò
in quel luogo furono quelli più felici della sua vita e
talmente spensierati da
fargli dimenticare completamente tutte le preoccupazioni che si
acquattavano
nell’ombra al di fuori di quel piccolo paradiso felice, tra
cui anche
l’importantissima questione dell’Anello. I Nazculi,
gli Orchetti, il perfido
Sauron e il Monte Fato a Mordor appartenevano ormai a un passato
lontano ed
oscuro. Solo allora gli si apriva davanti la vera vita, quella
interamente
dedicata allo spasso.
E
mentre Buck faceva di tutto pur di
dimenticare la ragione per cui era stato strappato alla sua tranquilla
caverna
Hobbit e trascinato fin lì, Frodo e compagni, quando non si
occupavano di
faccende burocratiche come visti, passaporti, eccetera, esploravano
quel
gioiello di Gran Burrone, visitando tutti i luoghi di maggior interesse
artistico. E in quelle loro tranquille passeggiate, incontrarono Bilbo,
l’amato
zio di Frodo, al momento ingrassato di una decina di chili, che si era
trasferito in quell’appartata oasi della serenità
già da un pezzo. Come
raccontò loro, passava le sue giornate a leggere testi
antichi e a sgranocchiare
croissant alla crema. Anche gli Hobbit ebbero molto da raccontare,
tralasciando, naturalmente, il particolare del cesso pubblico.
Finché
anche il giorno del consiglio,
l’ultimo del loro soggiorno a Gran Burrone, arrivò
prima del previsto. Capi e
re provenienti da ogni punto cardinale era giunti fin lì, a
Gran Burrone, la
città delle frittelle, per partecipare a
quell’importantissimo summit per
decidere che fare dell’Anello. Frodo e compagni, tra cui
Aragorn e Gandalf,
naturalmente parteciparono alla riunione, che si prolungò
per tutto il giorno,
da mane a sera. Buck, invece… eh, Buck naturalmente non
poteva certo sentir
parlare di cose importanti, perciò non poté fare
a meno di fare quel che aveva fatto
tutti gli altri giorni: oziare. Ma si dà il caso che, mentre
vagabondava per la
casa di Elrond con quelle due simpaticissime e bellissime fanciulle dal
riso
d’argento, passò proprio di fianco alla stanza
dove tutti quei nomi
sottotitolati stava discutendo animatamente e non poté fare
a meno di origliare
un breve stralcio della conversazione.
«Non
possiamo dunque far altro che
questo» stava dicendo una voce in cui Buck riconobbe quella
di Gandalf.
«L’Anello va assolutamente distrutto, e subito,
anche!».
«Gandalf
ha perfettamente ragione, cari
amici miei» intervenne una seconda voce, quella di Elrond.
«Anche perché, come
ci hanno appena testimoniato i nostri ospiti qui, i due regni di Gondor
e Rohan
non potranno resistere ancora a lungo all’oscurità
che si espande sempre più
velocemente da Mordor».
«Io
e i miei compagni siamo pronti a
portare a compimento il nostro compito, signore. Anche se sappiamo bene
che non
ci pagherete un bel niente di straordinari!» disse Frodo e
Sam, Merry, Pipino e
pure Aragorn borbottarono qualcosa in segno d’assenso.
«Permesso
accordato! In cambio, però, vi
daremo qualche buono sconto per delle sedute terapeutiche alle terme di
cioccolato di Gran Burrone, per ringraziarvi della vostra gentile
offerta»
disse Elrond.
Intanto,
fuori dalla porta, Buck, che
origliava attraverso il buco della serratura, represse
l’istinto animalesco di
buttar giù la porta, fare irruzione nella stanza e fregarsi
quegli alettanti
buoni sconto.
«Ma
avrete sicuramente bisogno di
qualcuno che vi aiuti e che vi protegga, visto che il percorso verso il
Monte
Fato si fa sempre più impervio» intervenne una
voce sconosciuta e leggera come
una brezza.
A
queste parole seguì subito un gran
chiasso, che alla fine fu interrotto da qualcosa che batteva sulla
superficie
dura di un tavolo e dalla voce di Gandalf che intimava ai presenti:
«Silenzio!
Per l’amor del cielo, silenzio! In seguito sceglieremo noi le
persone più
adatte a prender parte a una missione del genere. Ora credo che sia
più
importante decidere la strada che dovremo seguire per arrivare a
Mordor…».
Per
qualche minuto Buck non udì altro
che un basso brusio, poi alla fine Gandalf riprese la parola:
«Sì, credo
proprio che l’unica strada percorribile sia quella di Moria,
anche se non è
certo quella più sicura».
«Ma
è una follia!» esclamarono parecchie
voci, seguite da una lunga serie di proteste e parolacce.
«Basta,
non credo sia il caso di opporsi
alla decisione del consiglio!» urlò Elrond e tutti
tacquero. «Anche perché non
abbiamo nessun’altra alternativa. E sia, quindi! Moria
attende la Compagnia
dell’Anello!».
E,
mentre tutti all’interno alla fine si
arresero ad esultare per la conclusione del consiglio, Buck, con ancora
l’orecchio attaccato alla serratura, con un punto
interrogativo che traspariva
nella sua espressione, si ritrovò a pensare:
“Moria?”.
Ok, ok, non è molto lungo come capitolo, anche perchè diciamo che questa è una parte di "passaggio".
Thanks to:
LilFairy: un fan club per Buck?!? No, ma è troppo! Grazie mille, ti amoooooooo!!! Be', sono felice che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Per quanto riguarda la redazione del "Gazzettino Tombale"... mmm... direi che ci sono parecchi elementi particolari e, naturalmente, tutti di parte, guarda caso quella si Sauron e compagni (un po' come l'Unità per la Sinistra, diciamo)... ti risparmio l'elenco di tutti i giornalisti e colaboratori: potresti rimanere traumatizzata! Per il resto... sì, i Nazculi combattono con i battipanni, visto che al momento di grana ne gira poca nelle loro tasche XD Infine *rullo di tamburi* arrivano gli Elfi!!!!! Visto? Così potrai sfogare ancora di più la tua fantasia ora :] We see soon, honey! <3<3<3
Ceci Princessofbooks:
Graziegrazigraziegraziegraziegraziegraziegraziegrazie ancora!!!! Be',
per leggere il prossimo capitolo ti consiglio di non andare in un
internet point e di sbragarti dalle risate quanto vuoi. Mi fa piacere
sentirmi dire che sono riuscita a far ridere qualcuno, anche
perchè credo che di questi tempi tutti ridano un po' troppo
poco (me compresa). Grazie mille anche per tutti gli altri complimenti:
così almeno so di sapere scrivere decentemente, no?
Aggiornerò il più presto possibile, promesso!
<3<3<3