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Autore: Fairy_Child    23/05/2014    3 recensioni
Reid e Morgan adesso stanno assieme e stanno cercando di nascondere la loro relazione al resto della squadra. Ci riusciranno? MORGAN/REID SLASH! Sequel di "Come potrebbe mai accadere?"
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Morgan, Spencer Reid, Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2: PRIMO APPUNTAMENTO


Come Reid si avvicinò alla porta di Morgan,  i nervi minacciarono di travolgerlo. Non era mai stato così preoccupato, così ansioso per qualcosa in tutta la sua vita. Certo, non era mai stato in una situazione simile con nessuno prima di allora, e questo non lo aiutava. E poi si trattava di Morgan, cosa che rendeva Reid ancora più timoroso di rovinare tutto.

Prima che Reid potesse alzare una mano tremante per bussare alla porta di Morgan, questa si aprì e l'uomo stesso apparve di fronte a Reid con un sorriso sul volto. "Ho visto la tua macchina che si fermava", spiegò Morgan prima che il ragazzo riuscisse ad aprire la bocca. "In più ti ho visto stare sul gradino della porta per cinque minuti, mentre ti preparavi psicologicamente".

"Derek, Io-"

"Lo capisco, Spencer, sei nervoso. Va tutto bene," disse Morgan "Ad essere sincero, lo sono anche io."

"Tu sei nervoso? Tu? Derek Morgan, nervoso per un appuntamento?" Reid ora aveva un piccolo sorriso sulla faccia, stava cominciando a rilassarsi.

"Non sono nervoso per l'appuntamento. Sono nervoso perché si tratta di te", spiegò Morgan "Non voglio rovinarlo almeno quanto te."

Questo colpì Reid. A Morgan importava abbastanza da essere davvero nervoso per paura di mandare a monte l'appuntamento?
"Entra dentro, ragazzino", disse l'agente, scortando Reid dentro la casa. 

Era esattamente come Reid l'aveva immaginata. Semplice, arredata secondo il gusto maschile di Morgan. Mancava una cosa, però. 

"Dov'è Clooney" chiese Reid, riferendosi al cane di Morgan. 

"Ho chiesto a JJ di tenerlo", rispose l'altro. "Avrei chiesto a Garcia, ma si sarebbe insospettita."

"Ma perché?"

"Perché non volevo dovermi preoccupare dell''Effetto Reid'", rise Morgan. Animali e bambini piccoli non prendevano bene Reid, e quello era il modo con cui la squadra aveva denominato la situazione. "E inoltre, ho pensato che sarebbe stato fastidioso."

Reid guardò torvo Morgan. Non gli piaceva quando qualsiasi cosa che indicasse la sua chiusura gli veniva ricordata. Tutto questo tuttavia riuscì a far ridere Morgan ancora di più. "Sei carino quando ti arrabbi", disse quando finalmente si fermò. 

Reid non sapeva cosa dire. Era questo il motivo per cui era stato così nervoso; non sapeva come comportarsi, perché era stato in situazioni come questa davvero poche volte nella sua vita. E nessuna di queste era stata con un altro uomo, e nessuna di queste era stata con qualcuno importante come Morgan. Aprì la bocca, e poi la chiuse di nuovo. Morgan notò la sua esitazione. "Spencer? Cosa c'è che non va?"

"Io-io non so come comportarmi", balbettò Reid.

"Cosa intendi?"

"Sono nervoso per lo stesso tuo motivo- che si tratta di noi, e non voglio rovinare tutto," cominciò Reid "Ma c'è dell'altro. Non sono mai stato a un vero e proprio appuntamento prima d'ora."

Morgan era sconvolto. Sapeva che Reid era piuttosto inesperto quando si parlava di relazioni, ma... mai andato a un vero appuntamento? Non c'era da meravigliarsi se era così nervoso.

"Oh, pretty boy." Morgan avanzò e avvolse le braccia attorno a Reid, stringendolo a sé. "Per favore, smettila di preoccuparti. Sai che non mi importa. Io voglio stare con te, inesperienza e tutto."

Reid lasciò che Morgan lo stringesse, godendosi il calore che emanava il corpo dell'agente più grande. Quel calore e quel tocco furono abbastanza perché Reid cominciasse a dimenticare i suoi nervi e perché realizzasse che l'unica cosa che davvero importava al momento era Morgan e cosa provava per lui. 

Morgan conosceva Reid abbastanza bene per sapere che il suo silenzio e il fatto che non si era mosso dalle sue braccia significavano che stava cominciando a rilassarsi, e che il tocco di Morgan era tutto ciò che gli serviva per farlo. Allora i due stettero così per un po', compiacendosi del fatto che potevano scambiarsi affetto in questo modo senza temere di essere scoperti da qualcuno. Poi il timer del forno scattò, e Morgan si separò da Reid. "La cena è pronta", sorrise. 

"Sono ancora curioso di sapere che cosa sei riuscito a cucinare senza mandare la casa a fuoco", commentò Reid seguendo Morgan in cucina.

"Ha ha, Spencer, molto divertente" disse Morgan. "Volevo che il nostro primo appuntamento fosse speciale, uno che avresti ricordato."

"Sono piuttosto certo che lo ricorderei, a prescindere da quello che facciamo, Derek." rispose Reid "Ma soprattutto lo ricorderei perché è stato con te."

Morgan sorrise. Non aveva mai visto il ragazzino far trasparire così tanto di se stesso, ed era colpito che ciò accadesse con lui. Reid non si apriva mai con nessuno, a causa sia della sua timidezza sia del suo passato. Il fatto che si stesse aprendo con Morgan significava che si sentiva a suo agio con lui come con nessun altro. "Grazie ragazzino. Ora siediti, così posso portare la cena."

Morgan scortò Reid fuori dalla cucina e lo portò nella sala da pranzo, dove il tavolo era stato apparecchiato per due. Fece cenno a Reid di sedersi, e poi lasciò la stanza di nuovo. Il ragazzino prese posto, ma non riusciva a spostare gli occhi dal tavolo. Era apparecchiato con una semplice tovaglia bianca, con delle belle posate d'argento. Il tavolo era piccolo; per renderlo più intimo, Morgan aveva sistemato delle candele color crema e un vaso contenente due rose rosse al centro. Reid era commosso. Nessuno aveva mai fatto una cosa simile per lui. Mai. 

"La cena è servita.", annunciò Morgan entrando nella stanza. Reid gli dava le spalle, così dovette girarsi per vederlo. Il ragazzo restò senza fiato, spalancando la bocca. Morgan aveva due piatti tra le mani; ognuno conteneva un petto di pollo immerso in un'appetitosa salsa, con patate arrosto, carote e insalata. 

"Wow", fu tutto ciò che Reid riuscì a dire. Morgan gli sorrise.

"Ti avevo detto che sapevo cucinare, ragazzino." Disse Morgan , ponendo uno dei piatti davanti a Reid prima di sedersi. "Ora assaggialo."

Reid sorrise cortesemente, prima di infilzare un pezzo di pollo e patate con la forchetta e portarla alla bocca. Non impiegò molto a finire il primo boccone, e subito cominciò a prenderne un altro. Morgan rise. "Suppongo che ti piaccia, allora."

Reid gli sorrise di rimando e deglutì. "Suppongo di sì" Reid sapeva che Morgan poteva dedurre dalla sua espressione che adorava quel cibo. Era sorprendente.

"Non riesco a ricordare l'ultima volta che ho mangiato un piatto cucinato a casa", commentò Reid dopo un po'.

Morgan lo guardò, meravigliato. "Davvero? Non cucini neanche per te?"

"Non so cucinare molto bene, Derek", rispose. "Di solito compro del cibo da portar via, cibi riscaldabili, o qualsiasi cosa che non richieda di essere cucinata."

"Beh, sai cosa significa, vero?" disse Morgan. 

"Per favore non dirmi che vuoi insegnarmi a cucinare", protestò Reid. 

"No", rise Morgan. "Quello che stavo per dire è che cucinerò per te più spesso."

L'espressione di Reid si ammorbidì di nuovo. Dopo solo una settimana, Morgan era così gentile con lui. Cosa mai aveva fatto per meritare un uomo come quello?

Morgan allungò la mano e la mise su quella di Reid. Reid tremò, ma non era freddo o repulsione. Erano nervi, shock e amore. 

"A cosa stai pensando, ragazzino?", domandò Morgan "Oltre alle migliaia di nozioni che svolazzano tutto il tempo per quella grande testa che ti ritrovi, intendo."

"Stavo pensando che qualcosa deve essere andato completamente al rovescio nel mondo perché io finissi con te", disse Reid.

"Non sottovalutarti ragazzino, mai." Lo ammonì Morgan. Si appoggiò al tavolo e baciò Reid, tirando il giovane genio verso di sé.

"Um, Derek?" disse Reid, staccandosi da Morgan. "Forse non dovremmo baciarci sopra una candela ardente."

Morgan guardò in basso e realizzò che la fiamma danzante della candela era pericolosamente vicina alla cravatta di Reid. "Forse hai ragione.", sorrise. Tenendo ancora la mano del ragazzo, Morgan lo portò via, dal tavolo al divano. Si sedette e   diede un colpetto allo spazio vicino a sé. 

Reid sembrò insicuro. "Derek, io-"

"Va tutto bene, Spencer." Gli sussurrò Morgan, facendo scorrere le dita sulle mani magre e pallide di Reid. "Possiamo andare piano quanto vuoi. Credici o no, penso di poter aspettare per quello."

Reid annuì, e si sedette vicino al collega. Morgan lo avvicinò a sé. "Baciamoci e basta, se è tutto quello che vuoi," promise Morgan, piegandosi e baciando Reid di nuovo. Questa volta Reid lo baciò di rimando. Il bacio diventò più profondo e sempre più forte, come Reid acquisì sicurezza e si sentì meno nervoso. 

Morgan fece scorrere una mano tra i capelli di Reid, tenendo con l'altra mano il corpo del collega vicino a sé. "Oh, pretty boy..." gemette separandosi da Reid per breve tempo, per poi immergersi di nuovo nel bacio. Premette la lingua contro le labbra di Reid, e dopo un momento Reid si rilassò e dischiuse le labbra. Cominciò a gemere lievemente, cosa che permise a Morgan di capire che il ragazzino lo stava decisamente apprezzando. 

I due uomini si separarono improvvisamente quando sentirono un sonoro colpo al portone. "Ignorali", mormorò Morgan, sporgendosi e baciando Reid ancora. "Magari se ne vanno." Dopo soltanto un altro bacio, tuttavia, il bussare cominciò di nuovo. Morgan sospirò e a malincuore si alzò dal divano, lanciando uno sguardo pieno di rammarico a Reid prima di camminare verso il portone. 

"Chi è?" chiamò Morgan, guardando di nuovo Reid con nostalgia.

"Garcia!" rispose la voce di una donna, mandando entrambi gli uomini in panico. Garcia non sapeva di loro- non poteva sapere di loro. Dovevano agire. E in fretta.

"Um, adesso non è proprio un buon momento, Garcia", gridò Morgan, sperando di convincerla ad andarsene. 

"Come mai? Hai una donna lì con te, focaccina?", chiese Garcia.

Morgan e Reid si guardarono. Era stata decisamente la cosa sbagliata da dire, o almeno il modo sbagliato per dirlo. "No", rispose lui. "Ma sono comunque piuttosto indaffarato."

"Morgan, fammi entrare e basta, non me ne vado da nessuna parte!"

Reid annuì molto brevemente a Morgan. "Dobbiamo farla entrare", bisbigliò. "Possiamo inventarci una scusa." 

"Okay", sussurrò Morgan. "Ma forse dovresti sistemarti", sorrise indicando la cravatta spiegazzata del collega e i suoi capelli, ora tutti disordinati. 

Reid arrossì e cominciò a mettersi a posto la cravatta, mentre Morgan andava alla porta e la apriva. Garcia era lì, in tutta la sua colorata gloria. "Entra, Garcia" disse Morgan, facendola passare. La donna entrò in soggiorno -e poi vide Reid.

"Boy wonder?" disse confusa. "Cosa ci fai qui?"
  
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