CAP 2 Erano le 4.45 e il ragazzo della biblioteca era appena comparso nel cortile, portando con sé il libro che la mattina aveva sottratto alla ragazza. Si erano baciati e avevano cominciato a passeggiare, andando verso il parco con la fontana. Le aveva porto la mano, aiutandola a sedersi sul bordo di marmo. Aveva stretto le mani della ragazza fra le sue. Aveva sorriso. Ma non era il suo solito sorriso: dolce, rassicurante. No. Questo era maligno. Era il sorriso di uno che sa di essere riuscito ad ingannarti, ad illuderti. Lui, che si passava sempre la mano fra il ciuffo di capelli. Lui, che sorrideva quasi sempre e che faceva battute stupide per pag quale però pei rideva sempre. Ora non era lui. Ora non era il ragazzo che lei aveva conosciuto quel lontano 4 settembre, intravedendolo fra i suoi compagni di classe. Perché ora non era lui, ora era un essere a lei sconosciuto, freddo e trionfante, perfido. «Eri perfetta, il fantoccio perfetto da muovere a mio piacimento tanto per divertirmi un po', come al solito d'altronde. Ma la differenza è che...Non ti ho mai amata, nessuno potrà mai amarti davvero." La ragazza si ritrasse, gli occhi lucidi. «È finita, anzi non è mai cominciata, ti sei solo illusa, come sempre d'altronde, quando ti chiudi nella tua camera a leggere quegli assurdi libri che trattano di guerra e pace finale. Addio.» e se ne andò, lasciandola sola, accasciata sulla ghiaia a piangere sommessamente.Un unico singhiozzo le sfuggì, ma non fu per lui, fu per se stessa, o meglio, per la consapevolezza di aver perso se stessa, di essersi persa da tempo, senza accorgersene...