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Autore: LizzieCarter    25/05/2014    1 recensioni
"Si china a terra e raccoglie un libro che ha urtato col piede avvicinandosi al bagagliaio aperto.
 -Un ponte per Terabithia?- chiede, con una sfumatura indecifrabile nel tono divertito [...]; sorride, sembra stia per dire qualcosa, ma poi si limita ad avvicinarsi e a riporre con delicatezza il libro nello scatolone che tengo in mano..."

Un'appassionata di libri in fuga dal passato,
un ragazzo che non è solo un attore famoso,
un giardino sempre misteriosamente fradicio,
una coinquilina stalker,
dei chiassosi polletti,
la storia di un'intrepida panettiera,
una nuova Terabithia...
"- E' meglio...- si schiarisce la voce, lasciandomi le mani per infilarsi un paio di guanti di pelle chiara; - E' meglio se ti tieni bene-.
Annuisco contro la sua spalla, sobbalzo lievemente quando lui toglie il cavalletto e fa partire la moto con un rombo, e poi... poi c'è solo il vento sul mio viso.
Cosa estremamente poetica, non fosse che mi sono mangiata metà dei miei capelli!"

[con illustrazioni all'interno :)]
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Un nuovo ponte per Terabithia'
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Il restauro La mattina seguente mi sveglio all'alba e impreco contro i galletti Hutcherson. Mi ero completamente dimenticata di loro e, se c'è una cosa che proprio non mi è mancata a LA, sono quei dannati pennuti.
Mi rigiro un po' sotto le coperte, ma non riesco a riaddormentarmi, così decido di andare a soffocare il mio rancore in un'abbondante colazione.
Quando Kellie mi raggiunge al piano di sotto dopo essersi truccata e pettinata, mi trova tutta presa a cercare di forzare il tappo di un barattolo di Nutella con il coltello da burro. La confezione sembra avere una chiusura a tenuta stagna, o forse le mie braccia che a Los Angeles sono diventate ancora più debolucce di com'erano, ma non c'è verso che riesca a svitare quell'accidenti di tappo di plastica.
Kellie si avvicina ondeggiando sulle sue scarpe col tacco domestiche, che sono leggermente più basse di quelle che usa di solito in modo da permetterle di salire e scendere le scale senza rischiare di rompersi il collo ogni volta, e mi prende il barattolo di mano.
La guardo speranzosa, contando sul fatto che voglia aiutarmi ad aprirlo con quei muscolacci che si ritrova;  lei, invece, si limita a rimetterlo nella credenza, poi si volta verso di me.
In risposta al suo atteggiamento, alzo tutte e due le sopracciglia fino a quando immagino mi si siano posizionate a pochi millimetri dall'attaccatura dei capelli.
- Ho incollato il coperchio - spiega lei, prima di voltarsi ed immergersi nel frigorifero.
Ne riemerge qualche istante dopo, tenendo in mano un vasetto di marmellata di albicocche.
Fisso il piccolo barattolo arancione che staziona da mesi in un angolino del nostro frigo. Ero convinta che l'avesse lasciato lì l'inquilino precedente, perchè ero certa di non averlo comprato io e sono sicura di non aver mai visto Kellie tornare a casa con delle borsette del supermercato, ma l'avevo lasciato lì sigillato nella convinzione che prima o poi sarebbe venuto buono per qualcosa. E' quando Kellie lo posa al centro della tavola con un leggero tintinnio di vetro contro legno che realizzo cosa sta succedendo.
- COSA? - esplodo, correndo alla credenza a prendere la cioccolata. La cullo tra le braccia, protettiva, poi guardo Kellie, che si appropria con calma delle fette di pane che avevo preparato sul tavolo perchè finissero nelle mie fauci, e le ricopre di un sottile strato di marmellata. 
- E' iniziata la dieta, ricordi? - commenta poi, prima di dare un piccolo morso alla sua fetta di pane tostato.
Dev'essere impazzita. - Tu e Guendalina avete iniziato la dieta - dico, scandendo lentamente le parole per essere sicura che capisca il concetto. Loro sono a dieta, io no.
Presa da un'improvvisa ispirazione, frugo nel cassetto delle posate. Quando trovo quello che cercavo mi esibisco in un balletto della vittoria (meritandomi un'occhiataccia da parte di Kellie): un apriscatole un po' arrugginito, ma che dovrebbe servire al suo scopo.
Dopo qualche minuto di tentativi, mi è chiaro che gli apriscatole non funzionano sulla plastica. Mi pulisco sui jeans le mani piene di striscioline di plastica, poi alzo lo sguardo sulla fetta di pane coperto di marmellata che Kellie mi ha infilato sotto il naso. - Red Carpet - si limita a dire, minacciosa. Io volto la testa dall'altra parte e borbotto - Sono allergica alle albicocche -.
Purtroppo, vengo smascherata subito. - Ti sei abbuffata di albicocche sciroppate giusto l'altroieri a cena - sbotta Kellie, agitandomi contro il pane come se fosse un cucchiaio di sciroppo cattivo e io una bambina capricciosa.
Per tutta risposta, mi alzo nuovamente, recupero un panetto di burro dal frigorifero e spalmo un'abbondante strato di grasso puro su una fetta di pane ancora intonsa, prima di stenderci sopra un grumo di marmellata. Se Kellie vuole che mangi sano deve fare di meglio. A guance piene, le faccio un gran sorriso.
- Sembri un criceto - mi rimbrotta lei, ma non capisco se si riferisca alle guance o se mi stia dando della cicciona, quindi mi limito a scrollare le spalle. Tanto sappiamo tutte e due che poi andrò a comprare della Nutella e che la nasconderò in camera, da bravo roditore che prepara le provviste per l'inverno.

Qualche minuto dopo, sono in macchina con Kellie diretta al bar di Elvis e Guendalina. Il suo pickup rosso alza un'enorme nuvola di polvere rossa lungo la strada e, in mezzo a quell'alone cremisi, mi sento in vena di parlare. Le propongo la mia idea di risistemare un po' la casa e lei, neanche a dirlo, si proclama entusiasta dell'idea. Inizia subito a proporre idee, rapida e distruttiva come una di quelle malefiche macchine sparapalle per il baseball: ta-ta-ta-ta-ta!
- Potremmo far rivestire il divano e prendere un lampadario etnico al negozio giù in paese, e... Oh, Grace, dobbiamo prendere un acchiappasogni! -.
Mentre lei si agita al volante, tutta emozionata all'idea, io percepisco un brivido freddo lungo la schiena e strabuzzo gli occhi. - Che diavoleria sarebbe un acchiappasogni?! -.
Credetemi, vi faccio un favore se vi risparmio il resto della conversazione.
Per fortuna, proprio quando Kellie si mette in testa che dobbiamo assolutamente comprare dei paraventi per il salotto (me lo spiegate a cosa serve un paravento nell'unico posto della casa in cui non ci sono spifferi?), appare di fronte a noi il pub di Guendalina ed Elvis.
Apro la portiera prima ancora che la macchina si sia fermata del tutto e ruzzolo giù, ansiosa di isolarmi nella calma del locale. Ho bisogno di un time-out per prepararmi psicologicamente al secondo round di discussioni con Kellie su cosa può essere considerato indispensabile e cosa pacchiano in una casa.
E ancora non so come spiegarle che le tende di perline non sono un elemento fondamentale dell'arredamento per la casa!
All'entrata del locale mi trovo di fronte Guendalina che, con le braccia incrociate sul seno prosperoso e con in volto un'espressione ancora più truce di quella che ha di solito, mi chiede - Avete risolto voi due? Non voglio piantagrane, qui -.
Annuisco con convinzione, cercando di assumere un'espressione contrita, poi le indico il pick-up vermiglio che sta sgommando in una curva in fondo alla strada. - Vedi? Mi ha accompagnata a lavoro perchè doveva venire a fare la spesa -.
Guendalina guarda la nuvola che volteggia ancora nel punto in cui è appena sparita la macchina, poco convinta.
- Gwendy, se non avessimo fatto pace adesso mi vedresti con chiazze pelate sulla testa perchè nel tragitto ci saremmo strappate i capelli a vicenda, ok? - spazientita, mi indico il capo e, nell'istante in cui lei si distrae per controllare, mi intrufolo nel pertugio rimasto tra lei e lo stipite della porta ed entro.
Elvis mi saluta dal bancone, su cui è impegnato a farcire un bel po' di panini. Quando mi avvicino mi pizzica la guancia, lasciandomela sporca di maionese.
- Tutto a posto Bombolonotta? - domanda con un sorriso. Non faccio in tempo a rispondere, che si sente Guendalina ululare dall'entrata - Elvis non mettermi alla prova parlando di bomboloni: sono a dietaaa! -.
Io ed Elvis sogghignamo un momento, poi ci mettiamo al lavoro, mentre spiego a lui e a Guendalina cosa è successo al mio povero naso durante la gita a Los Angeles.

Quando Kellie passa a prendermi, finito il mio tranquillissimo turno mattutino al bar, la trascino all'interno perchè convinca Guendalina che abbiamo fatto pace. E' poi con grande soddisfazione che, uscendo, mi lancio un'occhiata alle spalle e vedo la mia adorata ostessa con un sacco di alimenti dietetici in mano -su gentile concessione di Kellie- e un'espressione alquanto traumatizzata in volto.
L'unica cosa che mi rovina un po' la sensazione di vittoria è la consapevolezza che nel bagagliaio della macchina di Kellie mi aspetta un mucchio altrettanto grande di cibi dietetici che invece ci seguirà fino a casa.
Per fortuna non ho tempo di pensarci, visto che Kellie ed io facciamo subito rotta al piccolo negozio di bricolage del paese. Alla fine, abbiamo deciso di dare la priorità alla colorazione delle pareti, visto che abbiamo ancora la casa spoglia e che, se non lo facciamo adesso, dovremo aspettare tutto l'inverno prima di poterle ridipingere e poi dovremo spostare un sacco di mobilio in più. Per non parlare della tortura di sopportare quei muri grigio smorto per il resto dell'anno, come se l'inverno non fosse già abbastanza triste!
Siamo entrambe d'accordo sul non lasciare nemmeno una stanza bianca; il problema, però, è mettersi d'accordo sulle tonalità da usare in alternativa.
Il primo errore che faccio è quello di proporre per scherzo di tinteggiare il bagno di verde, - Così ci sentiremo ogni volta come se stessimo "andando in bagno" in mezzo alla natura! -.
Kellie si entusiasma subito all'idea (manca poco che faccia uno dei suoi urletti) e propone anche di comprare qualche rampicante da mettere sui mobiletti per migliorare l'atmosfera. Ovviamente solo piante finte perchè, scherziamo?, nessuna di noi è in grado di prendersi cura di una pianta vera; ci ricordiamo a malapena di dar da mangiare a P.T., e solo perchè lui ci scorrazza sempre in mezzo ai piedi!
Il primo colore, comunque, è deciso: un verde tenue che contrasta allegramente col nero delle piastrelle e sembra diffondere odore di menta (cosa molto utile, visto i profumi che di solito regnano in bagno). Io ho rinunciato in partenza a combattere per ritirare il mio consiglio, convinta che convenga conservare le forze per battaglie più importanti, come il colore del salotto.
Kellie vuole farlo dorato.

- Sei pazza? - esclamo, cercando di placcarla prima che riesca a raggiungere il barattolo della vernice dorata sullo scaffale. - Sembrerà di vivere in un lingotto! -. Non ci tengo proprio ad avere dei muri che mi ricordino ogni mattina quanto poco denaro possiedo.
- Ma rifletteranno la luce del sole, sarà la "Stanza della Luce"! - trilla lei, entusiasta, allontanandomi come un giocatore professionista di rugby e appropriandosi dell'enorme confezione in latta con su scritto "Gold".
- Sarà la stanza "forno crematorio" -, la prendo in giro.  Mi avvicino allo scaffale e prendo un barattolo di vernice un po' più piccolo.
- Compromesso: facciamo due pareti dorate e due di un altro colore? -. Almeno potrò far finta di vivere in una casa normale, mantenendo sempre lo sguardo sulle due pareti normali ed evitando di guardare quelle dorate.
Faccio oscillare la maxi-lattina di fronte agli occhi di Kellie, in un debole tentativo di ipnotismo, e lei la fissa indecisa. - In effetti quest'anno va di moda fare le stanze di due colori diversi -, mormora.
Devo trattenermi dal ringraziare il cielo. Sia benedetta la moda, per una volta!
Segue una breve discussione sull'altro colore di cui dipingere la stanza: Kellie propone un rosso scuro, o un blu, ma poi riconosce che la stanza sembrerebbe ricoperta di carta da regalo natalizia; la decisione finale ricade su un marrone caldo che smorzi un po' l'effetto del dorato, ma non sia troppo cupo.
E siamo a due stanze su sei... Accidenti, sarà dura.
- Bene, almeno non ci sono problemi per la tua stanza: rosa, dico bene? - azzardo con un sorriso. Quale altro potrebbe essere il colore preferito di Barbie?
La sua espressione trasecolata, però, mi lascia intendere che ho preso un abbaglio... e anche bello grosso.
- A me piace il giallo! - esclama - Se no perchè pensi che mi sarei tinta i capelli di questo colore? -.
- I tuoi capelli sono tinti? - esclamo, fingendomi esterrefatta. Kellie arrossisce di piacere - Sembrano naturali?! -
- Hm, no - confesso, sorridendo sotto i baffi e scivolandole accanto in direzione della zona tonalità gialle. - Quindi... Giallo limone, giallo girasole, giallo mais...? -. Strabuzzo gli occhi, scorrendo l'infinita scelta di gialli che il negozio propone e trovandomi davanti persino un "giallo Paris Hilton".
- ... Però mi piacerebbe anche arancione - commenta Kellie con aria sognante, prima di aggiungere con un sospiro - "Come il tramonto" -, chiaramente pensando a Peeta in La Ragazza di Fuoco.
- L'arancione ispira aggressività... mi ispiri già abbastanza tu, meglio non peggiorare la situazione - commento in tono pratico, cercando di far sembrare quello che ho detto un consiglio, più che una minaccia.
- Dici sul serio? -
- Certo, l'hanno detto su Scrubs -.
Dopo un breve grugnito di disapprovazione (come se Scrubs non fosse una fonte più che attendibile!), Kellie opta per un giallo zuppa-di-zucca. Immagino la sua sia una specie di compromesso tra il giallo e l'arancione, ma personalmente non vorrei mai dormire in una stanza che abbia il colore di una zuppa.
- E tu? Qual è il tuo colore preferito? - domanda, dopo aver incastrato con cura una grossa lattina di vernice-zuppa sopra alla pila che già occupa il carrello.
- Viola. Ma non voglio la stanza viola - mi affretto a dire, rabbrividendo. VUna stanza viola sarebbe fin troppo simile ad una camera mortuaria; a questo punto, sarebbe meglio persino una stanza color zuppa.
- Potresti farla blu - consiglia allora Kellie, spostandosi davanti allo scaffale delle tonalità fredde. -E' rilassante. E se c'è qualcuno che ha bisogno di rilassarsi... -
- Vada per l'azzurro! -, mi affretto ad accettare. Il blu è fin troppo scuro, ma l'azzurro mi piace molto come idea e, chissà, magari farà anche sembrare più fresca la mia camera durante la prossima estate.  Se vi interessa saperlo, l'estate scorsa si è proprio sentita la mancanza di aria condizionata!

- Dovete dipingere una villa o siete solo molto indecise? - domanda un cassiere davvero poco professionale, masticando a bocca aperta il suo chewing-gum, come se stesse davvero facendo ogni cosa in suo potere per rendersi il più sgradevole possibile.
- Dobbiamo dipingere un murales satanico sulla facciata della chiesa, ma non dirlo a nessuno - gli rispondo, burbera, sperando di zittirlo.
Quando finalmente io e Kellie rimontiamo in macchina, dopo che lei è riuscita a convincere l'antipatico cassiere ad aiutarci a caricare tutto nel bagagliaio, tiriamo un sospiro di sollievo.
- Mi sa che per oggi è tutto -, sospira lei mentre mette in moto. I barattoli di vernice, sul retro, sbatacchiano l'uno contro l'altro producendo un inquietante baccano metallico.
Annuisco, convinta.
- Pensi che domani Dimitri avrà voglia di aiutarci? - domando. Dimitri è riuscito a trovare un volo per domani mattina, in modo da venire a trovare Kellie (e me, naturalmente... e P.T., ma ho come l'impressione che sia principalmente Kellie il motivo per cui ha accettato di prendere l'aereo delle cinque del mattino e raggiungere un paesino sperduto come Union per starci solo un giorno).
- Chissà, magari se glielo chiedo nel modo giusto... - risponde lei, concedendosi un sorrisino malizioso.



Ciao bella gente!
Spero non vi siate annoiate/i troppo con questo capitolo, ma -ATTENZIONE, ATTENZIONE!-, questa è solo la calma prima della tempesta *M*
Kellie e Grace stanno per passarne di cotte e di crude, ma prima mi pareva ovvio che si concentrassero un po' a far diventare la loro casa il più chic possibile u_u
Anzi, fatemi sapere cosa ne pensate riguardo alla scelta dei colori per le camere e  ditemi se avete qualche consiglio per l'arredamento (sappiate che Grace è irremovibile per quanto riguarda la questione dei separé e delle tende di perline, però!), la vostra proposta potrebbe davvero finire ad abbellire la casetta delle nostre due eroine!

Mi scuso (tanto per cambiare) per il ritardo nell'aggiornare... penso che proverò a tornare a dei capitoli un po' più corti, ma a pubblicarli più frequentemente, perchè mi sono accorta che tendo sempre a bloccarmi a metà capitolo e questo mi fa ritardare ogni volta!
Oh, e sto preparando anche i capitoli per lo spin-off "In her shoes", quindi prima o poi arriveranno anche quelli, ma sto cercando di dare la priorità a questa storia viste tutte le cose che devono ancora succedere!
Ma adesso la finisco con le chiacchiere e...
mando un grande bacione a tutte/i!

Liz

P.S. In bocca al lupo per chiunque si stia preparando per la maturità, gli esami universitari o qualunque verifica bastarda dell'ultimo semestre!



   
 
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