Non potevo credere a ciò che avevo sentito… lei era la figlia di Kikyo… la donna che ho amato… devo ammettere che c’ero rimasto male. Me ne sono andato senza nemmeno darle tempo di finire. Solo dopo ho capito che sono stato uno stupido. Evidentemente lei non conosceva ogni singola cosa del rapporto che c’era tra lui e sua madre… lo dimostrava il fatto che lo stava per uccidere. La brezza della sera gli scompigliava i capelli… e portava alle sue narici un odore che conosceva fin troppo bene, dato che aveva una punta di profumo della donna che aveva amato. Il Goshinboku era il luogo dell’incontro che portò allo scontro… il luogo dove tutto era iniziato e finito. Decise che sarebbe tornato indietro… a parlarle. Sentiva il suo odore ed era facilmente decifrabile fra mille profumi. Scendo dall’albero con passo incerto e prendo la strada per arrivare da lei. Eccola… è seduta con le ginocchia premute contro il petto e il viso tra le ginocchia. L’aria inizia ad essere un po’ fredda e dei lievi tremiti la percorrono. Mi avvicino, lei alza il viso… mi guarda con quegli occhi profondi, color cioccolata e io non riesco a sostenere il suo sguardo. Mi avvicino a ancora di più, mi tolgo la veste di Inezumi e gliela metto sulle spalle. “Ma così avrai freddo…” “Tsk… io non sono un debole umano come voi…” Già… non sono nulla… ne umano… ne demone… nulla. “Senti Inu-Yasha… mi dispiace avertelo detto così, ma era mio dovere dirti la verità.” “Non fa nulla…” Mi siedo vicino a lei e lei abbassa lo sguardo. “Senti… tra me e Kikyo… c’era un rapporto che andava al di la della semplice amicizia… un legame profondo.” “Inu-Yasha… sei tu mio padre??” Quella domanda mi aveva spiazzato… rimasi a guardarla come un ebete… “No… non sono… mai arrivato a quel punto con Kikyo.” Sembrava sollevata… e ad essere sincero, ero contento che lo fosse. “Certo che per essere sua figlia non possiedi il suo fascino.” “Ehi… cosa vorresti dire??” “Beh… non hai il suo fascino, il tuo odore è meno dolce… in definitiva non le assomigli affatto.” “… A cuccia!!!!!!” Sdeng… una fossa enorme si formò vicino a Kagome che dovesse spostarsi per non caderci dentro. “Maledetta…” Ad un tratto il mezzodemone si alzò di scatto… “C’è un demone”.
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Rin aprì gli occhi e si ritrovò in una caverna. Davanti a lei c’era un ragazzo bellissimo, con i capelli d’argento e una voglia a mezzaluna sulla fronte… inoltre aveva delle bellissime righe viola sul volto… i suoi occhi erano del colore dell’oro fuso, le sue labbra sottili… Indossava un lungo kimono bianco, con pantaloni e stivaletti neri… in vita portava un fiocco. Era davvero un ragazzo stupendo. Voltò gli occhi e vide un rospaccio brutto come la fame con un bastone Nintojo in mano… la guardava con gli occhi spalancati… Rin suppose che erano così i suoi occhi… dato che sembravano uscire perennemente dalle orbite. Si ritirò verso il muro della grotta, spaventata. Quel demone la guardava con sufficienza e con superiorità. “Stupida nigen… che rispetto hai per il Principe dei Demoni?? Dopo che ti ha salvata da morte certa… sei solo un peso…” “Jaken… smettila…” Lo sguardo dello Youkay era fisso sulla ragazza, la guardava con indifferenza… poi si girò e se ne andò. “L… la ringrazio… mi ha salvato la vita”. Si fermò un attimo… la voce di quella Nigen… era… strana… diversa da tutte le altre… ricominciò a camminare… mentre i suoi pensieri erano volti a capire perché aveva salvato quella ragazza.