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Autore: Erika Gagliardi    25/05/2014    4 recensioni
Dall'ultimo capitolo:
''Il piccolo dormiva e finalmente potevo dedicare un po' di tempo a Gionny.
"Mi hai salvato la vita." Gli sussurrai all'orecchio.
Lui mi accarezzò la guancia. "Dovevo farlo, sennò sarei morto."
"Perchè?" Domandai corrugando la fronte.
"Perchè sei tu la mia vita." Mi rispose per poi avvicinarsi a me e lasciarmi un live bacio sulle labbra.''
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
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Salvami



Ero rimasta a fissare quella scena per troppo tempo, i secondi passavano e sembravano infiniti.
Provai a passare sotto il nastro con su scritto 'polizia', ma subito mi fermarono. "Signorina, non può superare questa linea esca subito." Mi disse uno di loro avvicinandosi a me per trascinarmi fuori.

Io invece non gli prestavo molta attenzione, avevo lo sguardo fisso su papà che tra poco sarebbe entrato nell'auto della polizia.

"Papà!" Gridai iniziando a singhiozzare, lui mi guardò perplesso, senza parole.

Tra il pubblico sentii sussurri, gente che diceva 'o mio dio!', qualcuno era rimasto senza fiato.
"È sua figlia? Ascolti, suo padre è stato ritrovato con 10 kg di marijuana e ha causato questo incidente. La dobbiamo portare ai servizi sociali oppure ha già qualche parente con cui stare?" Disse un altro dei poliziotti, mentre quello di prima mi lasciò.
Mi scese una lacrima. Ecco cos'ha rovinato questa giornata.
Eppure mi aveva detto che era uscito dal mondo della droga, me lo aveva detto, e a me neanche dovrebbe fregarmene, ma è pur sempre mio padre.
Ero sul punto di svenire, stavo per farlo quando una voce a me tanto famigliare mi chiamò. "Allison!"
Gionny. 
Feci in tempo a voltarmi e a vederlo scendere dalla macchina per poi correre verso di me.
"È il suo ragazzo?" Gli chiese il poliziotto indicandomi.
Gionny mi strinse a sè. "Sì."
E lì svenni, tra le sue braccia, con le urla della gente attorno.

 

L'ultima cosa che sentii prima di svenire sono state quelle urla assordanti di alcune donne e il 'sì' di Gionny alla domanda del poliziotto, poi tutte le altre parole mi sono sembrate così lontane, incomprensibili e cupe.
Non sapevo dove mi trovavo in quel momento, ma riuscivo ancora a sentire un vociare confuso in lontananza e dei clacson suonare interrottamente.
Aprii piano gli occhi ritrovandomi un uomo davanti a me, evidentememte il giorno ancora non era passato, non era ancora mattina purtroppo, nulla di quel momento precedente era passato ed io avevo cominciato veramente a stancarmi.
Cominciai a muovermi per alzarmi. "Si è svegliata!" Gridò quell'uomo rompendomi i timpani.
Gionny corse subito verso di me. "Allison? Stai bene?" Mi chiese tirandomi sù piano.
"Mi fa male la testa..." affermai per poi guardarmi intorno. "Ancora non è finito tutto questo?"
"Vieni, torniamo a casa." Gionny mi mise un braccio attorno alla vita mentre mi dirigeva verso la macchina.
Quando mi sedetti sul sedile e lui entrò dall'altra parte notai che avevano portato via l'auto di papà e il traffico aveva cominciato a sciogliersi pian piano, anche se la gente e i poliziotti erano ancora lì.
"Che ore sono?" Domandai.
"Le 10." Mi rispose cominciando a guidare.
Ero rimasta svenuta per così tanto tempo?
E lui aveva avuto pazienza, mi aveva aiutata e aveva anche parlato con i poliziotti? 
"Gionny... scusa se ci sei dentro anche tu in questa storia per colpa mia." Mi sentivo in colpa per tutto quello che stava subendo a causa mia.
Lui mi sorrise. "Non ha importanza se ci sono dentro o no, io ti aiuterò comunque."
"No, seriamente Gionny... è meglio se mi lasci perdere. Voglio che tu mi lasci qui ora e che continui la vita senza di me, che sicuramente sarà migliore."
Lui spostò lo sguardo dalla strada verso di me per un attimo. "Io non ti lascio."
"Gionny..."
"Toglitelo dalla testa Allison, io non ti abbandonerò!" 
Era serio, più di me a quanto pareva.
Io mi misi le mani davanti alla faccia. "Ho bisogno di dimenticare tutto questo. Voglio qualcosa... che mi faccia dimenticare tutto!"
Gionny mi guardò un attimo. "Già... andiamo in discoteca?"
"Qualunque cosa va bene."

 

Troppo rumore, la testa mi pulsava più di prima, la musica era assordante. Ed ecco che, come immaginavo, Gionny mi aveva portata nella discoteca più grande di Milano senza pensarci due volte.
Io mi buttai subito al bancone e Gionny mi seguì.
"Ooh Reich!" Si diedero un cinque personalizzato. "Frà facci due bicchieri di roba forte."
"Che è successo frà? E lei è la ragazza di turno?" Chiese lui alludendo a me.
'La ragazza di turno'?! Forse voleva dire 'la troia di turno' sicuro, ma non intendeva offendermi.
"No, no! Ti spiegherò." Disse Gionny.
Evidentemente quei due si conoscevano, erano amici e tutto il resto, ma non mi piaceva essere presa per una puttana, affatto.
'Reich' mise i due bicchieri sul bancone ed io mi scolai tutto senza esitare.
"Ti farà male così." Mi avvisò Gionny dando il primo sorso al suo bicchiere.
Infatti mi bruciò alla gola.
"Un altro." ordinai.
Reich lanciò uno sguardo a Gionny come per cercare approvazione e questo gesto mi diede fastidio, anche se non dissi nulla. Lui gli annuì e il barista mi porse un altro bicchiere di quella roba che neanche conoscevo.
La mal di testa cominciò a diventare insistente, ma non mi importava granchè, non mi importava più di niente ormai.
"Ehi Gionny, tesoro! Da quand'è che non ti fai più vedere qua?" Due zoccole, bionda e mora con tanto di minigonna e vestitino corto tutto scollato, gli si avvicinarono sorridenti dandogli un bacio sulla guancia, lui sembrava contento di vederle e mi salì un nervoso vedendole così appiccicate a lui. 
"Lei chi è? Non ce la presenti?" Chiese la mora.
"Lei è Allison, un'amica." Disse Gionny.
Feci un finto sorriso che mostrava anche il mio odio, ma data la sua stupidità di zoccola, quella non se ne accorse.
La bionda invece gli disse qualcosa all'orecchio che lo fece ridere e scuotere la testa. "Io sono Eleonora." Si presentò poi.
"Sara." Disse semplicemente la mora.
Avevo un istinto omicida verso entrambe.
Bevvi velocemente un lungo sorso di quella roba e iniziai a sentirne gli effetti, la mente non era più così lucida.
"Cavolo! Questa ci dà veramente dentro con l'alcool!" Urlò sorpresa per farsi sentire Sara.
Eleonora invece era più emozionata nel vedere Gionny perciò la sua attenzione era tutta riversata su di lui. "Vieni a ballare con noi Gionny?"
Lui annuì da perfetto idiota, Sara invece rifiutò. "Io non vengo, sto un po' qui con Allison." 
Beh, forse non era poi così troia come pensavo.
Gionny se ne andò, trascinata da quella escort bionda con bocca supergigante sicuramente per averne inghiottiti di diversa misura, minivestitino azzurro e tacchi a spillo 90 cm, io invece rimasi con Sara, cioè... Sara rimase con me. "Ehi Reich, fammi un Martini."
Quella ragazza a guardarla bene era tutt'altro che troia, sembrava più che altro sicura di sè. "Allora... tu sei solo un'amica di Gionny?" Mi domandò.
Io annuii, non avevo proprio voglia di parlare e il mal di testa mi impediva anche di pensare troppo.
"Sei pallida in viso, non reggi molto. Vieni, ti porto di sopra in bagno prima che sbotti in mezzo a questa gente."
Mi alzai dallo sgabello e lei mi indirizzò al piano superiore, salendo scale in metallo e attraversando gente che si baciava o che addirittura scopava senza imbarazzo davanti agli altri. "Ti ci abituerai a queste cose, stando con Gionny."
Che voleva dire quella?
Entrammo in bagno e lei cacciò via tutti quelli all'interno, poi chiuse la porta a chiave.
"Waw... strano che ti ascoltino." Dissi stupefatta posizionandomi davanti al wc.
"Sono la figlia del proprietario della discoteca, quindi se non vogliono essere cacciati da qui devono obberdirmi." Sorrise lei.
Bene.
Passai dei minuti con la faccia sopra al wc, ma non espulsi nulla. "Forse non è colpa dell'alcool." Dissi rialzandomi.
"Vabè non preoccuparti. Torniamo di sotto a ballare?"

 

Non mi divertivo così tanto da un sacco di tempo. Quando stavo con Lorenzo avevo paura di uscire la sera perchè temevo di incontrarlo ed ora eccomi qui, mentre lui è a godersi la prigione, se non ancora l'ospedale.
Tenevo in mano un cocktail, non lo conoscevo, ma era molto buono, quella sera non smisi di bere e lo stomaco mi stava bruciando.
Gionny non era ubriaco, reggeva bene, mentre io, da quello che capii, ero già andata.
Sara non mi abbandonò nemmeno un minuto quella sera e a volte Gionny, consapevole della mia non lucidità mentale, veniva da me e mi accarezzava dappertutto sul corpo, io invece mi strusciavo addosso a lui.
Speravo che dopo quella sera non mi sarei ricordata più niente. Speravo.

   
 
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