Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: Roulette    25/05/2014    5 recensioni
E se invece della piccola Primrose Everdeen fosse stato sorteggiato il timido Rory Hawthorne?
E se invece di Katniss Everdeen fosse stato Gale Hawthorne la vittima sacrificale dei Settantaquattresimi Hunger Games?
Gli Hunger Games secondo la visuale di Gale, di come la sua vita cambiò nell'Arena, di come i Giochi fecero di lui una persona diversa.
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Altri tributi, Gale Hawthorne, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic


Sollevo il capo.
Nuvole bianche e filamentose si muovono lentamente spinte dal vento, che mi scompiglia i capelli, ma nonostante la lieve frescura che esso porta, sto sudando.
Fa davvero caldo.
-Che diavolo è ‘sto caldo improvviso!- Si lamenta Saya mentre apre la cerniera dello zaino. Si passa una mano tra i capelli castani e poi la affonda nella tela scura.
Mi appoggio a un tronco e faccio un lungo respiro, questa afa mi infonde un senso di pigrizia, ho voglia di accovacciarmi a terra e dormire. Dormire finché questo inferno non sarà finito.
Un rumore mi fa sollevare lo sguardo.
Tutto succede nel giro di qualche secondo. Una ragazza dai tratti marcati e dalla pelle scurissima sbuca fuori da un cespuglio con in mano un coltello e si fionda contro Saya. Lei fa in tempo ad estrarre una lancia e trafiggerla prima che riuscisse solamente a toccarla.
Il corpo della ragazzona cade a terra senza vita. –Come…-
Un colpo di cannone risuona nell’Arena. –Principiante…- Commenta la ragazza del 6.
Come ha potuto uccidere qualcuno così, a sangue freddo? Se io, che ho colpito Marvel per farlo cadere, ho avuto gli incubi per tutta la notte, cosa starà provando lei?
Devo imparare a non stupirmi più di nulla in questa dannatissima Arena. La morte non deve essere più un problema per nessuno.
Saya si accovaccia di nuovo come se nulla fosse e estrae dalla zaino la busta di carne secca che mangiai con Richard, il ricordo mi provoca una fitta al cuore. –Uh-uhh. Questi volevi tenerceli nascosti?-.
-Non li apro da quando Richard…- Mi interrompo e la guardo. Sentire il suo nome ha colpito anche lei, nonostante tutto era il suo compagno di distretto.
Si solleva dallo zaino e mi raggiunge, piazzandosi di fronte a me. –Gale io… non ti ho ancora ringraziato per averlo tenuto con te…-.
Parla con un tono roco e pacato, che non le appartiene. –Salvato?- Chiedo –È morto per colpa mia!-.
Batto un pugno contro il tronco dell’albero e le ferite che avevo sulle nocche si aprono.
Il caldo, che prima era fastidioso, adesso è davvero soffocante. La mia maglietta è tutta bagnata di sudore, e Saya si è legata i capelli.
-Gale, tu non centri. Qui dentro sono queste le regole.- Appoggia una mano sul mio petto e si avvicina pericolosamente.
-Le regole?!- Chiedo alzando la voce.
Sento un forte odore di bruciato che mi pizzica l’interno del naso.
-Io… volevo solo ringraziarti e dirti che in ogni caso la colpa non è tua.- Ho ancora la mente annebbiata, mi accorgo di quello che sta succedendo solo quando è troppo tardi per farlo.
Saya mi sta baciando. In un secondo la spingo all’indietro e sento la traiettoria semicircolare di una lama tagliarmi lievemente una parte della gola.
La ferita è superficiale, un taglietto.
-Cosa diavolo..?!-
Saya è a terra e ride. –Cavolo, non sei così stupido come pensavo!-
Una lancia vola dalla mia destra e si conficca nella coscia della ragazza del 6. La sua risata si trasforma in un grido di dolore.
-Andiamocene!- Urla Leevy. Afferro la lancia e lo zaino ancora aperto e inizio a correre.
 
L’erba sotto i nostri piedi scricchiola come stessimo camminando su vetri rotti. Leevy ha uno sguardo serio e impassibile.
Quando siamo lontani abbastanza ci fermiamo.
-Co.. cosa hai visto?- Chiedo ansimando per la corsa.
-Abbastanza.- Risponde lei secca.
Si siede a terra e si volta dal lato opposto al mio. –Che significa abbastanza?- Riesco a dire tra un ansimare e l’altro.
-Significa abbastanza, Gale.-
-Mi dispiace.-
Risponde con uno sbuffo di scherno.
-È... È stata lei ad avvicinarsi a me! Stava anche per farmi saltare la testa!- Sollevo la testa in segno di resa e osservo il cielo: onde di afa distorcono le nubi e l’odore di bruciato si fa più intenso.
-Già, peccato che ci abbia provato dopo almeno tre minuti che eravate attaccati.- Risponde atona la mia compagna di distretto.
-Ti da fastidio?-
-Figurati se mi da fastidio..- Risponde arrossendo un po’.
Di colpo una colonna di fumo nerissimo sale al cielo, non è il genere di fumo che produrrebbe un fuocherello da campo.
-Saya!-
-Io vado alla radura, ci vediamo lì.- Leevy capisce le mie intenzioni e si allontana.
Le afferro la mano per fermarla. –Scusa..-.
Si libera con uno strattone e si dirige verso la zona Sud.
Inizio a correre come non ho mai fatto prima, non so perché lo sto facendo, ma sono sicuro che nelle sue parole c’era almeno un tono di verità. Non posso lasciarla morire, non ci riesco.
Rivedo il volto di Richard, che mi sono fatto sfuggire dalle mani come una farfalla. Capace di arrivare in cielo, ma al contempo fragile e minuta.
Stringo i pugni: non permetterò che accada di nuovo.
 
Quando arrivo, un tronco enorme e infuocato blocca quasi tutto il passaggio. Decido di aggirarlo passando dietro un mucchio di alberi dal tronco largo e spazioso. Il calore mi fa sudare.
Di colpo è come tornare nel sogno, fuoco e orbite bruciate. Penso allo stato in cui troverò Saya, se la troverò tutta intera.
Scuoto forte la testa e cerco di scavalcare un tronco rovente che mi porta direttamente al centro della zona in cui mi trovavo a “fare l’inventario” qualche minuto prima.
Un tronco grande e rovente taglia a metà la zona di erba mezza carbonizzata, le fiamme non lo avvolgono, ma uno strato di corteccia bruciata e fumante lo ricopre in tutta la sua lunghezza; è così grande che quasi non vedo la figura che si muove sotto di esso.
La metà di un volto arrossato sta fermo, con le palpebre chiuse, poco sotto sbucano un braccio e una gamba pieni di segni di scottatura.
-Saya…- Volevo urlare, ma vederla in quello stato mi ha fatto strozzare la voce in gola.
L’occhio che riesco a vedere si apre e una pupilla scura e dilatata mi fissa. –Uh, ciao Gale.-
La sua voce è bassissima, non riesco ad avvicinarmi, il tronco mi fa da barriera. Devo saltarlo.
-Non ci provare!- Mi dice come capendo le mie intenzioni. –Se ci provi finirai arrosto, come me..-.
Sorride a metà. Riesco finalmente a proferire parola: -Sta ferma, te lo tolgo di dosso.-
Scoppia a ridere in tono roco. –Allora non mi ero sbagliata a reputarti un idiota. Prima tento di sgozzarti, e poi vieni pure a salvarmi?-
-Lo so che non l’avresti fatto.-
-Non mi conosci.- Sorride debolmente.
-Leevy mi ha detto che siamo stati attaccati per quasi tre minuti, l’ho realizzato dopo, per questo non ti ho spostata prima.- Faccio un respiro –Se avessi voluto davvero uccidermi, avresti potuto farlo in tutto quel tempo. Hai aspettato che ti scansassi per ferirmi lievemente.-
Ride di nuovo. –Sei un bel ragazzo, è stato piacevole baciarti.-
-Dimmi il perché.- Mentre parliamo mi avvicino sempre di più. Non ho intenzione di lasciarla qui. –Perchè volevi che scappassimo, perché non ci hai uccisi?-.
-Perché la tua amica mi ha colpita, altrimenti ti avrei finito in quel momento.- Risponde senza perdere il suo sorriso scaltro. Nonostante tutto sta sorridendo, mi sta sfidando.
-Stai mentendo.-.
-Vediamo se ci arrivi da solo, allora.-.
Mi arrampico su un albero ancora integro. Salto giù e mi ritrovo davanti a lei. –Che stai facendo? Non vedi in che stato sono?-.
La osservo. Devo trovare un bastone per sollevare il tronco, lo userò come leva.
-Sto morendo, idiota. Ho qualche costola incrinata e sicuramente braccio e gamba rotti, anche se riuscissi a salvarmi, cosa avresti intenzione di fare per curarmi?-
-Troverò un modo..- Ho la voce spezzata. –Ora dimmi la verità. Tu hai ucciso così in fretta la ragazza anche se non avresti voluto, per dare un segnale a Leevy, che era al lago. Farla arrivare in tempo per scappare con me e lasciarti sola. Il fatto che volevi uccidermi era solo un diversivo.- Faccio un grande respiro. Il tronco scuro che la sovrasta è circondato da alberi carbonizzati, trovare un bastone qua introno non sarà facile.
Il tramonto manda bagliori rosa pastello sul suolo scuro.
-Che cosa avevi in mente?!- Chiedo alzando la voce. Non posso fare nulla, è frustrante.
-All’inizio volevo ucciderti, sì, ma dopo tutto ciò che è successo con Richard mi sei piaicuto, Gale.- Tossisce –Ma ora non pensare che mi dichiarerò, non sono una femminuccia idiota. Sei sexy, tutto qui.-
-Vado a cercare un bastone.- Mi volto, ma la sua voce mi blocca. –Il tramonto, bel momento per morire, dai.-
-Che diavolo dici?! Ti tirerò fuori da lì.-
-Gale, grazie ancora per Richard, io non credo sarei stata in grado di aiutarlo.- Mi guarda e di colpo tira fuori la lingua e le sue mascelle si chiudono intorno ad essa. Se la taglia di netto?
-Che fai?!- Sto urlando, mentre le lacrime mi bagnano il volto. Mi guarda con i suoi occhi scaltri, mentre il sangue le inonda il mento.
Oh mio Dio, di nuovo.
-Saya, dovevo salvarti!- Mi guarda ancora, sta volta ha lo stesso sguardo di quando mi disse Non è colpa tua.
Mi stringo la testa tra le mani.
Sono fermo, mentre lei sta morendo dissanguata.
Fa un cenno con la testa verso la zona dove sono venuto. È chiaramente un Vattene.
Mi avvicino a lei, ho il volto bagnato dalle lacrime. I suoi occhi scuri e penetranti si stanno chiudendo, sta morendo davanti ai miei occhi. –Scusa..- Sussurro prima di lasciarle un bacio sulla fronte sudata e piena di escoriazioni.
 
Sto correndo, verso Leevy, l’unica persona cara che mi è rimasta qua dentro, e so che non lascerò che riaccada quello che ho appena vissuto. So che la prossima volta non starò fermo a piangere, come un idiota.
So che la prossima volta al posto di Saya, Richard, Marvel, ci sarò io.
Un colpo di cannone risuona ed è come se avesse mirato al mio cuore.
La trovo appoggiata a un tronco, quando mi vede tornare solo si avvicina e mi abbraccia, senza dire parole.
-Lei… voleva che ce ne andassimo insieme, non aveva intenzione di uccidermi, Leevy io non sono capace di fare un cazzo. Non riesco nemmeno a proteggere le persone che voglio tenere accanto, capisci? Davvero, non…- Oltre ogni previsione mi tappa la bocca, con la sua.
Mi sta baciando di sua spontanea volontà.
Non dura molto, senza dire niente si allontana e si ferma ai piedi di un albero, non si volta: -Riposati.-.
Mi siedo a terra, ma non voglio dormire, intanto un altro colpo di cannone ci scuote.
-Dobbiamo parlare…- Le dico, -Io non capisco cosa…-.
-Neanch’io, ma visto che moriremo sto cercando di fare tutto quello che non ho mai avuto il coraggio di fare..- Mi interrompe senza guardarmi. –Scusa me sembro troppo…- Non sa cosa dire, le mancano le parole.
-Non sei troppo in nulla. Lo so che ho ucciso Marvel, ma… hai paura che accada anche con te?-
-Cosa?!- Drizza di colpo la schiena e mi guarda con gli occhi sbarrati.
Anche lei è sudata come me per la temperatura, che non accenna a scendere.
Il suo tono docile non è cambiato, ma sembra davvero sconvolta. –Tu… tu pensavo questo?-.
-Ogni volta che mi avvicinavo eri sempre sulla difensiva, io…-.
Fa un respiro. –Gale, ci siamo visti un paio di volte prima degli Hunger Games, dov’è succeso?-, mi parla in tono calmo.
-Nella zona a ovest, intorno la casa di Cray, il capo dei Pacificatori…- Rispondo vago.
-Già, e la mia paura sono i Pacificatori, fai due più due..-
Di colpo mi sento un completo idiota. Ho sempre avuto la testa piena di pensieri su tutto quello che è successo, ma non mi sono mai accorto di quello che avevo davanti agli occhi.
-Leevy…-
-Non dire niente, non è importante. Ora capisci il perché di tutto quello che faccio?- Sta piangendo.
Si prende la testa fra le mani e si alza. –Voglio stare un po’ da sola, non seguirmi..-.
Sale sull’albero con movimenti lenti, abbastanza in alto perché non possa vederla.
Leevy era una ragazza che si vendeva ai Pacificatori.
Appoggio la testa al tronco dell’albero. No l’ho mai capito, e per colpa della mia stupidità lei ha dovuto anche ripensarci.
L’ho sempre vista come un ragazza pura, timida.
Gli Hunger Games, Capitol City, i distretti. Tutto ci distrugge dentro e fuori.
Richard voleva studiare le stelle, Marvel voleva rendere fieri i propri genitori, Saya voleva una vita tranquilla, voleva proteggere i suoi amici.
Adesso più che mai voglio che tutto finisca, ma in fondo Haymitch ha ragione.
Cosa può fare un ragazzo contro un intero Stato?
Cosa succede lì, a Capitol City, che noi non possiamo vedere?
Dall’esterno l’Arena è una corazza invalicabile, dove una sola persona può uscire viva, ma tutto ha un punto debole.
Mi sollevo e mi siedo sull’erba, lontano dall’albero.
Tutto ha un punto debole.

Ciao lettori!
Scusate per il tempo che vi ho fatto aspettare prima di pubblicare il capitolo, ma davvero, gli impegni scolastici si stanno facendo soffocanti!
Fortunatamente questi giorni resterò a casa perchè la mia scuola ospita i seggi elettorali, quindi avrò tempo per scrivere e portanrmi avanti con i capitoli.
Ho un'idea sul finale, ma credo che sarà uno schifo, quindi cercherò di "sgrezzarla"!
Per la gioia di "qualcuno" (coff coff) ha inserito un bel pò di Geavy, spero di non aver esagerato, però!
E quindi, dopo aver conosciuto il lato romantico di Saya vi saluto, e vi do appuntamento al prossimo capitolo!
PS. Sì, ho cambiato di nuovo nickname per la gioia di chi deve ricordarseli tutti.

Harusame (Ex Weather_)
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: Roulette