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Autore: dearjdols    25/05/2014    1 recensioni
Niall abbassò lo sguardo sui piedi scalzi e decise.
Il giorno avrebbe preso l'aereo per andare alle audizioni a Dublino con la madre.
Si issò in piedi pronto per correre giù per le scale e comunicarlo alla madre, ma prima di chiudere la porta sussurrò solo un
"Grazie, Harry Styles."
**
"Credo di amarti, Harry." confessò con voce spezzata.
Si guardarono negli occhi per qualche secondo. Verde nell'azzurro. Pozze d'amore liquide.
I loro respiri si infrangevano delicatamente, uno sul viso dell'altro.
E così il riccio lo baciò, disperante d'amore.
**
"Non ti lascio morire, Niall! Quanto è vero Dio, non ti lascio morire!"
Sferrò un calcio al muro, mentre le lacrime percorrevano i suoi zigomi.
NARRY ALL THE WAY, EHY!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                      Yellow, charapter four.
                                                   - part one -


Dicono che ognuno di noi è un'opera d'arte, ma io mi sento tanto come uno di quei quadri astratti, che appena li guardi pensi "ma che cazzo è?".
Perchè, non lo so... mi mischio nel buio; resto a galla, chiudo gli occhi. C'è silenzio. Forse sorrido. Non lo so.
L'unica cosa che so è che sono solo. Ma sto bene. Sto sempre bene quando sono solo.
Abbasso gli occhi sulla finestra, percorrendo i resti umidi delle gocce di pioggia. Amo quando piove. Dei pezzi di cielo si disperdono sul suolo, lo alimentano, lo fanno cescere. E' affascinante.
Sospiro. Mi mancano i ragazzi. Mi manca Harry.
"Niall, io vado. Riguardati e buonanotte." dice Greg prima di posare la valigia sul parquet della mia camera e andare via.
Gli faccio cenno con la mano e riprendo a guardare il soffitto panna.
Poi mi ricordai cos'era successo poche ore prima.
Shit.

-

Ore 2:00 del mattino.

Continuavo a fare avanti e indietro per i canali. L'unica cosa lontanamente interessante che avevo visto fino ad ora, era stato quel programma in cui le Kardashian si prendevano per i capelli.
Sto provando molta invidia per le persone in coma, in questo momento.
"Abbassa quella cazzo di televisione!" urla Gemma dall'altra stanza, mentre sobbalzo spaventato.
Prendo il telecomando, abbasso, giocherellando ancora un po' con i canali, quando mi ritrovo in una specie di telegiornale.

"Niall Horan, membro della celebre boy-band One Direction, arrivando presso l'aereoporto di Dublino è stato colpito un malore, dovuto probabilmente..."

Scollegai il cervello a "malore". Niall. Il mio Niall. Era svenuto. Stava male. Il replay della caduta era stato ripetuto due volte massimo, ma nella mia testa si stava moltiplicando ogni volta di più. Avevo la vista appannata. Dovevo chiamarlo. Dovevo chiamare i ragazzi; presi a tremare inspiegabilmente.
Afferrai il cellulare e composi il numero di Niall, ancora mezzo scosso e con il fiato corto.
Dopo qualche minuto la voce mezza assonnata del biondo rispose con un debole e rauco "Pronto?"
Sorrisi, felice di risentirlo.
"N-niall.." sussurrai, cambiando istantaneamente umore. Mi morsi il labbro inferiore per farlo smettere di tremare.
"Harry?" chiese a voce bassa. Non riuscì a parlare. Era come se la voce mi fosse morta in gola. Avevo bisogno di sapere come stava, ma stavo zitto. Muto.
"Harry che ti succede?" richiamò a voce alta.
"A-a me? N-non sono io quello c-che è svenuto." balbettai. Rise leggermente e sarei potutto morire, credo.
"Hai visto? Sono stato un cretino!" Rise ancora.
"N-non è stata colpa tua, N-niall." Il mio Niall era una cosa piccola e indifesa, come poteva essere colpa sua?
"Ma che hai? Perchè mi hai chiamato a quest'ora?" domandò e dal suo tono potei intuire che stava sorridendo.
Avvampai. Cosa avrei dovuto dire? "Niente, cazzeggiavo tra i canali non riuscendo a smettere di pensarti e sono capitato su un telegiornale che mi ha fatto prendere una cazzo di paura. Mi manchi. Ah, ti amo."? Ma anche no.
"Ero p-prepccupato, s-scusa." risposi invece, sinceramente mortificato.


Il suo balbettare mi stava facendo impazzire. Sentì indurirmi.
Aveva una voce così innocente e spaventata che mi dimenticai la leggera rabbia che avevo provato, notando l'ora. Credo cominciai ad avere le palpitazioni. Stavo completamente perdendo la ragione.
"Non ti preoccupare, però vai a dormire. Io sto bene." lo rassicurai. Non gli chiesi di smettere di balbettare, mi piaceva da morire.
"O-okay, buona notte, N-niall." sorrisi.
"Ciao, Harry" stavamo aspettando che uno dei due riattaccasse, e alla fine lo feci io.
Mi addormentai, ripensando alla sua voce. Non ce la facevo più.
Mi sentì istantaneamente esausto e tirai un lungo sospiro.
Ti amo Haz.


Stavo per addormentarmi felice, sapendo che Niall stava bene, ma la sua immagine mi tormentava.
Non ce la fecevo più,  avevo bisogno di lui, dei suoi occhi, della sua risata, del suo farmi stare bene. Avevo bisogno di addormentarmi con lui tra le braccia, avevo bisogno di quel piccolo pezzo che mi completava.
Per di più avevo pianto così tanto che avrei potuto irrigare un campo africano durante la stagione arida.
Chiusi gli occhi con la sua immagine tatuata nei miei sogni.
Ti amo Niall.
 
*
Ore 5:30 del mattino.

Mi risvegliai madido di sudore.
Sentivo il cuore martellarmi dentro al petto. Non ricordo esattamente cosa sognai.
Il mio cervello agì da solo.
Presi il computer, andai su un sito di una compagnia aerea e prenotai un biglietto sola andata per Londra e un altro volo diretto verso Dublino.
Invio. Attesi un minuto che sembrava non terminare mai.
Una scritta comparse sullo schermo, diceva "La ringraziamo per aver scelto la nostra ditta, il suo volo decollerà alle 7:30 am del 3 aprile, presso l'aereoporto di Heathrow. Buon viaggio."
Chiusi il pc, posandolo sulla scrivania. Poi caddi all'indietro atterrando sulle coperte morbide del mio letto. Chiusi gli occhi, portandomi le mani sul viso, stanco. Niall mi ucciderà.

-

Quella mattina mi alzai sbattendo il ginocchio contro qualsiasi cosa era ad un raggio massimo di due metri da me.
Dannato tavolino. Dannata sedia. Dannato spigolo. Dannato letto.
I miei occhi balzarono sull'orologio appeso al muro.
Sei del mattino, cazzo. Quando al posto delle lancette cominciò ad apparire il sorriso di Harry, distolsi subito lo sguardo.
Devo trovarmi un cazzo di hobby.

*
Altro che Hobby, mi ero trovato cinquecento cose da fare.
Televisione, sudoku, origami, il rubik, libri, chitarra. Niente da fare, il mio cazzo di pensiero era sempre rivolto verso di lui.
Mi buttai a peso morto sul letto, disperato.
"Niall! La colazione!" urlò mia madre dalla cucina. Ieri l'avevo a stento guardata, probabilmente sarà rimasta male. Scesi veloci gli scalini e la prima cosa che vedi fu una distesa di cibo sul tavolo. Paradiso.
Non credo sia normale vedere le fritelle trasformarsi nel viso di Harry.
"Mi hai sentito?" abbaiò dopo qualche minuto mia madre.
"No...scusa. Cosa?" balbettai in risposta.
"Ti ho chiesto come stavi dopo ieri." ripetè con le mani sulle padelle.
"Bene."Mentì.
"E gli altri?"Chi?
"Cosa?" mugulai confuso, ancora preso dalle frittelle.
"Zayn, Liam, Louis e Harry?" Oh, madre.
"Harry..." sussurrai.
"Cosa?" sottigliò gli occhi mia madre.
"Io.."
Corsi di sopra, prendendo la valigia e rimisi i pochi panni che avevo buttato fuori. Dovevo correre verso Londra, poi Holmes Chaples per raccontare tutta la verità ad Harry. Non mi importa dei risultati. Mi manca.
Presi il portafoglio e tutto e mi catapultai in cucina per salutare mia madre.
"Ma dove..." mi squadrò confusa.
"Uhm, lavoro, mi dispiace. Mi farò perdonare." Le lasciai una bacio sulla guacia e volai verso la mia macchina.
Arrivo, Haz.

*

"Mi serve un biglietto per Londra." Ansimai, poggiandomi al bancone della cassa. Ero all'areoporto e mi sentivo più o meno tranquillo, ma totalmente pazzo. Stavo per compiere un atto che mi avrebbe portato ad un eventuale batosta al cuore. Ma non mi importava.
"Oddio, ma lei è percaso Niall Hor..." alzai gli occhi notando una ragazza giovane, vagamente vestita da hostess. Si rigirava una ciocca bionda e arruffata tra le dita lunghe e impiastrate di smalto rosso, mettendo in mostra il seno già prosperoso che aveva. Si rigirò la gomma tra le labbra piene e glitterate. Classica troia.
"Ora." interruppi poco cortesemente. L'ultima cosa che volevo in quel momento erano advences sessuali.
Sul suo viso comparì una smorfia e non potei fare a meno di lanciarle un'occhiata torva.
"Ecco a te, arrivederci, buon volo e bla, bla, bla." alzò gli occhi al cielo, porgendomi il biglietto.
"Ciao." chiusi, mentre mi dirigevo verso il Gate. Quando sentì l'ultima chiamata per il mio volo cominciai a correre.
Quando arrivai una signora sulla quarantina, passò il mio biglietto su una specie di scanner. Ne uscì un suono metallico.
"Buon volo e buona giornata, figliolo." sorrise gentile. Ricambiai. Sempre meglio della troietta bionda.

-

"Ecco a lei." mormorai dando al tassista la sua mancia.
Ero finalmente a Londra, nella casa comune che aveva comprato Simon per noi. Casa è dire poco. E' una villona.
Certo, la reazione infuriata di mia madre di questa mattina quando le avevo detto che sarei dovuto partire per un urgenza non esattamente specificata, mi spaventava ancora. Gemma mi aveva lasciato un mezzo sorriso chiedendomi "Il biondo?" mi ero limitato ad arrossire e balbettare un "Ciao Gem".
Estrassi le chiavi dalla tasca quando sentì imprecare qualcuno. Mi girai.
Una testa bionda spuntò dalle scale, mentre tirava la valigia, neanche fosse una bestia.
"Ma vaffanculo di nuovo." disse sbattendola contro il muro. Boccheggiai qualche secondo, stupefatto.
"N...niall." riuscì a sussurrare. La sua testa si alzò di scatto.
"Harry."disse solo mentre spalancava gli occhi.
Prese di nuovo a tremarmi il labbro inferiore.




 
   
 
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