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Autore: Ashura_exarch    25/05/2014    3 recensioni
Cosa fareste se veniste trasformati in pokemon? Nessuno saprebbe rispondere con certezza, nemmeno i pokemon stessi saprebbero cosa fare se venissero trasformati in umani. Matt ed Allyn sono due studenti di Litiopoli, nella regione di Annor, e durante una gita nel bosco succede loro qualcosa di inaspettato.
Nonostante non sia riuscito a finire di leggere "Il signore degli anelli", sono rimasto affascinato dallo stile di scrittura di Tolkien, che descrive tutto per filo e per segno. Per questo nella mia storia non troverete né descrizioni mancate né salti temporali. Per cui buona lettura.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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21. Regalo


Fin da subito il viaggio non si rivelò uno dei più facili, se non quello più difficoltoso di tutti. La nostra guida era fortunata, poteva volare, ma io ed Allyn dovevamo per forza camminare, e anche in fretta. Avevamo concordato con l'Emolga di portarci lungo il percorso più breve che conoscesse, e io e il mio amico cercavamo di seguirlo il più velocemente possibile. Purtroppo Turetest era un terreno traditore, bastava mettere un piede in fallo e si era spacciati. Per di più l'atmosfera era delle più cupe ed opprimenti, e una coltre di nebbia semi-perenne ricopriva il terreno. Pareva di essere insignificanti, e l'ambiente metteva in soggezione chi vi stava all'interno.
Visto che nelle paludi le probabilità di trovare del cibo erano pari a zero ci eravamo riforniti subito prima di partire, e a ragione, visto che dopo tre giorni eravamo ancora lì dentro, a seguire Emolga. Eravamo già al terzo giorno, ma non si vedevano minimamente i limiti dell'acquitrino. La mia ansia iniziale ben presto si trasformò in timore. Anche Allyn, che di solito era sempre calmo e controllato, cominciava ad essere nervoso.
All'alba del quarto giorno decidemmo di chiedere a Emolga dove ci stesse portando, perché il tempo di viaggio aveva sforato quello che ci aveva promesso.
- La strada che conoscevo io si era allagata - rispose repentino Emolga - Per questo ho dovuto allargare un po' il giro, ma non vi preoccupate, non manca molto all'uscita.
La spegazione non ci convinceva del tutto. Non avevamo notato nessun cambio di direzione durante il tragitto, né avevamo visto la nostra guida esaminare la strada. Era andato avanti dritto e sicuro della meta, sempre. Nonostante i dubbi decidemmo di seguirlo, del resto era l'unico punto di riferimento che avessio, io ed Allyn da soli ci saremmo sicuramente persi.
Calò la sera, e dell'uscita ancora nessuna traccia. All'improvviso la nostra guida ci disse: - Ecco, ci siamo quasi. Qualche centinaio di metri più avanti termina la palude.
Voi non potete immaginare il nostro sollievo a quelle parole. Ci mettemmo immediatamente a correre in quella direzione. Il terreno era più solido, e questo ci diede un motivo in più per essere felici e buttare al vento qualsivoglia prudenza, e fu proprio questo il nostro errore.
Superata una coltre di alberi cademmo entrambi in una trappola, una rete ben nascosta a terra e ulteriormente celata dalla foschia. Appena Allyn ci mise un piede sopra io e lui (gli stavo appena dietro) fummo appesi ad un albero.
- Ma che... - cominciò lui.
- Una trappola degli indigeni - dissi, e credevo di aver ragione - Emolga, ci tiri giù?
La nostra guida non rispose, stava semplicemente poco distante da noi a fissare un punto imprecisato davanti a sé.
- Emolga? - ora sì che cominciavo ad avere paura.
Ancora nulla.
- EMOLGA!!!
- Senza rancore - disse, per poi andarsene, scomparendo nella nebbia.
- MALEDIZIONE, EMOLGA!!!
- Quel dannato! Dove diavolo ci ha portati?!?
- Lo sapevo che non ci dovevamo fidare! Quel... quel... quel...
Un vapore azzurro ben distinguibile dalla nebbia avvolse la rete dove eravamo intrappolati, e in pochi minuti fummo sedati. In lontananza (in realtà a pochi metri, la nebbia era fittissima) si stagliavano le sagome di alcuni Victreebel.
- E ti... pareva... - disse Allyn prima di perdere i sensi. Non aveva tutti i torti, mai che ce ne andasse una giusta.
Tutti divenne nero, e tale rimase per molto tempo. Ogni tanto si sentivano dei sussurri lontani e ovattati. "...avevate detto...", "...promesso...", "...perché mai?...", "...povero illuso...".
Non so quanto tempo passò, probabilmente molto, perché quando mi svegliai ero tutto indolenzito, e mi sembrava di essere in un posto diverso da quello in cui ci eravamo addormentati. Io ed Allyn eravamo ancora nella rete, solo che adesso eravamo a terra. Allyn si svegliò poco dopo di me, ed ancora intontiti ci liberammo dalle corde.
Nell'aria regnava un silenzio surreale. L'atmosfera era decisamente inquietante. Io ed Allyn, non sapendo dove andare, provammo a proseguire nella direzione che tempo prima ci aveva indicato Emolga, pur nutrendo seri dubbi sulla sua attendibilità.
Andammo avanti per alcuni minuti tenendoci vicini per non perderci di vista, finché inciampai su qualcosa. Mi chinai a guardare, e riverso a terra c'era il corpo di un Victreebel. Più andavamo avanti, più Victreebel trovavamo stesi a terra, finché Allyn vide qualcosa ed esclamò: - Tu!
A poca distanza da noi c'era Emolga, visibilmente ferito e sanguinante. Immediatamente gli corremmo in contro.
- Mi... mi dispiace... - disse Emolga, visibilmente provato e a fatica.
Io ed Allyn non rispondemmo. Non avevamo parole per commentare lo scenario che avevamo attorno.
- Non.. non... non l'avrei voluto fare... mi hanno costretto... avevano... la mia famiglia... e mi siete capitati voi... mi dispiace... - si interruppe per un colpo di tosse che gli fece sputare del sangue.
Ancora io e il mio amico non rispondemmo. Eravamo interdetti, non sapevamo cosa fare. Emolga prese a tossire incontrollabilmente, con il respiro pesante.
- E la tua famiglia? - chiese Allyn con voce sommessa.
- Coff coff... andati... coff coff... non torneranno... coff coff... mi dispiace... coff coff...
Io e Allyn eravamo ancora titubanti.
- La direzione... coff coff... le montagne... di là... - alzò, visibilmente con molto sforzo, una zampa, e con un dito ci indicò una direzione.
- Mi dispiace... coff coff... davvero... coff... sto... arrivando... coff... coff... - le ultime due parole furono poco più che sussurri rivolti a sé stesso. A quel punto chiuse gli occhi. I colpi di tosse si fecero sempre meno frequenti, e dopo poco il respirò cessò. Emolga era morto.
Restammo lì per un po', a contemplare la scena. Alla fine Allyn si avvicinò al corpo di Emolga, se lo caricò sulle spalle, raggiunse una sabbia mobile vicina e ce lo adagiò. Il corpo prese a sprofondare, finché venne riscucchiato del tutto.
Alla fine né io né il mio amico ce la facemmo ad essere arrabbiati con Emolga. Un po' lo capivamo, probabilmente avremmo fatto la stessa cosa che aveva fatto con noi. Probabilmente era stato ricattato dopo che i Victreebel avevano catturato la sua famiglia. Alla fine si doveva essere ribellato, e ciò spiegava il perché della sua morte e di quella dei Victreebel.
Dopo un po' ci avviammo nella direzione che Emolga ci aveva indicato prima di morire. Andammo avanti per tutta la notte (era notte quando ci eravamo svegliati), finché i raggi del sole ci abbagliarono. Eravamo finalmente usciti dalle paludi. E davanti a noi, illuminati dai raggi solari, i Monti della Stella.

Note dell'autore
Sì, lo so, il capitolo è corto, ma dovreste saperlo anche voi che maggio è il mese critico a scuola, per cui questo è il massimo che ho da darvi. Per ora. Non manca molto alla conclusione della storia, per cui tenetevi pronti!
PS Non ho idea del perché venga tutto sballato
  
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