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Autore: Madhog    02/08/2008    1 recensioni
La mia prima fanfic: un semplice omaggio ad un mito. Narrata da diversi punti di vista.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sonic the Hedgehog
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Blue Wind Nota dell’autore: il seguente racconto è stato concepito solo e unicamente come omaggio ad una delle più grandi icone del mondo dei videogiochi di sempre, il quale, con il suo attaccamento alla vita e la sua irrefrenabile voglia di correre - anche se resta comunque un personaggio di finzione - egli ha qualcosa che molti di noi non hanno…La libertà. 


                               
                       THE BLUE WIND         




Lunedì, ore 11:00, Babel inc. 30° piano, pausa caffè.



Caffè lungo non zuccherato…Era esattamente ciò che mi serviva per non perdere la salute mentale, era stata una giornata da dimenticare: prima mia moglie si mette a sbraitare come una pazza isterica perché ha trovato una formichina nello zucchero, poi i miei figli urlano e piangono perché non abbiamo abbastanza soldi per andare a Disneyland (dannato Mickey Mouse), poi il traffico, il caldo, il capoufficio che sfoga le sue frustrazioni su di me…Odiavo la mia vita; fu nel preciso istante in cui sorseggiavo il mio aperitivo preferito con in aggiunta un goccio di Vodka, che mi sfiorò l’idea del suicidio. Durante la pausa caffè nessuno si sarebbe accorto di nulla, la mia postazione si trovava accostata ad una finestra e le pareti del mio cubo avrebbero offerto la privacy di cui avevo bisogno. Aprii la finestra.

Fu in quel momento che lo vidi.

Proprio nell’attimo in cui stavo per farla finita mi resi conto che non volevo morire e per una curiosa ironia forse sarei morto lo stesso. L’oggetto, l’essere, il qualunque cosa fosse era lì davanti a me, era immenso e... volava. L’ombra della creatura(?) era talmente grande da coprire il centro della città, era tonda e stranamente grottesca, strabuzzai un paio di volte gli occhi per esserne sicuro, poi ne fui sicuro: aveva una faccia e stava sorridendo!

Sentii un forte rumore metallico - il che mi fece intuire che la cosa non era un essere fatto di carne e organi - e la sua bocca ridanciana si spalancò; avevo visto abbastanza film da sapere quand’era il momento di filarsela. Mi precipitai all’ascensore, dove si era già accumulato un sacco di gente e a furia di calci e spintoni riuscii a entrarvi. Dentro eravamo in 5, c’erano Martin il mio vicino di cubo, Lorna la segretaria-amante del capo e altre tre persone che non avevo mai visto prima, probabilmente eravamo tutti troppo alienati per accorgerci gli uni dell’altro…Ora non lo eravamo più. Mentre l’ascensore scendeva cominciammo tutti a flippare di brutto, si dice ancora flippare oggi, giusto? Si insomma, eravamo veramente agitati, ricordo perfettamente gli assurdi discorsi che iniziarono:

“Merda! Sono i terroristi di Al Qaeda!”

“Ma quali terroristi, è il governo che sta testando una nuova arma sul suolo americano e vedrai poi che Fox News dirà che si tratterà di un attacco terroristico.”

“Folli! Sono gli alieni, hanno deciso che l’umanità non è degna di esistere, ci distruggeranno tutti!”

Anch’io mi feci trasportare dall’entusiasmo del momento e ipotizzai qualcosa sull’Apocalisse, Hillary Clinton e Megatron. La cosa che mi spaventò fu che tutti mi diedero ragione ma, considerata la singolarità del momento, qualunque spiegazione sarebbe stata accettata.

Poi avvenne l’esplosione, o almeno ciò che dal rumore sembrava un esplosione, e il mondo cominciò a tremare violentemente, sbattei la testa sulla parete e svenni.                                                                                    
Quando mi risvegliai la testa mi pulsava e non riuscivo a vederci molto bene, Lorna mi aggiornò sulla situazione: eravamo intrappolati al 20° piano da quasi un ora, il palazzo aveva tremato diverse altre volte, probabilmente a causa di altre esplosioni nelle vicinanze, inoltre, a meno di ricevere soccorsi immediati, saremmo morti asfissiati, sempre se l’ascensore non fosse precipitato prima - dov’è un Keanu Reeves quando ti serve?

Ciò che successe di seguito non lo dimenticherò mai: udimmo uno strano rumore, non un esplosione, sembrava più che altro il frastuono di una palla demolitrice che si abbatte su un edificio (il nostro edificio in questo caso), in seguito una voce ci disse di stare il più indietro possibile perché avrebbe aperto l’ascensore manualmente. In un attimo le porte furono letteralmente sbriciolate e noi potemmo uscire, io ero ancora frastornato per la botta per cui non riuscii a vedere bene il nostro salvatore; ci disse che le scale erano ancora intatte e potevamo usarle per scendere, ci disse anche che la gente ai piani superiori era salva e sarebbe stata soccorsa a breve, dopodichè lo strano essere rosso e basso di statura sfondò una finestra e cadde nel vuoto, sono pronto a giurarlo sotto tortura, si buttò dalla finestra. Uscimmo in strada e ci ricongiungemmo con i colleghi che avevano avuto la fortuna di stare nei piani inferiori. In strada trovammo un gran putiferio, c’era un sacco di gente urlante e isterica, c’erano i giornalisti dei vari notiziari che facevano domande a destra e a manca, c’erano anche i pompieri e la polizia tutti pronti a liberare quanta più gente possibile dall’edificio della Babel, il quale, per una gradevole ironia non era crollato, aveva solo un piano fuori uso, il mio ovviamente. In strada c’erano alcuni detriti e diverse automobili sfasciate, non c’era più traccia di quel misterioso velivolo che vidi dalla mia finestra, meglio così, pensai. Ad un tratto il vento si alzò, uno strano vento, improvviso e fugace, durò una frazione di secondo ma se ne accorsero un po’ tutti, non era un vento comune, non lo era assolutamente, era…Blu, capii di cosa si trattava e sorrisi.

Mi sfrecciò vicino a grande velocità e scomparve nei meandri della città.





Lunedì, ore 11:00, Stan’s Place, l’esterno.



Lavoravo nel bar di Stan da poco più di un anno, la paga era al minimo sindacale ma in compenso mi rifacevo con le mance dei clienti, o dovrei dire delle clienti. C’era sempre tanto da fare in quel posto, prendere le ordinazioni, servire, pulire il pavimento dalle varie schifezze - rimasugli di qualche lauto spuntino, sigarette ed altre cose innominabili - ecc. Dopo una dura mattinata ero finalmente in pausa, un momento di quiete, l’ultimo prima della fatidica ora di punta, mi stavo godendo un meritato riposo fuori dal bar. Stavo su una scomodissima sedia di plastica a fumarmi una sigaretta e a pensare ai fatti miei  - essenzialmente pensieri che riguardavano problemi economici e universitari - quando vidi una signora di mezza età passare davanti al locale: sembrava la classica ricca vedova, era truccata peggio di una di una maschera Kabuky, aveva una pelliccia, il che era decisamente ridicolo perché siamo a giugno, e stava portando al guinzaglio un piccolo barboncino lillà, in parole povere, la dama era uno stereotipo vivente. Ricordo che dovetti fare uno sforzo tremendo per non scoppiare a ridere, per fortuna l’improvviso cambiamento climatico mi aveva dato altri pensieri, prima che cominciasse a piovere avrei dovuto coprire i tavoli e le sedie esterne con gli appositi veli di plastica e una serie d’altre incombenze che…Devo ammetterlo, ci misi un po’ a capire che non si trattava di un temporale. Chiesi a me stesso un enorme sforzo nel rivolgere lo sguardo verso il cielo, ma una volta che lo feci, non riuscii a distoglierlo per un bel pezzo. Quell’affare gigantesco aveva oscurato il sole, rimpiango ancora adesso di non avere avuto videocamera digitale, avrei potuto girare un sequel amatoriale di Indipendence Day da mettere su YouTube, o bene, magari un'altra volta.
Lo strano UFO - non mi viene in mente un altro modo per definirlo - aveva una forma stranamente familiare, non saprei dire il perché ma sembrava uscito fuori da Star Wars, era tondo e…Smisi di analizzare l’UFO quando mi accorsi che si era fermato proprio sopra il centro cittadino, vale a dire cioè dove stavo io, la strana signora con il cane, una vastissima serie di disgraziati fermi nel traffico con le loro auto e, proprio di fronte al bar di Stan, dall’altro lato della strada, il palazzo più alto della città, il grattacielo della Babel Inc. la quale considerevole altezza (circa 60 piani in totale), impediva all’astronave di procedere. Mi accorsi di essere un pochino in apprensione, mi chiesi, visto che il mostro volante arrivava come quota solo all’altezza del 30° piano di quell’edificio, come diavolo avrebbe fatto a procedere oltre, forze avrebbe semplicemente svoltato a sinistra o a destra…Non svoltò. Dopo qualche minuto quello che sembrava essere un missile venne sparato dalla parte anteriore dell’astronave e colpì in pieno il grattacielo della Babel Inc.
Ricordo con precisione i grossi pezzi di vetro e le macerie che caddero e colpirono diverse automobili e la gente che scappava urlando, in seguito avremmo visto gli occupanti dei primi 29 piani uscire in strada come una massa informe di formiche. A conti fatti l’esplosione non fu particolarmente grande, evidentemente era solo un piccolo aperitivo - ironia da barman - forse e dico forse c’era ancora speranza per i disgraziati che stavano in quel piano.
Il nuovo nemico si stava preparando ad attaccare nuovamente e stavolta, sono sicuro, non ci sarebbero state repliche, poi avvenne qualcosa di totalmente inatteso (ancora adesso faccio fatica a crederci), un altro oggetto volante, infinitamente più piccolo del precedente, sbucò dalla direzione opposta e cominciò a volargli intorno e a sparargli contro.

Il piccolo oggetto, che sembrava un aeroplano ad elica, stava tenendo testa al gigante di ferro mentre questi tentava disperatamente di colpirlo rispondendo al fuoco con delle torrette mitragliatrici, o almeno con ciò che immaginavo che fossero, che vennero tutte distrutte dall’eroico aeroplanino. Il fratello malriuscito della Death Star lanciò allora diversi missili a ricerca di calore che cominciarono a seguire il piccolo velivolo ovunque andasse ed è a questo punto che le cose si fecero incredibilmente fighe! Come dicevo i missili stavano rincorrendo l’aeroplano, per questo intuii che erano a ricerca di calore - proprio come nei film - e allora questi ebbe la classica ma funzionale idea di volare in picchiata verso l’astronave stessa e di riguadagnare quota proprio all’ultimo secondo prima di schiantarsi su di essa così, puntuali, i missili colpirono in pieno il bersaglio sbagliato. Le tremende esplosioni che si scatenarono in seguito fecero tremare tutta la città, l’ormai relitto di quel gigantesco MnM volante stava precipitando in direzione del mare mentre il piccolo eroico aeroplanino piroettava in cielo in segno di vittoria, poi si allontanò e tutti noi ci lasciammo andare in grida di gioia e applausi, bene, non proprio tutti, la vecchia signora con il barboncino era seria, quasi priva di emozioni, i suoi occhi si fecero rossi e brillanti, dopodichè iniziò a correre come una forsennata verso il mare, chissà che diavolo le era preso? Poco dopo avvennero una serie di altri fatti inusuali, come se non ne fossero avvenuti a sufficienza, uno strano e velocissimo vento di colore blu attraversò velocemente il quartiere, a detta di molti si sarebbe diretto verso anche lui verso il mare, inoltre si percepii un’altra scossa di terremoto, come se fosse esploso qualcosa di grosso, sempre nella stessa direzione. Molti dei presenti sostenevano che il mostro non era ancora morto, io mi limitai a preoccuparmi per quella vecchia svitata e il suo barboncino. Infine, avvenne la cosa più singolare, il piccolo oggetto volante che ci aveva salvato tutti fece ritorno e io non avevo intenzione di lasciarmelo scappare, rientrai in fretta nel bar dove trovai Stan e tutti gli altri camerieri nascosti sotto i tavoli e pietrificati dal terrore, gli scemi si erano persi la più grande battaglia spaziale di sempre, comunque non avevo tempo per deriderli così chiesi velocemente al vecchio Stan se poteva prestarmi il binocolo di quando faceva lo scout per l’esercito durante la prima guerra del Golfo, me lo feci dare e poi corsi subito fuori. Feci appena in tempo per vedere la parte migliore del film: scoprii che il nostro piccolo salvatore si trattava di un biplano - fui un po’ deluso, mi aspettavo perlomeno un X-Wing -  e dentro c’erano due persone, o ciò che inizialmente credevo fossero persone, in realtà non riuscii a inquadrarli bene, il binocolo militare era potente e preciso ma l’aero era rapido, tuttavia sono abbastanza sicuro che non fossero umani: nel posto del pilota c’era seduto un curioso essere dal colore giallo mentre in quello nel posto da passeggero…Diedi una strofinata alle lenti del binocolo e ricontrollai meglio, il secondo essere, di colore rosso, non era seduto nell’aereo, era in piedi sulle sue ali, in perfetto equilibrio, al centro.
Non appena furono abbastanza vicini al grattacielo, il tizio rosso si lanciò verso di esso più o meno all’altezza del 30° piano, dove era stato lanciato il primo missile e sfondò, proprio così, sfondò il muro di vetro con enorme facilità dopodichè scomparve per alcuni minuti. Nel frattempo ci fù un'altra scossa d’assestamento, più forte della precedente, non sapevamo allora che sarebbe stata l’ultima, per cui eravamo spaventati. Poco dopo, riapparve il piccolo essere forzuto da una finestra di almeno dieci piani più in basso e si tuffò dalla suddetta atterrando proprio sul biplano pilotato dall’altra creatura che era rimasto a gironzolare li attorno in sua attesa e poi entrambi si allontanarono.

Non li avremmo più visti.

Erano quasi le 12:00 e finalmente si fecero vedere la polizia e i pompieri, saranno rimasti bloccati nel traffico, pensai, prima di loro giunse ovviamente la televisione con il suo esercito di cameraman e di speaker. Nessuno si interessò a me o al bar, già mi immaginavo il vecchio Stan brontolare perché oggi non ci sarebbero stati clienti, meglio così, pensai, avevo un giorno libero. Un sacco di gente si stava letteralmente azzuffando per poter dire la sua in televisione, probabilmente anche idioti che non avevano visto nulla si stavano mettendo in mezzo, per cui non diedero troppa attenzione al fatto che un gruppetto di 5 persone assai malconce era appena uscito dall’edificio della Babel Inc.
Il fatto di essere ignorati dai Mass Media non diede loro fastidio, credo che fossero semplicemente contenti di essere vivi e la cosa mi mise di buon umore.

A un certo punto, un vento assai familiare si fece risentire, perché diavolo non avevo una videocamera?






Lunedì, ore 11:30, zona portuale



Avendo dedicato gli ultimi 30 anni della mia esistenza all’accattonaggio, a mendicare e ai più ingrati lavori da scaricatore di porto, la vita per me non aveva più segreti  -  faceva schifo e tanti saluti, ma in qualche modo si tirava avanti - o almeno così credevo.. Nella mie giornate non avevo molti passatempi, ogni tanto pescavo mentre altre volte, come in questo caso, me ne stavo semplicemente seduto sul molo ad osservare il mare assieme alla mia gatta Geena che è vecchia quasi quanto me ma è ancora piuttosto arzilla quando deve cacciare i topi, insomma per farla breve, me ne stavo tranquillo seduto sul molo quando quest’affare dannatamente grosso e in fiamme sbucò fuori dal nulla e cadde in mare aperto provocando un’onda anomala di almeno 20 metri. L’oggetto doveva essere molto grosso, fatto sta che mi ritrovai inzuppato fino al midollo, Geena invece si era già allontanata per inseguire un ratto, da queste parti ne è pieno. Devo dire che non fu quel grosso affare di per se a stupirmi più di tanto - avevo visto cadere le bombe in Vietnam -  quanto il fatto che dalle sue macerie galleggianti, mi venisse un colpo secco, uscì fuori un qualcosa di più piccolo sempre di forma tonda, non saprei dire esattamente cosa perché la mia vista non era più quella di una volta, che si mosse in volo inizialmente un po’ barcollando poi riacquistando vigore. Avrei voluto seguirlo con lo sguardo ma fui distratto da una strana gentildonna impellicciata e con cane a seguito che mi chiese l’ora per poi andarsene via. Cosa diavolo ci fa una donna di classe come lei in un postaccio puzzolente come questo, mi chiesi. Dopo alcuni minuti passati a cercare quel coso volante e il mio stupido gatto per tutta la zona portuale, mi ritrovai ad assistere ad un altro singolare spettacolo - davvero troppo per un solo giorno da sopportare - scorsi uno strano essere dal colore rosso al centro della piazza con la vecchia fontana arrugginita, inizialmente pensai si trattasse di un bambino ma il calibrato timbro di voce che usò per salutarmi mi fece cambiare idea, forse era un nano, non so, i miei occhi non erano più quelli di una volta.
Chiacchierammo per un paio di minuti seduti su una panchina, mi disse che era appena giunto in città inseguendo due suoi amici e un gigantesco velivolo che, a detta sua, era pilotato da un folle scienziato a forma d’uovo. Il piccolo essere si dimostrò molto paziente con questo povero vecchio nonostante abbia sicuramente notato la mia espressione da scettico, mi disse infine che aveva visto il suddetto velivolo precipitare in mare e di aver dato un occhiata nei dintorni in cerca di quel tizio.
Doveva essere quel piccolo oggetto volante, pensai, ecco poi spuntare fuori un aeroplano ad elica - erano anni che non ne vedevo uno -  il mio amico di chiacchiere mi salutò dopodichè con una serie piuttosto stupefacente di salti da baracca in baracca, si aggrappò alla coda dell’aero e non lo avrei più rivisto.



I giovani d’oggi, rimuginai tra me e me, poi mi rimisi in cerca della gatta; a un tratto un vento fortissimo mi sfiorò di colpo, quasi mi venne un accidente e poi una gigantesca esplosione si portò via mezzo quartiere o almeno così mi sembrò quando mi risvegliai dallo shock subito e se non mi fossi trovato nella piazza sarei senz’altro stato schiacciato dalle macerie della zona nord.
Tentai di farmi strada tra i vecchi magazzini distrutti quando quello strano vento mi ripassò davanti con una maggiore intensità rispetto alla volta scorsa, ricordo infatti che dovetti chiudere gli occhi per evitare che lacrimassero.

Quando li riaprì si era creato un sentiero tra le macerie e Geena si stava strusciando sulle mie gambe. Uno strano sogno o un miracolo, pensai.





Lunedì, ore 11:35, zona portuale nord, magazzino abbandonato



Quello stupido ratto si illudeva forse che mi sarebbe scappato, Ha! Non sapeva con chi aveva a che fare l’amico, in tutta la mia onorata carriera di felino non mi era mai scappato un solo roditore e non avevo certo intenzione di farmelo scappare proprio ora. Lo vidi infilarsi dentro quel vecchio magazzino in disuso - come lo era un po’ tutta la zona del resto - nella vana speranza di sfuggirmi, mi precipitai dentro e gli fui addosso poco dopo, mi appostai dietro un vecchio mobile e cominciai a gustarmi il frutto delle mie fatiche. Avevo appena cominciato a divorarmelo quando…Una delle finestre del magazzino si ruppe e uno strano tizio baffuto e a forma d’uovo su una sorta di navicella volante monoposto si ritrovò all’interno del magazzino. Lo strano personaggio pareva agitato e continuava insistentemente a guardare il suo orologio da polso, pareva che stesse aspettando qualcuno e che quel qualcuno fosse in ritardo; poi qualcuno arrivò, una strana vecchia megera impellicciata con un disgustoso ratto troppo cresciuto al guinzaglio e con gli occhi di uno strano rosso acceso. I due si guardarono per qualche secondo, poi il tizio volante sorrise e disse qualcosa del genere:

“Il countdown è appena terminato, mostra la tua vera forma Egg Destroyer!”

L’orrenda vecchiaccia cominciò a mutarsi in qualcosa di veramente grosso e mostruoso, la sua pelle divenne metallica, le sue braccia si mutarono in bocche di cannone, le gambe in cingolati e la sua pantegana da compagnia divenne la sua nuova testa, in definitiva era un gigantesco carro armato a forma d’uovo con due cannoni ai lati e una testa apribile nella quale si posizionò al suo interno la navicella del ciccione ridanciano.
Continuai a rimanere nascosta dietro il mobile sperando di non essere vista, poi successe qualcosa, una anomala tromba d’aria di colore blu si abbattè sull’ Egg Destroyer che fu preso dal panico tanto che cominciò a lanciare bombe alla cieca dalle sue braccia nella speranza di centrarlo…Centrò tutto il quartiere.

Mi risvegliai sotto un cumulo di macerie, non so bene per quanto tempo avevo dormito, quando poi mi resi conto di essere rimasta intrappolata cominciai a miagolare disperatamente nella speranza che il mio vecchio padrone mi ritrovasse, bene, qualcuno accorse in mio aiuto ma non era certo lui. Ciò che sembrava essere una forte brezza d’aria mi liberò dalle macerie e potei quindi alzarmi sulle zampe, mi guardai intorno e riconobbi quelli che dovevano essere i resti dell’Egg Destroyer - assieme ai resti dell’intera zona nord - ma nessuna traccia dell’uovo umano, doveva essersela filata in qualche modo.. In seguito una voce amichevole mi chiese se stavo bene, gli risposi miagolando, ricevetti in cambio un sorriso.


Poi lo strano e amichevole riccio blu scomparve nel nulla.

  
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