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Autore: fers94    25/05/2014    1 recensioni
Hanna e Caleb, due anni dopo essersi visti l'ultima volta a Ravenswood ed essersi lasciati andare pur consapevoli di amarsi ancora, si rincontrano per uno scherzo del destino alla NYU. Molte cose sono cambiate da allora, ma i sentimenti sembrano essere sempre gli stessi per entrambi. Quali saranno le loro reazioni quando si ritroveranno?
«No, non è troppo tardi, Hanna. Vivi di me e lascia che io viva di te. So che non è facile, ed io non pretendo tutto e subito, ma... Ma vale la pena tentare. Per noi, vale la pena. Dopo tutto quello che abbiamo passato...»
[Si ringrazia Gloria Bennet per il banner]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashley Marin, Caleb Rivers, Hanna Marin, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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15. You are the only place for me
 
 
"So close to midnight, under the streetlights, leaving behind what I don't need. I walk like a blind man, and my eyes are open, and you are the only place for me. Won't you hold on just for a while? Please don't give up on me tonight."
[Get To You - James Morrison]
 
 
Hanna lesse il messaggio di Caleb ma non rispose. Tornò nella sua stanza in lacrime, e Brit se ne accorse.
«Hey, che ti prende? Che è successo?» fece la ragazza, avvicinandosi ad Hanna.
Hanna non disse nulla, ma pianse. Non le sembrava possibile il fatto che Caleb si stesse davvero frequentando con Molly, ma allora perché quella ragazza stava uscendo dalla sua stanza? Cosa ci era andata a fare dopo che il venerdì prima aveva "socializzato" con Caleb? Forse quello che Hanna aveva evitato che succedesse quel venerdì, era già successo prima, o forse dopo, magari mentre Caleb era perfettamente sobrio. La ragazza si lasciò divorare da tutti quei brutti pensieri, mentre rifletteva sul fatto che lei non era affatto nella posizione né per essere gelosa, né per pretendere che Caleb la aspettasse, quando lei stava ancora con Dave. Eppure tutta quella situazione era come se l'avesse scottata, profondamente, e il dolore che sentiva era forte, tremendo. Perché era perdutamente innamorata di lui. E lo sapeva benissimo. Ed in quel momento, la sua stessa reazione gliene diede la definitiva conferma.
A freddo, però, pensò anche che non li aveva colti in atteggiamenti intimi, che erano entrambi vestiti da capo a piedi, che Caleb non fosse davvero quel tipo di ragazzo. E che lei volesse andare a fondo alla questione. D'improvviso allora, si alzò. Hanna era così, impulsiva. Qualche minuto prima era fuggita da Caleb, lasciandosi condizionare dallo stupido sorrisetto di Molly, ora invece stava tornando da lui, perché lui meritava di poter spiegare. E perché sì, lo amava.
«Dove vai?» soggiunse Brit, confusa dagli atteggiamenti di Hanna.
«Brit, non è niente di grave, ma devo risolvere una faccenda.» rispose lei, dirigendosi verso la porta.
«Si tratta di Dave?»
Hanna sospirò e si voltò prima di aprire la porta.
«Si tratta di me.» rispose semplicemente, prima di andare via.


Hanna si chiuse la porta alle spalle e corse nuovamente verso la stanza di Caleb, asciugandosi le lacrime in quel mentre.
Ma lo trovò ben prima della sua stanza.
Si incontrarono per il corridoio, a metà strada, perché anche Caleb stava venendo da Hanna.
«Hanna... Dove stai andando?» fece lui, afferrandola per un braccio, sorpreso di trovarla nel bel mezzo del corridoio e non nella sua stanza.
«Stavo venendo da te. Voglio capire cosa è davvero successo con Molly.» ammise lei, fermandosi e guardandolo negli occhi.
«Hanna, davvero, quando Molly ha bussato, io ho aperto solo perché pensavo che fossi tu... Lei poi ha insistito per entrare, ma... Ma una volta entrata le ho detto che non mi interessa e lei mi ha mandato a quel paese... E quando ho aperto la porta era per farla uscire, credimi, io... Io voglio solo te, Hanna. Non può interessarmi né Molly né nessun altra se non te, hai capito? Non voglio che pensi qualcosa di sbagliato... Ti sto dicendo la verità, te lo giuro...»
Hanna si morse un labbro, quindi rispose.
«Caleb, io so di non essere in diritto di chiedere delle spiegazioni, e non posso pretendere niente da te. Anche perché sono io quella che sta con un'altra persona, non tu...»
«È per questo che ti sto dicendo la verità. Hanna, io sono qui per te e...»
Caleb, a questo punto, si avvicinò di più ad Hanna ed abbassò la voce, dato che erano per i corridoi.
«E ti amo.» le sussurrò quindi in un orecchio.
Hanna, a quelle parole, chiuse gli occhi e sentì un brivido percorrerle tutta la spina dorsale. Caleb tornò a guardarla negli occhi, dunque continuò.
«Mi piacerebbe sapere cosa ti ha portata fino alla mia stanza dopo che hai passato non so più quanto tempo cercando di evitarmi... Beh, a parte l'emergenza della mia sbornia e gli auguri di compleanno di questa mattina, certo...» sorrise, facendo spallucce.
Hanna scosse la testa, lasciandosi sfuggire un sorriso.
«Volevo solo stare un po' con te visto che è il tuo compleanno...» mormorò allora.
Caleb sorrise ancora di più, senza dire nulla. Prese le mani di Hanna ed iniziò a giocarci.
«Sempre che tu voglia...» aggiunse lei, guardando le loro mani unite.
Caleb rise e l'abbracciò forte. Hanna ricambiò, mandando al diavolo il loro stupido malinteso su Molly ed anche il fatto che chiunque sarebbe potuto uscire da una qualsiasi porta e vederli, compresi tutti gli amici di Dave, dato anche il fatto che lei e Caleb si trovassero in uno dei corridoi dello scompartimento maschile. Non le importava di nulla.
«Grazie per avermi creduto...» le sussurrò lui in un orecchio.
Ed Hanna, lì con Caleb, si sentì nell'esatto posto in cui sarebbe dovuta stare.
«Allora... Ci stai per una passeggiata per le strade di New York? Mi dispiace ma non ho il regalo...» fece dunque lei, tirandosi lentamente via dalla dolce stretta di Caleb.
«Sei tu il regalo più bello che potessi ricevere.» sorrise lui.
Hanna roteò gli occhi e sorrise imbarazzata, quindi i due uscirono dalla NYU.


Hanna e Caleb ripercorsero le vie di Times Square, parlando di tutto e di niente, quindi si fece l'ora di cena. Hanna aveva appuntamento con Dave, ma disdì senza dare troppe spiegazioni. Voleva stare con Caleb. E non solo perché era il suo compleanno.
«So dove portarti a cena.» sorrise Hanna.
«Ah sì? E dove?» chiese Caleb, curioso.
«Ti sorprenderò.»
Caleb scosse la testa, ridendo, e seguì Hanna finché non arrivarono davanti al negozio di M&M's più grande del mondo, lì, a New York. Caleb le adorava, ed Hanna lo sapeva meglio di chiunque altro.
«Okay, dimmi che non è un sogno!» esordì Caleb, guardando dalle vetrine i milioni di confetti colorati esposti all'interno del negozio.
«Oh, no che non è un sogno... Cosa c'è di meglio di una cena a base di M&M's?» sorrise Hanna.
«Considerato il fatto che tale cena è in tua compagnia, direi che è davvero il massimo!»
Hanna arrossì ed i due entrarono all'interno del maxistore. C'erano M&M's ovunque, di ogni colore. Caleb sembrava un bambino per com'era impazzito di gioia. Comprarono un paio di pacchetti accuratamente selezionati dai gusti di Caleb, quindi uscirono. Mangiarono camminando per strada, mentre Hanna si improvvisava guida turistica per Caleb. Arrivarono fino a Central Park, dove si sedettero su una panchina.
«Posso farti una domanda?» fece Caleb, mangiando l'ultima delle sue M&M's.
Hanna sapeva che stava per chiederle qualcosa di meno innocente rispetto alle curiosità su New York o le considerazioni sui gusti delle M&M's, ma sapeva che prima o poi sarebbe arrivato quel momento, quindi annuì. Caleb fece un bel respiro e continuò.
«Stasera sei qui con me solo perché è il mio compleanno e non vuoi che lo passi da solo? Sei sempre convinta di volermi evitare e far finta che io sia solo il semplice assistente del tuo insegnante?»
Hanna si morse un labbro, e finalmente scelse di essere sincera. Con lui e con se stessa.
«No. Io... Io sono stata un'idiota negli ultimi giorni, Caleb. La verità è che... La verità è che mi va di stare con te, e non parlo solo di stasera. Mi va di trascorrere davvero del tempo insieme a te. Sai, evitarti mi ha fatto soltanto capire che non era affatto quello che volevo, e... E mi sei mancato. So che ho avuto degli atteggiamenti davvero stupidi nei tuoi confronti e ti chiedo scusa per questo, ma... Ma devi cercare di capirmi, Caleb. Non ho idea di cosa fare in questo preciso momento della mia vita, ma so che quando ti ho visto alla festa con Molly, mi ha dato un fastidio tremendo. E non avrei il diritto di essere gelosa, ma... La verità è questa. Ora puoi tranquillamente dirmi che sono un'idiota, perché avresti perfettamente ragione.» balbettò lei, guardandosi le scarpe per tutto il tempo e giocherellando nervosamente con una molletta per capelli tra le dita.
Caleb sorrise con tenerezza prima di risponderle.
«È tutto okay, Han. Vedi, io non penso affatto che tu sia un'idiota e posso capire come ti senti. Insomma, ho capito che Dave è davvero una brava persona ed immagino che tu non voglia fargli un torto passando del tempo con me anziché con lui. Ma d'altra parte, so anche che se non ci fosse stato lui, tra noi sarebbe probabilmente già tutto tornato al proprio posto. E non lo dico per presunzione. Lo dico perché so che sei innamorata di me così come io lo sono di te. Ma... Beh, non te la senti di fare del male a Dave perché anche se non sei innamorata di lui, gli vuoi bene, perciò non riesci a lasciarlo per me. Ma, Hanna, lo capisco. Ti capisco. Sei una persona buona e ti preoccupi per le persone a cui tieni. Non vuoi fare del male a nessuno. Io ti conosco.»
Hanna sollevò la testa e lo guardò negli occhi.
«Come riesci ad accettare il fatto che io non riesca a lasciare un ragazzo che non amo per stare con te?» chiese dunque, seria.
Caleb sospirò.
«Sono stato io a lasciarti due anni fa, sono stato io a privarmi di te come un perfetto cretino. Ed ora sono disposto ad accettare qualsiasi cosa pur di poterti stare accanto, compreso tutto questo casino con Dave. Io ho fatto un grande errore quando me ne sono andato da te. È stato l'errore più grande della mia vita, e... Ed ora ne sto pagando le conseguenze. Ma non posso lamentarmi, perché adesso tu sei qui con me, e... E quando te la sentirai di riprovare a ricostruire una storia con me, se te la sentirai, io sarò qui, sarò sempre qui per te. Non ti chiedo niente. Anzi, forse solo una cosa... Di scegliere quello che davvero ti fa felice e non quello che ti sembra giusto. Ma questo è solo un consiglio.» disse, deciso.
Hanna sospirò profondamente, ma poi sorrise a Caleb. Le sue parole erano sincere e piene di significato. Si sentiva che gli venissero dal cuore. Ed Hanna sentiva anche che l'avrebbe davvero aspettata per tutta la vita, ma non sarebbe stato giusto e lei lo sapeva.
«Ma perché sei così convinto che io sia innamorata di te?» chiese poi, dubbiosa.
Caleb ridacchiò.
«Perché so leggere i tuoi sguardi, i tuoi gesti, il modo in cui parli, in cui ti muovi... Credo di avere imparato qualcosa di te... E sai, non credo che la tua voglia di stare con me sia scaturita dal nulla o da un semplice affetto. Credo sia qualcosa di più forte, considerato anche il fatto che ti spaventava nei confronti del tuo rapporto con Dave a tal punto da aver provato ad evitarmi. Ti ripeto, non è presunzione, è semplicemente quello che penso, e a dirla tutta, ne sono quasi del tutto sicuro.» sorrise lui.
«Sei davvero sempre il solito insolente...» borbottò Hanna, sorridendo.
«Forse. Ma ti sono sempre piaciuto così, perciò...»
A quel punto, entrambi risero. Hanna si alzò poi dalla panchina, e Caleb la guardò confuso.
«Ti porto da un'altra parte.» annunciò lei, decisa.
«Ovviamente non posso chiedere dove...»
«Esatto, andiamo.»
Ed i due, distrattamente, riprendendo a camminare, si presero per mano.
   
 
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