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Autore: YOUSHOULDLETMEBE    26/05/2014    1 recensioni
Le cinque protagoniste di Pretty little liars diventano le cinque protagoniste di Divergent.
***
Dal testo: «Io e te saremo sempre un porto sicuro in cui approdare, per quanto agitato possa essere il mare.»
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hanna Marin
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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POV SPENCER

 
«Hai pulito la tua camera?» Faccio un cenno di assenso verso mia madre, che se ne sta seduta accanto al tavolo con un giornale in mano «Ti fermi in biblioteca dopo scuola?» Il suo sguardo non si solleva per un solo istante dalla carta grigia nelle sue mani, scuoto la testa e finalmente lei mi guarda, con aria contrariata.
Vorrei poterle spiegare che ho bisogno di tempo da sola per decidere cosa farò alla cerimonia della scelta domani, vorrei poterle dire di darmi un po’ di tranquillità, vorrei, vorrei, vorrei… Eppure non faccio nulla, mi sporgo verso la porta ignorando il suo comportamento e la saluto prima di uscire all’aria aperta, immersa tra i palazzi con le pareti a specchio e i completi blu.
Aggiusto lo zaino blu sulle spalle coperte di tessuto blu sopra un pantalone blu e delle scarpe blu, sospiro esasperata, non è mai stato il mio colore.
«Hastings» Andrew mi raggiunge correndo, si ferma accanto a me con un po’ di affanno.
«Campbell» sorrido in modo evidentemente forzato, ma lui ignora il gesto.
«Emozionata?» Mi fa «Perché dovrei?» rispondo secca. Mi guarda con aria sconcertata ma poi il suo sguardo s’illumina perché sa che adesso inizierà a parlare di sieri e di tante cose che a lui importano, ma a me no.
«Beh, oggi potrai provare sulla tua pelle il siero delle simulazioni!» Sembra eccitato. Noi eruditi siamo gli unici a sapere cosa ci aspetterà durante il test, piccolo vantaggio per averlo inventato.
«So che funziona…» Rispondo annoiata. Conosco Andrew da sempre, ma non sono mai stata davvero sua amica, sto con lui solo per non stare da sola.
«Beh, io invece non vedo l’ora!» alzo le spalle alla sua affermazione.
Mi vedo ad affrontare un futuro da erudita, a passare la vita al fianco di Andrew e dei nostri bambini eruditi, tutti vestiti di blu. Immagino di vedere nel loro sguardo la stessa luce che adesso vedo in quello di Andrew. Rabbrividisco.
Di certo non passerò la vita qui dentro, sono anni che aspetto la cerimonia della scelta per poter andare finalmente via, e alla fine, anche se non lo do a vedere, sono un po’ emozionata anch’io per il test di oggi.
So che lascerò gli eruditi, ma non so dove andrò, e oggi, il test me lo dirà.
Raggiungiamo la collinetta verde prima della scuola passando accanto ai binari del treno, che tra pochi minuti faranno un rumore stridulo.
Ci avviciniamo alla massa di studenti di tutte le fazioni e sorrido all’idea che solo qui potremo mai stare così mischiati tra noi, e questo è l’ultimo giorno che passerò in questo posto.
Ci sistemiamo vicino ad un gruppetto di eruditi che parlano delle componenti del liquido che ingeriremo oggi per attivare la simulazione.
Gli occhi di Andrew non smettono di brillare quando origlia mentre qualche pacifico allegro ci circonda saltellante.
Lui sembra spazientirsi ma io mi ritrovo a soffocare una risatina per quanto sembra ridicolo.
Oggi non risulterò pacifica mi dico e ci credo all’istante.
La campanella suona e come al solito gli eruditi sono i primi ad entrare, Andrew mi spintona tra i muri bianchi rovinati.
«Ci vediamo dopo» Dice sorridente prima di andare verso la sua classe con la frenetica voglia di imparare.
«Si spera di no» sussurro, certa che nessuno possa sentirmi tra la confusione.
**
Quando l’ultima campanella suona mi affretto ad uscire per prima e corro verso la mensa, sperando di non incontrare Andrew.
Raggiungo il tavolo degli eruditi pieno di una decina di persone che continuano a moltiplicarsi.
Mi nascondo tra le stoffe blu per non farmi vedere e quando Andrew attraversa le porte della mensa cercandomi sono felice di scoprire che non mi vede.
Aspetto per poco prima che un’altra erudita mi chiami e mi alzo silenziosa tra la folla confusionaria.
Passo davanti al mio amico leggendo un’espressione sorpresa sul suo volto.
La donna bionda mi spinge verso la stanza numero quattro
 E mi lascia in compagnia di un abnegante di nome Malcom. Mi tende la mano presentandosi ed io la stringo «Spencer Hastings» dico mentre la stringo per poi sedermi sulla sedia grigia e prendere il bicchierino dalle sue mani, come se l’avessi fatto un milione di volte.
Mi metto comoda e chiudo gli occhi, sapendo che quando li riaprirò non sarò più nella stessa stanza ma in un luogo completamente diverso dove sarà deciso il mio destino.
Apro gli occhi di nuovo e come previsto non sono più nello stesso posto. La stanza è molto simile a quella precedente, ma con specchi ovunque e del tutto vuota.
«Scegli» mi ordina una voce, la riconosco, è quella della capofazione degli eruditi.
Due ciotole di pietra mi appaiono davanti, in una c’è un pugnale e nell’altra una fetta di carne.
Dopo qualche attimo di esitazione afferro il pugnale nell’istante stesso in cui le ciotole scompaiono.
Sento ringhiare e vedo un lupo correre famelico verso la mia direzione.
Mi scruto il pugnale tra le mani. Potrei ucciderlo, potrei farlo e andrebbe tutto bene.
Lascia perdere me e si dirige verso una bambina dall’aria spaventata, è allora che decido che ucciderlo è l’unica soluzione.
Mi fiondo su di lui con un salto lungo e colpisco il suo stomaco con la lama affilata del pugnale.
Quando si abbatte sul pavimento sporco di sangue mi risveglio sulla mia sedia grigia un po’ spaesata.
L’abnegante mi sorride umilmente «Allora? Cosa sono?» Chiedo impaziente alzandomi dalla sedia «intrepida» mi dice e vado via.
Intrepida. Ripeto sottovoce più e più volte. Non ci avevo mai nemmeno pensato, non mi credevo abbastanza coraggiosa per gli intrepidi, ma a quanto pare lo sono.
Torno in casa e mi intrufolo nella mia camera, nessuno mi ha notato, non sono nemmeno sicura ci sia qualcuno in casa, in realtà.
Raggruppo tutti i libri e le enciclopedie sull’ampia scrivania della mia camera e mi preparo a buttarli via, non ne avrò più bisogno, nel posto in cui sono diretta.

ANGOLO AUTRICE:
Allora, siccome questa storia non sta avendo per niente successo la finirò al più presto pubblicando anche più capitoli al giorno.
In questo modo non la 'arronzerò', sia chiaro.
Ho preso in considerazione l'idea di non concluderla ma l'ho scartata subito perché:
-Mi piace e anche se non piace molto a voi ho davvero voglia di continuare;
-Non sono il tipo che lascia incomplete le cose, mai.
 
   
 
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