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Autore: Harry_Potter992    26/05/2014    2 recensioni
[Sequel di "Qualsiasi cosa tu possa immaginare, è realtà (primo anno)"]
Continuano le avventure di Harry Potter, il Ragazzo che è Sopravvissuto, che non forma più un "magico trio" con Ron e Hermione, bensì un quintetto: durante il suo primo anno a Hogwarts ha stretto amicizia con altre due ragazze, Laura Fancy e Jasmine German.
Cosa aspetta Harry, Ron, Hermione, Jasmine e Laura in questo secondo anno nella Scuola di Magia e Stregoneria più famosa del mondo? Per scoprirlo dovete solo leggere ... perchè anche se questa storia è nata nella mia testa, chi dice che non dovrebbe essere vera?
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Laura e Jasmine: due nomi, una storia '
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Harry sapeva bene che tutto il mistero avrebbe potuto essere risolto il giorno dopo, con la ripresa di Hermione, ma non voleva rinunciare a parlare con Mirtilla. L’occasione si presentò a metà mattina, quando riuscirono a convincere Allock a non accompagnarli alla lezione successiva. Ma, mentre si avviavano al bagno, incontrarono la McGranitt.                                                                              
- Potter! Weasley! Fancy! German! Cosa state facendo?                              
- Stavamo … stavamo … - balbettò Ron. - Stavamo andando …           
- … a trovare Hermione - si affrettò a concludere Harry. - Sono secoli che non la vediamo …                                                                                    
- Ma certo - disse la McGranitt, e con grande stupore di Harry nei suoi occhi spuntò una lacrima. - Certo, mi rendo conto che chi ha sofferto di più sono gli amici dei ragazzi che sono stati … Capisco benissimo. Dirò io al professor Ruf che siete andati in infermeria.     
Mentre i ragazzi si allontanavano, la udirono soffiarsi il naso.                  
- Povera, l’abbiamo fatta commuovere - disse Laura.                           
- E’ la panzana migliore che potevi inventarti - fece Ron a Harry.     
Ora non avevano scelta: dovevano andare in infermeria.                         
- Chissà se ha visto chi l’ha aggredita? - disse Ron fissando tristemente il volto rigido di Hermione, così come Laura e Jasmine.
Ma Harry stava guardando la sua mano destra, in cui era appallottolato un pezzo di carta. Lo indicò agli amici e, dopo vari tentativi, riuscì a sfilarglielo di mano.                                                          

Dei molti animali che popolano la nostra terra, nessuno è più micidiale del Basilisco. Questo serpente vive centinaia di anni e uccide sia con le zanne, le quali contengono un potente veleno, che con lo sguardo. I ragni fuggono davanti a lui.                                                                                

Sotto c’era scritta una parola, nella calligrafia piccola e stretta di Hermione: Tubazioni.                                                                                                
- Ron, Laura, Jasmine - ansimò Harry - ecco quello che cercavamo. Il mostro nella Camera è un Basilisco … un serpente gigante. Ecco perché sentivo quella voce dappertutto e nessun altro poteva udirla. Perché io capisco il Serpentese. - Li guardò e proseguì: - Il Basilisco uccide le persone con lo sguardo, ma nessuno è morto … perché nessuno l’ha guardato dritto negli occhi. Colin lo ha visto attraverso la macchina fotografica. Justin … Justin deve averlo visto attraverso Nick-Quasi-Senza-Testa! Nick non poteva morire di nuovo … e accanto a Hermione e all’altra ragazza è stato trovato uno specchio. Hermione aveva capito che il mostro era un Basilisco. Di sicuro ha avvertito la prima persona che ha incontrato di non girare un angolo senza prima averci guardato dietro con uno specchio!                                                                                
Ron, Jasmine e Laura se ne stavano lì, a bocca aperta.                         
- Wow - commentò Jasmine in un soffio, stordita per tutte quelle scoperte in una volta sola.                                                                                  
- E Mrs Purr? - chiese Ron.                                                                             
- L’acqua … - disse Harry lentamente. - L’acqua che veniva giù dal gabinetto di Mirtilla. Scommetto che ha visto solo il riflesso …               
- Ma come ha fatto il Basilisco ad arrivare fin qui? - chiese ancora Ron. - Qualcuno avrebbe potuto vederlo …                                                                      
Harry indicò la parola scritta da Hermione. - Tubazioni. Ha usato l’impianto idraulico. La sua voce io l’ho sentita dentro i muri …                       
All’improvviso, Ron afferrò Harry per un braccio.                                 
- L’ingresso alla Camera dei Segreti! E se fosse in un gabinetto …?      
- … nel gabinetto di Mirtilla - completò Harry.                                         
Laura e Jasmine spostarono lo sguardo dall’uno all’altro, e man mano che mettevano insieme i pezzi l’espressione sbalordita sul loro volto lasciava spazio a una di comprensione.                                   
- Penso che non sarei mai riuscita a capire tutte queste cose - disse Laura.                                                                                                  
- Allora non è solo Hermione ad avere i lampi di genio - fece Jasmine. - Solo noi due non li abbiamo mai - aggiunse ridacchiando.     
Decisero di andare nella sala professori per raccontare tutto alla McGranitt. Ma non c’era nessuno. Dopo un po’ si udì la sua voce rimbombare nei corridoi, amplificata per magia.                                              
- Tutti gli studenti tornino immediatamente nei loro dormitori.               
- Oh, no - mormorò Jasmine, guardando gli amici spaventata.          
- Non dirmi che … - disse Laura. - Non dirmi che qualcun altro …       
- Entriamo là dentro - Harry indicò un armadio. - Sentiamo di che si tratta. Poi diremo quello che abbiamo scoperto.                                 
- Ma … se ci scoprono? - fece Jasmine. - E poi cosa facciamo … saltiamo fuori così all’improvviso dall’armadio e raccontiamo tutto?
La trascinarono dentro l’armadio giusto in tempo per celarsi alla vista dei professori che entravano. La McGranitt parlò: - E’ accaduto l’inevitabile. Una studentessa è stata rapita. Il mostro l’ha portata nella Camera.                                                                          
Gli insegnanti ammutolirono. Lei proseguì: - L’erede di Serpeverde ha lasciato un altro messaggio. Proprio sotto al primo. Il suo scheletro giacerà nella Camera, per sempre.                        
Vitious scoppiò in lacrime. Madama Bumb chiese: - Chi è la ragazza?                                                                                                               
- Ginny Weasley.                                                                                         
Al suo fianco, Harry sentì Ron afflosciarsi lungo la parete dell’armadio. Laura e Jasmine lo guardarono spaventate e Jasmine tentò di sorreggerlo, con poco successo.                                         
La porta si aprì e comparve Allock. - Scusate, mi ero addormentato … che cosa mi sono perso?                                                     
- Una ragazza è stata rapita dal mostro ed è stata portata nella Camera dei Segreti - spiegò Piton. - E’ venuto il tuo momento.              
Allock impallidì.                                                                                              
- Non sei tu che ieri sera dicevi di aver sempre saputo quale fosse l’ingresso della Camera? - intervenne la Sprite.                                                   
- Ah, sì? Non ricordo …                                                                               
- Io ricordo con certezza che hai detto che ti dispiaceva di non aver potuto dare una lezione al mostro prima che Hagrid venisse arrestato - disse Piton.
- Ma io … io non ho mai … Forse avete capito male …                         
- Lasciamo la cosa nelle tue mani, Gilderoy - disse la McGranitt. - Stanotte sarà il momento ideale per intervenire.                                             
Allock si guardò intorno disperato, ma nessuno gli venne in aiuto. - Mo-molto bene. Va-vado nel mio studio a … a pre-e-pararmi.             
- E con questo ce lo siamo levato dai piedi - disse la McGranitt quando se ne fu andato. - I direttori delle Case devono informare gli studenti che l’Espresso di Hogwarts li riporterà a casa domani.       
Per Harry quello fu forse il giorno peggiore della sua vita. Insieme a Laura, Jasmine, Ron, Fred e George se ne rimase seduto in un angolo della sala comune; i sei ragazzi non riuscivano a scambiarsi neanche una parola. Quel pomeriggio sembrò interminabile, e quando Fred e George furono andati a letto, Ron si rivolse agli amici: - Lei sapeva qualcosa. Per questo è stata rapita. Non si trattava di Percy: aveva scoperto qualcosa sulla Camera.
Dopo qualche attimo di silenzio, continuò: - Pensate che ci sia qualche probabilità che Ginny non sia … capito, no …?                       
Harry non sapeva cosa rispondere. Non vedeva come Ginny potesse essere ancora viva. Laura e Jasmine si guardarono irrequiete e borbottarono qualche rassicurazione.                                    
- Sapete una cosa? - fece Ron. - Credo che dovremmo andare da Allock e dirgli quello che sappiamo.                                                                           
I tre amici si dissero d’accordo. Quando bussarono all’ufficio di Allock, la porta venne socchiusa e dall’interno sentirono la sua voce: - Oh … signor Potter, signor Weasley, signorina German e signorina Fancy …sono un po’ indaffarato,se volete fare in fretta…       
Li fece entrare e, con loro grande stupore, videro che la roba di Allock era ammonticchiata tutta in due grandi bauli.                                
- Sta andando da qualche parte? - chiese Harry.                                                  
- Ehm … beh … sì. Una chiamata urgente … devo andare …                       
- E mia sorella? - fece Ron brusco.                                                               
- Ah, sì…una vera disgrazia. Nessuno se ne rammarica più di me …                                    
- Ma lei è l’insegnante di Difesa contro le Arti Oscure! - esclamò Harry. - Non può andarsene ora! E se la sta squagliando dopo tutto quello che dice di aver fatto nei suoi libri?                                                   
- Mio caro ragazzo - disse Allock, raddrizzandosi e fissandolo. - Un po’ di buon senso. I miei libri non avrebbero venduto neanche la metà se la gente non avesse pensato che a fare quelle cose ero stato io.                                                                                                      
- E così si è preso il merito di quello che altri hanno fatto? - chiese Harry, sempre più incredulo.                                                                         
Allock scosse la testa. - Harry, Harry. Non è così semplice. Non ho mica lavorato poco, sai? Ho dovuto andare a scovare quelle persone. Chiedere loro come erano riuscite a compiere le loro imprese. Poi ho dovuto fare un Incantesimo di Memoria perché non ricordassero più quello che avevano fatto. Se c’è una cosa di cui vado fiero, è proprio il mio Incantesimo di Memoria.                          
Tirò fuori la bacchetta e la puntò contro i ragazzi.                                     
- Spiacente, miei cari, ma anche a voi dovrò farne uno. Non posso permettere che ve ne andiate in giro a spiattellare i miei segreti.
Harry riuscì a prendere la propria bacchetta appena in tempo e a gridare: - Expelliarmus!                            
Allock fu scaraventato all’indietro. Ron afferrò la sua bacchetta e la buttò fuori dalla finestra.                                                                       
- Cosa volete che faccia? - chiese Allock debolmente. - Ignoro dove si trovi la Camera dei Segreti. Non posso fare niente.                         
Harry lo costrinse ad alzarsi. - E’ fortunato. Noi pensiamo di sapere dove si trova, e anche quello che c’è dentro. Andiamo!                 
Lo condussero nel bagno di Mirtilla. Quando vide Harry, il fantasma esclamò: - Oh, sei tu! Cosa vuoi, stavolta?                                             
- Chiederti come sei morta - rispose lui.                                                                         
- Ooooh, è stato orribile! Mi ero nascosta perché Olive Hornby mi stava prendendo in giro per via degli occhiali. Poi ho sentito qualcuno entrare. Diceva cose strane, credo che parlasse in un’altra lingua. Era la voce di un ragazzo … così ho aperto la porta per dirgli di andare nel bagno dei maschi, e subito dopo … - La voce di Mirtilla assunse un’aria d’importanza - … sono morta.               
- Ma in che modo?                                                                                                 
- Non lo so. Ricordo solo di aver visto due immensi occhi gialli, proprio lì. - Mirtilla indicò lo scarico di fronte al suo gabinetto e Harry e gli altri vi si precipitarono. Harry vide che su uno dei rubinetti c’era un piccolo serpente.                                                                      
- Dì qualcosa in Serpentese - suggerì Ron.                                                                                  
Harry si concentrò e disse: - Apriti! - Niente. Lo ripeté, e questa volta la parola ebbe un suono diverso: uscì in un sibilo e subito il rubinetto brillò e prese a girare. Il lavandino si mosse e sprofondò, lasciando scoperto un grosso tubo, largo abbastanza da lasciar passare un uomo.
- Io mi ci calo dentro - disse Harry.                                                         
- Vengo con te - disse Ron.                                                                             
Laura e Jasmine rimasero in silenzio. Sembravano spaventate.       
- Beh, mi sembra che di me non ci sia bisogno - intervenne Allock.    
Ma Harry e Ron lo costrinsero ad andare per primo e Allock sparì dentro il tubo. Harry lo seguì. Scivolò per un lungo tratto, finché non atterro sul pavimento di un tunnel buio. Ron schizzò fuori dal tubo, e dopo di lui Jasmine e infine Laura.                                                                                 
- Lumos - bisbigliò Harry alla sua bacchetta. - Se sentite qualcosa muoversi, ricordatevi di chiudere subito gli occhi - raccomandò agli amici, mentre Jasmine si sistemava i capelli che si erano un po’ arruffati durante la discesa.                                                              
Si avviarono. Regnava un silenzio di tomba. Jasmine cercava di non guardarsi troppo intorno temendo che ci fosse il Basilisco con i suoi occhi letali, e si manteneva vigile nel caso questo sbucasse fuori. Laura era al suo fianco e procedeva guardinga, con l’aria di chi era sceso laggiù solo perché costretto.
Ad un tratto videro una grossa pelle di serpente che giaceva arrotolata e vuota sul pavimento. Jasmine storse il naso e Laura diede in un piccolo verso di disgusto.                                                     
- Per la miseria! - esclamò Ron con un filo di voce.                                                                          
Ad Allock si erano piegate le ginocchia.                                                        
- In piedi! - gli intimò Ron. Lui si rialzò e gli si lanciò contro. Quando si raddrizzò, aveva in mano la bacchetta di Ron.                            
- Qui si conclude l’avventura, ragazzi! - esclamò. - Porterò su a scuola un pezzo di questa pelle, dirò che sono arrivato troppo tardi per salvare la ragazza e che voi quattro avete tragicamente perso il senno alla vista del suo corpo straziato. Dite addio ai vostri ricordi!
Alzò la bacchetta e gridò: - Oblivion!                                                                       
La bacchetta esplose. Harry si coprì la testa con le braccia e spiccò una corsa, cercando di schivare i massi che franavano dal soffitto. Si ritrovò solo davanti a una parete di roccia.                                            
- Ron! Laura! Jasmine! State bene?                                                                   
- Siamo qui! - gli giunse la voce di Ron dall’altra parte. - Noi stiamo bene, ma questo verme no … La bacchetta gli ha fatto fare un bel volo.
- Che fortuna … - sentì mormorare Jasmine. - Ci stava per colpire, e … - Deglutì, incapace di continuare.                                                         
- E ora che facciamo? - chiese Laura. - Conoscete un incantesimo per spostare queste rocce? Io no …                                                             
Harry non aveva mai provato a usare la magia per spaccare grosse cose, e non gli sembrava il momento più opportuno per provarci.  
- Voi aspettate qui - disse. - Restate con Allock. Io proseguo. Se non sono di ritorno fra un’ora …                                                                                    
Ci fu una pausa carica di tensione.                                                                
- Ma … - balbettò Laura. - Cosa farai? E se … il mostro …                                  
-Non preoccupatevi-disse Harry con voce tremante. - Me la caverò.                                                                 
- Noi intanto cerchiamo di spostare un po’ di massi - disse Ron, cercando di mantenere ferma la voce.                                                         
- Ci vediamo tra poco - si congedò Harry, e si avviò da solo.               
Ben presto non sentì più il rumore dei massi spostati dagli amici.      
Dopo l’ennesima curva, si trovò di fronte a una parete su cui erano scolpiti due serpenti attorcigliati. Intuì ciò che doveva fare e sibilò: - Apriti. - I serpenti si sciolsero dal groviglio e la parete si aprì. Harry entrò in una sala molto lunga, con pilastri di pietra formati da serpenti avvinghiati.
In quella sala c’era Ginny. Sembrava morta. Ma non poteva essere … E c’era anche Tom Riddle, il ragazzo del diario.             
Raccontò a Harry che Ginny aveva aperto il suo cuore al diario, scrivendoci sopra per mesi e raccontando le sue preoccupazioni. Lui si era alimentato dei suoi segreti più oscuri, che l’avevano reso più forte; abbastanza da cominciare a riversare un po’ nella propria anima in quella di Ginny … e questo voleva dire che era stata Ginny ad aprire la Camera. Lei a scrivere messaggi sulle pareti e ad aizzare il Basilisco contro i Nati Babbani. Poi aveva smesso di fidarsi del diario, aveva cercato di disfarsene e Harry l’aveva trovato.                                                                                             
Harry non voleva credere a quella storia, ma non aveva ancora finito di stupirsi. Venne a sapere che Riddle era Voldemort. Riddle gli spiegò che si era dato un nuovo nome, che al solo pronunciarlo avrebbe fatto tremare i maghi di tutto il mondo. Poi si udì una musica e apparve Fanny, la fenice di Silente, che fece cadere ai piedi di Harry il Cappello Parlante.                                        
Riddle lo schernì per quei miseri doni che gli mandava Silente e, deciso a lottare, richiamò sibilando un enorme serpente: il Basilisco, che iniziò a strisciare verso Harry.                                                                     
La lotta fu breve ma intensa. Fanny accecò il Basilisco con gli artigli, e grazie a una spada tempestata di rubini che era uscita dal Cappello Parlante Harry riuscì a sconfiggere il mostro. Una zanna velenosa, però, gli penetrò nel braccio. Per fortuna Fanny gli curò la ferita grazie alle sue lacrime curative. Poi volò via e ritornò con il diario di Riddle. D’istinto, senza riflettere, Harry ci conficcò dentro la zanna del Basilisco, e Riddle si contorse urlando e poi sparì. 
Era tutto finito. Harry vide che Ginny si stava muovendo. La ragazzina si mise seduta, passò in rassegna ciò che le si presentava davanti agli occhi e rabbrividì; poi le lacrime le rigarono il viso.                                                                                                
- Harry … oh, Harry … ho cercato di dirtelo a colazione, ma non potevo farlo davanti a Percy. Sono stata io, ma t-ti g-giuro che n-non volevo!
- Non ti preoccupare. Ora va tutto bene. Riddle e il Basilisco sono finiti. Vieni, usciamo di qui …                                                                                    
Harry, Ginny e Fanny si avviarono all’uscita. Quando sentì rumore di massi spostati, Harry gridò: - Laura, Ron, Jasmine! Ginny sta bene! E’ qui con me!
Dopo l’ultima curva, scorsero la faccia ansiosa di Ron che sbucava dal grosso varco che erano riusciti ad aprire tra i massi.                         
- Ginny! Sei viva! Non riesco a crederci!                                                  
- Harry! - esclamarono Laura e Jasmine con un piccolo sospiro di sollievo. Poi rivolsero un sorriso a Ginny, che però ancora singhiozzava.
- Vi spiegherò tutto quando saremo usciti da qui - disse Harry, anticipando le domande degli amici.                                                    
Laura guardò Fanny con curiosità. - Che bello! Dove l’hai trovato?    
- E’ Fanny, la fenice di Silente - rispose Harry. Lanciò un’occhiata ad Allock, che canticchiava tra sé e sé.                                                                      
- Ha perso la memoria - spiegò Ron. - Il suo incantesimo ha colpito lui anziché noi. Non ha la più pallida idea di chi sia, di dove si trovi, o di chi siamo noi.
Allock li guardò con aria amabile. - Salve. Strano posto, non vi pare? E voi abitate qui?                                                                                       
- No - rispose Ron, guardando Harry con le sopracciglia alzate.           
Harry scrutò il tubo dal quale erano arrivati. - Come facciamo a risalire?                                                                                                                
Fanny svolazzò davanti a lui, agitando le ali e la coda.                               
- Sembra che ti voglia dire di afferrarla - disse Ron. - Ma sei troppo pesante perché riesca a portarti fin lassù.                                         
- Fanny non è un uccello qualunque - replicò Harry. - Dobbiamo aggrapparci formando una catena.                                                               
Obbedirono, e la fenice si librò in aria, risalendo in volo la tubatura. Harry sentì Allock esclamare: - Straordinario! Sembra una magia! - e un attimo dopo si ritrovarono nel bagno di Mirtilla.   
- Siete vivi - constatò il fantasma con voce inespressiva.                       
- Non c’è bisogno che ti mostri tanto delusa - disse Harry cupo.              
- Oh, beh … stavo giusto pensando … Se tu fossi morto, sarei stata lieta di ospitarti nel mio gabinetto - disse Mirtilla, inargentandosi per l'imbarazzo.
Jasmine e Laura la fissarono con aria perplessa.                                            
- Bleah! - commentò Ron mentre uscivano. - Harry! Credo che Mirtilla sia innamorata di te! Ginny, hai una concorrente!                        
- Oddio - mormorò Jasmine.                                                                         
Ginny non disse nulla, il volto ancora rigato di lacrime.                             
Andarono nell’ufficio della McGranitt, dove c’erano la professoressa, Silente e i signori Weasley. Questi ultimi corsero ad abbracciare la figlia, ringraziando vivamente Harry.                   
Il ragazzo raccontò la loro avventura, precisando infine che Ginny era stata incantata dal diario di Riddle. Poi Silente la mandò in infermeria, chiese alla McGranitt di andare a dare ordini per preparare il banchetto e così Harry, Ron, Laura e Jasmine rimasero soli con lui.
- Mi sembra di ricordare di avervi avvertito che se aveste infranto un’altra volta le regole della scuola avrei dovuto espellervi - cominciò Silente, rivolgendosi a Harry e Ron.                                          
Sebbene non fossero chiamate in causa, perché non avevano guidato una macchina volante all’inizio dell’anno scolastico, Laura e Jasmine guardarono gli amici con apprensione.                                    
- Il che sta a dimostrare che anche i migliori fra noi, a volte, sono costretti a rimangiarsi quello che dicono - proseguì Silente con un sorriso. - Riceverete tutti e quattro un Encomio Speciale per i Servigi resi alla scuola e poi cento punti ciascuno per i Grifondoro.       
Laura sgranò gli occhi e Jasmine fece un debole sorriso, troppo incredula per parlare.                                                                                    
Lo sguardo di Silente si spostò su Allock, che sorrideva stupidamente, e Ron si affrettò a spiegare la situazione. Silente chiese a lui, Laura e Jasmine di accompagnare il professore in infermeria e si ritrovò a tu per tu con Harry.                                            
- Vorrei ringraziarti - gli disse. -Devi avermi dimostrato vera lealtà, giù nella Camera. Solo quella può avere condotto Fanny da te. - Accarezzò la fenice con gesti lenti. - E così hai conosciuto Riddle.      
- Sì … ehm, a questo proposito … Sento delle somiglianze, tra me e lui. Anche se … è strano, io appartengo ai Grifondoro … però il Cappello Parlante mi disse che sarei stato bene tra i Serpeverde. E per un po’ tutti hanno pensato che fossi l’erede di Serpeverde, perché parlo il Serpentese …    
- Harry, tu lo parli perché Voldemort parla Serpentese. La notte in cui ti ha lasciato quella cicatrice ti ha trasmesso alcuni suoi poteri.       
- Voldemort ha messo un pezzetto di sé dentro di me?                                     
Silente annuì. - Ascolta, tu hai molte qualità che Serpeverde apprezzava. Il Serpentese, intraprendenza, determinazione … ma il Cappello ti ha messo nei Grifondoro. Tu sai perché. Pensaci.        
- Gliel’ho chiesto io …                                                                                       
- Appunto. Sono le scelte che facciamo, Harry, che dimostrano quello che siamo veramente, molto più delle nostre capacità. Se vuoi una prova che appartieni a Grifondoro, guarda questo.                         
Gli porse la spada tempestata di rubini e Harry vide che sotto l’elsa era inciso un nome: Godric Grifondoro.                                                 
- Solo un vero Grifondoro avrebbe potuto estrarla dal Cappello - disse Silente. Prese una penna d’oca e dell’inchiostro e aggiunse: - Scendi al banchetto, mentre io scrivo ad Azkaban. E’ urgente che il nostro guardiacaccia ritorni.                                                                  
Harry stava per uscire, ma la porta si aprì con violenza e comparve Lucius Malfoy insieme a … Dobby.                                          
- Allora! - esclamò Malfoy fissando Silente. - E’ tornato.                         
- Vede, Lucius, oggi sono stato contattato dai consiglieri. Avevano sentito dire che la figlia di Arthur Weasley era stata uccisa e hanno voluto che tornassi. E mi hanno raccontato che lei li ha minacciati di fare un maleficio sulle loro famiglie se non acconsentivano a sospendermi dall'incarico.
Malfoy impallidì, ma mantenne il suo ghigno. - Allora, ha preso il colpevole delle aggressioni?                                                                              
- Certo. E’ lo stesso dell’altra volta. Ma stavolta Voldemort ha agito attraverso un’altra persona, servendosi di questo diario.        
- Vedo … - disse Malfoy lentamente.                                                     
Dobby si comportava in modo molto strano: fissava Harry, poi guardava prima il diario e poi Malfoy, colpendosi la testa.                      
D’un tratto Harry capì.
- Non vuole sapere in che modo Ginny Weasley è venuta in possesso del diario, signor Malfoy? - chiese.      
- Come faccio a saperlo? - replicò l’uomo.                                             
- Perché glielo ha dato lei. Al Ghirigoro. L’ha fatto scivolare dentro il suo calderone, non è così?                                                                                     
- Dimostralo! - sibilò Malfoy.                                                                       
- Oh, nessuno è in grado di farlo - intervenne Silente. - Ma le consiglierei di non andare più in giro a distribuire vecchie cose di scuola di Voldemort.
- Ce ne andiamo, Dobby! - intimò Malfoy in tono imperioso.
I due uscirono e di colpo a Harry venne un’idea. - Professor Silente, posso restituire il diario al signor Malfoy? - chiese.                                                       
Silente diede il suo assenso e Harry uscì, si tolse un calzino e ci mise dentro il diario. Poi rincorse Malfoy e glielo infilò a forza tra le mani.
- Ma cosa diavolo …? - Malfoy estrasse il diario dal calzino, che gettò via, poi guardò Harry furibondo.                                                       
- Uno di questi giorni farai la stessa fine dei tuoi genitori. Anche loro erano due stupidi ficcanaso! Vieni, Dobby, andiamo!                            
Ma l’elfo non si mosse. Teneva in mano il calzino di Harry.             
- Il padrone ha dato a Dobby un calzino - disse estasiato. - Il padrone l’ha tirato e Dobby l’ha preso, e così … Dobby è libero.             
Malfoy rimase impietrito. Poi si scagliò contro Harry.                                             
- Per colpa tua ho perso il mio servitore!                                                                            
Ma Dobby esclamò: - Non farà del male a Harry Potter!                                       
Si udì uno scoppio e Malfoy venne scaraventato all’indietro. Si rialzò e, con un ultimo sguardo furioso, scomparve.                                           
- Harry Potter ha liberato Dobby! - strillò l’elfo, felice.                         
- E’ il minimo che potessi fare per te, Dobby. Basta che mi prometti di non cercare mai più di salvarmi la vita.                                   
Dobby fece un ampio sorriso e sparì con uno schiocco.             
Harry aveva partecipato a molti banchetti a Hogwarts, ma nessuno poteva essere paragonato a quello. I festeggiamenti erano appena iniziati, quando Hermione irruppe in Sala Grande e gli corse incontro gridando: - Ce l’hai fatta! Ce l’hai fatta!                           
- Hermione! - esclamarono Laura, Jasmine e Ron, e le due ragazze la abbracciarono con affetto.                                                                           
- Che bello che stai di nuovo bene! - disse Laura.                                       
Hermione annuì. - Sapete - si rivolse alle due amiche - temevo che anche voi … insomma, anche voi siete Nate Babbane, temevo che anche voi veniste attaccate.                                                                    
- Lo temevamo tutti - disse Ron - e ora che ci penso, è molto strano … perché loro non sono state aggredite?                                         
- Beh - esordì Laura - quanti sono stati i Nati Babbani aggrediti … tre? Quattro? Ce ne saranno tanti altri a scuola, non è che il Basilisco poteva attaccarli tutti ... oppure non ne ha avuto il tempo.                                                                                                                 
Jasmine annuì, e insieme si apprestarono a far fuori le pietanze apparse sulla tavola.                                                                                    
Harry non avrebbe saputo dire quale fosse stato il momento più bello di quella giornata. Forse quando Justin era andato a scusarsi infinite volte per aver sospettato di lui; o quando era tornato Hagrid e aveva dato a lui, Ron, Jasmine e Laura una pacca sulla spalla così forte da mandarli con la faccia dentro il piatto, e Laura raddrizzandosi si era ritrovata con uno sbaffo di dolce sul naso, suscitando la sua ilarità e quella della cugina; o quando avevano saputo che, avendo guadagnato quattrocento punti per i Grifondoro, avevano vinto la Coppa delle Case per il secondo anno consecutivo. O ancora, quando Silente aveva annunciato che Allock non sarebbe tornato a insegnare perché doveva recuperare la memoria. Persino alcuni professori si unirono all’ovazione che accolse quella notizia.                                                                  
- Peccato! - commentò Ron. - Cominciava a starmi simpatico.           
- Sì, certo - disse Jasmine sprezzante. - In altre circostanze mi farebbe pena, ma visto tutte le persone che ha ingannato e quello che ha cercato di farci … questa sorte se l’è proprio meritata.                                                                                                          
- Un attimo di silenzio, prego - intervenne la McGranitt. - Debbo annunciarvi che gli esami di fine anno sono stati annullati, come regalo da parte della scuola …                                                                     
Non aveva neanche finito di parlare, che subito partì un’altra ovazione peggio di quella che aveva seguito la notizia di Allock.           
Harry, Ron e Jasmine esultarono e Hermione esclamò: - Oh, no!          
Laura si limitò a fare un gesto di vittoria, ma poi parve quasi ripensarci e disse: - Uffa però, io ho ripetuto tutto per niente, sono stata tre ore sui libri … tanto vale che li facevamo, gli esami!    
- Oh, insomma, voi due siete le uniche dispiaciute, qui dentro! - esclamò Ron, guardando lei e Hermione.                                                      
Il giorno di lasciare Hogwarts giunse fin troppo presto. Harry, Ron, Hermione, Laura, Jasmine, Fred, George e Ginny decisero di occupare uno scompartimento tutti insieme, ma non avevano tenuto in conto che c’erano solo sei posti disponibili, e loro erano in otto. Ma i gemelli non avevano voglia di andarsene, così risolsero in fretta la cosa: Laura si sedette in braccio a Jasmine e Ginny si sistemò sulle ginocchia di George.
Giocarono a Spara Schiocco, fecero scoppiare gli ultimi fuochi d’artificio Filibuster di Fred e George e si esercitarono a disarmarsi a vicenda con incantesimi vari. Laura e Jasmine ridevano continuamente alle le battute dei gemelli, che ne tiravano fuori una dietro l'altra.
Erano quasi arrivati, quando Harry si ricordò di una cosa.                               
- Ginny … cosa hai visto fare a Percy che lui non voleva tu raccontassi a nessuno?                                                                                           
- Ah, sì! - fece lei con una risatina. - Beh … Percy ha una ragazza.      
Per lo stupore, Fred fece cadere una pila di libri sulla testa di George. - Cosa?                                                                                           
- Ahia - mormorò Jasmine guardando George, che si stava massaggiando la testa imprecando sottovoce. Vedendo che nessuno si apprestava a farlo, la ragazza cominciò a raccogliere i libri da terra, porgendoli timidamente a Fred. Ma lui era ancora troppo sconvolto per riprenderseli, così li appoggiò accanto a sé.      
- E’ il prefetto di Corvonero, Penelope Light - continuò Ginny. - Per tutto l’anno si sono incontrati in segreto. Un giorno li ho visti che si baciavano in una classe vuota. Lui era così sconvolto quando lei … è stata aggredita. Non lo prenderete in giro, vero?     
- Non ce lo sogniamo neanche - disse Fred, che aveva l’aria di chi ha scoperto che il suo compleanno è arrivato in anticipo.                                
- Certo che no! - aggiunse George, sforzandosi di non ridere.              
Laura e Jasmine si scambiarono una breve occhiata, come per dire “non ne sarei tanto sicura”.                                                              
Il treno si fermò. Mentre scendevano, Harry porse dei pezzi di pergamena a Ron, Laura, Jasmine e Hermione.               
- Questo si chiama numero di telefono - spiegò a Ron. - L’estate scorsa ho spiegato a vostro padre come si usa un telefono, lui saprà come fare. Chiamatemi, d’accordo? Non sopporto proprio l’idea di passare due mesi a parlare soltanto con Dudley …                     
- Ok, però rispondici tu - disse Jasmine. - Insomma, cosa dovrei dire ai tuoi zii se rispondessero loro …                                                         
- Non posso garantirti niente, ma cercherò - disse Harry.                       
- Ma i tuoi zii saranno orgogliosi quando sentiranno quello che hai fatto quest’anno, no? - chiese Hermione mentre si radunavano intorno alla barriera magica per passare.                                                    
- Orgogliosi? Ma sei matta? Tutte quelle volte che ho rischiato di morire e non l’ho fatto? Saranno furibondi …                                                    
E, mentre Jasmine e Laura si scambiavano un’occhiata incredula, rientrarono insieme nel mondo dei Babbani.           

*Angolo autrice*
Ciao, cari amici telespettatori (?)! Beh, eccoci qua! L'ultimo capitolo del secondo anno ha un po' ritardato, in teoria avrei dovuto pubblicarlo come sempre sabato, ma ho avuto qualche problemino al computer ... Ma alla fine ce l'ho fatta ^^
E così abbiamo scoperto la cretinaggine di Allock, ma non quella del tipo che non sa neanche tenere in mano la bacchetta ... abbiamo saputo del suo "lato nascosto" u.u In pratica questa è l'unica parte in cui non mi fa ridere ... Succede sempre così: quando leggo il libro rido sempre per Allock, come se non sapessi che è un gran ... imbroglione, e puntualmente alla fine torno ad odiarlo u.u Ahah!
Come avete visto, non ho fatto che Laura e Jasmine vengono pietrificate. E mi sembra che la giustificazione che da Laura sia verosimile ... insomma, di sicuro c'era qualche altro Nato Babbano a Hogwarts che non è stato attaccato dal Basilisco, no?
Poi, beh, Jasmine e Laura non sono molto collaborative nella discesa nella Camera ... diciamo che non sono esattamente un modello di Grifondoro, visto che quanto a coraggio non ne hanno molto ^^'' diciamo che non è la loro qualità primaria, ecco.
Spero di non aver fatto un casino con la sintesi della scena della Camera u.u non mi andava di scriverla tutta (sempre per la solita storia che c'è solo Harry), ma non sono del tutto convinta del mio riassunto ... Forse troppo frettoloso?
Bene, spero che mi farete sapere tutti i vostri pareri in merito al capitolo :)
Come al solito adesso creerò un'altra storia per il terzo anno e la inserirò nella serie. Dal terzo anno cambieranno molte cose ... Vorrei solo fare una precisazione: nei primi due anni la ... ehm ... "vita amorosa" dei protagonisti, chiamamola così xD, è stata praticamente nulla (a parte qualche indizio, eh eh ... chissà di che cosa parlo?) perchè comunque a undici-dodici anni uno non va a pensare al fidanzatino, no? Cioè, magari nella nostra generazione sì xD, ma neanche tanto, poi! E allora i primi due anni mi sono concentrata di più sull'amicizia tra i personaggi e a far conoscere Laura e Jasmine, che spero di caratterizzare bene (mah, chissà ...). Quindi per "cambieranno molte cose" intendo proprio questo ... Spero che ciò che ho in mente vi piacerà, e non aggiungo altro :)
Ringrazio tutte le splendide persone che mi hanno lasciato anche solo una volta una recensione, e in particolare un abbraccio forte va a Moonlight22 e ad Akerith che mi seguono costantemente e che mi supportano. Non so come farei senza di voi ^-^
Vi saluto tutti, con la speranza di ricevere qualche piccola recensione. Ci vediamo sabato prossimo *-*

 
  
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