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Autore: mystonefield_    26/05/2014    2 recensioni
Lui,lui è tutto quello che ci può essere di sbagliato in una persona.
Lui mi fa trasgredire tutte le regole che nella mia vita,abbia mai messo in atto.
Mi fa essere in dubbio,su tutto,a volte,non lo sa,ma mi spezza il cuore con i suoi gesti.
E' capace di sparire per giorni,e farti sentire una mancanza tremenda.
Mi porta a sorridere e nell'attimo dopo,ad arrabbiarmi.
Lui fa rivivere la parte più bella di me.Quella che non pensavo ci fosse.
Lui è un enigma.Ma io i misteri li ho sempre amati.
-Devi per forza andare?-
Provo solo un ultimo tentativo,solo l'ultimo:
-Tu vuoi che rimanga?-
Sinceramente,si,voglio che tu disperatamente rimanga.
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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''We can restart all over again''

 

Capitolo uno.

 

 

L'unica cosa buona della mia routine giornaliera,è che ad un certo punto,si ferma tutto.
Finisco il turno di lavoro,la gente smette di venire al banco per ordinare da mangiare,i ragazzi spariscono nelle loro case,o a riva di mare.
Ed io,mi vado a sedere sulle nostre scalinate rosse e gialle,le pitturammo noi,perchè prima erano bianche.
Quando le rivedo,sul primo gradino ci sono ancora le nostre iniziali,A+M.
Una rossa e una gialla.
Il giallo era il suo colore preferito,diceva che era la luce,la vita,la speranza.
E l'unica cosa logica che sembra io possa fare,e sedermi su quelle scale,che si trovano nascoste dietro a una vecchia fabbrica,e pensare.
Pensare che questo era il nostro nascondiglio,pensare che qua noi ci siamo dati il nostro primo bacio,pensare che lui non ci sta più,e il vuoto dentro mi sta divorando.
Mi alzo a passo lento,andando vicino ad un cespuglio,e cercando di prendere qualche fiore,poi lo poso sui gradini,e me ne vado.
-Meg,aspettaci-
La voce di Meredith e Faith mi raggiunge dopo poco essermi allontanata da là.
Si vede che sono state al mare,poco fa.
-Meg,dove stavi?-
Meredith prova a fare con me quello sguardo,ma nessuno conosce il nostro posto,deve rimanere così
-In giro..-
Faith non mi parla quasi più ormai,ma penso che non trovi le parole esatte,non che non mi voglia bene.Infondo,mezza parte delle persone qua non mi parlava quasi più,mi guardavano semplicemente con quello sguardo pietoso.
-Sei già andata a trovare Andrew?-
Boom.
La domanda schietta di Meredith mi lascia senza fiato.
Un poco la capisco,ci è voluto un sacco di tempo e pazienza con me,adesso almeno parlo,prima neanche quello.
-No..Non ancora.Voi invece avete dimenticato dov'è la tomba,eh?-
Non è un rimprovero,non totalmente.
Non biasimavo nessuno per non essere ogni giorno vicino la sua..tomba.
Solo la parola mi stringeva lo stomaco.
-Noi siamo passate ieri,e siamo andate anche due mesi fa-
Oh.Non me lo avevano detto.
-Okay,io vado,ci si vede in giro-
Le saluto mentre si allontanano dietro di me.
La strada verso casa si presenta più lenta del solito,sembrava avessi i piedi di pietra,ma quando finalmente ci arrivo,involontariamente arrivo al garage.
Mi guardo intorno,e poi vedo quella sagoma lunga,coperta da un lenzolo,piuttosto impolverito.
Un brivido mi percorre lungo tutta la schiena,mi si gela il sangue nelle vene.
Non pensavo fosse passato così tanto tempo da vedere quel lenzuolo impolverirsi.
Prendo un respiro,e di scatto levo il lenzuolo,lasciando che la polvere si liberasse per tutta la stanza.
Ed eccola là,la mia bambola rossa con le strisce bianche.
La dipinsi poco prima che lui se ne andasse.
E' nuova,non lucida magari,ma nuova e pulita.
Controllo di sfugita la benzina,è piena.
Dopo non so cosa mi scatta dentro,quale luce dentro di me si accende,ma dopo dieci minuti mi ritrovo a sfrecciare sulla statale.
Direzione?Il cimitero.
Detto così sembra l'inizio di un film dell'orrore,ma io ho bisogno di vederlo,sotterrato,come unico ricordo una foto,che non è neanche la migliore,ma io ho bisogno di vederlo.
Lo avevano seppellito fuori da South Beach,come avrebbe voluto lui.
Mi era mancato sentire il vento fra i capelli,sentire la libertà che ti inspira la moto,sentire quel rumore assordante,ma nello stesso tempo ti da una scarica di adrenalina pazzesca.
Da quanto tempo non mi sentivo così bene,sembrava fosse quasi terapeutica questa moto.
Corro così veloce da non rendermi conto che sono già arrivata fuori al cimitero,prendo un ultimo respiro,parcheggio la moto,ed entro.

** ** ** **

Era il caldo mese di luglio,e le strade,in determinati posti,sono più tranquille di quanto si possa immaginare.
Avevo solo 14 anni,e da tragressiva che ero,quella era la mia prima corsa clandestina.Ero fin da sempre una ragazza orgogliosa,ma in quel momento,mi tremavano le gambe dalla paura,e quasi non riuscivo a respirare.
La paura di sbagliare,di non essere abbastanza,si ero impadronite di me.
E per di più,la moto non era manco mia,quindi dovevo stare attenta a non romperla,insomma,avevo un ansia pazzesca.
Ed ecco che affianco alla mia moto,mi si affianca un'altra moto molto più robusta,e bella della mia,non si potevano proprio paragonare.
-Non sei un po' troppo piccola per guidare?-
Ecco,lo sapevo,mi avrebbero cacciata,ma non mi arresi ugualmente:
-So guidare bene,per la mie età-
Non mi giro a guardarlo,ma ero sicura che mi stava scrutando con curiosità:
-Quindi non è la tua prima corsa qua eh?-
Si formò un nodo così grande alla gola,che mi sembrava di non respirare più:
-C'è sempre una prima volta-
Risponsi cercando di sembrare tosta.
Lo ero.Ma non in quel momento
Lo sentì ridere,evidentemente faccio davvero ridere
-Ti posso dire la verità?..Ho 16 anni e questa è la prima volta che corro-
Mi girai a guardarlo sorridendo,e quando i miei occhi azzurri,incontrarono i suoi verde scuro,in quel momento esatto,capì che non c'era più niente da fare,perchè non mi sarei liberata di quegli occhi.

** ** ** **

Mi siedo,a gambe incrociate,sull'unica cosa materiale che rimane di lui.La tomba.
Gli progo un sorriso dolce,quasi come se lui fosse ancora davanti a me:
-Ciao Andrew..E' già passato un anno?Perchè sinceramente a me sembra ieri che tu stavi ancora qua,insieme a me.
Tutti si sono abituati alla tua assenza,tutti ormai,non ci fanno caso più.Ma non me.Io ti sento in qualunque cosa faccio e dico,non ce la faccio ad accettarlo,quindi dimmi tu come dovrei fare.
Sto perdendo tutti,ormai mi considerano una depressa,ed è vero.
Scommetto che pagheresti per vedermi come sto adesso,non mi hai mai vista così giù.Tu mi rendevi viva,mi rendevi forte,mi rendevi ancora più bella.Ed io,probabilmente,non ti dimenticherò mai,neanche quando avrò una famiglia e dei bambini,sempre se li avrò.
Ma poi oggi,prendendo la moto,ho pensato che tu,non mi avresti mai voluta così,mi avresti voluta sorridende,magari allegra.
Invece mi sono creata un muro di cemento armato attorno,affrontando il dolore da sola,e non capendo,che faceva solo più male.
Quindi,per te amore,oggi tornerò a essere me stessa.Basta tristezza,basta nostalgia,basta al dolore,basta al bianco..
Ma non ti preoccupare,io non potrei mai,e dico mai,dimenticarmi di te.
E ti lascio questi fiori,come gli occhi che per sempre ti faranno compagnia.
Ci vediamo presto,Andrew-
E con le lacrime agli occhi,ed un poco emozionata,me ne vado,con in mente una sola meta:le corse.
Il mio turno era finito alle sei del pomeriggio,quindi si era fatto piuttosto tardi,infatti è già sera,e quando guardo l'orologio,mi segna le nove e sei minuti.
Bene,avevo mezz'ora per essere lì in tempo.
Così,montai la sella,misi il casco,e cercai di essere il più veloce possibile.
E mai,fino ad adesso in quest'anno,mi ero sentita così ripresa,mi sentivo leggera.
Come se la vita si stesse colorando di giallo..Di speranza.
Le gare con le moto,per me,erano e non sono semplici corse per prendere qualche soldo.
Sono più uno svago,un hobby,una passione,precisamente.
Una passione che mi ha trasmesso lui,è parte di lui,e di me,non posso più ignorarla e non posso più trascurarla.
Il ronzio dei motori si sente da lontano,e la musica è ancora più forte,un segno che l'incontro non è molto lontano.
Infatti,dopo manco 200 metri un appostamento di moto e gatte morte in bikini mi si para davanti.
Quando finalmente mi levo il casco,in mezzo tutta quella folla,si sente per due,tre secondi un silenzio tombale.
Si sente chi vocifera qualcosa,chi sorride sotto i baffi,chi alza il prezzo delle scommesse,e mi sento fissare da qualcuno,è una sensazione strana,ma mi sento gli occhi sul collo da qualcuno.
Dopo manco 5 minuti Jake mi si avvicina:
-Dio Meg!Finalmente sei tornata-
Eh già.
Fa per abbracciarmi ma lo tiro indietro:
-Ah,ah...No caro,le conosci le mie regole,niente affetto prima della corsa-
Jake sorride,prima di tornare in sella alla moto,e allontanandosi gridando:
-Attenzione ragazzi,la stronza è tornata-
Esatto,la stronza è tornata.
Accendo di scatto la moto,il solito pignoratore delle gare,mi chiede la somma stabilita per partecipare,e una volta data,nessuno mi separa dalla vittoria.
Mi posiziono sulla linea di partenza,quando una voce assolutamente non familiare,mi viene affianco:
-Così,tu saresti una campionessa?-
La mia fama mi precede:
-E a te chi te lo ha detto?-
Mi guarda,so per certo che mi guarda:
-Voci..Ti sfido,bambola.Ti sfido ad arrivare prima di me-
Sussulto sentendo pronunciare quella parola,in quel modo,ma non mi distraggo,mi mantengo stabile:
-Accetto,straniero.Preparati a perdere-
Tre.
Due.
Uno.
Si parte.
Parto subito per prima.
''Bambola non guardarti mai indietro,mai,potresti distrarti e farti superare,sii stabile,sii concentrata''
Le sue parole mi rimbombavano nelle orecchie,così,senza guardare indietro accellero ancora.
La prima parte della gara fila liscia,è un continuo superarsi fra me e lo straniero.
Sento l'adrenalina scorrermi veloce nelle vene,mentre la musica che ci accompagna ci fa uscire pazzi,vorresti andare più veloce della luce.
''Lasciali accellerare,aspetta che non se lo aspettino,poi distruggili''
Faccio passare lo straniero avanti,che lo sento,sta sorridendo soddisfatto.
Dopo un paio di curve strette,aspetto solo l'occasione migliore per sfrecciare.
Subito dopo si presenta una curva larga.
Così mentre lui,stupido fa il giro largo,cerco di restringere,accellero,rischiando si,di farmi male,ma alla fine non vedo più nessuno davanti a me.
E allora si,sfreccio via come una saetta,più veloce che posso.
E vinco,ancora una volta,vinco.
-Non sei niente male,bambola-
Mi giro per rispondere e rimango ferma,immobile,non mi muovo
E' davvero bello, quelle bellezze che ti levano il fiato.
I capelli sono neri,e gli occhi,sono un miscuglio,un verde che si perde nell'azzurro.
E nel complesso,è una bellezza mozzafiato.
Restiamo impalati a guardarci,senza dire una parola.
-Te lo avevo detto che non avevi speranza,straniero-
Nessuno ha il tempo di fare niente,perchè la sirena della polizia si sente già da lontano.
Ed è un lampo.
Non ci sta neanche il tempo di dare l'allarme,perchè la metà sono già scappati,e le ragazze 'spettacolo' cercano disperatamente o di nascondersi,o di vincere un passaggio.
Salto subito in sella alla moto e corro via,senza guardare indietro.
Sarebbe stato pericoloso.
Un veicolo della polizia mi seguiva,così con un paio di sterzate e vicoli veloci,riesco a seminarli.
Mi nascondo in un vicolo,aspettando 10 minuti prima di uscire.
Quando vedo una moto sfrecciare per poi scivolare e cadere.
E' lo straniero.
No,non so quale istinto animale,o quale segno del destino me lo fa capitare davanti agli occhi,spingendomi ad uscire fuori,consapevole che,la polizia è qua vicino.
Lui è per terra,ma non è fatto male:
-SALI,MUOVITI,DUE SECONDI E VADO-
Non se lo fa ripetere e corro via ancora più veloce.
E' un poco più difficile seminare la polizia,difficile ma non impossibile.
''Resta calma,ragiona,vai in posti che conosci''
Al diavolo,improvviso.

Corriamo per più di mezz'ora prima di riuscire a trovare un posto sicuro,sotto ad un cantile abbandonato.
-Grazie-
La sua voce è un sussurro,e nel buio,riesco a vedere i suoi occhi.
-Nessuno merita di finire dentro per due notti per una cosa che fanno tutti-
Lo sento sorridere,è bizzarro,ma so che sorride.
-Mi chiamo Peter,e tu,bambola?-
Esito un poco prima di dirgli il mio nome,ma al diavolo,probabilmente non ci rivedremo:
-Megan,e adesso è meglio che ti riaccompagni-
Usciamo dal buio,e finalmente ci vediamo bene.
Controllo il telefono,come immaginavo trovo 3 chiamate di Jake,e 5 messaggi:
-Sono state prese 4 persone,e una decina di ragazze 'spettacolo'-
Ride,quando pronuncio spettacolo con un certo disgusto.
-Il problema è solo uno,Megan,che Sunrise è un po' fuori luogo per fare avanti e indietro.-
-Sunrise?Davvero?Sarà ad un ora da qua.Che ci fai nei pressi di Miami?-
Il suo viso si spegne per due secondi,me ne accorgo bene,è così che sono stata io per un anno:
-Una lunga storia,perchè tu da dove vieni?-
La conversazione sta prendendo piede,e lo trovo alquanto simpatico:
-South Beach.Una mezz'oretta da qua.Potresti restare per la notte,poi magari domani cerchiamo la tua moto e ritorni là-
Lui sembra pensarci su un attimo,poi mi sorride,facendomi un cenno positivo:
-Guido io?-
No.
Solo io potevo guidare la mia moto,infondo,la presenza di Andrew è ancora dentro di me.Non posso,e pure se avrei potuto,non volevo:
-Tu mi avresti affidato la tua moto?Ad una sconosciuta?-
Mi sorride ancora,potrei abituarmi a quel sorriso,così aspetta che salga io,e si tiene dietro:
-Sappi che corro-
Lo avviso con un certo ironismo.
Lui mi si avvicina piano all'orecchio:
-Sappi che non ho paura-
Così,ci avviamo e dopo un bel po' di strada,siamo a South Beach.
Jake viene verso di me furioso,merda,ho dimenticato di chiamarlo:
-MEG FINALMENTE,CAZZO!Mi sono preoccupato,non sapevo chi avessero preso e...-
Gli do un bacio sulla guancia per calmarlo,ma a poco serve:
-Calmati Jake,sono qua,sto bene...Mi sono fermata ad aiutarlo,e nel frattempo ci siamo persi-
Jake lo scruta dalla testa ai piedi,con un certo sguardo..duro direi:
-Ci possiamo fidare Meg?Chi è?-
Si presenta da solo,senza paura,nonostante Jake fosse un poco più alto di lui:
-Sono Peter Joller,e non ti preoccupare,non sono né un poliziotto né niente,ti puoi fidare.Sono solo di passaggio per una notte qua-
Appena finisce la frase,non so se quella parte di me esista ancora,non so se i miei pensieri sono lucidi fino ad adesso,non so neanche se davvero lo desidero.
Ma spero
che non se ne vada domani.






spazio autrice:
Questo è primo capitolo della storia.
Spero che accenda la vostra curiosità,e che ci passiate,ma cosa che mi farebbe piacere,che mi direste cosa ne pensate.Accetto anche critiche,ovviamente.
Aspetto qualche vostro commento.
-F.

 

  
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