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Autore: Dreamhunter    02/08/2008    1 recensioni
Un au giallo rosa, con i personaggi tutti in versione umana (ma il più possibile in character). Sexy, divertente, avventuroso (almeno spero).
Genere: Romantico, Commedia, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Angel, Winifred Burkle
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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*CAPITOLO CINQUE*

Aveva le mutandine di cotone stampato.
Per un attimo, Liam restò seduto sulla poltrona, a fissare il sedere di Winifred Burkle, finita sul pavimento.
Straordinario.
Non vedeva mutande di cotone indosso a una donna da...
... dal liceo?
Più o meno...
Sbatté le palpebre appesantite dal sonno e accennò ad alzarsi. "Winifred...".
Ma lei fu più veloce. In un paio di secondi scattò in piedi, le mani che si tiravano giù il vestito sulle ginocchia. Lo stesso abito della sera prima. Corto, semplice, nero. Peccato che si fosse sgualcito: al pub, mentre la osservava, aveva pensato che le donasse.
"Sono stato io?", le chiese sollecito. "Ti ho fatta inciampare?".
"Sì...". La ragazza aveva i lunghi capelli tutti spettinati e se li teneva sul viso, come per nascondersi. "Sì, ma... non preoccuparti. Volevo solo andare in bagno, senza svegliarti e tu ti sei mosso... Non è successo nulla".
"D'accordo, ma tu come stai? Meglio? Passata la nausea?".
"Sì, sì...". Ad ogni domanda pareva che l'imbarazzo di lei aumentasse. "Scusami. Ho proprio bisogno di una doccia".
Scappò nella piccola toilette della cabina, impedendo a Liam di aggiungere alcunché. Con un sospiro, lui si stiracchiò, indolenzito. E vagamente frustrato.
Aveva messo in conto che tutta quella faccenda sarebbe stata difficile, però solo ora realizzava quanto.
Non sapeva trattare con le persone. Non con quelle normali.
Di solito lui aveva a che fare con la gente senz'anima, come Lilah, come Holland Manners. Persino coloro che uccideva rientravano in questa categoria, spesso erano soggetti addirittura peggiori dei mandanti delle loro esecuzioni. Non che intendesse giustificarsi, per carità...
Eppure schiacciare certi individui equivaleva a schiacciare una cimice. Ti restava la puzza sotto la suola della scarpa, però ti eri tolto un fastidio. Se poi oltretutto ti pagavano...
In quel territorio sporco ed immorale, Liam - anzi Angelus - non si poneva problemi. Conosceva le regole del gioco e lo giocava con destrezza. Ma Winifred Burkle... Apparteneva ad un'altra razza.
Ecco perché lei era il suo segno.
Ecco perché non l'aveva uccisa.
Nel mondo delle cimici, non si uccideva una coccinella.
Se schiacciavi una coccinella, allora eri davvero senza speranza.
E Liam necessitava di un po' di speranza. Almeno un po'.
Giusto un granellino...
Se soltanto fosse riuscito a guadagnarsi la fiducia di Winifred.
Come si interagiva con una coccinella?
Grattandosi la nuca, bussò piano alla porta del bagno. "Winifred, hai fame?".
Il suono dell'acqua che scorreva si interruppe. "Sì...".
"Vuoi che ti porti qualcosa dal bar?".
"Se fosse possibile...".
"Certo che è possibile. Cosa ti prendo?".
"Scegli tu. Io non ho gusti particolari".
"Ok".
Stava uscendo dalla cabina, quando la voce di lei lo chiamò. "Liam?".
"Dimmi...".
"Se però trovassi del cioccolato...".
Liam sorrise. "Lo troverò".


Si attardò una ventina di minuti sul ponte.
Per concedere la giusta privacy a Winifred.
E a se stesso lo spazio di un pensiero, rimasto in disparte tra gli altri, nei quindici giorni in cui l'aveva pedinata per le vie di Dublino.
L'Irlanda.
Vi era ritornato dopo due decenni.
Fingendo di non sentire niente.
La sua specialità.
Se ci si abituava a dominare le emozioni, ci si convinceva di non provarne.
Per mentire al prossimo, bisognava prima imparare a mentire al proprio cuore...
E all'inizio aveva stentato a riconoscere Dublino. Specie il quartiere dove ora si estendeva Temple Bar. All'epoca della sua adolescenza era stato un luogo malfamato e fatiscente, da cui tenersi alla larga. E... accidenti... adesso era l'emblema della giovane swinging Dublin, prediletto dai turisti, vibrante di colori e opportunità...
Non aveva sentito niente? Davvero?
No... qualcosa aveva sentito, in realtà.
Il peso degli anni , forse.
Gli anni accumulati tra Liam, il ragazzo arrabbiato e ribelle, e Angelus, il killer privo di identità e legami. Così tanti da mutare una città.
E... Galway?
Si era trasformata allo stesso modo pure Galway?
Galway che, secondo i depliants delle agenzie di viaggi e le riviste del settore, ora rappresentava uno dei punti nevralgici del fenomeno della Tigre Celtica, la rinascita economica irlandese.
Non aveva sentito niente, eh?
Oh, aveva sentito molte, molte cose...
Sollievo. Immenso sollievo per non essere dovuto tornare a casa.
Per non aver dovuto rivedere le coste dell'ovest, la luce del Connemara...
Le strade a cui aveva rinunciato.
E i volti... Ai volti non voleva pensare.
Non voleva chiedersi quanti della sua famiglia fossero ancora vivi.
Li aveva abbandonati.
Non era degno di porsi domande sui loro destini.
Ah, Cristo.
Niente. Magari non avesse sentito niente.
In quel momento, con il tramonto che sprofondava nell'oscurità del mare, sentiva invece una lacrima scendergli giù, lungo una guancia.
Una maledetta lacrima.
Lui, il killer che quasi non sorrideva, stava piangendo.
Per un non-ritorno durato quindici giorni.
Assurdo. Frettolosamente si passò una mano sulla faccia e si avviò alle cabine.
Alcuni potevano permettersi di guardarsi indietro...
Non Angelus.


Nella cabina c'era un buon odore di bagnoschiuma e di crema per la pelle.
Il vestitino nero e spiegazzato era gettato sullo schienale della poltrona e Winifred indossava un paio di jeans e una camicetta bianca. Aveva legato i capelli in una semplice coda di cavallo e il fondotinta le copriva con scarsi risultati il livido causato dallo scontro con la grondaia.
Gli aveva aperto a piedi nudi, l'aria di un agnellino nel periodo di Pasqua.
Accidenti...
Le depositò le cibarie su un tavolino. "Ti ho trovato tramezzini, macedonia e... cioccolato alle mandorle. Che ne dici?".
"Dico che è una cena perfetta, grazie", sorrise lei. Un sorriso piccolo, piccolo, sempre evitando il contatto diretto con i suoi occhi. "Tu... non hai preso nulla per te?".
"Ho già mangiato, mentre dormivi".
"E... uhm...".
Pareva talmente sulle spine, povera ragazza.
Cosa pretendeva, del resto?
Nell'arco di una notte lui le aveva devastato l'esistenza. Doveva essere intimamente distrutta...
"Ti lascio cenare in pace", la rassicurò, indietreggiando. "Se hai bisogno di me sono nella cabina qui a fianco".
"Non occorre che...".
"Sul serio. Sono piuttosto stanco".
La vide annuire. Più tranquilla?
Lo sperava.
"Beh, buonanotte, allora...".
"Buonanotte, Winifred. Oh... Il mio amico ha telefonato: i tuoi genitori sono diretti all'aeroporto. Sei stata veramente brava a convincerli".
Il visetto pallido di lei si animò. "Diciamo che ho approfittato di certi discorsi che avevamo fatto alla vigilia della mia partenza per l'Irlanda. L'idea di un viaggio insieme... Il tuo suggerimento della vacanza last minute scontata come regalo per l'imminente compleanno di mio padre è stata la ciliegina sulla torta".
"Mmm... credo che la ciliegina sia stata la possibilità di portarsi Floppy", obbiettò Liam.
Risero entrambi. Per un istante l'atmosfera si alleggerì.
Winifred infine lo guardò. "Probabile. Però... prima o poi capiranno che non li raggiungerò come promesso e che...".
"Rimedieremo se e quando accadrà", la interruppe lui, con dolcezza. "Procediamo un passo per volta".
"Sì... sì, hai ragione. Scusa...".
"Non ti scusare". Liam serrò le labbra e infilò la mano nell'interno della giacca di pelle. "Quasi me ne dimenticavo... Tieni". Le allungò un libro. "L'ho comprato allo shop del battello. Ti piace leggere?".
Una domanda retorica. Sapeva che lei amava leggere. Ogni tardo pomeriggio, terminati i corsi al Trinity College, passeggiava sino alla Cattedrale di St.Patrick e si sedeva sul prato con un romanzo. E lo sapeva perché l'aveva spiata. Ma preferì non rivelarle quel dettaglio così invasivo.
"Sì, sì, mi piace...", rispose infatti Winifred. Accettò il libro un po' esitante. "Un lungo, fatale, inseguimento d'amore... di Louisa May Alcott...".
"Non avevano molti titoli tra cui scegliere... Dal retro di copertina mi è parso... in tema", sorrise Liam.
Ancora sbalordito per essersi fermato a spulciare i tascabili di genere rosa.
La cassiera lo aveva osservato con curiosità. Chissà a quali conclusioni era giunta...
"Ti farà compagnia, se ti annoierai", continuò.
"Prevedi che mi annoierò?", mormorò lei.
"Sono un tipo di poche parole".
Di poche emozioni.
Di poche virtù.
Poco di tutto, a livello umano...
"Beh, buonanotte, Winifred", ripeté.
"Buonanotte". La ragazza accennò al libro. "Grazie".
"Prego... In fondo sono il tuo angelo custode, no?".
Le girò in fretta le spalle e uscì, celandole la fragilità del suo sorriso di commiato.


Mi scuso per il lungo silenzio. Grossi problemi di connessione mi hanno impedito di aggiornare, ma ora è tutto sistemato e ritorno in pista. Spero che vorrete continuare a leggermi. :)


  
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