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Autore: screwed up mess    26/05/2014    2 recensioni
We are different and yet the same.
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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"It was only a kiss"





Eravamo entrambi ancora in silenzio mentre ci guardavamo negli occhi e io iniziai a tremare. Luke, evidentemente, se ne accorse perchè sussurrò un timido ''Scusa''. Provò ad avvicinarsi ma d'istinto feci un passo indietro urtando con la schiena la porta. Avrei dovuto andarmene da lì, allontanarmi da lui, ma c'era qualcosa che mi tratteneva. ''Ridley, non sono arrabbiato. Non ti farò nulla. Ho detto delle cose che non dovevo dire.'' Sembrava sinceramente dispiaciuto e mi venne un groppo alla gola seguito da un'impovvisa voglia di piangere, ma non potevo. Io non piangevo mai. ''Hey'' appoggiò una mano sulla mia guancia e, grazie a quel gesto, riuscii a riconoscere lo stesso ragazzo che avevo intravisto in quell'ospedale. Respirai a fondo e Luke sorrise: ora non ero più così spaventata, aveva un sorriso troppo dolce per farmi sentire in pericolo. ''Non dovevo dirtelo in quel modo, ti ho terrorizzata'' ''Sto bene'' affermai freddamente spostandogli la mano dalla mia guancia. Guardò in basso per un paio di secondi, prima di fare due passi nella mia direzione e abbracciarmi. Non realizzai subito cosa fosse successo e mi ci volle un po' per decidermi a ricambiare quella stretta. Chiusi gli occhi e respirai il suo profumo mentre il mio stomaco ricominciava a contorcersi. Ormai stavo in piedi perchè c'era lui a reggermi e quando l'abbraccio si sciolse mi sentii un pochino vuota. Volevo stare ancora così vicino a lui, volevo stringerlo a me, nonostante poco prima avrei voluto allontanarmici. Nel tempo in cui ci eravamo conosciuti era riuscito ad incasinarmi il cervello con quei suoi comportamente strani, tanto da rendere anche i miei, di comportamenti, così strani. E non solo la mia testa era un casino, lo erano anche i miei sentimenti perchè io, al cuore che batteva fortissimo quando stavo vicino ad un ragazzo, non ci ero abituata. ''Rid'' Luke catturò il mio sguardo che fino a poco prima era fisso sul pavimento.
Forse lo volevo dal primo momento in cui l'avevo visto , forse anche lui lo voleva o semplicemente fu il miscuglio di tutte quelle emozioni che ci spinse ad avvinarci fino a quando le nostre labbra si incontrarono per la prima volta. Luke prese l'iniziativa e approfondì il bacio mentre, appoggiando la mano dietro la mia schiena, fece in modo che mi avvicinassi ancora di più a lui. Mi allontanai poco prima che la porta alle mie spalle si aprisse e Lily parlasse alle mie spalle. ''Ti ho cercata ovunque! Ti sei dimenticata che devi venire da me a studiare?'' Ma io continuavo a guardare Luke negli occhi senza riuscire a capacitarmi di ciò che era appena successo. ''Ho interrotto qualcosa?'' ''No'' mi affrettai a dire, girandomi verso di lei. ''Ti aspetto fuori!'' sorrise Lily, ma aveva capito qualcosa, nonostante facesse la finta tonta. Aspettai che richiuse la porta e tornai a guardare Luke. ''Sarà meglio che vada eh'' bisbigliai, affrettandomi a prendere la borsa da terra.



Lily parlava, mi spiegava matematica e io ogni tanto accennavo con la testa per farle capire che stavo seguendo, ma era l'esatto contrario. Lei non tardò ad accorgersene. ''Ok, adesso dimmi che ti prende perchè non hai ascoltato nulla di quello che ho detto'' sbuffò spazientita. Cercai di guardare il suo quaderno per capire quale argomento stava cercando di spiegarmi, ma lei lo chiuse di scatto. ''Equazioni?'' buttai lì. ''Ridley Anderson, potrei cortesemente sapere cosa o chi ti tiene la mente così impegnata?'' Avrei voluto dirle la verità. Avrei voluto parlare di Luke, del bacio, di quello che mi aveva detto, di come mi faceva sentire ogni volta che stavo con lui, ma non dissi nulla. ''Sono stanca'' scrollai le spalle mentre la mia mente continuava a tornare indietro al momento esattamente prima a quello cui Lily entrasse in aula. Lei fece una smorfia mentre mordicchiava la penna. ''Mi prometti una cosa?'' ''Si'' sorrisi. ''Se c'è qualcosa, qualsiasi cosa che non va, che ti preoccupa, che ti succede, me lo dici, ok?'' La guardai annuendo, sapendo che non avrei potuto mai mantenere la promessa.



Forse Luke era pentito di ciò che aveva fatto. Senza il forse, lo era sicuramente. E io, nel letto, alle sette di mattina del giorno dopo, continuavo a pensare a cosa avrei dovuto fare se lo avessi incontrato a scuola, ma non riuscii a prendere una decisione finchè non lo vidi e capii che lui mi avrebbe ignorata. Nessuno sguardo, nessun 'ciao', nessuna sigaretta fumata assieme nel cortile della scuola, niente di niente. Spesi la mattinata con Lily e un paio di lezioni con Calum, ma io e Luke non ci avvicinammo l'uno all'altro neanche per un solo istante. Ero immersa, forse per la prima volta nella mia vita, nel libro di letteratura quando il mio telefono si illuminò e lessi il messaggio.
-Dove sei? L.
Non serviva neanche pensarci un minuto su chi fosse il mittente del messaggio.
-A casa, sto studiando.
-Vieni al parco, adesso.
Nessun 'per favore' o 'ti andrebbe' no, perchè Luke era pur sempre Luke e anche se ci eravamo ignorati tutto il giorno a lui non cambiava. Non ci pensai su e corsi a vedermi allo specchio per controllare il mio aspetto e quando mia mamma, vedendomi uscire, mi chiese ''Dove stai andando?'' Io risposi ''A fare un giro.'' Infilai il cellulare in tasca e iniziai a camminare, ma più camminavo più accelleravo il passo e presto finii per correre. ''Perchè correvi?'' Bella domanda, Luke. ''Mi tengo in allenamento, Hemmings.'' risposi col fiatone, cercando di sembrare convincente. Vidi l'espressione sulla sua faccia, stava cercando di non ridere. ''Cosa c'è?'' domandai quando ripresi un po' di fiato. ''Avevo bisogno di parlarti e farti vedere una cosa'' Luke si morse il labbro inferiore, nervoso. La mia attenzione venne attirata dal suo piercing e quando tornai a guardarlo negli occhi, notai che si era accorto di dove la mia attenzione era stata catturata poco prima. Mi schiarii la voce e imbarazzata chiesi ''Allora, andiamo?'' Ci avviammo, ma non sapevo dove volesse portarmi e ogni volta che glielo chiedevo lui cambiava discorso. ''Luke'' quando pronunciai il suo nome mi pentii immediatamente. ''Quel bacio'' ebbi comunque il coraggio di continuare. ''Non è significato nulla per te, vero? Non ci siamo nemmeno parlati oggi quindi credo che sia solo una cosa così. Ho ragione?'' Non sapevo cosa aspettarmi, ma avrei preferito qualsiasi cosa rispetto al silenzio che si creò tra noi due, dovuto alla non risposta di Luke. Quando ci fermammo, capii dov'eravamo arrivati: davanti al cancello del cimitero. Mi venne voglia di scappare e quando mi guardò io scossi la testa per fargli capire che non avevo intenzioni di entrarci, lì dentro. ''Entriamo'' disse, come se il mio pensiero non contasse nula. ''Perchè?'' domandai percorrendo il vialetto e tirai un sospiro di sollievo quando Luke andò a sinistra, anzichè a destra. ''Ti prego, non chiederlo, perchè non saprei darti una risposta sensata. Volevo solo che tu venissi qui con me.'' Quella frase mi spiazzò. Mi sarei aspettata di tutto da lui, ma non quello. ''Eccoci'' Ci fermammo davanti a una lapide bianca, circondata da fiori di ogni genere. Mi chinai e lessi: Andrew Hemmings. Non andai oltre nella lettura perchè odiavo le frasi scritte sulle lapidi. Trovavo che non esprimessero nulla del vuoto, del dolore, dei ricordi, della vita di chi ora giaceva nella bara. Preferii dare un'cchiata rapida alla foto. ''Se lo avessi saputo avrei portato almeno un fiore'' mormorai. ''Tranquilla, meglio così, è già pieno di questi stupidi fiori.'' Luke era in piedi alle mie spalle. ''Vivi da solo?'' chiesi, alzandomi in piedi. ''Con mia zia. Vedi Ridley'' fece una pausa e sospirò infilandosi le mani in tasca. Quando riprese a parlare stava guardando a terra. ''E' da un anno che io e mia zia andiamo in tribunale. La famiglia, dalla parte di mia mamma, vuole staccarle il respiratore, ma io...'' si fermò di nuovo ''Io non voglio.'' E in quel momento capii che ciò aveva detto giorni prima Luke, effettivamente, un senso ce l'aveva. ''Hai detto che te la porteranno via, ti riferivi a questo.'' Lo guardai mentre, impercettibilmente, annuiva. Sapevo benissimo quanto lui stesse soffrendo, l'avevo passata anch'io una cosa simile, un dolore simile. ''Scusa, volevo solo dirtelo, tutto qui, anche se tu non ci puoi fare nulla.'' Si avvicinò e rimase in piedi, di fianco a me. Odiavo non essere di aiuto per qualcuno e vedere Luke in quello stato faceva sentir male anche me. Promisi a me stessa e di fronte alla tomba di suo padre, che io Luke l'avrei aiutato ad ogni costo, nonostante non ci conoscessimo da così tanto tempo, ma del resto, in quel momento della mia vita, non avevo nessun altro se non Lily, lui, i suoi amici, che ormai erano anche miei, e la mia famiglia. Luke stava attraversando un vero e proprio inferno nel momento della sua vita in cui non doveva avere nessuna preoccupazione se non quella di divertirsi fino allo sfinimento, eppure era lì, da solo, con un peso sulle spalle difficilmente sopportabile. Mi promisi che per stargli vicino avrei sopportato tutti i suoi sbalzi di umore, le arrabbiature, i commenti inopportuni, perchè ne valeva la pena. Quando spostai lo sguardo dalla lapide al suo volto, notai che si stava rapidamente passando una mano sulla guancia. ''Andiamo?'' mi esortò cercando di sorridere, ma il risultato su solo una smorfia.



''Vuoi entrare?'' domandai una volta arrivati di fronte a casa mia. ''Non disturbi'' lo rassicurai vedendo la sua indecisione. ''Ok.'' Mia mamma era in cucina a leggere e quando ci vide sorrise. ''Hey tesoro! Perchè non mi hai avvertito che veniva Luke?'' ''Sono solo di passaggio, tra poco vado via'' il biondo sorrise, cordialmente. ''Vado di sopra, vi lascio soli'' ma prima di salire le scale, mia madre mi lanciò un'occhiata che corrispondeva al suo: ti tengo d'occhio, signorina. Risi divertita e andai a sedermi sul bancone della penisola in cucina. ''Domani usciamo?'' Spalancai gli occhi, presa alla sprovvista dalla domanda. ''Intendevo io, te, Ash e tutti gli altri'' rise e io accettai entusiasta. Lo guardai. Avrei voluto baciarlo proprio in quell'istate, ma al solo pensiero diventai nervosa, a differenza sua che spostò le mie gambe per piazzarsi in mezzo, proprio come aveva fatto quel giorno nel cortile della scuola. ''C'è mia mamma di sopra'' sussurrai sfiorando le sue labbra. ''Non stiamo facendo nulla di male'' sorrise ''per ora.'' ''Luke'' ridacchiai io, ancora più nervosa. Lo allontanai un po' da me. ''Posso farti una domanda stupida?'' chiesi e quando lui annuì gliela porsi. ''Com'è baciare una con il piercing alla lingua?'' Luke sembrò divertito dalla mia domanda. Diminuì la distanza tra di noi, appoggiò una mano sulla mia schiena e io, per reazione istintiva, strinsi le mani attorno al bordo del bancone di marmo. ''Mmmhh non lo so'' Mi diede un leggero bacio sulle labbra, ma io non volevo lasciarmi andare così. ''Non credi che per darti una risposta sicura dovrei riprovarci?'' Non dissi nulla, ma quando mi lasciò un bacio sul collo resistere fu impossibile. Gli presi il volto tra le mani e lo baciai. Così cedetti, ma non mi pentii di essermi lasciata andare perchè era solo la seconda volta che io e Luke ci baciavamo, ma sembrava che per me fosse diventata una cosa indispensabile. ''Stramaledettamente eccitante'' sussurò quando il baciò finì. Lo guardai interrogativo e ''Il piercing'' sorrise. Sentii un rumore di chiavi e spinsi Luke lontano da me prima di saltare giù dal bancone. ''Hey papà!'' lo salutai con un largo sorriso ''Lui è Luke, un mio amico'' Posi l'accento sull'ultima parola, sperando che non iniziasse a fare battute o domande sconvenienti. ''Ciao Luke!'' Rispose lui tranquillamente.




Quella mattina ero di buon umore, e lo si poteva capire dal tono squillante in cui dissi ''Buongiorno!'' una volta raggiunti tutti gli altri, prima di entrare a scuola. ''Ridley!'' Michael sorrise mi abbracciò inaspettatamente e io non potei fare altro che ricambiare. Luke mi lanciò un'cchiata e sorrise soddisfatto quando il suo amico si allontanò da me. Aveva però il viso stanco e sembrava non dormisse da giorni, il che, probabilmente, era vero. ''Come mai così presto stamattina?'' m'interrogò Calum. ''Evento da segnare sul calendario!'' rise Ashton. ''Stupidi'' sbuffai, per poi rivolgermi a Lily. ''Andiamo al McDonald oggi a pranzo? E' venerdì.'' Lei accettò entusiasta. ''Ah! E così non ci invitate a pranzo?'' Michael fece finta di offendersi. ''Tanto non ci vediamo stasera?'' buttai lì. ''Stasera?'' ''Scusa Lily, mi sono dimenticata di dirtelo.'' sorrisi. ''Lily, ti passo a prendere perchè non credo che tu sappia dove vogliamo andare.'' Le propose Ashton e lei accettò. ''Vuoi che ti passi a predere? Non c'è problema.'' Stavolta era Michael che si rivolgeva a me. ''Alle nove devi essere pronta'' si raccomandò prima di avviarsi verso l'ingresso della scuola. Aspettai che gli altri se ne andassero prima di rivolgermi a Luke. ''Stai bene?'' Ma lui non mi ascoltò. Aveva lo sguardo perso nel vuoto mentre finiva la sua sigaretta. ''Sto bene'' rispose infine, quando la buttò a terra, ma il suo sguardo era ancora fisso su un punto indefinito. ''Non è vero'' affermai, piazzandomi davanti a lui per costringerlo a guardarmi. ''Anderson, sto alla grande! Cazzo, lasciami in pace, porca puttana!'' urlò e se ne andò, lasciandomi lì da sola.




 
  
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