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Autore: Katherine Buffy Pierce    26/05/2014    1 recensioni
Questa storia fa parte della serie "La storia di Alex" e si colloca dopo le storie "Figlio di vampiro" e "Bebè in arrivo".
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Katherine Pierce, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'La storia di Alex'
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Mi risvegliai la mattina dopo, a causa della luce che filtrava dalle tende bianche.
Appena presi lucidità, mi ricordai di dove ero e di cosa era successo. Mi girai e trovai Katherine sdraiata di fianco a me.
-Buongiorno.- disse lei con un sorriso.
Io non le risposi e chiusi gli occhi, girandomi dall’altra parte.
-Ho detto buongiorno!- disse lei, strattonandomi e facendo si che mi avvinghiassi a lei.
-Buongiorno.- le dissi io, esasperato.
-E’ questo il modo di rivolgersi a me?- chiese lei, imbronciata.
Io non le risposi e abbassai lo sguardo.
-Hai fame?- chiese lei, carezzandomi il viso.
-Mmm, si.- le dissi io, appoggiando la testa sul cuscino, vicino al suo splendido corpo.
-Bene.- disse lei, scaraventandomi sul divano.
-Li c’è la colazione. Io devo andare a cercare Klaus.- disse lei, con un tono molto freddo. Ma cosa le prendeva? Mentre mangiavo, sentii la sua macchina che si allontanava. Ero solo. Non sapevo se era un bene o un male... Da una parte potevo fare quello che volevo, ma dall’altra parte, ero a rischio di rapimento, uccisione o altre sfighe che potevano capitarmi in qualsiasi momento. Mi cambiai e decisi di scendere al piano inferiore, dato che non l’avevo ancora visto. Appena entrai in soggiorno, trovai Jesse che mi guardava.
-Jesse? Cosa ci fai qui?- chiesi io, confuso e impaurito.
-Uhm, beh... Io ero alleato con Klaus.- disse lui, facendo spallucce.
-Che cosa?!- chiesi io, arrabbiato.
-Lo so, scusa... Però mi sono accorto che non farà nulla per darmi ciò che mi aveva promesso e quindi, dato che gli ho rubato l’incantesimo che mi serviva, ti aiuterò a riavere indietro Marissa e i tuoi famigliari e amici.- disse lui, gironzolando per il soggiorno.
-Oh. E perché vuoi aiutarmi se prima mi hai tradito?- chiesi io, confuso.
-Beh, mi sono pentito del gesto orribile che ho compiuto e quindi, voglio rimediare.- disse avvicinandosi a me.
-Ok allora. Grazie.- dissi io con un sorriso.
Dopo un po’ che parlavamo del più e del meno, Katherine entrò e, appena vide il mio doppelganger, lo prese per il collo.
-No, aspetta! Vuole aiutarci!- dissi io, trattenendola.
-Oh, davvero sei così idiota?! Cavolo, sei peggio di Elena Gilbert.- disse lei, lasciando andare Jesse e guardandomi incredula.
Dopo averle spiegato tutto, Katherine era molto in difficoltà... Non sapeva se fidarsi o meno di lui.
-Kath, io mi sono sempre fidato di te quando nessuno lo faceva. Coraggio, provaci. Se ci tradisce, lo uccidiamo ok?- le dissi io, accarezzandole un braccio.
-Ok.- disse lei, rassegnata.
-Beh, sembra strano vedervi a contatto. Una vampira e un umano...- disse Jesse, sfottendoci.
-Beh, anche tu e Amanda eravate in una situazione simile.- dissi io.
Jesse, alla pronuncia del nome di Amanda, sussultò. Non parò e si sedette su una poltrona.
-Come era questa Amanda? Sempre se ne vuoi parlare.- dissi io, tranquillamente.
-Lei era... Bellissima. Era magra, slanciata, piuttosto alta, con i capelli ondulati e castani, gli occhi marroni e un sorriso mozzafiato... In alcuni versi, somiglia a Katherine...- disse lui, immergendosi nei ricordi.
-Oh, davvero?- chiese lei, poco interessata.
-Si. Avete lo stesso sorriso e... Non so... Mi sembrate simili.- disse lui, guardando Katherine.
-Guarda, ho una foto...Però è molto vecchia, dato che non esistevano ancora macchina fotografiche digitali.- disse Jesse, estraendo il portafoglio dalla tasca dei suoi jeans. Katherine stava sorseggiando del vino, mentre io attendevo che Jesse mi mostrasse la foto di Amanda.
-Oh, è molto bella... Si, in effetti somiglia molto a Katherine.- dissi io, guardando la foto che mi porse Jesse.
-Fa un po’ vedere...- disse Katherine, alzandosi e allungando la mano verso di me per prendere la foto. Katherine era in piedi con in il bicchiere di vino in una mano e con la foto di Amanda nell’altra. Appena avvicinò la foto al suo sguardò, fece cadere a terra il suo bicchiere di vino, causando la rottura del vetro. Il suo sguardo era incredulo, sconvolto e, allo stesso tempo, molto triste.
-Katherine, cosa c’è?- chiesi io, confuso e preoccupato.
-Io... Oh.- disse lei, continuando a fissare la foto.
-Cosa c’è? La conoscevi, forse?- chiese Jesse, agitato.
-Si.- disse lei, con lo sguardo fisso sulla foto.
-E...?- chiesi io, stanco di non capire cosa stesse succedendo.
-Questa ragazza non si chiamava Amanda.- disse lei, guardando Jesse negli occhi.
-Cosa? Perché dici questo?- chiese lui, confuso e infastidito.
-Perché lei si chiamava Nadia. Ed era mia figlia.- disse Katherine, lasciandoci entrambi di sasso.
  
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