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Autore: Bluemuse_    26/05/2014    2 recensioni
Hope è ormai abituata a vivere da sola nella villetta in cui, una volta, abitavano anche i suoi genitori. Cosa succederà quando Nicolas, ragazzo conoscente di sua zia, si presenterà come suo nuovo coinquilino? Un passato simile, un destino comune. Tra ostilità, avventure e (naturalmente!) un'immancabile storia d'amore, ecco la mia prima storiella che spero vi coinvolga fino alla fine.
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Dal capitolo 13:
"Eravamo molto vicini, costretti dalla poca lunghezza delle sue cuffiette bianche, e i nostri respiri si condensavano all'unisono creando nuvolette leggere. Mi girai ad osservare il suo profilo. In quel momento aveva la testa rivolta verso il cielo ad ammirare i fiocchi neve. Doveva piacerle veramente tanto. Abbozzai un sorriso e lei distolse lo sguardo per posarlo su di me. I suoi occhi in quel momento erano semplicemente stupendi, risaltati dal bianco che ci circondava. Mi persi per qualche istante ad osservare i suoi boccoli rossi e la bocca screpolata per il freddo e, in quel momento, pensai che era davvero bellissima."
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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CAP.8
POV:HOPE
Erano le sei quando Chiara mi chiamò al telefono. Avevo appena finito di fare le valigie per il giorno dopo -ok lo so cosa state pensando: questa va via due giorni e ci ha messo un pomeriggio intero a scegliere due straccetti. Che dire, volevo essere sicura di portarmi le cose più belle. In quel momento stavo ascoltando a tutto volume Sleeping Sun, quando sentii i Muse intonare la mia solita suoneria del cellulare. La telefonata non fu molto lunga, mi ricordò solo che mi avrebbe portato lei alla stazione e quindi di essere prontissima alle cinque, quando sarebbe passata con la macchina. Ah, e naturalmente di dirlo a Nicolas.
Ebbene si, alla fine le avevo dato la grande notizia. Potete immaginarvi la sua reazione: prima strabuzzò gli occhi, poi divenne viola in faccia –quasi pensavo le stesse venendo un infarto- e infine si mise a urlare con una voce così stridula che i delfini l’avranno scambiata per una loro compare nel periodo dell’accoppiamento. Quindi ora mi toccava avere un dialogo con Nicolas ed era l’ultima cosa che volevo. Lanciai il telefono sul letto, uscendo velocemente dalla mia camera. Prima inizi, prima finisci. In quel momento mi sembrava di avere una squadra di cheerleader nella testa che mi incitava di tenere duro. Forse stavo diventando pazza. Bussai alla sua porta, ma non mi arrivò nessuna risposta. Riprovai con più forza, senza risultati. Senti coso, mi devi aprire la porta ORA. Bussai a mano aperta, violentemente, fino a quando non mi decisi ad aprire la porta ed entrare senza il suo permesso. Lo trovai a letto, con gli occhi chiusi e le cuffie nelle orecchie. Mi avvicinai prendendo il suo mp3 per vedere che cosa stesse ascoltando: I wish I had an angel. Mm, non male i gusti del ragazzo. Se non fossi incazzata con te ti saresti già guadagnato mille punti. Lo scossi bruscamente, facendolo svegliare di soprassalto. Mi fissò stralunato, probabilmente sorpreso che io fossi lì per parlare con lui. Ringrazia Chiara per questo onore, plebeo. Gli dissi velocemente quello che dovevo e poi andai verso la porta che avevo lasciato aperta per uscire. Ma un tocco caldo che conoscevo mi fece fermare.                                                                                           
-Scusa-
Mi girai e lo guardai negli occhi. In quel momento avevano un colore stupendo, due smeraldi così intensi da non riuscire quasi a sostenerne lo sguardo. Ma Hope non si faceva abbindolare da due occhioni,no no. Anche se sono veramente stupendi, non c’è che dire. Mi rimproverai mentalmente, come spesso accadeva negli ultimi tempi.                                                                                                     
-Ci vuole ben altro, Nicolas. Non basta un semplice scusa per rimediare- me ne andai, scendendo in cucina per mangiare qualcosa, e poi tornai nella mia stanza, impostando la sveglia ad un orario impossibile per me.
*****
Mi svegliai con qualcuno che mi toccava leggermente la spalla. Socchiusi un po’ un occhio, guardando la sveglia. Le quattro?! Ma stiamo scherzando! Mi riavvolsi nelle coperte, bofonchiando quello che doveva essere un “lasciatemi dormire, per l’amor del cielo”. Per tutta risposta mi si strapparono le coperte di dosso, congelandomi all’istante. Allora mi decisi a svegliarmi completamente, fissando il ragazzo che teneva la trapunta tra le mani con uno sguardo assassino.             
-Se stai cercando di morire, ci stai riuscendo-                                                                                                
-Scusa, ma pensavo che non ti volessi perdere la gita- Oh cavolo, la gita! Possibile che non avessi sentito la sveglia? Faceva un casino infernale! Dovevo cadere proprio in letargo quando mi addormentavo. Consumammo in silenzio la colazione, senza calcolarci di striscio se non per passarci lo zucchero o cose simili. Puntuale come un orologio svizzero, alle cinque Chiara citofonò per farci uscire di casa. Avreste dovuto vederla quando si accorse di Nicolas dietro di me. Probabilmente ancora non riusciva a credere che io e lui vivessimo insieme. D’altra parte quasi non ci credevo nemmeno io. Quando salii in macchina salutai il padre della mia migliore amica, sistemandomi poi nei sedili dietro. Chiara naturalmente si sedette davanti, lanciandomi uno sguardo molto eloquente dallo specchietto. Le mimai uno “stronza” con le labbra prima di sprofondare nel più completo silenzio misto a sonno non appena Nicolas si mise di fianco a me e la macchina partì. Ci voleva più o meno mezz’ora per arrivare alla stazione e mi accorsi di essermi addormentata solo quando lo spagnolo, per la seconda volta in due ore, mi svegliò scuotendomi un braccio. Spero di non aver fatto le bavette. Ero decisamente in imbarazzo: non ero un bello spettacolo mentre dormivo. Prendemmo le valige dal baule della macchina e incontrammo gli altri compagni di classe al binario 17. Mancava solo la vecchia megera con i biglietti e poi saremmo finalmente partiti. La vidi arrivare da lontano, di corsa, vestita da zingara come al suo solito. Dio, ci si può vestire peggio di lei? Ci sistemammo nella carrozza del treno e, guarda guarda, finii di fianco a Nicolas.
****
Sentii una superficie morbida e allo stesso tempo solida che sosteneva la mia guancia destra. Si sentivano tante voci allegre sovrapporsi e un profumo molto buono che non seppi riconoscere mi invadeva le narici. Aprii gli occhi di scatto. No, non di nuovo! Alzai lo sguardo, capendo come temevo che mi ero addormentata di nuovo, e per di più sulla spalla di Nicolas.
-Ben svegliata, bella addormentata!- mi sorrise -Stavo per svegliarti io, tra poco arriviamo-
Mugugnai, per poi stiracchiarmi e guardare in giro. Per fortuna nessuno stava ridendo di me, altrimenti sì che sarei sprofondata.
Uscimmo dalla stazione e cercammo il nostro hotel, che non era molto distante dalla stazione. La Campana ci fece aspettare nella hall mentre lei parlava alla reception con un giovane biondo molto carino. Tornò dopo pochi minuti, con molte chiavi in mano.                                                                                                                       -Ok, ragazzi. Ora vi dirò come vi disporrete nelle camere.- ci scrutò tutti negli occhi, fissandosi particolarmente su di me, per poi sorridermi malignamente. -Ci ho pensato molto e per evitare polemiche ho deciso che ognuno si sistemerà con il compagno di banco-
Cosa. Cazzo. Hai. Detto? La prof guardò vittoriosa la mia faccia scioccata. Anvedi questa stronza. Lo sapeva benissimo che non andavo d’accordo con Nicolas! Sapevo che avrebbe trovato il modo per farmela pagare, ma così era esagerato! Nessuna prof sana di mente avrebbe permesso ad un ragazzo e una ragazza di stare nella stessa camera. Ovviamente una che si vestiva da zingara non poteva essere sana di mente…
Mi voltai verso Chiara che tutto sommato non era molto imbarazzata all’idea di dover stare con Mattia, erano amici da un po’ di anni e quindi era già capitato che dormissero insieme. Notò che la stavo fissando e mi fece l’occhiolino. La fulminai con lo sguardo, cercando poi il mio compagno di stanza. Sembrava pensieroso. Lasciammo le valigie nel deposito, che poi avremmo portato nelle camere la sera.
Uscimmo dall’albergo, cominciando finalmente la gita.
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Scusaaateeeee lo so che ci ho messo moltissimo per aggiornare questo capitolo e v chiedo umilmente perdono, sperando che almeno sia all'altezza delle vostre aspettative!
ringrazio sempre tutti quelli che stanno seguendo le vicende dei nostri due protagonisti e in particolare eowyn_26 che ha recensito i capitoli (spero ti piaccia questo nuovo capitolo!) 
alla prossima <3
         
  
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