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Autore: Rio Kastle    26/05/2014    1 recensioni
Dal capitolo 1:
"Sola. Completamente sola. Solo la dolce brezza primaverile le accarezzava i capelli. Tutti quelli che conosceva e che aveva amato l’avevano abbandonata. Era come se fossero andati via, senza ricordarsi di lei. Ed ora voleva solo raggiungerli. Ne era convinta. Se fosse andata a trovarli forse si sarebbe sentita meglio. Avrebbe riabbracciato il suo fratellino, i suoi genitori, il suo Alex.
Sapeva anche la strada. Avrebbe usato quella che avevano percorso tutti. Sarebbe passata per il lago. Era la via più sicura. La più veloce."
Luna vuole solo farla finita. Non per paura o per depressione come tanti, ma perchè le sembra la cosa più ragionevole da fare. Ma qualcosa, una forza più forte di lei e di tutti noi le impedisce di fare quella scelta. Luna capirà ben presto che dalle perdite più grandi può nascere qualcosa di nuovo e meraviglioso, e che la vita vale molto, troppo per essere gettata via.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 5
 
 
 
 
Ancora non riusciva a dormire. Erano ormai cinque notti che passava a fissare il soffitto. Solo alcune volte si girava e soffocava tutte le sue lacrime nel cuscino. Piangeva in silenzio, con la sua solitudine. Non voleva che la vedessero piangere, soprattutto perché loro non aspettavano altro. Volevano che piangesse, per convincersi che anche lei avrebbe ceduto, prima o poi. Ma lei non voleva. Non voleva cedere per nulla al mondo, o almeno era quello che voleva far credere, perché in realtà lei piangeva. E lo faceva perché non trovava altra via d’uscita, oltre al pianto e alla morte, alla sua sofferenza.
Iniziava con una semplice goccia salata, versata per chissà quale triste pensiero. Ma la nostra mente tende sempre ad inseguire un’emozione, così quel piccolo ricordo veniva collegato ai tanti che aveva Luna, fino a farla esplodere. Così piangeva. Piangeva per tutto e per tutti, per ricordare e per non dimenticare.
Ma quella volta andò diversamente.
Lui non si trovava nella stessa tenda di Luna. Ma qualcosa dentro di lui si smosse quando lei versò la prima lacrima. Così si alzò e nel buio della tenda trovò l’uscita. Si trovò immerso in uno spettacolo che non aveva mai visto prima, le stelle. Le aveva osservate varie volte, ma ora era tutto diverso. Vederle da quella prospettiva rendeva tutto più spettacolare. Sembravano miliardi di lucciole, ma erano più luminose. Sembrava che in quella notte avessero sommerso la luna, tanto splendevano, alte nel cielo.
Distolse lo sguardo dal nero manto costellato di stelle, per tornare ai suoi pensieri, che erano rimasti incantati come il suo sguardo, fino a perdersi completamente.
Riprese a camminare. I piedi nudi a contatto con l’erba umida della notte gli fecero provare sensazioni nuove, che non aveva mai sentito.
Trovò l’ingresso della tenda dove era Luna. Era immersa nel silenzio, ma lui la sentiva. Sentiva i suoi singhiozzi nella notte. Non poteva non sentirli. Per lui erano forti e assordanti nello spazio muto. Sentiva e vedeva solo lei. Ovunque fosse. Così quel leggero singhiozzare gli saltò subito all’orecchio.
Si avvicinò alla cieca alla branda. Il suo pianto si faceva più evidente ad ogni passo. Si chinò, fino a sfiorarle la nuca con le labbra. Lei si alzò di scatto, e lui ritirò la testa. Cercò freneticamente la torcia sotto le lenzuola candide. La accese e la puntò su di lui. I suoi occhi mostravano evidentemente panico. Lui lo capiva. L’aveva spaventata. Si portò un dito alle labbra.
« Che ci fai qui? » Sussurrò. Lui non rispose, si limitò ad abbracciarla. Questo gesto la colse di sorpresa. Lasciò cadere la torcia a terra, che provocò un rumore sordo. Lui non la lasciò. Continuava a tenerla stretta in quel gesto di immensa dolcezza. Lei non lo respinse, semplicemente rimase spiazzata. Gli esseri umani sono nati per stare insieme. Per amarsi e per vivere in compagnia. Ognuno deve ricevere e dare una giusta dose d’amore. E’ nella sua natura. Altrimenti va in crisi. Luna era ormai troppo tempo che non riceveva un gesto d’affetto quotidiano come un abbraccio. Fu per questo, e non per altro, che quella sera ricambiò l’amore che le era stato dato. Lo strinse forte a se e una lacrima scese dai suoi occhi. Ma stavolta non era amara, come tutte le altre. Stavolta era dolce. Era delicata e leggera, e sembrò quasi volare sul suo viso.
Quella notte volarono molte altre lacrime sul suo volto, una dopo l’altra. Lui non smise mai, neanche per un secondo ci abbracciarla. La cullava dolcemente, e lei lo lasciava fare.
Si addormentò così. Col sorriso sulle labbra e il cuore finalmente caldo.
Si addormentò anche lui. Felice per quel contatto che aveva avuto. Non gli era mai capitato qualcosa di più dolce. Lui, che non l’aveva mai neanche sfiorata, ora la sentiva tra le sue braccia.
Respirava piano, per godere appieno di quel tenero momento di improvvisa gioia.
 
 
 
Angolo autrice:
 
Scusate, so che questo capitolo è un po’ corto, ma vado avanti passo per passo, e questo è stato un traguardo importante per entrambi i protagonisti della mia storia, così importante che mi sembrava giusto dedicargli un capitolo… intendo dedicarlo interamente a quell’abbraccio, e a nient’altro…
Grazie a tutti quelli che mi stanno seguendo, che recensiscono, che leggono e che (spero) amano questi personaggi almeno quanto li amo io…
La cosa che mi piace di più quando scrivo è il fatto di potermi affezionare ai personaggi, di crearne di nuovi, di scrivere la loro vita… Per me loro esistono veramente… E spero di aver trasmesso lo stesso effetto anche a voi, almeno per ora, in questo inizio.
Spero di avervi fatto appassionare abbastanza da legger anche il prossimo capitolo…
Quindi grazie ancora a tutti.
S.
  
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