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Autore: Requiem_Poetica    27/05/2014    3 recensioni

Sospirò, alzando il capo e posando lo sguardo su Goku, che camminava silenziosamente davanti a lei, facendole strada. A differenza del giorno prima, il Saiyan non indossava un completo sgualcito, ma una comoda tuta - chiaramente intuì essere una tunica da combattente di arti marziali - di colore arancio. Sopra, una felpa formato extralarge, grigiastra, con cappuccio e zip. I capelli, perennemente in disordine, erano vistosamente zuppi di sudore. Intravide qualche gocciolina risplendere sotto la luce lunare e rigargli persino il volto.
“Ti sei allenato molto oggi. Così, però, rischi di ammalarti”.
Goku si voltò appena per guardarla, senza smettere di camminare. Non si chiese come faceva a sapere dei suoi allenamenti; quei due occhi di ghiaccio erano l’unica cosa che risplendeva nel bosco della penombra, come due grandi fanali, che lo scrutavano indagatori. Gli ricordò vagamente un gatto.
“Tranquilla, ho delle buone difese immunitarie” scherzò, sapendo di essere abituato a molto, molto peggio.
“Mhm. Immagino”.
Si voltò di nuovo a guardarla. Lei non smetteva di fissarlo, con quegli occhi che sembravano capaci di curiosare e frugare fino l’angoletto più profondo del suo animo. Le sfuggì, distogliendo per primo i suoi, visto che cominciava a sentirsi a disagio.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Goku, Goten, Nuovo personaggio
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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ANGOLO REQUIEM.
Eccoci qui, giunti alla conclusione di questa fanfic.
Devo dire che non mi aspettavo un buon riscontro; ho avuto un periodo di stallo, durato circa due anni, in cui non ho più scritto. Questa storia, che ho deciso in precedenza dovesse essere semplice e scorrevole, è per me una sorta di riscaldamento, un ritorno sulle scene – detto così sembro quasi una vera scrittrice, ah, ah, ah.
Coooomunque, miei cari e fedeli lettori, ci siamo. È finita (Tuttavia non escludo un seguito) e vorrei innanzi tutto ringraziare voi, che avete seguito e recensito, facendomi sentire come se mai avessi abbandonato questo fantastico angolo di paradiso che è per me EFP.
Un ringraziamento particolare va a Karmen94 (“premio lettrice più assidua” goes to you, darling xD) e a Hurrem, la più impegnata, ma che mi ha dato immense soddisfazioni.
Ora, mi dedicherò a qualcosa di un po’ più impegnativo. Se volete continuare a seguirmi, non dovete fare altro che rimanere sintonizzati con me. J
Grazie, di nuovo, di tutto.
 
-Requiem.
 
P.S. = C’è una piccola sorpresa. Leggete l’Epilogo, è proprio in fondo!   

 
 
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Era una bella mattinata di fine Aprile.
Il sole splendeva, l'aria tiepida era profumata di fiori e la radura fuori casa Son era vivamente colorata.
“Sono venuta a salutarti” gli disse Rosemary. A pochi passi da lei, c'era la sua limousine, scortata da Charles e Davis.
“Quindi, te ne vai” disse Goku. La ragazza sospirò, scrollando le spalle: “Già”.
Si guardarono dolcemente. La brezza tiepida e odorosa scompigliava loro i capelli, mettendogli un certo senso di malinconia.
“Sei stato bravo” gli disse la ragazza. “Bisogna sempre dire la verità. Goten l'avrà apprezzato e ti ha perdonato proprio per questo” gli sorrise ancora, la bella bocca nuovamente decorata di rossetto. “Sei un bravo papà” concluse. Lui scollò le spalle ed incrociò le braccia dietro la testa, con leggerezza: “Sì, beh...è una mia dote” rise. “Si sbaglia nella vita, l'importante è rimediare”
“Già”.
Ancora qualche secondo di silenzio.
“Fai buon uso dei tuoi poteri” si raccomandò il Saiyan. “Anche se non dovrei dirtelo. So che sei una ragazza buona e non c'è persona in tutto l'Universo più adatta a te, per custodirli”
“Mi fai arrossire” ribatté, ironica. “Stai tranquillo. Continuerò a condurre la mia vita, come ho sempre fatto”.
Di nuovo il silenzio.
“Ora cosa farai?” le domandò allora, facendosi improvvisamente malinconico.
“Vado dall'altra parte del globo” scherzò. “Mi hanno affidato la conduzione di un programma televisivo”
“Oh, bello” si sforzò di essere entusiasta, poiché, in realtà, quella partenza lo intristiva. “E' un traguardo importante per la tua carriera”
“Direi di sì”
“Già”
“Già...”
Silenzio, per l'ennesima volta. Non sapevano cosa dirsi, in realtà. C'era un misto di malinconia e imbarazzo che li inibiva e non li faceva ragionare.
D'altronde, però, non c'era bisogno di parlare.
Goku fece un passo avanti. La abbracciò.
Per qualche istante, Rosemary ebbe la sensazione di essere di nuovo nel Limbo, come quella volta in cui erano stati insieme. Il suo odore, l'odore di quell'uomo, il calore di quel corpo, non se l'era più levato dalla testa.
E dal cuore.
Goku le baciò la fronte. Dopo qualche interminabile secondo, la liberò da quella stretta e fece di nuovo un passo indietro, tornando a debita distanza.
“Distanza di sicurezza?” scherzò lei, riprendendosi dallo stato di trance che quella vicinanza le aveva provocato.
“Già. Distanza di sicurezza” rise.
Si guardarono, colmi d'affetto e dolcezza.
“Va be', io vado” ruppe quel bel momento la ragazza, fuggendo via dai pensieri e i sentimenti che lui le innescava.
“Hai l'aereo tra poco?” azzardò Goku.
“Oh, no. In realtà, ce l'ho domani mattina” lo informò. “Solo che stasera vado a cena fuori con Trunks”.
Goku rimase qualche istante in silenzio, spiazzato.
“Oh” ribatté finalmente, dopo aver scrollato la testa. “Esci con lui”
“Sì” alzò appena le spalle. “Mi sembra un bravo ragazzo”
“Lo è...ma mica vorrai rischiare di avere Vegeta per suocero, ah, ah” rise, per sdrammatizzare. Lei scosse la testa, alzando gli occhi al cielo: “Che scemo, che sei”.
Si guardarono, per l'ennesima, interminabile volta.
“Me li saluti tu, Goten e ChiChi?”
“Certo”
“Ok. Ciao, Goku”.
Lo salutò con la mano. Si allontanò montando sulla sua limousine. Charles e Davis fecero un lieve inchino nella direzione di Goku. Lui li ricambiò con un cenno della testa.
Rosemary abbassò il finestrino scuro. Gli sussurrò qualcosa, lui lesse il labiale.
Ti voglio Bene.
Le sorrise dolcemente.
Anche io.
Guardò la limousine sparire all'orizzonte. Sospirò più volte, riempiendosi i polmoni di quell'aria profumata.
Si voltò. Guardò la sua graziosa casa.
Scosse le spalle. Chiuse a chiave quel famoso cassetto, quello dei ricordi che aveva archiviato.
Sorrise, all'idea che dentro casa ci fosse ChiChi.
Gettò finalmente la chiave.
Non l'avrebbe più riaperto, quel cassetto, mai più.
 
Goten e Bra camminavano insieme, diretti verso la scuola. Ormai, il ragazzo aveva preso la buona abitudine di essere puntuale, e non solo; stava recuperando i brutti voti e, se teneva ancora duro, finalmente sarebbe riuscito a diplomarsi.
Com'era cambiato, in così poco tempo.
“Peccato che Rose se ne va” commentò Bra, un po' dispiaciuta. “Era bello avere una celebrità in classe”
“Ma se non la sopportavi! Bugiarda!” rise il ragazzo. Lei scrollò le spalle, con disinteresse; sotto la luce del sole, i capelli color pistacchio pallido sembravano ancora più chiari.
“Torneranno mai del tuo colore?” commentò, scompigliandoli appena.
“Mah, aspetto che ricrescono, a questo punto” rispose. Lui incrociò le braccia dietro la testa: “Tanto, sei bella lo stesso”.
Si voltò di getto verso il ragazzo, arrossendo. Era un complimento? Aveva udito bene?
“Che fai oggi pomeriggio?” le domandò. Lei scosse la testa, ancora spiazzata ed imbarazzata: “Nie...niente” confessò. Goten si voltò a guardarla.
“Ci andiamo a prendere un gelato insieme?” propose. Lei gli sorrise entusiasta: “Mi sembra una buona idea”.
 
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