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Autore: golightly    27/05/2014    3 recensioni
Cosa sarebbe successo se Petunia Evans avesse scelto di non sposare Vernon Dursley? Cosa sarebbe successo se avesse scelto di percorrere la propria strada invece di vivere nell’ombra del rancore per la sorella Lily? Ed infine: Cosa sarebbe successo se fosse riuscita a trovare il proprio cammino grazie ad un mago dalla risata simile ad un latrato di nostra conoscenza? Questa storia cerca di trovare la risposta a queste domande.
Dalla soria:
Dopo il diploma Petunia avrebbe sposato un uomo che non amava con la speranza di ricevere da una famiglia tutta sua tutta l’approvazione che aveva sempre cercato a casa Evans, ma che non aveva mai trovato. (...) Aveva rinunciato con rassegnazione alla propria felicità, senza sapere che,volente o nolente, essa avrebbe bussato alla sua porta quella stessa mattina sconvolgendo tutto ancora una volta. (...)
Sirius osservò meglio Petunia: non era sicuramente bella, non era il genere di donna verso cui avrebbe diretto la propria attenzione normalmente, ma quando i loro sguardi si incontrarono per un breve istante lui riconobbe se stesso in quegli occhi scuri come la pece e seppe che doveva fare il possibile per svelare il mistero che si celava dietro Petunia Evans.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Petunia Dursley, Sirius Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Capitolo XII
Il Primo Giorno (Atto 1^)

 
“La coincidenza è logica, di trovarti qua,lo sapevo già in anticipo.
È un racconto inedito da leggerci negli occhi aprendoli e non delimiterei un confine.
È una delirante poesia,in febbre leggera, che ti regalo.”
(Una delirante Poesia - Samuele Bersani)
 
Doveva ancora abituarsi a molti aspetti più o meno piacevoli della sua nuova vita.
Per incominciare era ancora infastidita dal lampione davanti alla sua finestra che continuava a svegliarla puntuale nel cuore della notte.
Svegliarsi di soppiatto non è di per sé piacevole, infatti, ma diventa a dir poco insopportabile quando si è accompagnanti da quella inquietudine sottile, dovuta all’incapacità di riconoscere nella penombra il luogo in cui ci si trova.
Petunia non si era ancora abituata al riverbero della luce sullo specchio della toletta accanto al bovindo e al letto a due piazze che troneggiava al centro della camera,ma soprattutto non si era abituata a condividere quel letto con l’uomo che dormiva sereno a pochi centimetri da lei.
Sirius al chiaro di luna (come in qualsiasi altro momento della giornata  del resto) era una visione paradisiaca e, nonostante tutto ciò che era successo in quei mesi, nonostante la sicurezza che ostentava ogni volta che parlavano di ciò che provavano l’uno per l’altra, non riusciva ancora a credere che fosse suo.
 
Senza esserne del tutto consapevoli si erano diretti a Spinner’s End ed il ricordo della loro prima chiacchierata vicino alle altalene aveva finalmente dato a Petunia il coraggio di chiedere a Sirius quando si fosse innamorato di lei.
«Quando è cominciato? – domandò – Capisco che una volta nato il sentimento abbia facilmente preso piede, ma che cosa ti ha fatto innamorare di me inizialmente?»
«Onestamente non saprei dire l’ora, il luogo, lo sguardo o le parole con cui tutto è iniziato. So solo che mi ci sono trovato in mezzo prima di sapere come fosse cominciato.»
«Eri perfettamente in grado di resistere alla mia bellezza e quanto al mio comportamento nei tuoi confronti spesso sfociava nell’incivile, specialmente all’inizio. Ammettilo eri attratto dalla mia impertinenza non è così?»
«Dalla vivacità della tua mente, senza dubbio.»
«Chiamala pure impertinenza anche tu. Non era qualcosa di molto diverso. Il fatto è che tu eri stanco delle donne che guardavano, pensavano e parlavano solo per ottenere la tua approvazione. Ti sei interessato a me proprio perché ero diversa da loro perché in fondo hai sempre disprezzato le persone che ti corteggiavano con tanta assiduità. Ecco, vedi ti ho risparmiato la noia di raccontare tutto, ed effettivamente comincio a pensare che la tua reazione sia stata perfettamente ragionevole. Certo non conoscevi una sola mia virtù, ma nessuno pensa alle virtù quando si innamora»20.
 
Sirius si rigirò tra le lenzuola, istintivamente mosse un braccio nella sua direzione ed attirò la ragazza a sé. E così Petunia si riaddormentò, rifugiandosi in quell’abbraccio cullata dai ricordi di quell’estate appena trascorsa.
 
I malandrini al completo, Lily e Petunia erano seduti davanti a sei delle più spettacolari coppe di gelato mai realizzate da Florian Fortebraccio.
La maggior parte della comitiva era presissima da un dibattito sul Quidditch, mentre lei e Remus parlavano di libri (i due avevano scoperto di condividere entrambi l’amore per la letteratura):
«Credevo che la maggior parte dei maghi non fosse interessata alla cultura babbana.»
«Mia madre era babbana e possedeva una piccola libreria poco distante dal British Museum. Mio padre la vide per la prima volta al di là della vetrina una mattina di Maggio e pur di conquistarla finì con l’innamorarsi dei romanzi babbani.»21
«È una storia molto romantica Remus.» disse a quel punto Petunia sorridendogli dolcemente; sembrava che quella malinconia sempre pronta a tormentarlo avesse fatto nuovamente capolino.
«Nel caso volessi leggere qualcosa di non babbano cosa mi consiglieresti comunque?» aggiunse nel tentativo di distrarlo; tentativo perfettamente riuscito a giudicare dallo sguardo entusiasta che il ragazzo le regalò prima di risponderle.
 
Più tardi mentre tornavano a casa Sirius le aveva chiesto di cosa avessero parlato tutto il pomeriggio lei e Lunastorta.
 
«Mi ha raccontato tutto delle tue conquiste scolastiche.»
«Davvero?»
«Certo che no! Sappi che non gira sempre tutto intorno a te Messer Felpato!»
«Ho notato che siete diventati parecchio amici voi due negli ultimi tempi.» commentò lui con un espressione ermetica,difficile da interpretare.
«Che cosa vuoi dire con questo?»
«Niente.»
Camminarono in silenzio l’uno di fianco all’altra per un po’. Per la prima volta Petunia non era in grado di capire cosa passasse per la testa di quello che poteva ormai definire come il suo ragazzo.
«Si può sapere cos’hai?» sbottò ad un certo punto stanca del suo mutismo.
«È una cosa stupida. Prometti che non mi prenderai in giro se te lo dico?»
«Croce sul cuore.» rispose lei disegnando una piccola “x” immaginaria a sinistra sul proprio petto.
«Quando ci siamo conosciuti ero l’unico a sapere veramente quanto fossi straordinaria ed inconsciamente ero tranquillo perché sapevo che tra Vernon e me avresti scelto sempre e comunque me.»
«Remus invece è gentile,intelligente ed avete un sacco di cose in comune e.. non riesco a spiegarlo, ma quando vi vedo insieme mi sento strano ecco.»
«Stai cercando di dirmi che sei geloso di Remus?»
«Si.. cioè no.. probabilmente sì. Te l’avevo detto che era una cosa stupida.»
«Sei consapevole del fatto che stiamo parlando di uno dei tuoi migliori amici?»
«Sì.»
«E sei consapevole del fatto che né io né lui potremmo mai farti una cosa del genere?»
«Sì.»
Sirius aveva ancora molte cose da imparare in fatto di relazioni. In quel momento era così imbarazzato da non riuscire neppure a guardarla negli occhi; era evidente che non fosse stato affatto facile per lui farle quella confessione e, proprio per questa ragione, Petunia decise di accorrere in suo aiuto:
«Per quello che vale sappi che io sceglierò sempre e comunque te!» concluse semplicemente lei guardandolo intensamente.
Lui non rispose, la strinse forte e la baciò appassionatamente sulla soglia di casa.
 
Il rumore della sveglia la ridestò da quei pensieri sospesi tra il mondo onirico e quello del ricordo.
«Spegni quell’aggeggio infernale prima che lo faccia esplodere.» grugnì Sirius alle sue spalle, la liberò dalla sua stretta e seppellì la testa sotto al cuscino.
«Svegliati Felpato è una giornata troppo importante per poltrire!» rispose la ragazza ridendo mentre iniziava a spingerlo giù dal letto. Il mago brontolò qualche frase sconnessa e poi ribaltò la situazione portando Petunia sotto di sé e bloccandole i polsi sopra la testa con una mano.
«Non ti ha mai detto nessuno che non è bene svegliare il can che dorme? Non sai mai che cosa può succedere.»
«Non abbiamo tempo per questo!» disse lei mentre lui le sfiorava il collo con le labbra senza veramente baciarla.
«Non ho la minima intenzione di arrivare in ritardo il primo giorno di scuola e non sono in grado di smaterializzarmi e materializzarmi quando e dove voglio come fai tu.» aggiunse suonando comunque molto meno irritata di quanto avrebbe voluto.
«Andiamo si vede lontano un miglio che sei agitata per oggi.. sto solo cercando di farti rilassare un po’.»
«Secondo me, invece, sei teso perché è il tuo primo giorno sul campo e questo è il tuo modo per fuggire dalle preoccupazioni.» rispose lei guardandolo intensamente.
«Non ti si può nascondere nulla eh?»
«Sei come uno di quei romanzetti rosa dalla trama inconsistente e facilmente prevedibile Casanova!»
«Ti amo anche io!» rispose lui baciandola a fior di labbra.
Poi accaddero molte cose: la porta di camera sua si aprì improvvisamente, Petunia si alzò di scatto con il battito accelerato e rossa in volto e Sirius riuscì a smaterializzarsi giusto in tempo per non essere scoperto da Lily in atteggiamenti decisamente sconvenienti e difficilmente fraintendibili.
 
― ∙ ―
 
«Colazione a letto!» esclamò allegra quest’ultima facendo finta di non notare l’espressione di sua sorella: sembrava una bambina colta con le mani nella marmellata; colpevole ed imbarazzata in egual misura. Chiuse la porta della camera spingendola col gomito e si diresse verso il letto accompagnata da un vassoio pieno di delizie dolci e salate.
«Lily qui c’è da mangiare per un reggimento! A che ora ti sei svegliata per cucinare tutto questo?» chiese Petunia dopo essersi ripresa dallo shock.
«Alle cinque del mattino! Ho pensato che se fossimo state a casa la mamma avrebbe fatto qualcosa del genere per il tuo primo giorno di Università! Avrebbe borbottato qualcosa del tipo “Mangia! Avrai bisogno di energie!” e tu probabilmente avresti risposto qualcosa del tipo “Devo seguire un paio di lezioni in facoltà non affrontare un turno di dodici ore in miniera!”»
«Sono sicura che sarebbe andata così. Grazie Sorella.» rispose Petunia cercando di sconfiggere il magone addentando voracemente un pancake.
«Dovrai aiutarmi con queste uova però, non credo di potercela fare da sola.» aggiunse rivolta alla sorella.
«Sei agitata per oggi?»
«Un po’. Aspetto questo momento da sedici anni e anche se le cose non sono andate come immaginavo non riesco a fare a meno di sentirmi felice.»
 
Era la pura verità: dopo l’aggressione sia Petunia che Lily avevano imparato a convivere con quelle strane perturbazioni emotive che facevano oscillare il loro umore dalla malinconia più nera alla gioia più pura almeno un centinaio di volte al giorno.
 
«Credo faccia parte del processo di elaborazione del lutto.» aveva spiegato la maggiore delle sorelle Evans mentre tornavano a casa dopo aver trascorso il pomeriggio con i genitori al San Mugo.
«Siamo come divise a metà: una parte di noi ha ricominciato a vivere, mentre l’altra si sente in colpa e continua a soffrire.»
«Passerà secondo te?» chiese a quel punto Lily.
«Non per il momento, non fino a quando non catturerete i vermi che ci hanno aggrediti e non li spedirete dritti ad Azkaban.»
«Ma un giorno sconfiggerete quel pazzo Lily, questa guerra finirà, le nostre vite torneranno alla normalità e a quel punto ricominceremo a stare bene.»
«Lo spero davvero Tunia!»
«Ne sono certa vedrai!»
 
«Come procedono le cose al ministero?» le aveva chiesto a quel punto per distrarre entrambe dal pantano dei loro pensieri.
«Bene sono stata assegnata all’Ufficio Misteri e mi sto dedicando alla ricerca nel campo delle pozioni. Sognavo di fare qualcosa del genere sin dal primo anno!»
«Giochi alla piccola chimica insomma.» commentò la ragazza ammiccando scherzosamente verso la piccola Evans.
«Qualcosa del genere!» rispose Lily soffocando una risata con un sorso di succo di frutta.
Petunia aveva continuato imperterrita a farsi beffe del mondo della magia suscitando ilarità in Lily, Sirius e Remus e risvegliando una certa perplessità in James che pur avendo imparato ad apprezzarla non riusciva a comprenderla fino in fondo.
 
«Cosa stai facendo?» le chiese una sera il signor Potter stravaccato sul divano del loro soggiorno mentre aspettavano entrambi il ritorno di Lily e Sirius da una missione che era stata assegnata loro da Silente in persona.
James si sentiva un po’ a disagio, non erano mai rimasti da soli prima d’ora.
«Sto collegando i nuovi altoparlanti al giradischi che io e Lily abbiamo comprato per il soggiorno.»
«Sembra complicato.» commentò Ramoso osservando l’intricata rete di cavi colorati davanti ai suoi occhi.
«Immagino che per te sarebbe complicato persino cambiare una lampadina.» rispose Petunia scoppiando nella sua risata cristallina. Tuttavia, quando si rese conto che il ragazzo non stava ridendo con lei, si sentì in dovere di chiarire le cose con lui una volta per tutte.
«Ascolta lo so che quando ci siamo conosciuti mi sono comportata davvero da stronza con te, ma stavo affrontando una fase parecchio complicata e.. ad ogni modo sappi che mi dispiace!» borbottò pensierosa tendendo una mano nella sua direzione.
«È tutto a posto tranquilla!» esclamò piacevolmente sorpreso James in risposta.
«Già che ci siamo sappi che, anche se inizi a starmi simpatico, per me nessuno al mondo conta più della mia sorellina. Prova a farle del male e sarò costretta ad ucciderti.»
I due si scambiarono uno sguardo di intesa, si strinsero la mano calorosamente e passarono il resto della serata a prendere allegramente in giro Severus Piton.
 
Le due sorelle trascorsero il resto della colazione ridendo e scherzando tranquillamente.
Dopo che entrambe ebbero finito di mangiare Lily radunò e portò via i resti di quel banchetto mattutino, nascondendo un sorrisetto malizioso e facendo finta di non aver notato la maglietta di Sirius abbandonata solitaria sul comodino della sorella.
 
― ∙  ―
 
Circa due ore dopo Petunia prese posto per la prima volta in una delle aule centenarie dell’ateneo meravigliata all’idea di essere riuscita ad arrivare puntuale.
«Benvenuti alla facoltà di legge.» disse il professore e lei non riuscì a nascondere il sorriso più emozionato di sempre.

Rieccomi qui! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di rivedermi tanto presto e sinceramente nemmeno io riesco a crederci! Ad ogni modo ecco a voi il nuovo capitolo! Due precisazioni necessarie:
20: il dialogo tra Sirius e Petunia è chiaramente "ispirato" (anche se parlare di ispirazione è riduttivo) al dialogo tra Lizzie e Mr Darcy tratto dal Capitolo LX di "Orgoglio e Pregiudizio". Questa è una storia romantica, "Orgoglio e Pregiudizio" è a mio parere la storia d'amore per antonomasia e quindi era solo questione di tempo prima che inserissi un tributo alla cara Jane.
21: La storia dei signori Lupin è un po' diversa da quella che ci viene descritta dalla Rowling su Pottermore, ma mi piaceva l'idea (per ragioni di trama che un giorno forse comprenderete) e quindi mi sono presa questa piccola licenza. Nel caso non abbiate letto il brano su Pottermore dedicato a Remus correte a farlo perchè merita sul serio parola mia!
Nel prossimo capitolo, dopo mesi di addestramento, assisteremo all'assegnazione del primo incarico ufficiale per Sirus e James; Di che cosa si tratta? Per scoprirlo restate sintonizzati su questi schermi. 
Detto questo vi saluto e ringrazio come al solito tutti quelli che più o meno silenziosamente seguono questo esperimento.
Alla prossima, Golightly. :) 

 
  
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