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Autore: Seaweed_Sunshine2713    27/05/2014    1 recensioni
La vita dopo la Guerra con i Titani sembra procedere tranquilla e monotona... Ma per Gaya e Lena, amiche per la pelle, la vita è diventata tutt'altro che noiosa! Una dea in cerca di vendetta minaccia il Campo, cosa faranno i nostri semidei?
Tra mostri, allenamenti, combattimenti, dei, imprese e (perchè no) nuovi amori si troveranno catapultate in un mondo nuovo e pericoloso in cui dovranno imparare a vivere: Benvente al Campo Mezzosague!
Ciao ragazzi, questa è la prima fan fiction che scrivo (anche se un paio di capitoli li ha scritti una mia amica, ma segnalerò)! Spero vi piaccia e che non vi annoi: quando ho cominciato a scriverla non avevo ancora letto la saga di Eroi dell'Olimpo quindi non ne terrò conto. Buona lettura!
Genere: Avventura, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lena e Percy si stavano infilando l'armatura da allenamento quando sentirono uno scalpiccio e uno strano odore.
Si precipitarono fuori giusto in tempo per vedere i figli e le figlie di Demetra correre verso la Casa Grande, con Gaya in testa: istintivamente guardarono nella direzione da dove provenivano e Lena si lasciò sfuggire un grido strozzato. La foresta stava andando a fuoco e le ninfe, i satiri e gli altri semidei stavano cercando di spegnere il fuoco per salvare gli alberi, fonte vitale delle ninfe. Percy si tuffò in mare, seguito a ruota da Lena, che aveva capito le intenzioni del fratello; si presero per mano per incanalare meglio i poteri e  si concentrarono.
Subito un'onda li sollevò, tenendoli in equilibrio sulla cresta, come se stessero facendo surf, ma senza tavola: con uno sforzo enorme i due diressero la colonna d'acqua verso la foresta in fiamme che fu subito sommersa.
Il fuoco si spense all'istante con uno sfrigolio e i fratelli riuscirono a fare tornare tutta l'acqua in eccesso nel letto della baia, prima a secco.
Quando tornarono con i piedi per terra, Lena e Percy erano esausti: lei si mise a quattro zampe, cercando di riprendere fiato (non era abituata a usare i suoi poteri in scala così estesa), mentre Percy si appoggiò al tronco di un albero carbonizzato, desiderando di poter dormire almeno un po'.
E invece Chirone galoppò verso di loro, seguito da tutti i mezzosangue del Campo, preoccupati all'inverosimile per la foresta, i due figli di Poseidone e i figli di Demetra.
Chirone esordì "Che è successo? Gli altri ragazzi hanno visto del fumo e la vostra onda, così mi hanno avvertito e sono corso subito da voi. Volete del nettare per riprendervi?"
Percy e Lena accettarono e quando accostò il calice alla bocca, Lena esclamò "Sa di milkshake alla vaniglia!"
Chirone rise, e le spiegò che il nettare aveva un sapore differente per ogni mezzosangue, e Percy aggiunse
"Il mio sa di biscotti al cioccolato".
Lena fece un sorriso tirato: era così esausta da potersi addormentare anche distesa sul padiglione della mensa.
 Percy esordì "Come mai c'era tutto quel fuoco? Le ninfe e le Naiadi sono sempre attente."
Chirone scosse la testa "Non ne ho idea, ma secondo me era più un'evocazione che un incendio casuale. "
"A me è sembrato di vedere una figura umanoide nelle fiamme" disse Lena timidamente. Percy confermò.
"Per il momento consiglio di andare a dormire. Avete usato tutte le vostre energie per creare quell'onda e i figli di Demetra devono riposarsi, dopo tutto il potere sprigionato. " Disse Chirone.
Lena e Percy annuirono e barcollarono fino alla capanna tre: non fecero in tempo ad appoggiare la testa sul cuscino che stavano già dormendo.
Il sogno che fecero fu molto strano: erano presenti entrambi, come se fossero svegli, e sentirono una voce maligna che diceva "Scegliete."
Si svegliarono insieme nel cuore della notte, sudati e terrorizzati.
"Come fai a riprendere sonno dopo questi sogni?" Chiese Lena tristemente.
"Non lo fai."
ΩΩΩ
Quando Gaya si svegliò, preoccupata dai suoi sogni, si diresse subito da Annabeth (che ultimamente aveva frequentato di più rispetto a Lena, che tendeva a stare con suo fratello o con Clarisse, con la quale si trovava in una strana sintonia), pensando di raccontarle tutti. Confidava nel suo intuito e nella sua intelligenza, e rimase di sasso quando la ragazza le disse, dopo averci pensato qualche minuto, che non aveva idea del significato delle parole pronunciate in sogno da Demetra.
"Però sicuramente è una madre più presente della maggior parte degli dei." Aggiunse scherzando, per alleggerire la tensione.
Gaya fece un sorriso tirato e si avviò verso la lezione di equitazione su pegasi.
Si fermò davanti alla porta delle scuderie. Aveva sentito uno strano rumore, come un sibilo o qualcosa del genere.
Si girò giusto in tempo per evitare che una delle code di una dracena la scaraventassero contro il muro: rotolò di lato e afferrò una striglia, in mancanza d'altro, per scagliarla violentemente sulla testa del mostro, che per qualche secondo fu disorientato. Gaya approfittò del momento per lanciarsi su una spada abbandonata da qualcuno (per sua fortuna). Si mise subito in posizione di difesa e parò attacchi su attacchi, cercando disperatamente di difendersi: aveva provato a diventare più abile nel combattimento, ma la sua indole gentile ancora le impediva di sferrare offensive.
"GAYA!!!!"
Lena, a cavallo di un pegaso nero, stava scendendo in picchiata sul mostro, che aveva lasciato un punto scoperto. Gaya tentò di affondare, ma la dracena si riscosse dalla sorpresa e, parato il debole attacco, sferrò un fendente che le avrebbe staccato il braccio, se la ragazza non si fosse spostata, cavandosela con un taglio piccolo ma profondo sull'avambraccio.
In quel momento Lena atterrò, le onde della baia dietro di lei minacciosamente ingrandite: aveva uno sguardo rabbioso che fece venire la pelle d'oca persino a Gaya, che la conosceva praticamente da sempre.
"TU, PICCOLA SCHIFOSA DRACENA, TOCCA ANCORA LA MIA AMICA E VORRAI NON ESSERE MAI ESISTITA!!!" Gridò, attirando l'attenzione di un satiro anche si era avvicinato: una volta vista la dracena, corse a chiamare aiuto.
"Ah, l'altra figlia di Possseidone... Ssssi, la padrona sssarà contenta..."
Sibilò il mostro, rivelando la sua lingua biforcuta.
Lena provò a tirarle un pugno: era una mossa pericolosa, perché la dracena era armata mentre la ragazza era a mani nude.
Ma una freccia di bronzo celeste si piantò nel collo della creatura, trasformandola in sabbia.
Annabeth e Percy arrivarono di corsa, seguiti da Grover e da Chirone.
"Che è successo? Per gli dei, se una dracena è riuscita a entrare nel Campo la situazione non è buona..." Disse Annabeth.
"Al diavolo la dracena! Qui Lena e Gaya stavano rischiando la pelle!!!" Percy si fece largo tra la folla di mezzosangue che stavano affollando l'entrata delle scuderie
"State bene? Accidenti, Gaya ha un brutto taglio... Qui serve un figlio di Apollo!"
"No, tranquilli, sto bene; piuttosto, come ha fatto una dracena a entrare? Il Campo non dovrebbe essere protetto?"
"Questo è il punto. Dovrebbe." Disse Chirone, enigmatico.
"Il Vello d'Oro è ancora al suo posto? Non è stato rubato?!?" Grover era preoccupatissimo.
"No, idiota, altrimenti ce ne saremmo accorti! Pensi che la Casa di Ares si faccia fregare così facilmente??"
Clarisse era arrivata, e non era contenta.
"Clarisse! Meno male che sei arrivata!" Esclamò Lena, correndole incontro.
"Bisogna organizzare turni di guardia, controllare la foresta, pattugliare il confine e..." Clarisse la interruppe bruscamente
"Ehi, Lena, calma! Magari era da sola, anche se mi sembra improbabile; comunque senza il permesso di qualcuno non possiamo fare niente di realistico, e lo sai."
"Il mio permesso basta?"
Tutti si girarono per capire di chi fosse quella voce maschile, e tutti furono scioccati quando videro Zeus, il re degli dei, insieme a sua moglie Era.
 
  
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