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Autore: LadySparrow    27/05/2014    2 recensioni
Le sorelle la guardarono con occhi spalancati. “Ethel, cara, cosa stai facendo?” sussurrò Clarice “Non stavi riposando?”
“Le farfalle bianche.” mormorò Ethel con aria sognante “ Vedo le farfalle bianche.” Sorrise dolcemente, ma il suo sguardo era perso nel vuoto.
Genere: Drammatico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Capitolo 2
 
Ben
Hanna il giorno dopo andò a lavorare con le immagini della sera precedente stampate nella mente. Aveva dormito molto poco, ma doveva cercare di tranquillizzarsi e, soprattutto, di rimanere concentrata: essendo una professoressa di storia, era fondamentale per lei avere la situazione sotto controllo quando entrava in classe, altrimenti gli studenti non l’avrebbero ascoltata.
Appena entrò nella sala professori, Ben Davis le andò subito in contro e le diede un piccolo bacio sulla guancia. “Ciao Hanna!” la salutò,sorridendole.
Lei ricambiò il sorriso “Ciao Ben. Sembri molto contento stamattina.” notò; era piuttosto raro vederlo veramente felice per qualcosa.
“Sì.” ammise “Lucy mi ha appena inviato un messaggio avvisandomi che il compito di biologia le è andato molto bene. Per lei era importante, sai quanto tenga a diventare un medico.” Ben insegnava storia, proprio come Hanna, e sua figlia era la sua gioia più grande.
Hanna avrebbe voluto sinceramente condividere la contentezza di quella notizia, anche perché conosceva Lucy e la riteneva una ragazza estremamente dolce, ma il sorriso che delineava le sue labbra era tutt’altro che felice. ”Sì. Devi essere molto fiero di lei.”
Fu in quel momento che Ben si accorse che era molto pallida ed i suoi occhi erano gonfi e stanchi.
“Hey!” esclamò a bassa voce, mettendole con delicatezza una mano sulla spalla. “Ti senti bene?”
“Sì,sì.” si affrettò a rispondere “È solo che…”
“Hai dormito poco.” Concluse lui.
Risero entrambi. Hanna aveva sempre apprezzato la premura con cui Ben le rivolgeva le domande, senza risultare in alcun modo invadente. “Sì, in effetti ho dormito molto poco.”
“Ma è successo qualcosa?”
Era preoccupato, Hanna lo capì dal repentino cambiamento d’espressione dei suoi occhi. Si guardò intorno per accertarsi che nessuno fosse particolarmente interessato alla loro conversazione: c’erano altri due insegnanti nella sala, ma sembravano molto intenti a correggere dei compiti. Abbassò lo sguardo “Credo…” si rese conto di non sentirsi veramente pronta a parlare di quell’argomento. ”Credo che manderemo Ethel in una clinica psichiatrica. Non può più stare con noi, ha bisogno di aiuto.”
Risollevò gli occhi verso il viso di Ben, che ne avvertì tutta l’angoscia. “Oh!” mormorò, spalancando gli occhi “Hanna, mi dispiace molto.” Improvvisamente si sentì impotente: avrebbe voluto dirle parole di conforto più sincere, più profonde, ma, in quell’istante, quella fu la sola frase che riuscì a pronunciare.
Lei fece un mezzo sorriso “Lo so, Ben. Lo so, tranquillo. Non c’è bisogno di parole, davvero.” Gli posò affettuosamente una mano sulla guancia, mentre lui lasciò che la mano che ancora le teneva sulla spalla scivolasse lungo il braccio, facendole una carezza, in un breve attimo di tenerezza.
Hanna si diresse verso la porta.
“Jack lo sa?” Le domandò ad un tratto.
Lei si voltò “Sì,certo. Ne abbiamo parlato.” Mentì.
Si rigirò per uscire dalla stanza.
“Hanna?” la chiamò nuovamente Ben.
“Sì?”
Per un istante che gli parve eterno si soffermò a guardarla “Buona lezione.” disse infine.
  
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