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Autore: Kim NaNa    27/05/2014    3 recensioni
Storia momentaneamente sospesa
Un regno incantato: Nymphas.
Una lotta cruenta.
Due giovani amanti.
Una figlia da proteggere.
Dei segreti da svelare.
L'incontro tra odio e magia, tra amore e vendetta.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mamoru/Marzio, Nuovo personaggio, Setsuna/Sidia, Usagi/Bunny | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
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Per le vie della città.
 
Si agitava irrequieto, il vento, tra il fogliame odoroso della verde edera, mentre un cuore di fanciulla si perdeva in due magnetiche iridi blu come gli abissi profondi del mare.
«Diletta fanciulla, mi è concesso conoscere il vostro nome?»
Il giovane principe colmò la distanza che lo separava dalla sconosciuta donna e prese a guardarla con impaziente attesa.
Un velo di paura attraversò i pensieri della sorpresa Usagi. Setsuna non le aveva confidato come comportarsi in presenza degli abitanti di Crystal City e, rammentando l’astio degli uomini nei confronti degli abitanti del pianeta Nymphas, mentì:
«Il mio nome è Serenity, sua altezza. »
Abbassò subito gli occhi, augurandosi che il principe non avesse mai letto la storia che narrava della principessa Serenity e della sua storia d’amore con il principe Endymion.
Gli occhi del giovane si illuminarono mentre un dolce sorriso si dipinse sulle sue rosee labbra.
«Serenity! È un nome molto bello, milady e ricchiude tutto lo splendore della vostra bellezza. Ma vi prego… potremmo essere meno formali e darci del tu? Fuori dalle mura del palazzo reale mi piace essere, semplicemente, Mamoru Chiba.»
E ancora sorrise.
Il volto di Usagi divenne scarlatto. Spostò lo sguardo imbarazzato altrove e annuì col capo abbozzando un lieve sorriso.
Un’improvvisa folata di vento minacciò il cappuccio poggiato sui suoi capelli dorati, suscitando gli sguardi incuriositi di Mamoru.
In silenzio e con un lento movimento delle mani, Usagi coprì maggiormente il suo capo, nascondendo del tutto la sua chioma.
«Dov’eri diretta, Serenity? Se non ti creo troppo disturbo mi piacerebbe accompagnarti. »
Quegli occhi così intensamente blu, la carezzarono piano, suscitandole una mai avvertita sensazione di calore.
«Ecco, vede… io non vorrei importunarla, sua altezza… inoltre… » si fermò, lasciandosi rapire da quello sguardo profondo e ricordò la cortesia che, poco prima, le aveva chiesto lasciandosi sfuggire una soffocata risata.
«Chiedo scusa…. Vedi Mamoru, io stavo solo andando a fare una passeggiata. Avevo voglia di riscoprire le bellezze della nostra città…»
Di nuovo mentì, stringendo nervosamente i lembi del mantello intorno a sé.
«Mi concederebbe l’onore di poterla accompagnare?»
Mamoru si inchinò dinanzi a lei con fare cerimonioso porgendole, con galanteria, il palmo della sua mano sul quale spiccava l’anello della potente famiglia reale.
Esitò, Usagi, prima di rispondere.
In fondo avere qualcuno accanto che la guidasse le avrebbe impedito di perdere la via del ritorno, ma il timore di poter essere riconosciuta come figlia di Lucas e Selene la fece rabbrividire
«Segui la voce del tuo cuore, bambina mia… la sua luce illuminerà il cammino.»
Chi mai poteva aver parlato se accanto a lei vi era solo il giovane Mamoru?
Usagi alzò istintivamente gli occhi al cielo.
Quella voce flebile e dolce pareva giungere dai meandri della pallida e argentea Luna.
«Sei tu, madre mia?» pensò.
Posò, nuovamente, lo sguardo su quello del futuro re e sorrise.
«Mi farebbe molto piacere poter beneficiare della tua presenza. »
Si scambiarono un sorriso sincero, quasi complice e preso a camminare l’uno di fianco all’altro.
E fu così che, il giovane principe, mostrò alla sempre più estasiata ed emozionata Usagi i laghi ghiacciati dal freddo inverno, le immense distese di prato ricoperte dalla soffice neve che, col suo gelido manto, aveva nascosto la bellezza dei colori di quei paesaggi.
La condusse per le vie della città, lasciando che si inebriasse di quei profumi che tanto le aprirono il cuore da permettere al suo sorriso di non abbandonare mai il suo volto.
Usagì guardo entusiasta le vetrine di piccole botteghe di artigianato e di ceramica. Assaporò ogni sorta di frutto esposto sui banconi esposti sulle strade e rise con Mamoru, accompagnata dal chiacchiericcio quotidiano di quella gente che pareva vivere serena.
Un piccolo fiocco di neve scese dal cielo, ormai nero, posandosi sulle sue labbra vermiglie.
Si era fatto tardi e doveva tornare al White Moon prima che la cara Setsuna decidesse di cercarla per l’intera città.
«Mamoru, ti ringrazio per avermi accompagnata. È stato molto piacevole passeggiare in tua compagnia, ma adesso devo proprio andare…»
Si inchinò frettolosamente voltandosi di spalle e riprendendo la strada del ritorno. Ma una mano calda e ferma le impedì di proseguire il suo cammino.
«Non andare Serenity. Resta ancora un po’ con me. Vorrei che tu vedessi un’altra cosa. Una cosa alla quale sono molto legato.»
Usagi abbassò lo sguardo fissando la mano di quell’uomo che stringeva, con delicatezza, il suo polso.
Il cuore prese a martellarle il petto mentre la neve scendeva lenta e silenziosa.
Annuì senza parlare e avvampò dinanzi al sorriso che Mamoru le rivolse.
«Vieni con me.» le sussurrò.
Afferrò la sua mano e si allontanò da quel posto così pieno di luci, di voci e di profumi.
La condusse in un luogo isolato dalla confusione cittadina, poco illuminato, dove il silenzio regnava sovrano.
Un fremito le percorse la schiena, ma Mamoru si voltò a guardarla, quasi percependo i suoi pensieri.
«Non avere paura, Serenity. Sei al sicuro accanto a me.»
Le strinse la mano con più forza, lasciando che il calore di quel contatto la rassicurasse.
«Adesso chiudi gli occhi. Voglio mostrarti una cosa.»
Usagi esitò.
Il cuore le batteva forte. Aveva paura, ma, al contempo, era desiderosa di scoprire quella novità che il giovane principe voleva mostrargli.
Di nuovo udì quella flebile voce:
«La Luna veglia il tuo cammino, setaccia le tue paure, cancella le tue remore e permette al tuo cuore di veder i bagliori argentei! “
Di chiunque fosse quella voce riusciva sempre a dissipare i dubbi che affollavano la mente di Usagi.
«Va bene, Mamoru.» disse e sorridendo chiuse gli occhi, permettendo al giovane di prenderla per mano e condurla in quel misterioso posto.
Usagi sentì il cigolio di una porta e avvertì un intenso e mai odorato profumo solleticarle le narici.
Man mano che proseguiva la sua lenta camminata percepì il riflesso della luce rischiarare le sue palpebre chiuse e incuriosita domandò:
«Mamoru? Posso aprire gli occhi adesso?»
«Solo un momento, Serenity.»
Lo udì muoversi all’interno della stanza e sorrise, immaginando quale assurda novità le avrebbe fatto scoprire.
Poco dopo qualcosa di morbido e setoso, dal delicato profumo fu adagiato sulle sue labbra.
«Aprili adesso.»
Usagi aprì i suoi occhi azzurrini lentamente, incontrando le iridi color cobalto di lui e poi, posando lo sguardo verso la sua bocca, vide una profumata rosa rossa.
«Una rosa! Ma è meravigliosa Mamoru! E che buon profumo! Ma come può esserci una rosa se siamo in inverno?»
Lui la guardò teneramente, lieto di averle donato un nuovo sorriso e con fare galante le indicò la stanza nella quale erano entrati.
Inebriata da un delicato profumo tipico della stagione primaverile, Usagi si guardò intorno, guardando, stupita, la meraviglia creata da quello straordinario e segreto roseto. Una vera e propria esplosione di colore. Mentre fuori il bianco manto della neve nascondeva lo splendore della natura, all’interno di quella piccola stanza, circondata da grandi vetrate, esplodeva la primavera, sfoggiando colori e profumi.
«Questo è il mio rifugio, Serenity. È qui che mi nascondo per sfuggire alla vita di corte… Questo è il mio segreto, ma da questo momento vorrei diventasse il nostro segreto. Puoi venire qui tutte le volte che vuoi, nessuno ti disturberà mai…»
Continuava ad osservarla con occhi pieni di dolcezza, Mamoru, e con eleganza le afferrò la mano sfiorandola appena con le labbra.
Le guance di Usagi divennero dello stesso colore dei petali della sua rosa e avvertì una strana vertigine.
«Ecco, Mamoru… io ti ringrazio, ma credi non sia educato, da parte mia, approfittare della tua gentilezza…»
«Ti prego, Serenity! Amo questo posto, ma sono sempre troppo solo quando vengo qui. Mi piacerebbe poter avere al mio fianco qualcuno con cui chiacchierare… qualcuno di grazioso e piacevole, proprio come te. “
Usagi ne fu colpita.
Mai nessuno le si era rivolto in quei termini. Nessuno l’aveva fatta mai sentire leggere come una piuma.
Si chinò a guardare dei boccioli di rosa, dando le spalle al principe, per nascondergli il suo vistoso imbarazzo.
«E va bene, Mamoru. Sarò felice di tenerti compagnia, qualche volta. Ma sappi che non sempre mi è concesso lasciare la mia casa.»
Lui le si avvicinòm invitandola a guardarlo in viso.
«Perché? Perché non sei libera di venire qui da me quando vuoi?»
Il cuore le tremò.
La confessione di Setsuna riecheggiò nella sua mente, facendola rabbrividire: «Ma sta’ attenta. Tu sei il frutto proibito di un amore contestato… e gli esseri umani sono in grado di odiare anche qualcuno che brilla di innocenza come te.»
Nonostante Mamoru Chiba fosse il futuro erede al trono di Crystal City, Usagi constatò di avere di fronte a sé un perfetto sconosciuto, del quale non poteva fidarsi.
Non ancora.
Lo guardò timidamente, lasciando che lui immergesse i suoi zaffiri blu negli occhi color del cielo di lei.
«Mia madre è molto ammalata e non mi piace lasciarla da sola. Potrebbe aver bisogno di me in qualunque momento…»
Mentire le faceva tremare la voce, ma Mamoru parve non accorgersene.
«D’accordo Serenity. Ma promettimi che verrai qui, tutte le volte che potrai. Promettilo…»
Le tese la mano, aiutandola ad alzarsi, ritrovandosi così a pochi centimetri l’uno dall’altro. Usagi poté sentire il profumo muschiato della sua pelle, mentre Mamoru avvertì una dolce fragranza di pesco provenire da un piccolo ciuffo biondo che fuoriusciva dal cappuccio.
«Te lo prometto, Mamoru. Ma adesso devo proprio andare. Mia madre sarà sicuramente in pena per me.»
Allontanò la mano da quella di lui, dirigendosi verso l’uscio della serra.
«Aspetta, Serenity!Lascia almeno che ti accompagni… non vorrei ti accadesse qualcosa lungo la via del ritorno.»
«No, Mamoru. Sarebbe sconveniente per te farti vedere ancora in giro con una semplice ragazza come me…»
Gli parlò senza mai guardarlo in viso, ma lui la raggiunse e cercò la sua mano.
«Io sono il principe ereditario. Nessuno può impedirmi di restare al fianco di colei che ha allietato il mio cuore con il suo melodioso canto.»
Come riusciva quel giovane dagli color della notte a farle battere così forte il cuore?
Perché desiderava, ardentemente, rimanere in quel profumato luogo, a chiacchierare e a godere della sua piacevole compagnia?
Cos’era quel dolce calore che sentiva nel cuore?
Voltò lentamente il capo, sorridendogli.
«Sei molto gentile, Mamoru, ma preferisco ritornare a casa da sola. Vedrai non mi accadrà nulla di sgradevole lungo la via.»
Lui la osservò in silenzio, perlustrando quel corpo rimasto sempre coperto dal mantello purpureo.
«Allora tieni questo.»
E così dicendo si sfilò dall’anulare della mano destra, l’anello reale. Un anello d’oro bianco che incastonava un prezioso diamante blu tempestato di piccoli diamanti bianchi che lo incorniciavano donandogli un aspetto regale.
«Se qualcuno oserà importunarti, ti basterà mostrare il mio anello reale per allontanarlo da te…»
Le accarezzò piano una guancia, sorridendo.
«Mamoru… no! Io non posso… non posso accettarlo. È un oggetto troppo prezioso e importante per te…»
Usagi aveva il cuore che le batteva all’impazzata. Era confusa, ma anche tanto affascinata da tutto quel che, in poche ore, le era accaduto.
«Accettalo ti prego. È l’unica condizione che ti pongo se davvero vuoi tornare a casa da sola.»
Mamoru pose la pietre preziosa tra le mani di Usagi, richiudendola nel suo palmo e trattenendo per qualche istante le mani su quelle di lei.
«Grazie Mamoru. Lo custodirò gelosamente.»
Gli sorrise sostenendo il suo magnetico sguardo e lasciò la serra, raggiungendo la strada.
«Serenity!»
Lei si voltò a guardarlo mentre la neve scendeva copiosa.
«Io ti aspetterò qui. Ogni giorno.»
Al suono di quelle parole Usagi prese a correre. Correva, correva sotto la neve, per sfuggire al dolce richiamo di quell’uomo che le aveva mostrato un mondo che non aveva conosciuto neanche sui libri.
Quando giunse al White Moon Setsuna l’attendeva fuori dal cancello con l’aria truce e preoccupata.
Non appena la vide arrivare la strinse forte al petto, ringraziando la beneamata Luna per averla ricondotta verso casa.
«Ero in pensiero per te, Usagi.»
«Scusami, Setsuna… non mi ero accorta del tempo che passava. Ti ringrazio per avermi mandata sola in città, è stato davvero divertente…»
Le diede un affettuoso bacio sulla guancia e aprì il cancello, seguita dalla direttrice.
«Usagi… bambina. Dimmi come ti è sembrata Crystal City?»
Usagi le afferrò la mano e guardandola negli occhi rispose:
«Bellissima! E credo che la Terra sia un posto magico, meraviglioso ed incredibilmente interessante! Oh, Setsuna, Crystal City è davvero incantevole!»
Setsuna rise di gusto, abbracciandola dolcemente.
«Sai Usagi, anche tua madre diceva la stessa cosa.»
   
 
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