Film > Re Leone
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Autore: Somoya_    27/05/2014    3 recensioni
"tutto ciò aveva dell’incredibile! Stava lì a chiacchierare con una leonessa, era forse diventato matto?"
Salve, questa storia è un "what if" sul Re Leone, cosa succede se un ragazzo umano entra in contatto con i leoni del branco dopo un'incidente?
ambientata pochi giorni prima dell'inizio del primo film, la storia ripercorre una parte del film fino ad evolversi in qualcosa di nuovo e originale, con i personaggi che tutti conoscete e altre mai visti, in una spirale di emozioni e misteri, di avventura e azione.
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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perdonate il ritardissimo, non mi faccio vivo da troppo tempo lo so... 
spero non mi lincerete XD

ecco un piccolo capitolo che spero vi aggradi :) buona lettura

Morani aprì gli occhi, sbattè le palpebre mentre si stirava le braccia, mise a fuoco l'ambiente intorno a se: la luce, filtrata dal folto intrico di rami e foglie, illuminava tenuemente la sommità del baobab di Rafiki, al di sopra del tronco, e sotto le foglie, la casa del mandrillo era più spaziosa di quanto si potesse immaginare. Il tronco stesso era il pavimento, i rami spuntavano come colonne, il tetto erano i numerosi rami minori contorti tra loro "Architettura arborea coi fiocchi" pensò il giovane sollevandosi, quel poco che era rimasto del suo jeans era andato distrutto, lasciandolo completamente nudo, gli unici "indumenti" che gli erano rimasti erano il suo coltello e il fodero con la cinghia di cuoio; ma al momento non gliene importava, di sicuro gli animali non l'avrebbero criticato per "mancanza di pudore". Alzatosi in piedi si diede una rapida controllata, sentiva un pò di dolore dove le fiamme lo avevano lambito ma per il resto si sentiva bene; si avvicinò al grosso ramo centrale, osservò i primitivi disegni, fatti con la polpa dei frutti ed erbe macinate: c'erano molti leoni, alcuni invecchiati dal tempo, tra le figure più recenti c'era quella di un leoncino non identificato, ma pensò si trattasse di Simba, più avanti c'erano altre pitture, ma gli occhi di morani si posarono su una in particolare, una nera forma umanoide che usciva dalle fiamme rosse… era lui.
Il giovane si fece scuro in volto ricordando le fiamme intorno a lui, e il buio nella fossa che si era scavato, la debolezza una volta uscito, i passi dietro di lui e infine, il sollievo a vedersi apparire il vecchio sciamano tra le tenebre. Rafiki infatti, si era messo lui stesso a cercare le traccie del giovane, poi, perse le speranze, mentre stava per tornarsene al suo baobab, il mandrillo vide la terra smuoversi e da essa uscire Morani.
Il giovane aveva seguito nel buio il mandrillo fino al suo albero, poi con le ultime forze si era arrampicato e si era abbandonato all'oblio dei sensi.
Morani scosse la testa e tornò al presente, si arrampicò tra i rami più grossi, oltrepassò la volta arborea e si affacciò sulla savana, vide la Rupe dei Re in lontananza, nel sonno aveva sentito dei ruggitti rabbiosi, avrebbe voluto recarsi lui stesso al palazzo di roccia ma Rafiki gli aveva consigliato di risparmiare le forze almeno un'altro giorno. Con una scrollata di spalle Morani si lasciò cadere all'interno dell'albero.
In una sporgenza laterale della Rupe la regina Uru e i suoi figli mettevano in chiaro le cose.
Mufasa teneva la testa abbassata con espressione pensierosa, poi sollevò lo sguardo e lo posò sul fratello -Lo sai che per quanto tu ti sia pentito e per quanto tu non abbia ucciso nessuno, quello che hai fatto è gravissimo?- gli chiese duramente, -Lo so bene Mufasa, infatti ti ho già detto che me ne andrò con la mia famiglia… non c'è più posto qui per noi- rispose Scar con voce distaccata, Uru intanto ascoltava affranta, tormentata e stordita, incapace di accettare ciò che stava accadendo -Sono una pessima madre…- sussurrò mentre due lacrime le scendevano lungo le guance. Mufasa fece per confortarla ma fu anticipato da Scar -No! Sono io un pessimo figlio, se solo fossi stato come Mufasa tutto ciò non sarebbe…- anche il principe scuro venne interrotto quando gli infuocati occhi verdi della madre si inchiodarono su di lui, come a volergli lacelare l'anima. -Mufasa…- disse la regina Uru -…per favore lasciaci soli un momento-, il re aprì la bocca per protestare, ma non disse niente, annuì soltanto mentre si girava e si allontanava; la regina aspettò che il figlio aggirasse l'angolo prima di rivolgersi a Scar.
Ora era il principe scuro a tenere gli occhi bassi mentre ascoltava in silenzio -Io non riesco ancora a credere che hai anche solo pensato di far del male a tuo fratello… senza contare che hai distrutto buona parte delle Terre del Branco! Perchè Scar?- chiese Uru profondamente addolorata, il principe trasalì, il tono di voce e l'uso del nome "Scar" da parte della madre ebberò l'effetto di una pugnalata al suo cuore. Scar cominciò ad ansimare -Io… io volevo solo essere il migliore per una volta, non hai idea di quanto abbia sofferto… quando mi nascondevo, quando sparivo… nel Cimitero degli Elefanti… e parlavo con le iene… si a volte ho desiderato la morte di Mufasa, ma alla fine ho capito che stavo per commettere un terribile sbaglio… se ora tu mi odiassi, non potrei dartene torto- disse scuotendo la testa. Uru si avvicinò un pò al figlio, allungò una zampa sulla criniera nera -Come potrei odiarti figlio mio?- chiese rassegnata -Per quanto mi abbia fatto soffrire… non posso smettere di amarti… sono felice che infine hai fatto la scelta giusta… Taka- aggiunse poi abbracciando il figlio, lui ricambiò -Ho mamma…- disse soltanto sentendosi improvvisamente più leggero, -Adesso però devo andare, è la cosa migliore per tutti… credo di doverti dare il mio addio…- sussurrò con voce tremula, Uru guardò il figlio dritto negli occhi -Non un addio Taka… so che ci rivedremo un giorno- ribattè la leonessa stringendosi nuovamente al sangue del suo sangue.
Morani armeggiava con un guscio di tartagura, lo stava usando come un recipiente e dentro stava macinando diverse piante con l'aiuto di una pietra, ottenuto una specie di balsamo lo roccalse in mano e lo spalmò sulla bruciatura alla spalla, donandogli immediato sollievo, poi prese una sorta di borraccia fatta con un uovo di struzzo svuotato avvolta da lunghe foglie verdi e bevettè un sorso d'acqua, si guardò intorno, prese un frutto è lo mangiò… stava morendo di noia.
Prese il suo bowie è lo tolse dal fodero, lo rigirò un paio di volte tra le mani e si mise a fissare la lama letale, poi la noia prevalse "E basta! Ora me ne vado" pensò ma improvvisamente, mentre si avvicinava al bordo dell'albero,  sentì un rumore di artigli che scavavano nella sottile corteccia del baobab, come se un predatore si stesse arrampicando. Strinse le dita sull'elsa della sua arma, il suo istinto di sopravvivenza si era risvegliato, cancellando il torpore delle ultime ore d'ozio, ma il suo olfatto fu stuzzicato da un odore, un odore familiare, non ebbè il tempo di capire a chi appartenesse che una leonessa balzò oltre il bordo dell'albero, sbattendogli quasi addosso: Sarabi.
Morani lanciò via il coltello un attimo prima che Sarabi si infilzasse da sola, la leonessa in compenso gli sbattè addosso, il giovane caddè all'indietro trascinandosi la leonessa, questa si sollevò sulle zampe e scosse la testa, poi vide il ragazzo sotto di lei, lo guardò per un secondo, poi sorrise di gioia e si abbandonò su di lui, leccandogli il viso. -Sarabi! Per favore puoi togliere la zampa dalla mia povera spalla?- chiese Morani stringendo i denti per il nuovo dolore improvviso, -Certo certo, scusami- rise la leonessa spostandosi, colma di felicità, abbraccio nuovamente il giovane -Credevo fossi morto- gli sussurrò con gli occhi lucidi, Morani si strinse a lei -Per un attimo l'ho creduto anche io…-, un tonfo sordo e un urlo gioioso troncò le sue parole, -WAA! Morani stai davvero bene!!!- gridò una leonessa color cioccolato lanciandosi sul giovane e unendosi all' "abbraccio" di gruppo, -Avevi forse dubbi Weka?- chiese maliziosamente il ragazzo all'irruenta gemella di Sarabi prima di avvolgere le braccia anche intorno al suo collo, ora che le sue leonesse preferite erano lì con lui stava già meglio.
Rafiki si issò nell'albero, -Come puoi vedere mia regina, sta molto bene- rise il mandrillo, Sarabi si girò verso di lui -Grazie Rafiki, ti devo un favore- disse lei solennemente. Rafiki scosse la testa, aveva solo fatto il suo dovere, e aiutare Morani era stato un piacere, dopotutto lui e il ragazzo si erano scambiati molte nozioni di medicina negli ultimi mesi, erano un pò "colleghi"; lo sciamano si avvicinò all'uomo -Quindi come ti senti adesso?- gli chiese, -Come un leone!- rispose Morani alzandosi in piedi, poi si fece serio -Ho preso una decisione… torno in Europa a cercare quel bastardo che ho per padre e strappargli finalmente il cuore!!- ringhiò, -COSA??- chiesero le leonesse in coro, -Tranquilla Sarabi, non me ne vado subito, aspetterò un paio di settimane-, Weka rimase interdetta -Ma?! Di che cavolo parla??- chiese non essendo a conoscenza del passato del giovane. Morani si mise in ginocchio davanti alle leonesse, le guardò, prima la saggia, dolce e autoritaria Sarabi, poi la solare, rude, a momenti permalosa Weka, le abbracciò -Ormai so cosa devo fare, ho dovuto vedere la morte negli occhi per avere un bagliore di luce nell'oscurità. Qualunque cosa mi possa mai accadere ricordatevi che siete la mia famiglia e che vi amo per questo…- disse infine in un sussurro.
Il mandrillo abbassò lo sguardo, per qualche motivo sentì come una nota di sventura nelle parole del giovane e il peso opprimente dell'ignoto che incombe.

e da qui in poi sarà una gragnola di colpi di scena, quindi cuocete i pop corn!!!
 
  
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