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Autore: Samidare    28/05/2014    2 recensioni
L'Artiglio Rosso è un fiore dalle mille proprietà: da esso si può perfino ricavare una potentissima pozione d'amore. Cosa succede, però, quando questa pozione viene assunta da un certo principe di Camelot? Un certo valletto sta per scoprirlo a sue spese.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Drago, Gaius, Merlino, Morgana, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Atti terzo e quarto


Wine of Love



ATTO TERZO, di come il mago affronta la strega.


Merlin si sforzava di non pensare alla gravità della situazione, per certi versi era davvero sollevato dal fatto che la confessione gli fosse stata risparmiata: si sentiva colpevole anche senza dover sopportare gli sguardi esasperati di Gaius.
Era davvero fondamentale per lui evitare che la voce di quanto stava accadendo potesse girare libera per il castello, perciò il suo respiro aveva iniziato a farsi pesante mentre percorreva gli antichi corridoi di pietra alla volta delle stanze del principe cercando di coprire quella distanza nel minore tempo possibile.

Quest'ultimo restava al suo fianco senza fatica, fresco come una rosa nonostante l'andatura sostenuta, forte degli impegnativi allenamenti cui si sottoponeva ogni giorno. Merlin provò involontariamente un po' di invidia: non si sentiva inferiore ad Arthur, ma se quest'ultimo poteva far sfoggio delle sue doti, per il valletto era ben diverso... Se qualcuno avesse scoperto che era stato in grado di preparare una pozione e che proprio lui era all'origine di questo increscioso incidente, la sua testa sarebbe di certo saltata – nemmeno Arthur l'avrebbe difeso, questa volta. Beh, non l'Arthur normale, comunque. Forse sarebbe stato più sicuro per Merlin non somministrargli nessun antidoto.


Erano a poco dal raggiungere le stanze di Arthur senza imprevisti, a metà di una rampa di scale, quando dall'alto fece la sua apparizione l'orlo di un vestito costoso, su cui risaltava lucente una passamaneria in filo d'argento. L'unica persona che avrebbe potuto indossare un abito di simile fattura era anche l'ultima che Merlin avrebbe voluto incontrare in un momento simile; si guardò intorno agitato alla ricerca di una via di fuga – che individuò in una nicchia scavata nel muro –, schiaffò una mano sulla bocca di Arthur impedendogli di continuare quell'assurdo monologo che aveva importunato le sue orecchie per tutto il tragitto, per poi trascinarlo nel pertugio tra le pietre della parete schiacciandovelo contro.

« Credevo volessimo aspettare le nozze. » commentò lui disorientato, appena le dita di Merlin allentarono la presa sulle sue labbra.

« Infatti. » si affrettò a confermare Merlin, spegnendo così lo strano sguardo che si era acceso negli occhi di Arthur. « Però ora fa' silenzio, ti prego. Morgana non deve vederci! » lo supplicò.
« Mi era sembrato che foste voi! » scandì nel secondo immediatamente successivo una voce squillante e femminile.
Merlin sussultò e si voltò verso la donna, che lo aveva colto alle spalle senza un minimo di onore, e che peggiorava la propria situazione rivolgendogli un innocente sorriso tutto denti. Il mago si frappose come poteva tra i due fratellastri: un solo sguardo al principe e per Morgana non sarebbe stato difficile indovinare il suo particolare stato.

« Che state facendo, schiacciati contro il muro? » domandò non senza malizia; gli occhi che si riducevano a fessure mentre analizzava la situazione, sospettosa.

« Beh, ovviamente noi... » balbettò Merlin, maledicendosi per non essere in grado di trovare una scusa decente: eppure di solito era molto veloce ad elaborarle!

« Sssth! » lo interruppe Arthur.

Poi fece capolino al di sopra della spalla del suo valletto e fissò intensamente la donna che aveva di fronte.

« Anche voi, mia signora, mi appello al vostro animo gentile e vi chiedo di farmi l'onore del vostro silenzio. Dobbiamo essere muti, o Morgana ci scoprirà. »

La diretta interessata spalancò la bocca e lanciò uno sguardo interrogativo a Merlin, incerta sul da farsi. Era uno scherzo, oppure...?

« Ma cosa...? » domandò rivolta a Merlin.

Entrambi ignorarono le accese proteste di Arthur, esploso immediatamente in una notevole quantità di lamenti e mugolii che all'incirca si riducevano a Silenzio, per favore, dobbiamo prestare attenzione!

« Te lo dirò, va bene, » sbuffò il mago « ma devo pregarti di non rivelarlo a nessuno. »

Lei si limitò ad alzare un sopracciglio, invitandolo a continuare.

« No, giuralo! » ingiunse l'altro.

« Okay, d'accordo... » acconsentì. « Allora? »

« Un filtro d'amore. » soffiò Merlin d'un fiato, sperando che la sua voce raggiungesse solo Morgana e che il principe non lo stesse ascoltando. « È completamente fuori, » aggiunse indicandolo « non riconosce nessuno a parte... Beh, a parte me. »

La donna fu attraversata da un lampo di consapevolezza.

« È innamorato di te!? » gracchiò per l'eccitazione.

« Beh, è la posizione che... »

« Tu! »

« Santo cielo, abbassa la voce!! Uther mi farà decapitare se lo viene a sapere! »

« Chi è questo Uther? » si intromise Arthur, per poi continuare, mentre Morgana blaterava dei “Non ci posso credere”, con « Non temere, zuccherino. Non permetterò che nessun Uther ti decapiti, sono pur sempre il principe. Ne parlerò con mio padre. »

« Zuccherino? » ripeterono Merlin e Morgana all'unisono.

Poi lei prese la parola « È la cosa più divertente che- » fece una pausa per asciugarsi le lacrime « Santo cielo, devo dirlo subito a Gwen! »

« Hai promesso! » protestò Merlin.

« Ti prego, solo Gwen! » lo supplicò. « Nessuna di noi lo dirà a Uther, figuriamoci! » Merlin scosse la testa. « Okay, ma ti prego... Fate attenzione. E comunque sappi che Gaius è già al lavoro su un antidoto. »

« Un peccato! » commentò lei, e corse via alla ricerca della propria ancella.

Merlin la osservò allontanarsi e sospirò, sconfortato. Ora che Morgana era al corrente della parte ufficiale della storia senza dubbio entro il giorno successivo avrebbe avuto appuntati addosso gli sguardi di mezzo castello, c'era poco da fare... Li conosceva bene i giuramenti di quella strega.

Avvertì uno strano pizzicore al collo, nel punto in cui Arthur continuava a fissarlo da una decina di minuti; così si girò verso di lui, ritrovandosi addosso uno sguardo da cucciolo bastonato che diceva “Non sospirare, amore mio. Non voglio che tu sia triste.” e Merlin seppe immediatamente e con certezza assoluta che nel giro di una manciata di secondi avrebbe vomitato.

« Muoviamoci. » ordinò « Non voglio essere qua, quando Morgana tornerà con Gwen. Spero che per il loro arrivo saremo già sprangati nella tua camera da un pezzo, al sicuro. »

Si incamminò di buona lena, lasciando che Arthur lo seguisse scodinzolando: forse il principe era così felice e accondiscendente per la parte che riguardava lo sprangarsi in camera, realizzò Merlin, mentre veniva percorso da un brivido di terrore.



ATTO QUARTO, di come il principe riflette sulle sue colpe.


Se c'era qualcosa che Merlin non aveva immaginato, era che un giorno si sarebbe trovato a rimpiangere l'Arthur che lo mandava alla gogna almeno quattro volte alla settimana. Si trovava nelle stanze del principe, rinchiuso lì insieme all'erede del regno, nell'impossibilità di dirigere la sua attenzione da altre parti: non poteva più ignorarlo, era costretto ad ascoltare.

E avrebbe davvero dato qualsiasi cosa per un po' di frutta marcia in faccia.

« Questa Morgana... Chi è, di preciso? Cioè, come la conosci? Non sarà che codesta donna da cui ti nascondi stia attentando alla tua virtù? » stava domandando Arthur. Il valletto aveva persino smesso di scandalizzarsi delle trovate assurde del suo principe, si limitava a guardarlo con occhi vuoti.

« Insomma, » continuò l'altro « Posso pensarci io. Sono un cavaliere senza macchia! Beh, quello è essenzialmente merito tuo: lucidi sempre con così tanto amore e zelo la mia armatura. Credo che sia la cosa che mi ha fatto innamorare di te, zuccherino. »

Merlin alzò gli occhi al cielo.

Era disteso sul letto di Arthur, tra morbidi cuscini, cercando di rilassarsi un po' mentre osservava il principe passeggiare avanti e indietro, apparentemente preso da pensieri importanti. Apparentemente, perché quello che usciva dalla sua bocca era una sequela di idiozie. E a Merlin non era neanche concesso di disprezzarlo, perché l'intera colpa era proprio sua.

Arthur arrestò d'improvviso i suoi passi, colto dalla realizzazione di qualcosa. « Per la Dea, sono stato così meschino con te! Davvero ho permesso che le tue splendide e delicate mani » e, nel dire questo, si inginocchiò accanto a lui prendendogliele tra le sue « si rovinassero con questi vili lavori? Hai lucidato la mia armatura, i miei stivali... Messo in ordine le mie stanze... Sono un mostro senza cuore! » concluse.

« Beh, in effetti... » concordò sarcastico Merlin.

Gli occhi di Arthur si velarono di lacrime. E lo fecero troppo in fretta.

« Ehi! » gridò il mago « Che stai facendo? Non ci provare! » ingiunse immediatamente. Non stava succedendo a lui. No. « Non devi neanche... Provare... A farmi sentire in colpa, hai capito? Non... » concluse con un gesto della mano.

Arthur emise un singhiozzo. « Ma, amore mio... Hai ragione! »

« Su cosa? »

« Sono un ignobile schiavista, un mostro! Io non ti merito! » frignò. « Non capisco come tu possa esserti innamorato di me! »

Merlin ingoiò con grossa fatica il “Non ti amo affatto.” che si era fatto strada su per la sua laringe. Sapeva che quell'Arthur non avrebbe retto il colpo.

« Non dire così. » balbettò invece, ma senza sapere come continuare.

Comprese che avrebbe dovuto stare almeno un po' al gioco, per non traumatizzarlo.

« Ma è la verità! No sono niente, nulla in me è meritevole del tuo amore. » piagnucolò l'altro.

Arthur era ancora in ginocchio ai suoi piedi e Merlin gli passò una mano tra i capelli, un po' come avrebbe fatto con un cane. Gli sembrava un buon compromesso.

« Beh, tu hai tutto quel... Ehm, il coraggio. » doveva sforzarsi di più. « E a volte sei altruista, a modo tuo. Generoso. »

Ok, forse questo in effetti era vero; qualcosa di buono c'era.

« Magari non sembra, però tu... Si vede che ci tieni, ecco. E poi diciamolo, occhi azzurri e capelli biondi fanno sempre scena. »

Mh, questa ultima cosa l'aveva più o meno inventata: non ricordava di aver mai avuto particolare predilezione per le bionde, anzi.

Arthur continuava a piangere; questa volta per la commozione, però.

Il valletto si rassegnò a trascorrere le ore successive in balia di un folle con sbalzi d'umore. Lentamente, si abituò al suo nuovo amico a quattro zampe e decise persino di concedersi un po' di vero riposo nel regale letto, ovviamente facendosi promettere dal principe che sarebbe rimasto ben lontano. Concesse però ad Arthur di tenergli per un po' la mano, mentre si addormentava, e questo rese il principe l'uomo più felice sulla faccia della terra – almeno a suo dire.

Merlin si era sempre domandato cosa si provasse a dormire in un letto così soffice, e approfittare di quell'occasione gli era sembrato un ottimo modo per riscattare tutta la pazienza che aveva dedicato all'altro. La realtà confermò le sue aspettative: il letto sembrava inghiottirlo, prendendo esattamente la forma del suo corpo, lo avvolgeva in un morbido abbraccio che lo trascinò velocemente in un sonno profondo; ora sì che poteva capire la reticenza di Arthur nell'alzarsi ogni mattina! Magari, al su risveglio, avrebbe scoperto che tutta quella storia era stata solo un brutto scherzo del suo cervello, nient'altro che un sogno curioso. Magari...

   
 
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