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Autore: zoey_gwen    28/05/2014    4 recensioni
CONTINUERO' LA STORIA DI SICURO, TRANQUILLI! :D
Storia dedicata a Xenja, Stella_2000 e tanti altri... Se leggete lo scoprirete! XD
Una zona segnata da un destino particolarmente cruento.
Una banda di ribelli guidata da lei, Gwen, forte e fragile.
Una via, una via, segreta, l'arma che conduce alla felicità.
E un amore, un amore impossibile, ma che palpiterà nei loro cuori fino alla fine.
-Gwen di zoey_gwen
PRESENTERA' PARTI FANTASY ANCHE SE NON L'HO SEGNALATO.
Genere: Azione, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dawn, Duncan, Gwen, Heather, Scott | Coppie: Alejandro/Heather, Bridgette/Geoff, Duncan/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Mystical, 13 aprile 1676










Il vecchio perse lo sguardo nelle lingue di fuoco porpora e violacee, chiazzate di scuro. Erano state evocate dalla sua stessa magia, ma ancora poteva fare ben poco rispetto a quello a cui mirava con quelle doti magiche. Lui mirava a impossessarsi della magia di una Conoscente, decisamente più potente rispetto alla sua forgiata dalla malignità, nata dal rancore e dalla voglia di sangue e distruzione. Ancora non si capacitava come quell'innocua creatura di cui non ne conosceva l'aspetto ma le doti si fosse mascherata per secoli e millenni, per poi tramandare i propri poteri a chi credessero appropriato. Lui era il Cacciatore.

Nelle comunità di maghi e stregoni con le sue stesse doti veniva soprannominato così per via del suo spietato animo. Quella reputazione lo induceva a braccare Conoscenti fino a riportarne le teste nel palmo della mano per poi alzarle vittorioso al cielo e lasciando che queste marcassero con il sangue striato d'indaco la sua pelle. Successivamente, esibiva come trofei quel bottino di guerra di casa in casa. Ogni singolo stregone lo rispettava, ed era l'idolo di piccoli maghi che non osavano però chiedergli i segreti del suo lavoro.

Nel suo villaggio, ben poche erano le cose che si temevano. La loro magia li consentiva di procurarsi cibo da soli, quindi la fame non si pativa nemmeno nei momenti di siccità. Riuscivano ad abbeverarsi con la sola forza del pensiero e vivevano in prosperità compiendo omicidi e razziando le ricche borghesie. Li soddisfava semplicemente vedere il sangue scorrere sulle loro mani pallide come i raggi di luna, che raccoglievano in un'apposita ampolla. Più questa era ricca di liquido indaco e non, più l'uomo o la donna erano stimati dal popolo e riconosciuti come braccatori infallibili di quelle potenti prede. La sua ampolla era colma fino all'orlo di sangue chiazzato d'indaco dall'aroma delizioso per le sue narici, che da tempo spettavano di risentire ancora quel profumo. Per il resto, le condizioni della cittadina erano dissimili a qualunque altra: polle di sangue galleggiavano fra le crepe delle vie, chiazzate da magico liquido viola, porpora e nero, gli stessi colori che aveva assunto il fuoco davanti a sé.

Si riscosse dai suoi pensieri iniziando ad affilare il pugnale d'argento purissimo, inzaffirato lungo parte dell'elsa. Davanti al fuoco, la lama sembrò insanguinata e una scintilla sadica guizzò nei suoi occhi. Avrebbe voluto penetrare le carni di una qualsiasi Conoscente con quell'arma, ma prtroppo la vecchiaia si faceva sentire sul suo volto e sulle sue forze ormai carenti. La magia non arrestava il corso del tempo, e doveva patire il peso del tempo scorso sulle sue spalle ormai fragili. Poteva uccidere solo con l'uso della magia quelle ambite prede, in quanto usare il pugnale o qualsiasi arma per uccidere poteva solo farlo partire in svantaggio. Le sue movenze erano lente e la sua resistenza era scarsa ora che la vecchiaia l'aveva colto in fallo.

Chiuse gli occhi, lasciando che questi trascolorassero. La pupilla diventò serpentina, grande quanto uno spillo. Un triangolo di luce scura balenò sulla sua fronte, nero come l'inchiostro ed attraversato da scariche elettriche che non danneggiavano la sua pelle pur serpeggiandovi sopra.

Il viola e il porpora dei bagliori che rilasciavano le fiamme si confusero con quelle della luce sprigionata dai palmi, dalla fronte e dagli occhi del vecchio.

Un vento impavido turbinò a lungo nel bosco portando aromi sapenti di rocce, terra e pioggia fredda risalente a pochi giorni fa. Il fango ribollì sotto i suoi piedi così come l'erba e ogni più piccolo materiale conservato in quel luogo ormai risvegliato e messo all'erta dalla magia Nera del Cacciatore. Non riesco a rintracciarla... si disse, imbestialito dall'esito negativo dell'operazione. Eppure... A stenti, c'è qualche segnale. Si concentrò maggiormente richiamando tutte le sue doti.

Il Dreden infervorò, ingrossando le sue acque che si riversarono violentemente sul terreno fangoso il quale non esitò a diluirsi con l'acqua, creando una miscela ancora più collosa. La rugiada si fuse in polle che chiazzarono l'erba e le foglie carnose crebbero a dismisura. Il verde smeraldo delle fronde di ciascun albero cambiò, fondendosi con i colori oscuri della luminescenza del Cacciatore. Le rocce crepitarono, liberando alcune scintille e attizzando piccoli fuocherelli spenti dalla pioggia scrosciante ed erosi dal vento spirante nella selva rivoltata alla magia Nera.

In breve tempo, il paesaggio cambiò tramutandosi in un luogo oscuro, irriconoscibile rispetto al vecchio bosco: le cortecce degli alberi erano scure o persino nere per via della linfa grezza che inalavano, color inchiostro. Le fronde non erano del solito color smeraldino, ma striate di porpora, viola e nero. A tratti, il verde si intravedeva ancora, ma ogni attimo che passava la coperta color inchiostro si estendeva colorando sempre maggior superficie. Le acque del fiume riversate sul terreno erano cristalline, ma vi erano brevi punti in cui il corso d'acqua prendeva una piega dei soliti colori maligni. Queste chiazze si animavano come veleno serpeggiando veloci e malsani lungo l'acqua cristallina, e ben presto ebbero coperto gran parte del fiume. Gli Spiriti dell'Acqua si ritrovarono scorticati, bruciati vivi da quella magia nera. Con urli agonizzanti essi si spensero, lasciando un barlume di bollicine color acquamarina e di scintille biancastre presto rimpiazzate dal malvagio nero, e il loro sangue serpeggiò a lungo prima di essere inghiottito a sua volta dall'oscurità più intensa. Le lingue di fuoco tremolavano appiccate sul selciato, rimanendo vivo e crepitante nonostante la pioggia scrosciante. Era totalmente color porpora, violaceeo e chiazzato di fiamme color inchiostro che incupivano il terreno fangoso, restanti accese nonostante un vento freddo e burrascoso spirasse e l'acqua serpeggiasse fino ai ciocchi di legno.

Il vecchio non si strinse nel mantello lacero, sebbene avesse freddo. Preferì patire quel gelo ma continuare a parlare agli spiriti di ogni creatura per sopraggiungere a quelli degli Elementi. Solo se questi si fossero convertiti al male avrebbe potuto rintracciare la ragazza, ormai sparita nel nulla. La Terra opponeva resistenza, rincarnando di verde smeraldo le foglie e donando vitalità agli alberi e al terreno colloso, ma la sua opposizione non era abbastanza forte contro le sue forti doti magiche e ben presto i suoi interventi vennero nuovamente rimpiazzati dal colore oscuro. Questo, nel giro di pochi attimi, tornò a predominare. Riuscì a trarre energie dalla natura, ma ancora tre elementi si rifiutavano di aiutarlo a rintracciare la Conoscente: Terra, Aria e Acqua. Rimaneva il Fuoco, l'Elemento più propenso al male, colui che nel tempo era stato riconosciuto come Elemento Rinnegato. Non era puro, ma solamente maligno, e ne erano la dimostrazione patti sacri e firmati con giuramenti di sangue compiuti dai suoi Fratelli. Altri Cacciatori prima di lui avevano soggiogato il Fuoco, che ora restava inchiodato fra la sua reputazione di Elemento puro e buono e fra la bramosia di dominio sul mondo degli Uomini.

Un gemito sconnesso gli costò l'interruzione del rito, e si ritrovò sanguinante a terra, il braccio attraversato da uno squarcio da cui fuoriusciva sangue porpora e rosso. Cadde a terra, sul terreno impastato di acqua, terriccio detriti e ora gocce di sangue di Stregone.

-Chi sei?- mormorò la voce di Duncan, che echeggiò nel bosco strettamente provato dalla forza oscura del Mago. Aveva osservato la scena, impaurito da quella Stregoneria e dalle parole pronunciate da quell'oscuro dominatore. Si era stupito non poco vedendo come la selva fosse impazzita totalmente comandata da quel vecchio sembrante semplicemente un errante venuto da lontano. Ma non doveva farsi ingannare dal mantello lacero e dal volto scarno dell'uomo, perchè le sue doti folli avevano presto sconvolto il bosco mutandolo in un qualcosa di oscuro che l'aveva incupito.

Non devo agire malamente. Pensò fermamente il dittatore. La sua stregoneria altrimenti mi ucciderà.

-Come mi hai trovato?- domandò l'uomo.

-Ti basti sapere che ho visto la tua stregoneria. Cosa sei?- sputò Duncan.

Il Cacciatore non rispose, coprendo con i lembi del lercio mantello color notte il pugnale di fino argento per poi formulare una strategia valida con cui sbarazzarsi di questo sudicio ragazzo armato e che avrebbe potuto dargli delle difficoltà. Poteva ricorrere ad un semplice incantesimo con cui avrebbe sicuramente perso la memoria, cadendo in un sonno profondo che sarebbe durato per alcuni giorni dopo i quali avrebbe perso completamente la memoria.

Chiuse le palpebre, e fiammelle tremolanti di porpora danzarono nei palmi creando ombre e lasciando rilucere il terreno ancora bagnato dalla pioggia di quei colori insoliti.

-Cosa...?- ebbe il tempo di sussurrare il ragazzo, immobile sul posto. Il vecchio sentì il solito venticello, questa volta ricco di amori malsani e di odore di sangue e di guerre, che lo rinvigorirono come trasportandogli energia nelle vene. Quell'aroma era come un balsamo curativo per la sua vecchiaia e non avrebbe mai rinunciato ad uccidere solo per sentire il liquido rosso scorrere lungo la lama e gocciolare sulla sua pelle.

Immediatamente, l'uomo congiunse le mani, lasciando che nuovamente la natura si rivoltasse a quella magia così in disequilibrio con l'ecosistema. Le foglie carnose e verdi crebbero a dismisura, la linfa grezza inalata dalle radici venne avvelenata, diventando una miscela disgustosa color inchiostro sulla cui superficie si formarono bolle gassose d'un verde acidulo. Il fiume d'ingrosso, animando qualche abitante di esso che tentò di ritrovare rifugio sui fondali, anch'essi contaminati dal liquido scuro. Gli Spiriti del Fiume lanciarono gridi acuti ed agonizzanti, trucidati ed ammassati come cadaveri invisibili sulle piccole onde che l'acqua formava increspandosi.

Duncan osservò attonito la scena. Come era possibile tutto ciò? La magia non esisteva, e la stregoneria era una dote raccontata nelle leggende che tramandava il popolino cercando di spaventare gli abitanti delle taverne. Forse, non avrebbe dovuto ignorare quei racconti...

Il vecchio schiuse i palmi delle mani lasciando che da esse uscisse una nebbia bianca e fitta, che si posò sul corpo del ragazzo non districandosi per nulla, ma aumentando la sua fittizia. Questo cadde sul terreno ferendosi sulle rocce grezze ed acuminate ed impiastricciandosi gli abiti costosi con quella pasta disgustosa in cui si era ora tramutato il terreno fertile ed erboso.

La nebbia venne assorbita dal suo corpo e dalla sua mente, che venne annebbiata di colpo.

Lentamente i ricordi vennero eliminati e quando la mente del ragazzo fu del tutto sgombra la nebbia ritornò al suo evocatore, ricca dell'energia vitale di Duncan. Il suo colore era cambiato, diventando verde brillante e blu cobalto, i colori che al meglio rappresentavano l'aura e l'essere del ragazzo. La nebbia si era appropriata anche di quello.

Il vecchio fece roteare quella geniale invenzione fra le sue mani, creando una sfera illuminata di verde smeraldo, cobalto e dal solito bianco striato del suo porpora come ogni sua magia. Sorrise, pensando all'ennesima vittima delle sue diaboliche invenzioni.

Non aveva ucciso l'uomo, inerme a terra, con il volto poggiato sulle rocce grezze e ferito da queste.

L'aveva prosciugato della sua anima, dei suoi ricordi, della sua aura e di ogni sua energia. Sarebbe rinato con quell'impacco balsamico.

Stupido giovane. Pensò l'uomo, osservando il corpo a terra. Però... Uhm, e se...

Non disse nulla, rimuginando su quei pensieri appena formulatesi in mente. Ora che il giovane era privo dei suoi ricordi, poteva manipolarlo come voleva. Poteva fargli credere qualsiasi cosa, una volta che si fosse rimesso, per farlo agire a suo favore.

Sorrise, pensando che nella ricerca della Conoscente sarebbe stato affiancato dal suo protetto, un nuovo, giovane Cacciatore che ben presto avrebbe intessuto una rete di fitti omicidi. Sarebbe diventato suo degno allievo e ottimo braccatore di quelle ambite prede, avrebbe assaporato il gusto del sangue indaco colante sulle sue labbra. Avrebbe istruito un nuovo, grande Cacciatore e nessuno li avrebbe ostacolati nella ricerca della giovane Conoscente.




























***



















Dawn guardò la figura pallida della madre risplendere nel braciere viola e porpora crepitante fra le mani dello Spirito del Fuoco. Melanie, la sua amata mamma... Colei che aveva rinunciato alla sua vita per metterla al mondo era lì, di fronte a lei. Sentì lacrime cristalline illuminate d'azzurro scorrergli lungo le guance per poi cadere nella polla sanguigna e indaco ai suoi piedi.

Ricordava indistintamente quel giorno, ma la sua mente acuta e capace anche nel candore dell'età le aveva permesso di assimilare poche sensazioni riguardanti sua madre oltre che il fatidico e bellissimo giorno in cui i suoi occhi verde acqua si erano finalmente dischiusi sul mondo.

Due occhi nocciola piangevano lacrime illuminate di rosa pesca, che scorrevano sulle guance chiare come il latte. Il dolore la stava consumando, divorandola e prosciugandola ogni secondo che passava delle sue energie e del suo raro potere. Stava partorendo sua figlia in un bosco, in una radura. Non poteva pagarsi un medico e conosceva erbe e rimedi naturali vari che avevano alleviato un po' il dolore, fino a che allo stremo delle forze aveva dato alla luce ciò che più contava, ora. Il vento gelido spirava in quella notte fiocamente illuminata dai pallidi laggi lunari, candidi quanto la pelle della bambina che stava cullando dolcemente fra le braccia. Avvolta nelle garze e profumata di miele, la neonata non strillava. L'ultima lacrima color pesca cadde sul selciato su cui vi era attizzato un fuoco magico in cui serpeggiavano lingue di fuoco rosa pallido. Scaldava con il suo tiepido tepore la bambina e lei, che nonostante tutto rabbrividiva. Sapeva che i Cacciatori erano sulle sue tracce da tempo e sapeva che di lì a poco sarebbero arrivate in quel luogo, strappandole i poteri essendo in punto di morte e uccidendo a sangue freddo la bimba.

Non poteva permetterlo. In un atto disperato, chiuse le palpebre e le sue iridi nocciola trascolorarono, la pupilla spessa quanto uno spillo. Poggiò le mani sul capo della bambina che piangeva disperatamente avendo sentito i passi degli uomini aggirarsi poco lontano dalla radura.

Infuse la propria energia, il proprio potere nel corpo di quella piccola dalla pelle chiara come i raggi di luna che in quel momento illuminavano la selva avvolta nella notte.

Mano a mano che il potere scorreva via dalle sue vene per rientrare in quelle della bambina si sentiva mancare, senza più energie in corpo si accasciò contro il terreno erboso e chiazzato di sangue color pesca. Fece un ultimo sforzo spingendosi in avanti e stringendo i denti per evitare di urlare. Scavò con le ultime stille di potere che stavano lentamente scomparendo una buca grande quanto il corpo della piccola, per poi prenderla fra le braccia e stamparle un umido bacio sulla fronte. Nascose la figlia nella buca e la ricoprì d'erba, terra e rami d'abete che macchiarono di resina quello stupito volto pallido che guardò a malincuore. Cercò di scappare, trascinandosi nei boschi e cercando di mettere più distanza fra i Cacciatori e la piccola, per poi ricadere sfinita accanto ad un torrente limpido. L'ultimo pensiero andò per la sua creatura, poi la sua vista si annebbiò e il cuore smise di battere.

La madre si era sacrificata per lei, donandole ogni cosa in suo possesso in quel momento disperato che ricordava a sensazioni e ad immagini sfocate e sconnesse che aveva ricostruito.

E ora lei poteva ricambiare il suo sacrificio, donandole la vita sempre in cambio della sua. Gli occhi nocciola della madre sarebbero tornati a splendere e il suo sorriso avrebbe illuminato ogni cosa donando colore a quel mondo spento e ingrigito dagli animi cupi degli uomini.

Fece per annuire, inchinandosi allo Spirito che già ghignò immaginandosi le conseguenze della sua discesa sul mondo, quando si fermò. La madre le aveva donato la vita cercando di fare sì che la figlia riscattasse quel destino sudicio a cui entrambe erano state sottoposte. Lei... Lei l'avrebbe ripagata inchinandosi e lasciando che il destino del mondo entrasse nelle mani di uno spirito maligno che ne avrebbe usufruito condannandoli tutti? Era questa l'unica cosa che avrebbe saputo fare per la madre Melanie, buona e dolce? No. Non avrebbe accettato proprio per la persona che crepitava nel braciere porpora contenuto nella mano destra dello spirito del Fuoco, che ringhiò spazientito da quell'attesa.

-Allora, Conoscente?- sibilò, sicura di vedere una Dawn indebolita dall'incertezza che alla fine si sarebbe inchinata a suo cospetto, donandole il suo corpo come sbocco d'accesso sul mondo degli uomini. Sogghignò e una scintilla sadica color sangue guizzò nelle sue iridi inchiostrate e maligne.

Heather e Noah guardavano la scena, incapaci anche solo di esalare respiro.

Dawn fece per inchinarsi con riluttanza, intaccando una strategia che presto si sarebbe rivoltato contro quell'Elemento impuro. Lo soggiogherò così come lui ha fatto con gli altri Elementi.

Pensò la giovane, abbozzando un sorriso che sparì subito lasciando posto al finto dolore e alle finte lacrime cobalto che si mischiarono con la polla dilagatosi ai piedi del Fuoco.

-Bene. Hai fatto la scelta giusta. Ora...-

Non potè terminare la frase, perchè le rocce grezze crebbero attorno al suo corpo dorato diventando aguzzi e affilati come dei veri e propri spuntoni di granito. Lo Spirito restò imbambolato davanti a quella ribellione inaspettata e rimase immobile per qualche secondo, concedendo a Dawn la possibilità di un altro attacco. -Come hai osato!- gridò il Fuoco distruggendo gli spuntoni creati attorno al suo corpo dorato. La Conoscente notò come un rivolo di sangue cristallino colò lungo il suo abito intessuto di lingue di fuoco e bocche di leone e sorrise, pensando che presto quello Spirito avrebbe ceduto, ma le sue premonizioni si rivelarono fasulle.

Il sangue dell'Elemento Impuro era striato di porpora, viola e nero e cadde nella polla di sangue indaco e rosso donando malvagità al liquido incontaminato sgorgato dalla Cicatrice della Conoscente. Lo spirito ringhiò e scintille rosso sangue animarono le iridi spente ed inchiostrate che in quel momento sembravano vogliose di vedere il cadavere di Dawn poggiato ai propri piedi e macchiato di sangue indaco e di ferite. Non poteva lasciarla illesa proprio ora che si era rifiutata di mettersi al suo servizio, tentando addirittura di ucciderla.

Il Fuoco distrusse con la forza del pensiero quegli spuntoni, che si sgretolarono a terra in piccoli ciottoli che annegarono nella pozza di sangue e detriti.

Un cerchio di fuoco danzò attorno al corpo della Conoscente, rimasta intrappolata in quel fascio che si innalzò fino a toccare le rocce grezze che ricoprivano il soffitto della cella.

Come aveva potuto quella schietta serva tentare anche solo di attaccarla, sapendo che lei e solo esclusivamente lei avrebbe predominato, alla fine?

Il Fuoco evocò fiamme lussureggianti che andarono ad accerchiare la pallida ragazza bionda, ora attonita. Cercava di divincolarsi dalla presa del fuoco, ma questo danzava attorno al suo corpo illuminando quel pallore con porpora, viola, rosso e nero. Le fiamme penetravano nella sua carne ustionandola e sangue indaco colava lungo le vesti di cuoio della giovane, gocciolando come pioggia sul folle fuoco comandato dal suo stesso Spirito.

Questo ghignò, ululando follemente parole in germanico antico, risalente ai primi anni dopo la nascita di Cristo. Già da allora lui era vivo, nato nel primo focolare dal momento stesso in cui l'uomo ebbe la furba idea di attizzare due ciocchi di legno.

Le fiamme erosero la pelle della Conoscente, che tentò di scrollarsi dalla presa e di fuggire, evocando la sua stessa magia. Sangue e lacrime si mischiarono in una polla crepitante di dolore fra le rocce, d'un color indaco mozzafiato e spaventoso allo stesso tempo. Addio, madre. Addio, Ribelli. Addio... Strinse le palpebre lasciando che le ultime, disperate lacrime dalla luminescenza azzurra le rischiarassero il volto chiaro come quello di Melanie.

Improvvisamente l'urlo dello Spirito echeggiò nella cella, agonizzante e intriso di dolore. Il corpo del Fuoco si corrose, lasciando che le scintille infuocate e dorate di cui era composto si disperdessero in aria. Il sangue colò nel lago ormai formato dal sangue di Dawn, dalle lacrime e da detriti e ora dal liquido dello Spirito mentre l'odore malsano dello zolfo aleggiò a lungo nella stanza scavata nella roccia mischiato a quello putrido del sangue.

Le fiamme attorno al corpo della Conoscente si spensero, perdendo le proprie striature maligne e disinnescandosi come colpite dall'acqua scrosciante. Erano state evocate dal Fuoco e come lui erano scomparse, lasciando solo poche scintille che la ragazza pestò con il piede. Anche il fumo si aggiunse agli odori irrespirabili della cella, e i tre dovettero portarsi la mano al naso per evitare che le narici inalassero quegli schifosi aromi malsani.

-Cosa...- mormorò Dawn, prima di ricadere a terra. Le ferite erano aperte e sangue indaco e rosso sgorgava da queste, aumentando il lago già formatosi tempo addietro fra le rocce scure. Ustioni ricoprivano la pelle chiazzata d'ematomi, ferite e queste bruciature che non sarebbero guarite per molto tempo, così come la febbre ormai salita. La fronte scottava ed era imperlata di sudore, la testa ciondolante si rigirava fra il pavimento sconnesso e non lavorato vaneggiando parole a caso.

-Dobbiamo curarla! Non me ne intendo, ma ci serve acqua.- parlò Heather, accovacciandosi accanto al corpo disteso della Conoscente.

-Ci serve Courtney! Il bronzo si è sciolto grazie al calore del fuoco, quindi possiamo uscire!- osservò Noah. Effettivamente, le sbarre di bronzo erano colate a terra esalando un odore metallico che non fece che aumentare il puzzo irrespirabile contaminante l'aria dello squallido abitacolo.

Heather asserì, per nulla felice di quella gioiosa notizia. Non erano in condizioni di poter gioire, non ancora. I ragazzi corsero fuori, Noah trasportava Dawn fra le braccia mingherline lasciando che il sangue indaco macchiasse le sue braccia ambrate. Dovevano trovare Courtney, e serpeggiarono fra i corridoi stando all'erta ed osservando come i lumi appiccati all'interno delle impalcature di bronzo venissero spenti con un soffio. Ciò significava che le guardie non erano in vista, almeno che non volessero tendere loro qualche imboscata, cosa piuttosto improbabile dato che la notizia della loro fuga era ancora segreta.

Imboccarono l'ennesimo vicolo, strisciando contro la parete di roccia grezza e sentendo solo il gocciolio sconnesso delle gocce di pioggia scivolare lungo le stalagmiti e cadere a terra. Una quiete surreale annunciava loro di avere via libera, e i ragazzi sgattaiolarono nei tunnel scavati nella roccia procedendo a tentoni nel buio. Non sapevano precisamente dove si trovava la cella di Courtney, ma una guardia che precedentemente aveva portato loro del cibo aveva borbottato qualcosa riguardo ad una certa Cella Nord trovatosi appunto nell'ala corrispondente dell'enorme edificio

.-Hetaher, Dawn sta vaneggiando... La febbre sale. Ci serve acqua, almeno per placare questo sbalzo di temperatura.- annunciò l'indiano, indicando la fronte scottante e gocciolante di sudore (ovviamente illuminato di un tenue azzurro) della giovane. -Non abbiamo tempo, Noah! Se ci mettiamo a cercare una fonte d'acqua proba...- la sua voce venne interrotta da altre voci, borbottanti pochi metri più in là. Erano animate da rabbia e collera, e sentì uno schiaffo violento assestato contro la guancia di qualcuno. Lacrime colarono da quel volto e un gemito sconnesso venne pronunciato, sopraggiunto dalle grida focose di un uomo Barbaro.

-Courtney!- sussurrò Heather. Sgranò gli occhi pece nel buio, cercando di aguzzare la vista per vedere ciò che stava succedendo poco più in là. Fortunatamente per la sua vista non così acuta, qualcuno attizzò un fuocherello sulle rocce scure probabilmente per il suo stesso motivo: la carente vista al buio.

Il fuocherello di un focoso rosso illuminò i volti furenti degli uomini incappucciati dinnanzi a Courtney, gemente a terra. Gli abiti erano laceri e strappati violentemente nei punti in cui ferite rovinose squarciavano la carne e le gote della mora erano rigate da lacrime copiose. Queste scorrevano lungo il collo marchiato dal sangue e dalle rocce. Però... Il sangue di Courtney. Ha uno strano bagliore...




ANGOLO AUTRICE:

Dunque, buondì!

Sono tornata in fretta ma ho davvero pochissimo tempo prima che torni mia madre: dunque, ringrazio tutti voi per avermi sostenuto e mi mancate già!

Vi informo però che io ci potrò essere di nascosto, a volte! Non vi libererete di me ;)

Beh, mi sono INNAMORATA del genere sanguinoso (non descritto nel dettaglio) *-* Magari non mi destreggerò ancora benissimo, ma quello e il genere mistero e sentimentale sono i miei prediletti <3

Un bacio a tutti, ora vado davvero! E ringrazio tuuuuutti i lettori silenziosi e non! Baci,

Gwen

ANGOLO PUBBLICITARIO:







Dunque, ecco a voi la pubblicità di altre tre storie bellissime: l'emozionante You're my dream come true, la sanguinosa The Warrior Goddesses e l'avventuroso Il marchingegno fermatempo!

You're my dream come true di Dalhia_Gwen:

Genere: romantico, sentimentale, triste.

Tipo di coppia: Het.

Personaggi: Bridgette, Courtney, Duncan, Geoff, Gwen.

Coppie: BridgettexGeoff, DuncanxCourtney, DuncanxGwen

Avvertimenti/note: AU.

Capitoli: 7

Stato: in corso.







The Warrior Goddesses di Xenja:

Genere: drammatico, mistero, sentimentale.

Tipo di coppia: Het.

Personaggi: Courtney, Dawn, Gwen, Duncan, Nuovo personaggio.

Coppie: AlejandroxHeather, CodyxSierra, DuncanxCourtney, DuncanxGwen, TrentxGwen

Avvertimenti/note: AU, Lime, Contenuti forti, Violenza.

Capitoli: 39

Stato: in corso.




Il marchingegno fermatempo di GWUNCANKILLA (nuovo nick di Gwuancan_Love):

Genere: avventura.

Tipo di coppia: nessuna.

Personaggi: Duncan, Gwen, Leshawna, Nuovo personaggio, Trent.

Coppie: DuncanxGwen, DuncanxCourtney, TrentxGwen.

Avvertimenti/note: AU.

Capitoli: 10

Stato: in corso.




Molto bene, spero vi abbia soddisfatto il capitolo! La prossima volta pubblicità di:

-Guerra per la supremazia di Carillon1726;

-Trionfo Animale di Julie99HateLove;

-Un amore impossibile di Love_dance00

Grazie mille, ora vado se no mia madre mi distrugge -.-”

  
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