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Autore: CrAzYtEn    03/08/2008    2 recensioni
Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto pensava a come fare, per far tornare indietro il tempo. “Mi vedi, Naruto? È colpa tua se me ne vado! ...ti odio con tutto il mio cuore” Era sempre la stessa storia... tutte le volte che chiudeva gli occhi quello sguardo triste ed accusatore gli balenava nella mente... e il ricordo di quei giorni... a pochi mesi di distanza uno dall’altro... E quel giorno... quel maledetto giorno, gli martellava i ricordi ogni istante della sua vita... [CONTIENE RISPOSTE RECENSIONI "Angelo Custode"]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Altri, Naruto Uzumaki
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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LO SAPEVA END Un anno dopo...

Erano lì, faccia a faccia.
I ninja di Konoha, Suna, Iwa e Kiri avevano attaccato in massa la base dell’Akatsuki.
Solo due riuscirono a fuggire, e furono inseguiti niente di meno che dall’Hokage e dal Kazekage.
“GAARA!”
Il Kazekage eresse un muro di sabbia, costringendo i due ammantati a fermarsi e a voltarsi.
I due Kage atterrarono poco lontani da loro.
“ma tu guarda... sei ancora vivo, ex-Jiinchuriki? Eppure il tuo corpo non sarebbe dovuto sopravvivere...”
Gaara accennò un sorriso.
“chi non muore si rivede, Konan...”
“E voi dovete essere il Sesto Hokage... giusto? Non credo abbiate visto la mia allieva... da molto tempo...vero?”
La figura accanto si levò il cappuccio.
Era cresciuta.
 Il suo volto non aveva più alcuna traccia infantile, si era allungato ancora un poco, formando un ovale perfetto e perdendo quasi completamente l’aspetto sferico del volto dell’Accademia. I capelli erano raccolti in due codini, posti sopra la nuca e legati da due nastri violetti, della stessa lunghezza delle ciocche, finivano entrambi sotto il mantello nero a nuvole rosse. Le labbra si erano incarnite un poco e il fisico le si era affusolato, probabilmente grazie all’allenamento. Ma gli occhi erano rimasti uguali, grandi e candidi come quattro anni prima...
Il Kazekage si voltò, guardando Naruto.
Temeva che la vista della Hyuga lo convincesse a non combatterla. Non fu così. L’Hokage fece un cenno a Gaara, che ingaggiò un combattimento con la donna dai capelli blu.
“Konan-sempai!”
L’Hokage lanciò due shuriken, che andarono a conficcarsi nella parete sabbiosa creata dal Kazekage. Erano molto distanti da Hinata, servivano solo a ricordarle di lui.
“Non serve, Hokage... so perfettamente che sei tu il mio avversario...”.
Il sole allo zenit illuminava la foresta, nel Paese della Pioggia. Gaara e Konan si erano spostati combattendo.
“sei cambiato, Naruto...”
Ed era vero: i capelli erano tenuti qualche centimetro più lunghi.
Indossava un completo ninja arancione (Sempre fidelis al suo colore...NdAutrice), il coprifronte non raffigurava solo il simbolo di Konoha, ma anche l’ideogramma di “Hokage”.
Ma in viso non era cambiato per nulla, eccetto per i baffetti che si erano allungati.
“Per niente, Hinata-chan...”
“...Chan...sai, sono anni che nessuno mi chiama così... solo Sasuke mi chiamava san, ma niente di più...”.
Chiuse gli occhi color madreperla, sospirando.
Li riaprì, guardando l’Hokage negli occhi e facendogli un sorriso indecifrabile.
“Davvero una bella cerimonia...cos’è che hai detto? –guardami, papà!-?”
Sul viso del ragazzo comparve un sorriso dolce.
“Tu eri lì...Hinata...”
Lei distolse lo sguardo, puntandolo a terra.
“Dovevo infiltrarmi per Kyuubi... purtroppo la nomina a Kage ha rallentato tutto...”
Così dicendo gli lanciò degli shuriken che lo mancarono di poco, tagliandogli aun poco i capelli.
“Sai, ti preferivo con i capelli più corti...”.
“Io invece ti gradisco di più così...”
Saltarono nello stesso istante.
Lui che inseguiva lei, correndo sui rami, passando da albero ad albero.
Intravide le labbra della ragazza piegarsi in un piccolo ghigno, e questa si slacciò il mantello, oscurandogli per pochi secondi la vista.
Ma ciò non fermò la sua corsa.
Questa si concluse al limitare della boscaglia, su un promontorio circondato da alberi millenari.
Si spostò di due passi a destra, evitando due strani spiedi, piuttosto spessi.
Poi sentì una presenza alle sue spalle e si voltò.
Hinata indossava una gonna molto corta, viola, con sotto dei pantaloncini aderenti e bianchi, lunghi fin sopra alla rotula. Le spalle erano scoperte, ma da sopra il gomito erano avvolti in manicotti avvolgenti e bianchi, i petto era coperto da un top aderente, anch’esso viola, allacciato dietro il collo in un piccolo fiocco, le cui estremità terminavano pochi centimetri da terra. I piedi erano fasciati in scarpe che arrivavano fin sopra la caviglia, nere. In mano teneva due ventagli, uno viola, con sopra disegnato il simbolo dello yin, e l’altro bianco, raffigurante lo yang.
Lui sorrise.
“Se qualcuno ti vedesse conciata così, non credo penserebbe al combattimento”.
Lei sorrise maliziosa, poi lanciò i ventagli in aria, saltando e posando i piedi sugli stessi, rimanendo sospesa.
“Carina come tecnica”
Lo guardò, seria. Poi accennò ad un sorriso.
“non sei proprio cambiato, Naruto... sempre a sparare cazzate...”.
Dietro Naruto comparvero tre copie, e il Kage la guardò negli occhi.
“Ti prego Hinata, torna a casa con me... torniamo a Konoha...”
Lei fece una piccola riverenza, ridacchiando.
“Quale onore! L’Hokage in persona che mi prega di andare nel suo villaggio!”
Chiuse gli occhi, riaprendoli dopo pochi secondi.
Le vene intorno alla zona oculare si erano gonfiate e, negli occhi madreperla, s’intravedeva il segno della pupilla.
Naruto sospirò, guardandola. Poi richiamò ulteriori copie, accerchiando la diciannovenne.
Si lanciarono tutte e trecento sulla ragazza nello steso momento.
“tecnica delle 256 chiusure!”
“256?”
Li colpì tutti, avanzando di altri 49 colpi.
Dalla retrovia delle copie udì un urlo.
“RASENGAN!”
Saltò in aria, atterrando sui due ventagli.schivò di molto poco il colpo.
“D’accordo... ora si fa sul serio...”
Scese dai ventagli, prendendoli in mano.
Sussurrò qualcosa, poi i ventagli furono avvolti dal chakra.
L’Hokage la guardò, la battaglia era iniziata.

Stava ansimando.
Ma non era l’unico dei due...
Hinata era ancora in posizione, i ventagli aperti e le lame di chakra che uscivano ad ogni ripiegatura dei due oggetti.
“sei...anf... diventata... anf... bravina... anf...”
“...facciamola... finita...JUUKEN!”
Scattò all’attaccò, ma Naruto la scartò. Sentì un dolore al fianco sinistro, poi qualcosa di caldo cominciò a corrergli lungo la gamba.
Afferrò il polso della ragazza, che aveva piroettato su sé stessa, colpendolo con un ventaglio. La tirò avanti, lanciandola contro un albero (Xò! NdAutrice)(SSSSSsssssssssssssh!!! Ndl’unicopoverettocheleggestaschifezza). Era troppo sposata per frenare in tempo, e la schiena si schiantò contro l’albero. La ninja gemette, inarcando la schiena. L’Hokage la raggiunse in pochi secondi, tirandole un calcio all’altezza dei fianchi. Lei saltò e si ritrovò dietro Naruto, che la colpì alla schiena, facendola piegare in due dal dolore.
Sputò sangue, ma il manto erboso non cambiò di molto. L’erba verde era ricoperta da grandi chiazze di sangue, alcune delle quali rappreso.
Erano ore che andavano avanti. Entrambi erano preoccupati, poiché i compagni non si vedevano ancora.
“Avanti... uccidimi...”
Sputò altro sangue, aveva sforzato troppo l’apparato circolatorio... non sarebbe riuscita a sostenere un quarto d’ora in più.
Naruto la guardò.
“cosa stai aspettando? Sono una ricercata, una traditrice della Foglia...”.
Si rimise in posizione eretta, guardandolo negli occhi.
“Naruto-kun... cosa stai aspettando?”
“io non farò niente di simile”
La ragazza rimase spiazzata, erano quattro anni che non faceva altro che uccidere e combattere per non essere uccisa... ma lui era Naruto... il solito, imprevedibile Naruto.
Raddrizzò le spalle, guardandolo nelle iridi azzurre, come il cielo che li sovrastava.
“Allora... morirai!”
Partì nuovamente in avanti, ma sentì le gambe cederle. Naruto le afferrò il polso sinistro, proteso in avanti ed armato di ventaglio, tirandola a sé.
L’abbracciò... come quattro anni prima, sotto la pioggia.
“Hinata...”
L’odore non era cambiato, i sentimenti nemmeno. Lo pensavano entrambi, lei con le braccia abbandonate ai fianchi, lui che la stringeva forte a sé, temendo di perderla nuovamente.
Sentì la spalla bagnata. Inizialmente pensò che fosse sangue, poi capì: la sua Hinata stava piangendo.
Le prese il volto tra le mani e la guardò.
No, Tsunade, ti sbagliavi... questa è la bambina che mi guardava da lontano, che arrossiva quando i nostri sguardi s’incrociavano... la stessa ragazza che svenne la prima volta che ci siamo rincontrati dopo due anni e mezzo... la stessa ragazza che mi ha abbracciato sotto la pioggia, piangendo.
È la mia piccola Hinata.
Avvicinò il volto della ragazza al suo, mentre lei bisbigliava qualcosa.
“perdonami”
E la baciò, contraccambiato.
Quando le labbra si staccarono lui la strinse di nuovo al suo petto.
“non è successo niente, Hina... niente”
Lei pianse ancora per alcuni minuti, affondando il viso nella maglia di lui, assaporando quell’odore di fiori e Ramen e chiedendo perdono per tutto ciò che aveva fatto.
Lui le carezzava i capelli neri, cercando di tranquillizzarla e sentendo ancora quell’aroma di lavanda e vaniglia.
Senza permettere al ferreo aroma del sangue di coprire l’odore dell’altro.

Era ormai notte, erano appoggiati ad un albero, sdraiati a terra. Osservavano la notte, e la notte osservava loro.
Le stelle sembravano orgogliose di ciò che avevano visto, di due anime che s’univano. E la luna quella sera brillava, felice e piena.
“Hinata...ti amo...”
Lei si raddrizzò un poco, poi lo baciò teneramente.
“Ti amo anche io, Naruto... non sai da quanto tempo...”

FINE
  
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