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Autore: Katherine Buffy Pierce    28/05/2014    1 recensioni
Questa storia fa parte della serie "La storia di Alex" e si colloca dopo le storie "Figlio di vampiro" e "Bebè in arrivo".
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Katherine Pierce, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'La storia di Alex'
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-Come? Ma... No! Lei si chiama Amanda!- disse Jesse, frustrato.
-No. Mi spiace, Jesse. Non so perché ti abbia mentito... Mmm hai detto che era umana, giusto?- chiese Katherine, ancora agitata.
-Si. Ne ero sicuro!-
-Probabilmente ti ha soggiogato per farti credere che fosse umana... Perché lei aveva già almeno 200 anni...- disse Katherine, sedendosi in parte a lui.
-Ma non potevo essere soggiogato... A meno che...- disse lui, prima di corrugare la fronte.
-A meno che?- chiese Katherine, curiosa.
-A meno che, quando Klaus mi ha rubato i poteri come ad Alex, lei mi abbia soggiogato per farmi credere che lei fosse umana e che fosse morta per mano di Klaus.- disse lui, tenendosi la testa fra le mani.
-E’ molto probabile...- disse Katherine, corrugando a sua volta la sua fronte.
Rimasero zitti per un po’ fino a quando Jesse dovette andarsene per riflettere un po’ da solo.
-Katherine... Io... So che sei rimasta scioccata da questa cosa, ma sono preoccupato per gli altri e per Marissa... Posso andare a cercarli?- chiesi io, alzandomi dalla poltrona. Lei mi guardò e mi fulminò con lo sguardo prima di correre verso di me.
-Sia ben chiaro! Finché rimarrai un umano indifeso, non farai proprio un bel niente! Altrimenti, una volta che ti avrò salvato, ti mangerò!- disse, aggiungendo un sorriso verso la fine.
-Uffa. Eh va bene!- dissi io, sbuffando.
Iniziai ad avviarmi verso le scale ma non riuscii a toccare il primo scalino con il piede. Katherine mi aveva afferrato e portato di sopra, con la sua velocità supersonica. Mi lasciò cadere sul letto e mi fissò.
-Io... So che non ti piace ma... Ho fame...- disse lei, con un sorriso.
-No. Vatti a mangiare qualcun’altro.- dissi io, infastidito.
Lei mi strappò la maglietta che avevo indosso e si sdraiò su di me.
-Ehi, stavo scherzando! Voglio solo...- disse lei, sdraiandosi su di me.
Inizio ad accoccolarsi contro il mio corpo e, in seguito, iniziò a baciare il mio petto, salendo sempre più su fino ad arrivare alle mie labbra.
-Alex, ti amo. Voglio stare con te e vorrei farlo per sempre!- disse lei, a due cm dalle mie labbra.
-Anche io ti amo, Kath. Mi sei mancata... Quella chiamata che hai ricevuto l’altro giorno, ero io.- dissi io, imbarazzato.
-Perché non mi hai parlato?- chiese lei, confusa.
-Io... Non lo so... La tua voce era così bella e... Mi sono bloccato nel sentirla...- dissi io, ancora più imbarazzato.
-Oh, Alex.- disse lei, prima di darmi un altro bacio.
-Fermati. Chi è Will?- le chiesi io, allontanandola da me.
-E’ un ragazzo che ho soggiogato per poterlo usare... Mi portava le borse, mi portava in giro, ecc...- disse lei, innocentemente.
-Mmm.- dissi io.
-Che c’è?- chiese lei, confusa.
-Non so se posso crederti. Scusami.- dissi io, cercando di alzarmi dal letto. Lei mi riprese e mi trascinò giù con se.
-Devi credermi! Giuro che non ti ho mai mentito! Non a te.- disse lei, abbassando lo sguardo.
-Bene.- dissi io, accettando la sua versione.
Dopo un po’, decidemmo di andare a casa Salvatore. Dovevamo sapere se erano li.
Appena varcammo la soglia, trovammo il soggiorno illuminato.
-Zio Damon!- esclamai io alla vista di mio zio. Lui si girò e mi guardò con uno sguardo freddo. Vuoto. Non c’erano emozioni in lui.
-Cosa ci fai qui?- chiese lui, impassibile.
-Oh, zio Damon, come state?- chiesi io, abbracciandolo.
Lui mi guardò sempre con lo stesso sguardo e, dopo aver preso un’asta di ferro rovente dal camino, la infilzò nella mia pancia.
Katherine, mentre mi accasciavo a terra, diede un pugno a Damon, atterrandolo.
-Cosa hai fatto?!- chiese lei, arrabbiata.
-Quello che mi è stato detto di fare.- disse lui, sempre impassibile.
Katherine mi prese e mi portò via da quella casa, a velocità sovrannaturale.
Dopo essere rientrati nella nostra base, estrasse l’asta di ferro dalla mia pancia e mi curò con il suo sangue.
-Cavolo. Questa non ci voleva. Gli ha ordinato di ucciderti! Come facciamo? Non posso difenderti da 10 persone! E’ troppo difficile... A meno che tu non voglia...- disse lei, guardandomi negli occhi.
-Non voglia cosa?- chiesi io, confuso.
-Non voglia diventare un vampiro.- disse lei, fissandomi.
-Oh. Non lo so... No. Io non voglio... Ma forse dovrei.- dissi io, impaurito.
-Non voglio farti pressioni... Devi scegliere da solo.- disse lei, abbracciandomi.
-Penso che sia la cosa giusta... Odio i vampiri e non so se riuscirei a sopportare il fatto di dover diventare un vampiro, ma se è l’unico modo per salvare Marissa e gli altri, beh... Devo farlo.- dissi io, guardandola ancora impaurito.
-Ti lascio un po’ di tempo. Dimmi quando sei pronto.- disse lei, scendendo le scale per andare in soggiorno. Ero rimasto solo con i miei pensieri contrastanti. Dovevo prendere una delle decisioni più grandi della mia vita ed ero nel panico. Sarei riuscito a decidere correttamente?
  
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