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Autore: Blitz7    28/05/2014    1 recensioni
Jared deve lasciare la sua fidanzata Christy per andare a studiare in una università. Essa era il suo sogno, ma da quando ha conosciuto Christy si prometteva di non lasciarla.
Eppure, i suoi genitori volevano a tutti costi mandarlo per cinque anni là, in quel posto lontano da casa, dove forse Christy non sarebbe mai potuta andare a trovarlo.
Il motivo erano i soldi. Jared era ricco, lei il contrario.
Durante questo lungo tempo divisi, entrambi conobbero nuove persone e così ben presto si dimenticarono di ognuno.
Jared tornerà? Si riconosceranno o si abbandoneranno per sempre?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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  Ciao! Ecco finalmente il capitolo 3. Spero vi piaccia di più,

mi sono impegnata e ci ho messo più tempo perciò è più lungo :3

Diciamo che ora inizia la storia senza Jared :( cosa che mi dispiace, però è così-.-

In questo capitolo si scoprirà un personaggio importante, 

con cui Christy avrà un bel rapporto..
Anyway, ripeto, spero vi piaccia, ringrazio di ♥ chi recensisce. Vi adorooo!!!




Swimming

 



  Sono giunte le vacanze e Jared le passerà lontano da me. Passare un’estate di lui sarà quasi impossibile. Devo in qualche modo occupare il tempo facendo qualcosa. Mentre penso a cosa potrei fare nelle vacanze estive cammino sotto il sole primaverile verso casa di Carol.
Arrivo alla sua piccola villetta a schiera di colore giallo. Al suono del campanello arriva il suo cane Baily, che ormai mi conosce come se fossi uno dei suoi padroni, abbaiando.
“Ciao, piccolo” lo saluto cercando di rimanere col sorriso sulle labbra, anche se vedere quel cane che assomiglia a quello di Jared mi lascia con un buco nello stomaco.
“Christy!” una voce che potrebbe spaccare i timpani all’istante corre ad aprire il cancelletto.
Mi abbraccia forte, mentre il cane torna a gironzolare per il giardino.
“Facciamo un giro?” mi propone.
Annuisco e iniziamo ad incamminarci per le strade nei vicoli stretti del nostro paese. Per un po’ nessuna delle due parla. Poi Carol, la solita chiacchierona, inizia a raccontarmi di un suo incontro con un bellissimo ragazzo nel parco che c’è al centro della piazza.
“Quindi ti piace?” le domando punzecchiandola.
“Beh, non lo conosco ancora bene, però mi ha stretto la mano!” strilla.
Io scuoto la testa. Sarà una di quelle sue relazioni che durano un paio di settimane, ma sto zitta per non deluderla troppo. Anche se forse anche lei lo sa.
“Ehm, Carol.. che fai quest’estate? Sai, ora che Jared..” non mi lascia finire per non farmi dispiacere entrando nell’argomento del mio ragazzo.
“Io frequenterò un corso di nuoto, per la prima volta in vita mia.” Risponde, sorridendo dolcemente. Lei è l’unica che sa quanto soffro senza Jared. E stare con lei è quasi come una medicina.
“E.. non è che potrei venire con te? Sennò non so che fare”
“Certo!” urla, facendo sobbalzare una vecchietta dietro di noi che era andata a buttare via l’immondizia.
“Ok, grazie, ma qui farai scappare tutti se urli di nuovo” ridiamo alla mia frase insulsa e ci incamminiamo, senza quasi accorgersene, nella piazza, dove ci si può iscrivere a varie attività.
“Allora Christy, sicura che vuoi partecipare al corso di nuoto? Io mi sono iscritta ieri”
“Sicurissima” rispondo con voce ferma dopo giorni.
Andiamo alla bancarella dove dietro ci sta un ragazzo alto, dai capelli castani e gli occhi neri come la pece. Avrà più o meno la nostra età.
“Buongiorno” saluta sorridendo.
“Ciao, vorrei.. vorrei iscrivermi al corso di nuoto” dico.
Lui annuisce, scrutandomi da sopra a sotto.
“Quanti anni hai? Devo classificarti nel gruppo in base all’età” la sua voce ha un che di mistero, ma rispondo senza soffermarmi su questo particolare che in realtà non dovrebbe interessarmi.
“Diciassette” rispondo.
Con un cenno d’assenso, sorride.
“Io allora sono il tuo istruttore. Beh, dimmi il tuo nome per favore”
“D’accordo. Mi chiamo Christy Jollens.”
“Bene, sei iscritta. Il primo giorno sarà domani dalle 14.00 alle 15.30. Sono dieci euro all’ora” spiega con voce determinata.
“Soltanto?” mi lascio scappare. So che posso essere un po’ indiscreta, però quando da piccola andavo a nuoto mi facevano pagare molto di più.
Il ragazzo mi lancia un’occhiataccia, poi ci salutiamo e io e Carol torniamo indietro. A un certo punto ci dividiamo, in modo che lei vada verso la sua casa e io verso la mia.

 
 
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Mi sveglio, accecata dalla luce del sole. Non capisco perché la finestra sia aperta, ma non indago troppo e mi tolgo il pigiama estivo e metto un paio di jeans corti e una maglietta a maniche corte.
Faccio una bella treccia ai miei capelli biondi e scendo in cucina a piedi scalzi.
“Ciao, mamma” saluto.
“Oh, finalmente ti sei svegliata! E’ mezzogiorno, devi mangiare e poi al corso di nuoto!” dice svolazzando un dito ammonitore.
La guardo un attimo interdetta, come se non avessi recepito bene la frase. Quando riesco a capire parola per parola apro la bocca e corro verso l’orologio.
Mia madre ha ragione, è veramente mezzogiorno. E io alle 14.00 ho il primo giorno di nuoto.
Faccio un sospiro, né di sollievo né di troppa preoccupazione e mi dirigo in cucina.
“Non posso mangiare, però. Potrei fare indigestione. Posso mangiare dopo la lezione di nuoto?” chiedo a mia madre, che sbuffa silenziosamente.
“Ma poi ti verrà fame, e se non mangi svieni, e se svieni..” non la lascio finire questo lungo discorso che mai potrebbe concludersi.
“D’accordo mamma, ho capito. Mangio un pochino, così non svengo dalla fame, e poi mangio di più finita la lezione.”
Sembra rilassarsi e mi prepara metà di un panino che mangio in fretta. Bevo una lattina di tè al limone e preparo uno zaino con dentro un costume da bagno e ciabatte.
Aspetto le 14.00 girando per casa, guardando un po’ la televisione, uscendo fuori e farmi una cavalcata su un cavallo da cinque minuti, controllo i maiali e mungo le mucche.
Dieci minuti sento il campanello che suona e trovo Carol.
“Ciao! Che ci fai qui?” le domando raggiungendola.
“Ho pensato di accompagnarti a nuoto. Andiamo?”
Saluto mia madre e, annuendo vistosamente, ci avviamo verso la piazza.
Arrivate, ci aspettano tutti. Forse siamo in ritardo, ma casa mia dista molto dalla piscina comunale. Andiamo negli spogliatoi femminili e indossiamo il costume e torniamo nel grande spazio che contiene una grande piscina con attorno un paio di sdraio  o panchine per sedersi.
“Buongiorno a tutti, io sarò il vostro istruttore, mi chiamo Max Vurne.” Comincia a parlare il ragazzo che ieri mi ha iscritto a questo corso. Prestiamo attenzione, io sempre in parte a Carol. “Ho diciannove anni e nuoto da quando sono piccolo. Per oggi galleggiamo, anche se sono certo che più o meno tutti lo sapete fare. Comunque vi darò un mano. Poi faremo dei tuffi a piacere, nel senso che.. potete farli come volete. Beh, prendete pure posto in acqua e io pian piano verrò da tutti. Se non vi sentite sicuri, andate dall’altra parte della piscina dove l’acqua è meno profonda”
Dopo questo discorso io e Carol andiamo nella piscina dall’acqua più bassa, dato che nessuna delle due ha voglia di galleggiare prima di tutti.
L’acqua mi rilassa, mi toglie il pensiero di Jared dalla mente, mi svago, penso a tutt’altro,respiro profondamente e lentamente imparo a galleggiare con l’aiuto di Max. E’ molto dolce quando si tratta di insegnare, le sue mani sono calde a contatto con l’acqua fredda, i suoi capelli bagnati gli sono appiccicati alla fronte e ogni tanto ride perché fa fatica a toglierseli dagli occhi nerissimi.
Non ho mai visto occhi così profondi, come la parte della piscina dove io non tocco con i piedi.

 
  
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