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Autore: MadaraUchiha79    29/05/2014    4 recensioni
Una volta sporcata un anima non può essere mondata.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Madara Uchiha
Note: AU | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Nessun contesto
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-Signor Nohara. E’ un piacere incontrarla di nuovo. A cosa devo la vostra visita proprio in questa occasione?-
-Orochimaru-sama, ho una richiesta da farle.-
-No, prima di chiedere a casa mia si offre. -
-Ovviamente ha tutto il mio supporto da parte mia, per ogni cosa.-
-Ogni cosa? La prenderò in parola. E qual è il proposito?-
-Voglio vedere morto Obito Uchiha. -
-Il tiratore scelto? Mi costerà molto ammazzarlo, molte vite anche se poco sensate, quindi il prezzo è alto, Signor Nohara.-
-Non c’è limite a quanto posso offrire. L’importante è che io lo veda morto.-
-Va bene. Lo consideri fatto. Pattuiremo il prezzo preciso osservando il suo cadavere. E ora prego, si serva pure. Dopotutto l’ho invitata a cena e nella mia casa ,sarebbe scortese da parte sua allontanarsi rifiutando.-
-Non rifiuterei mai.-
Il tono impacciato del Signor Nohara, tradiva la sua totale estraneità al mondo del crimine.Spesso si aggiustava la cravatta e tossiva nervoso. Infondo aveva paura a rivolgersi a quell’uomo e non desiderava altro che allontanarsi. Nonostante la casa fosse bellissima e l’accoglienza ottima c’era qualcosa di sinistro in ogni dettaglio. Qualcosa che lo metteva a disagio. Forse era proprio la consapevolezza che tutto quello che c’era in quel luogo grondasse sangue. Orochimaru si era accorto di quel modo di fare impacciato e aveva subito compreso il motivo.
-Per ottenere qualcosa è necessario sacrificare qualcos’altro e se si tolgono i limiti della moralità, è normale sentirsi inadeguati, no?-


Inserì il cd d’installazione e riavviò. Doveva formattare e sperare che il virus non avesse danneggiato il bios o qualche altro componente del pc. Non era affatto dispiaciuto, anzi, vedere quella scritta lo aveva riempito di entusiasmo. Yahiko c’era, era ancora vivo!Red Cloud Knight, come dimenticare i tempi in cui agivano insieme? Madara invece era decisamente meno contento.

-Mi chiedo come diavolo faccia ancora a programmare pc. E’ impossibile che sia ancora in grado di programmare un pc. Ti ricordi bene Tsuya, la sua auto è precipitata da un ponte abbastanza alto e si è capovolta più volte. Non può essere sopravvissuto.-
-Non abbiamo visto il suo cadavere, Mada-kun. -
-Quel bastardo ha sette vite come i gatti.-
Izuna avviò la formattazione e se ne andò spingendosi lontano da quei due. Non riusciva a sentir parlare di Yahiko in quei termini. Per lui, quello era sempre il suo migliore amico.
-Ehi, Izuna! Dove vai?-
-Ho da fare. Chiamo Akane.-
Rasetsuya fissò Madara negli occhi , per poi stringere le labbra e scuotere leggermente la testa.
-Non potevi proprio risparmiarti eh?-
-Senti, Yahiko è mio nemico da anni ormai. Posso essere libero di trattarlo come mi pare?-
-Era colpa nostra, Madara. -
-Per cosa?-
-Siamo stati noi a mandare in fumo il suo sogno. Te lo ricordi no?-
-Era un sogno del cazzo.-
-Chi sei tu per giudicare un sogno?-
-Sono uno che ne ha avuti diversi e che ne ha persi il novantanove per cento per strada. Entrare all’Akatsuki? Dirigerla? Per un pezzente come lui era praticamente impossibile, lo sai bene.  Anche per noi è impossibile metterci a capo di una realtà così grossa. Ho un sacco di soldi ma gestire un’azienda così costa pure di più.-
-Sì, magari in passione, cosa che tu sembri non dimostrare per niente di quello che fai, Madara.-
-Tu la conosci bene la mia passione, Tsuya.-
-A volte non basta per dare un senso ad una vita.-
-Oh no, adesso ricomincerai con la storia del matrimonio! No, non è il caso proprio che riattacchi. Sono allergico, completamente allergico a queste cose. E poi che vuoi? Dei figli? No, non è proprio il caso. Non voglio parare il culo anche a loro, non ce la farei. -
-Ti conviene prepararti invece, perché sono incinta!-
Glielo vomitò addosso tutto ad un fiato. Non riflettè nemmeno sul fatto che quello fosse il momento giusto oppure no.Abbassò per un secondo gli occhi e poi ritornò a guardarlo.
-Non voglio figli, lo sai.-
-Non sono stata io ad autofecondarmi , Madara.-
-…No, non dirmi che vuoi tenerlo.-
Rasetsuya tentò di schiaffeggiarlo, ma lui le bloccò il polso.
-Sai il perché della mia affermazione, Tsuya! Non fare l’idiota. Vuoi che una volta cresciuto finisca come Izuna? Eh? -
-E allora vuoi ucciderlo prima che nasca? Ma che mostro sei? Chi sei tu, da non riuscire ad amare nemmeno il frutto del tuo amore per me? Che cosa sei diventato, Madara….fai solo …quello che ti conviene..e hai paura…hai paura di vivere!-
Lei scoppiò a piangere come una bambina, parlando fra un singhiozzo e l’altro. Il rifiuto di lui di accettare quella nuova vita della quale lei si era già innamorata, la distruggeva completamente. Nonostante non fosse stata una cosa voluta , lei ci aveva sperato con tutto il cuore e tutta l’anima. Aveva sempre sognato una famiglia , un bambino . Aveva sempre voluto sposarsi ma non era mai stata condivisa. E per che cosa? Per la paura? Madara non era che un coniglio impaurito? Non poteva credere che la voglia di mantenere la propria posizione, di continuare a vivere nel marcio di quelle esistenze concentrate tra omicidi, furti, spaccio e corse, potesse superare il bello incomparabile del dono della vita.
Lui non le rispose. Continuò a guardarla, a fissarla addolcendo lo sguardo. Lasciò la presa e spostò entrambe le braccia a cingerla. La premette al suo petto , cercando di sedare il suo pianto.

-Diversi omicidi flagellano la città di Nagoya. Agghiaccianti sono le condizioni delle vittime :non sono ferite né da armi da fuoco né da taglio, ma si ipotizza siano state uccise attraverso l’utilizzo di gas tossici. Ma andiamo sul posto, attraverso il nostro inviato : Kakashi Hatake. Buongiorno Kakashi e soprattutto ben tornato nei nostri servizi. So che non è un bellissimo modo di ricominciare, ma dovevo comunque farti i miei auguri.-
-Purtroppo non è un bel momento, effettivamente la situazione in questa zona è davvero molto complicata. Ma ti ringrazio comunque, Yamato. La situazione in questa zona è davvero complicata, l’area è stata già limitata per evitare contaminazioni tossiche. Non si sa nulla della vera natura della sostanza usata per ridurre in questo modo diverse persone, si presume di nazionalità cinese. Sono anni che qui a Nagoya non si verificano segnalazioni di attività illecite a dire delle autorità locali.  Non possiamo avvicinarci neanche noi, purtroppo e ci dobbiamo accontentare delle poche informazioni che ci rilascia la polizia, ma ancora c’è molta incertezza.
Si crede che questa volta, la storica città di Nagoya sia stata teatro di  uno sbarco da difendere con qualsiasi mezzo. Che sia collegata con l’evento che scosse il porto di Tokyo ben nove mesi fa? E’ probabile, anche se non ci sono molti elementi in comune con quello che successe allora. Tuttavia aspettiamo più dettagli.-
-Molto bene, Kakashi, ti ricontatteremo nel pomeriggio in modo da poter seguire le indagini su questo fatto agghiacciante. Ora torniamo a Tokyo. Nella metropoli non si fermano gli omicidi. Anche nella mattinata di oggi è stato rinvenuto il cadavere di un giovane , anche lui, come gli altri , con pendenze penali , presumibilmente affiliato ad uno dei clan della Yakuza locale. -

Obito spense la Tv che fino a quel momento aveva parlato a bassa voce, illuminando la stanza ancora allo scuro della luce del giorno. Rin stava ancora dormendo, riversa su un fianco. I capelli castani sciolti sul cuscino, la pelle nuda della spalla che sbucava dalla coperta imbottita. Obito le baciò una guancia e lentamente si alzò e si recò in bagno. Uscì dalla stanza e si diresse verso l’uscita dopo il suono del campanello. Non era molto propenso ad aprire a chiunque quindi esitò lungo il corridoio . Erano già diversi giorni che lui e Rin avevano preso un appartamento solo per loro due e il distaccarsi dalla villa portava sia vantaggi che svantaggi. Il vantaggio era sicuramente il poter vivere una vita privata senza rischiare l’intrusione di Hidan nei momenti più intimi, non doversi sentire sempre richiamati da Madara anche per la minima sciocchezza, non dover partecipare a quelle cene di famiglia così noiose tutti i giorni. Di svantaggio ce n’era uno solo : quello di non essere protetto dalle guardie pagate dallo zio. Obito decise di non aprire e si avviò di nuovo verso la sua stanza da letto. Non era nessuno di importante, altrimenti si sarebbe annunciato con una telefonata.  Si arrestò appena davanti all’entrata della camera e tornò indietro sentendo uno strano suono metallico fuori la porta. Rimase ad attendere finchè il rumore non scomparve. Ritornò a grandi passi verso la porta dopo aver recuperato la pistola e la aprì. Trovò un bidone di fronte la porta , chiuso.  Lo aprì, scoprendo il raccapricciante contenuto . Una testa bovina recisa , in putrefazione. Nonostante non recasse nessun biglietto , era chiaro il suo significato. Qualcuno lo voleva morto e non gli sarebbe sfuggito. Portò il bidone fuori dal suo piccolo giardino noncurante di essere scalzo. Ritornò in casa e dal ripostiglio prese l’alchol etilico e un accendino. Versò il liquido infiammabile all’interno del bidone e appiccò le fiamme. Sperava che colui che gli aveva portato quell’avvertimento fosse pronto a vedere come quell’atto alla luce del sole fosse una vera e propria sfida pubblica. Obito non aveva mai avuto paura delle minacce di morte. Mai.

-Ti ringrazio per l’ospitalità , Hashirama.-
-Sei sempre il benvenuto, Jiraiya.-
Scese un silenzio pesante mentre i due osservavano un punto a caso del giorno di Tokyo , appoggiati alla balaustra del balcone. Davanti a loro si stendeva un tranquillo e piccolo parchetto adibito anche a ritrovo per bambini.
-Yahiko, Nagato e Konan, li conobbi che erano solo dei bambini. Vivevano all’interno dell’orfanotrofio cattolico Stella Maris. Non so se ne hai mai sentito parlare.-
-No, ma deve essere un posto orribile, visto e considerato come ne sono usciti quei tre.-
-Sì era un posto orribile, è vero. Fui io a tirarli fuori di lì quando ero ancora in polizia. I casi più leggeri li affidavano sempre a me. I maltrattamenti , le violazioni, i controlli. Agli omicidi ci passai solo negli ultimi anni. Tu invece sei sempre stato in quella sezione assieme a Tobirama. -
-Ora ci mandano a fare tutto, ma si , ho un lungo passato all’interno della omicidi.-
-Quando li tirai fuori di lì, li presi in affido temporaneo . A volte mi stupivo nel guardarli, nel vedere di quanto la sofferenza dell’abbandono e la privazione della famiglia potessero pesare sul carattere dei bambini. Credo che fossero le creature più riconoscenti e più sinceramente affettuose che incontrai in tutta la mia vita. -
-Eppure non sembrano avere un passato del genere alle spalle. Guardandoli oggi viene spontaneo credere che siano stati partoriti dal male in persona. -
-So che sei arrabbiato, disperato, Hashirama. Ma non ignorare quello che ho da dirti. Yahiko, Nagato e Konan sono stati plagiati da qualcosa che non ha a che fare con loro. Non so se ti è ma stato fatto il nome di Shimura Danzo.  E’ un magnate dell’informazione , infatti è molto abile nel nascondere o nel modificare la cronaca dei giornali più letti del Kanto, del Giappone intero, oserei dire. -
-E che cosa c’entra con loro?-
-Secondo te perché uccidere per primo proprio un uomo degli Shimura?-
-Una copertura?-
-Un modo per evitare di essere il sospettato principale dietro la ricomparsa del killer degli origami, dalle altre famiglie della Yakuza.-
-Quindi mi staresti dicendo, che Danzo Shimura è un doppiogiochista che da un lato prende il favore di alcuni Yakuza e poi li attacca alle spalle? E ripeto, cosa c’entra con quei tre?-
-Devi risalire all’indietro, Hashirama. Tu c’eri , come c’ero io quando gli Uchiha si scontrarono con il Dio, così , di punto in bianco. Perché accadde? -
-Conflitto di interessi.-
-No, fu per molto molto di più. Colui che guidava l’auto che provocò l’incidente in cui Izuna rimase paralizzato fu proprio Yahiko.-
-Che cosa? -
-Sì.e secondo te chi fu a suggerirglielo? Chi fu, ad obbligarlo? Fu Danzo Shimura che aveva messo gli occhi su una grossa azienda informatica. La Akatsuki. Fece false promesse a  Yahiko che senza pensarci due volte rincorse il suo sogno, ma ad un certo punto si trovò a scegliere fra due vite: la vita di Konan, la persona da lui amata, o quella di Izuna, il suo ignaro migliore amico. La decisione fu sofferta ma andò in favore di Konan. Da lì iniziò ogni cosa.-
-E pensi dunque che Danzo sia ancora dietro Akatsuki? E’ proprio da Akatsuki , che Nagato Uzumaki sta cercando di attuare il suo piano.-
-Non ho dettagli del suo piano, ma posso assicurarti che il nuovo amministratore delegato di Akatsuki è proprio Nagato.-
.-Come hai fatto ad ottenere tutte queste informazioni, Jiraiya?-
-Dalle lettere che i ragazzi hanno continuato a mandarmi. Ovviamente non le lascerò leggere a nessuno, come avevo promesso, ma aiuterò te a risolvere questo problema. E tu,non lasciarti immischiare da Madara o entrerai nel suo circolo di vendette personali.-
-Non mi interessa. Loro sanno muoversi nel loro ambiente, e a me serve anche questo.-
-Vuoi che altri mariti e altre mogli soffrano quello che anche tu stai soffrendo? Non sei il tipo da gioire del male altrui.-
-No, voglio solo la mia giustizia.-

Itachi era da poco arrivato a casa di Madara. A passi lenti e stanchi si avviò presso il soggiorno dove oltre a prelevare Sasuke, doveva spiegare i risultati delle sue ultime ricerche sul “Dio”, ricerche abbastanza fruttuose.

-Yahiko, Konan, Nagato. Sono in tre e dobbiamo stanarli. Ho qualche idea in proposito. -
-Itachi, tu sei l’esperto in ricerche dopotutto no?-
-Ringraziamo la collaborazione di Hidan. -
-Madara, sono tutte pappe molli. Vedi di provvedere con qualcosa  di più resistente, per favore. -
-I tre bravi ragazzi si nascondono bene, però sappiamo dove trovare la nostra assassina degli Origami. E’ molto discreta e sfuggente ma si dice che frequenti un locale che ospita un bel fight club. -
-Fight club! Figo. Contamici.-
-Sasuke, dovresti evitare, lo sai?-
-Che sfigato, combatteresti contro una donna!-
-Io affronto tutti. Non  ho certe riserve e poi Hidan, una donna è sicuramente più abile di te nel fare a pugni.-
-Per favore, fate silenzio. Lasciate finire Itachi di parlare. Già mi girano le palle per conto mio, volete davvero che mi incazzi male?-
-Che paura.-
-Sasuke io te la faccio sentire la paura, se voglio.Itachi, continua.-
-Ovviamente non è Konan a combattere in prima persona, anzi sono degli insospettabili. Persino la dottoressa Tsunade si diverte da quelle parti.-
-La dottoressa che mena?-
-Quanto sei divertente Hidan. VUOI STARTENE ZITTO?-
-Madara , lo sai che commento!-
-EVITA! E’ una fottuta cosa seria! Fai parlare Itachi, dannazione!-
-Grazie zio. Praticamente sono venuto a conoscenza che quel locale nasconde un vero e proprio traffico di armi. Infatti è a poca distanza dal porto e ha un gran bel magazzino.Potevate mai immaginare che tre teppistelli si potessero trasformare nei più grandi fornitori di armi di tutta la zona? Tutte le armi contrabbandate passano sotto il loro cartello. -
-Armi, eppure a Yahiko non erano mai interessate. Beh , gli altri due non sono né carne né pesce. Non pensavo arrivassero così distante. Pensa che anche io mi sono trovato a comprare armi illegali e pure io mi sono servito da loro. E’ un assurdo, un fottutissimo assurdo! Andiamo, Itachi, portaci lì.-
-E Rasetsuya? Sicuro di non volerle dire nulla prima di andare?-
-No. Lei non potrebbe comunque venire con noi. Andiamo solo io, te , tuo fratello e quella piaga con i capelli sleccati di Hidan.-
-Obito?-
-Obito ha dei problemi dei quali non vuol parlarmi e io lascio che se lo sbrighi. Sono stufo di chiedere spiegazioni a chi non vuole darmele.-
-Scusa zio, ma…dove pensi di andare in un fight club tu?-
-Sasuke….non costringermi a spiegartelo in maniera piuttosto brusca.-
Sasuke agitò una mano al cielo, ma Madara dopo essersi avvicinato a lui gli bloccò il polso.
-Rifallo e te la stacco, ci siamo capiti?-
Lo lasciò dopo pochi secondi e si avviò claudicante e nervoso , verso la stanza limitrofa. Sasuke guardò il fratello con un sorriso perplesso dipinto in volto.
-Il vecchio ha dormito col culo scoperto oggi , più degli altri giorni.-
-Ha qualcosa che lo preoccupa. Meglio non stuzzicarlo. -


Il telefono squillò nel cuore della notte. Obito si svegliò di soprassalto e rispose.
Una voce contraffatta gli parlò dall’altro lato del telefono.
-Quanto sei disposto a perdere prima di donarmi la tua vita?-
Il ragazzo sgranò gli occhi esterrefatto, sconvolto. Lasciò cadere dalle mani il telefono senza nemmeno riattaccare. Iniziò a tastare il materasso alla ricerca della sua compagna. Non c’era. Sempre più febbrili erano i colpi delle sue mani sul letto. Continuava a chiamare il nome di lei, ma nessuna risposta.
Dalla telefono ancora collegato uscì di nuovo quella voce.
-Hai dormito troppo e troppo profondamente, ragazzo, da non notare che ti stavamo sfilando dalle dita il tuo gioiello più prezioso. Te lo ripeto, quanto sei disposto a perdere per donarmi la tua vita?-
  
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