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Autore: Ciccia5    29/05/2014    1 recensioni
un segreto custodito da un bel giardiniere. Una nonna misteriosa. Una stanza serrata ed una protagonista ricca e scontrosa di nome Helène.
Come potrà nascere l'amore?
Come potrà essere curato questo amore?
Appassirà o riuscirà a sopravvivere?
Venite a scoprirlo ;)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Non posso sopportarlo: perché questo posto?

Avevo bisogno di una vacanza rilassante sotto il sole cocente per abbronzarmi, non uno stupido luogo sperso nei boschi dove il cielo è coperto di nuvole.

-Tranquilla piccolina, saranno solo due mesi. Passeranno in fretta. Sai che non potevo dire di no alla nonna-. Interviene mio padre, come a leggermi nella mente.

La nonna è seduta al mio fianco mentre papà è difronte a me.

Lei se la dorme beatamente mentre il mio nervoso comincia pian piano a salire sempre di più.

È ingiusto!

Cosa avrei raccontato a Rachel e Juliet?

“eh ragazze quest'estate sono andata a sperdermi per i boschi e a fare amicizia con gli scoiattoli”.

Mi avrebbero sicuramente riso dietro.

Specialmente perché loro sono andate insieme ai Caraibi e non mi hanno invitata.

Juliet se n'era uscita con la scusa che non aveva altri posti letto liberi nella sua casa laggiù. Bugiarda!

Sospiro e guardo fuori dal finestrino della nostra piccola limousine.

Alberi, alberi, alberi.

Un centro commerciale neanche per sogno, eh?!?

Papà pensa possa essere una bella vacanza, ma io ho tanti dubbi.

A poco a poco la stanchezza si fa sentire e così chiudo gli occhi. Solo nero, nessun sogno.

 

 

Dopo qualche ora vengo svegliata da un bacio sulla guancia di mio padre.

Apro gli occhi abbagliata dalla luce.

Scendo dall'auto e mi guardo attorno: una villa gigantesca e antica si innalza difronte a me e tutt'intorno una distesa di prati ben curati.

Sulla destra infondo alla collinetta sulla quale si trova la casa c'è una casetta in pietra molto più piccola.

Si sente lo scroscio di una cascata in lontananza.

I boschi circondano i prati ben curati marcandone il confine.

Mi dirigo verso la porta d'ingresso quando mi si para davanti un grezzo ragazzo vestito con una camicia a quadri passata alquanto di moda, jeans larghi ed un cappello di paglia in testa.

Lo squadro dalla testa ai piedi: che orrore!

La sua barba ha più di tre giorni ed i vestiti più di 13 anni!

Le uniche cose passabili sono il suo fisico alto, abbronzato e muscoloso, i suoi occhi verdi scuro ed i suoi capelli lisci e sicuramente non pettinati.

-potrei sapere chi siete?- mi domanda.

Cento punti alla voce! Roca e sexy!

Rimango un attimo imbambolata e proprio in quell'attimo ecco che la voce di mia nonna si fa sentire.

-Joe smettila di blaterare con mia nipote e porta i bagagli in casa!- urla al ragazzo difronte a me.

-Signora Synai, allora era vera la notizia!- esclama gioioso il tipo difronte a me portando l'attenzione su mia nonna e correndole incontro.

-Vieni qua bulletto!- esclama la nonnetta abbracciandolo.

Questa cosa non è per niente da lei.

Insomma lei è acida con tutti, persino con me.

Non accetto che quel ragazzo sia trattato meglio di me da lei!

Me ne corro verso la porta senza badare più a nessuno.

Entro ed un profumo di torta di ciliege mi invade le narici.

Pavimento in legno pregiato senza un minimo graffio e appena lucidato. Alle pareti quadri di paesaggi e difronte a me una scala molto ampia che porta al secondo piano.

Gli scalini sono ricoperti da un tappeto nero.

La ringhiera ai lati è sempre in legno e termina con un fiore di loto ciascuna.

Il piano di sopra si divide in quattro corridoi: due a destra e due a sinistra.

Un corridoio di quelli a sinistra è completamente oscurato.

Difronte a me si trova un'ampia vetrata che da su un enormeterrazzo in cotto.

L'altro corridoio sulla sinistra è illuminato dalla luce pomeridiana.

Ogni corridoio ha quattro stanze ciascuna.

Dopo un piccolo tour, scopro che nell'unico corridoio non illuminato si trovano: il cinema, la stanza del poker, uno studio pieno di carte geografiche ed una stanza chiusa a chiave.

Salgo poi l'ultima rampa di scale e mi trovo subito difronte ad una porta molto alta e pitturata con una collina, un albero che funge da soggetto dell'opera e un cielo blu scuro arricchito di stelle cadenti.

Provo ad aprire la porta, ma anche questa è chiusa.

Così torno al pian terreno.

Scese le scale mi dirigo a sinistra, dove si trova l'ampio salotto, uno studio, due bagni ed una sala per l'idromassaggio.

Invece sulla destra c'è la cucina e le stanze delle cameriere.

Beh, non è un granché ma è comoda e abbastanza carina.

Joe entra in quel momento con due valige nella mano destra e mia nonna a braccetto a sinistra.

-Allora Helène, ti presento Joe, il nostro giardiniere-.

Io non mi azzardo a dargli la mano ma gli lancio uno sguardo di sfida.

Come può permettersi di dare tanta confidenza a mia nonna.

-Beh Joe, perché non mostri la camera ad Helène?- e questa non vuole di certo essere una domanda.

-Certo signora Synai- detto ciò mi fa segno di seguirlo.

Risalgo la rampa di scale e svoltiamo a destra.

Il ragazzo si ferma difronte alla terza porta e la apre con una chiave un po' arrugginita.

Finalmente dopo alcuni secondi entriamo e lui mi posa la valigia accanto al letto da una piazza e mezzo.

Difronte al letto la stanza forma un ferro di cavallo molto amplio, che le vetrate percorrono, in modo da illuminare pienamente la stanza.

Una cabina armadio amplia si trova alla destra del letto ed un bagno privato alla sinistra.

-Grazie- gli dico con fare scontroso.

Di certo non si merita la mia benevolenza.

-Pensavo fossi più carina di carattere. Comunque prego- ribatte lui.

Mi giro indignata spalancando gli occhi.

-Ma come ti permetti!- gli urlo.

Tanto che mio padre e mia nonna si affacciano alla porta di camera.

-Ti farò licenziare caro sbruffone!- gli rido in faccia.

Nessuno mi si può mettere contro.

-Helène calmati!- ordina mia nonna con il suo fare da regina.

Odio il fatto che con me sia gelida e con lui tutta una risata.

È assolutamente odiosa.

-Andatevene tutti fuori- dico cercando di mantenere la calma.

Obbediscono al mio comando.

Mi butto sul letto e abbraccio il cuscino: peggio di così non poteva proprio andare!

 

  
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