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Autore: niallsblast    29/05/2014    2 recensioni
Due ragazzi. Due passati difficili. Un presente complicato. Una malattia. Una battaglia. La LORO battaglia. E forse un futuro insieme.
Tratto dalla storia:
"- Harry a me non spaventa aiutarti. Non ho paura di starti accanto. Sarà anche la tua battaglia, ma non è una battaglia se non ci si allea. - . Harry sorrise leggermente per la specie di metafora dell’amico. Louis gli alzò la testa dolcemente con una mano sotto al mento costringendolo a regalargli uno sguardo. – Combattiamo insieme, piccolo. – concluse dolcemente. Harry annuì con gli occhi pieni di lacrime: aveva trovato un amico, sentiva una forza addosso da spaccare il mondo, benché si stesse quasi addormentando dalla stanchezza.."
ATTENZIONE! Storia ovviamente Larry. Se non vi piace, non entrate.
TRAILER: https://www.youtube.com/watch?v=xzgPs9JYtiI
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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Our Own Struggle - DICIANNOVESIMO CAPITOLO



Forse fu la prima volta che fecero l’amore, il momento in cui Harry si sentì finalmente al sicuro, probabilmente per il fatto che quel piccolo ragazzo che era stato sopra di lui e dentro di lui, lo amava. Lo amava davvero e lo dimostrava in tutte le cose: da un fiore regalatogli, a dei cioccolatini, a tante altre piccole attenzioni che Harry non aveva mai ricevuto nemmeno dalla madre quando era ancora in vita.
Quante cose erano cambiate da quei lontani e freddi giorni di marzo, quando tutto era iniziato. Ora erano tre mesi che stavano assieme regolarmente e pian piano, grazie a Louis, Harry era uscito dal suo guscio e si era lasciato alle spalle il passato che a volte lo tormentava, però, durante la notte. Allora, il maggiore lo stringeva forte a sè, sussurrando parole dolci al suo orecchio e assicurandosi di riaddormentarsi prima di Harry.
Probabilmente se Louis si fosse fermato e avesse guardato indietro nei mesi, un brivido avrebbe percorso la sua schiena. Quante cose a cui insieme erano andati incontro, ma si era ripromesso che quelle future sarebbero solo state belle. Lo aveva promesso a se stesso.
 
 
- Siamo passati! – urlò Zayn buttandosi tra le braccia di Liam che gli stava picchiettando la schiena tranquillamente; era euforico pure lui, però si conteneva in mezzo alla ressa di ragazzi che scrutavano i tabelloni dei voti, lasciandosi scappare solo un piccolo sorriso.
- Cazzo, adesso siamo liberi, ragazzi! - . Louis, fattosi largo tra la marea di ragazzi che urlavano di gioia e si abbracciavano, si infilò sorridente tra i due che ancora erano stretti in un abbraccio, e mise le braccia sulle spalle degli amici mentre si dirigevano in mensa.
- Sai se Harry è passato? – chiese Niall già seduto al tavolo mentre si abbuffava di spaghetti, quando fu raggiunto dai suoi amici che lentamente, e appoggiati per terra gli zaini, si sedettero con lui al tavolo rotondo, uno dei tanti tavoli della mensa della scuola. Niall amava quel posto, perché sembrava più un ristorante che una mensa scolastica per il fatto che c’erano tanti tavoli tondi e un bel po’ di cibo tra cui scegliere. Liam si sentiva, invece, come in High School Musical, e in effetti era tutto così tremendamente simile.
- Uhm… Non l’ho ancora sentito, in realtà. - . Louis cercò il cellulare nello zaino per vedere se il riccio gli aveva lasciato dei messaggi, ma niente. Si sedette tra Niall e Liam pensando che probabilmente era ancora dal consulente scolastico. Jay lo aveva praticamente costretto ad andarci, perché dopo tutto il tempo che Harry aveva passato in ospedale, aveva da recuperare un bel po’ di cose e Dan, un uomo di mezza statura, con due enormi baffi sotto il naso e il fare gentile, lo aiutava con i compiti, ma non solo. Spesso, infatti, Harry tornava dall’incontro con il consulente e gli raccontava che Dan gli chiedeva, oltre che della scuola, cose più personali, come dei suoi genitori. Louis aveva il presentimento che il consulente fosse soprattutto uno psicologo e che sua mamma volesse accertarsi che Harry stesse veramente bene come diceva. A lui non parevano disturbare le domande sul suo passato, così Louis non se ne preoccupava più di tanto.
- Ragazzi eccolo! - . Liam si sbracciò attirando l’attenzione di mezza mensa, ma anche quella del soggetto desiderato che si avvicinò agli amici guardandosi intorno, come se fosse seguito, mentre Niall era diventato rosso per l’imbarazzo dovuto agli occhi di mezza scuola che li squadravano. I cinque ragazzi erano ritenuti, infatti, gli sfigati della scuola e davvero poca gente parlava con loro, ma a loro non importava granchè, perché facevano tutto insieme, troppo amici per stancarsi gli uni degli altri, addirittura a volte diventava morboso il loro rapporto, ma non li infastidiva. Tutti venivano presi di mira dai bulli, anche se avevano modi diversi di affrontare il bullismo: Zayn li affrontava, così finiva nei guai per via delle risse; Liam li ignorava e continuava la sua vita; Niall non diceva niente, ma quando arrivava a casa, scoppiava in lacrime tra le braccia di Zayn che era un po’ il suo punto fermo, anche se avevano la stessa età, Niall era il cucciolo e Zayn colui che se ne prendeva cura; Louis li smerdava; Harry, preso più di mira per via del suo fisico troppo magro, girava con lo sguardo basso, avendo paura perfino della propria ombra, se gli si avvicinava qualcuno lui sussultava, già pronto a farsi picchiare, anche perché era il più piccolo e non seguiva nessuna lezione con i suoi amici, così come Louis che, però, era il più grande.
- Ragazzi, - iniziò Harry solennemente lanciando un’occhiata a Louis per poi sederglisi accanto sempre con il suo solito modo pacato. – mi dispiace comunicarvi - .
- Cazzo, Harry non sei passato?! - . I ragazzi guardavano il più piccolo con espressioni a metà tra lo stupore e il dispiacere, perché non si poteva negare che Harry, nonostante tutto, avesse dei buoni voti.
- Sta’ buono, Malik. – lo zittì Niall tirandogli un pezzo del pane che stava ingurgitando.
- Continua, Styles. – lo esortò Liam mettendo un braccio attorno al collo di Zayn per farlo stare calmo. Harry aveva sempre pensato, da quando li aveva conosciuti durante la prima visita della Bluewood, che tra di loro ci fosse del tenero.
- Dicevo, mi dispiace comunicarvi che dovrete sopportare pure me quest’estate in vacanza con voi. – sorrise, finendo finalmente il discorso, Harry che era al settimo cielo, pronto per la vacanza che tutti e cinque avevano organizzato nei minimi dettagli mesi prima.
- E bravo il mio Haz. - . Louis gli scombinò i capelli sorridendo, seguito a ruota dagli altri ragazzi, poi gli mise un braccio attorno alla vita facendo sorridere il più piccolo.
 
Una volta a casa, Louis si mise ad aprire tutte le persiane della casa che continuava a voler tenere chiuse quando erano fuori casa, e Harry si buttò a peso morto sul divano, un po’ provato dallo stress di fine quadrimestre. Adesso poteva riposarsi e passare gli ultimi giorni di scuola a divertirsi.
- Vado a fare una doccia, Loubear. – sorrise alzandosi.
- Ti preparo il pranzo? – propose Louis avvicinatoglisi, appoggiando delicatamente le mani sui fianchi magri del riccio riducendo vistosamente la distanza dei loro visi.
- Uhm… Io non ho molta fame, se vuoi prepara per te. - . Harry si dileguò via da quel contatto che gli faceva venire i brividi, lasciando Louis al centro del salotto, che si mise subito a riordinare (una fissa diceva Harry) iniziando con il sistemare la borsa di scuola di Harry nella loro camera. Passando nel corridoio sentì lo scroscio d’acqua seguito dal suono roco della voce di Harry che canticchiava How To Save A Life, sorrise e poi si rifugiò in cucina a preparare il pranzo, anche se non sapeva bene che cosa avrebbe messo sotto i denti. Alla fine optò per dei semplici pancakes. Harry li adorava e sperava di convincerlo a mangiare un po’.
 
Quando Harry uscì dalla doccia, si sentiva molto più rilassato. Si passò un asciugamano sui capelli che si erano inumiditi con alcuni schizzi, e si infilò i boxer. Scorse il suo riflesso in uno specchio che alcune settimane prima Louis aveva insistito ad appendere sul muro perché secondo lui era impensabile avere un bagno senza specchio, ma forse Harry avrebbe preferito vivere in una casa sprovvista di specchi.
Si avvicinò lentamente al suo riflesso tendendo una mano avanti e facendola scontrare con il vetro freddo e un po’ condensato per il calore. Accarezzò con un polpastrello i contorni della sua immagine riflessa. Odiava quel riflesso così magro, non si sarebbe mai sentito a suo agio in costume, quella estate. Quella estate che avevano programmato i cinque ragazzi insieme, elettrizzati all’idea e, a quel punto dell’anno, trepidanti per l’attesa. Louis gli aveva detto che stare al sole faceva bene, però Harry si immaginava steso sul telo, accanto ai ragazzi che scherzavano insieme, e i passanti che squadravano quell’orrendo ragazzo così magro. Lo avrebbero giudicato. No, Harry non aveva mai sopportato gli sguardi delle persone; prima, durante e dopo la malattia.
Lo sguardo di Harry andò a posarsi sui suoi capelli. I ricci erano tornati quasi lunghi come prima, ma erano più morbidi, aveva notato. Quei ricci, Harry lo sapeva bene, facevano impazzire ancora di più Louis che ogni volta che era seduto sulla poltrona del salotto e si ritrovava Harry seduto tra le sue gambe, gli affondava le mani dentro i capelli; oppure quando, la mattina si svegliavano uno accanto all’altro, con i capelli appiccicati alla fronte sudata, dopo una notte d’amore. Amava quando il più grande gli toccava i ricci, un sollievo per il cuoio capelluto che mandava in visibilio Harry facendolo mugugnare dal piacere.
- Babycakes, tutto bene? - . La voce di Louis accompagnata da un bussare timido fece sussultare Harry che ancora osservava le costole che erano così orrendamente visibili. - Harry, ti prego rispondimi o butto giù la porta e a quel punto se ti trovo nudo potrei seriamente violentarti. – continuò Louis con tono preoccupato. Harry sorrise leggermente, per poi aprire la porta a un Louis visibilmente sollevato.
- Tutto ok? Sei in bagno da tre quarti d’ora. - . Louis entrò in bagno e si sedette sulla tazza chiusa del gabinetto guardando Harry che richiuse la porta, come se potessero essere disturbati da qualcuno, ma erano tutti fuori casa a quell’ora.
- Uhm? Sì sì, tutto ok. Ero solo stanco e mi sono rilassato un po’. - . Harry, a disagio dagli occhi di Louis che, anche se non lo avevano mai giudicato, lo stavano guardando, raccolse la maglia, ma lo sguardo veloce e triste che sfuggì a Harry verso il suo riflesso non scappò al maggiore che dolcemente lo cinse da dietro e lo fece sedere sulle sue gambe, poi appoggiò il mento sulla sua spalla nuda. – Sei bellissimo anche così, piccolo. – sussurrò al suo orecchio. Harry cercò di scansarsi dalla presa del suo ragazzo, ma questi non aveva alcuna intenzione di lasciarlo sfuggire, rimandando così ancora una volta il discorso che mai il riccio aveva voluto veramente affrontare.
- Ascoltami – Louis iniziò guardandolo fisso negli occhi, anche se Harry teneva lo sguardo basso. – so quanto sia difficile per te mangiare, ma sai che lo devi fare. Lo vuoi, no? Harry, hai sconfitto la leucemia, puoi farcela a riprendere qualche chilo. Non so come ti senti, se non per quel poco che mi racconti quando ti apri con me. Io al massimo ho solo avuto la febbre;  ma devi reagire, amore. - . Louis gli strinse le mani e non riuscì a non notare una lacrima che scendeva silenziosa sulla guancia del riccio, poi seguita a ruota da altre.
- Cosa ti ho promesso a Natale? - . Harry rimase in silenzio. – Harry, cosa ti ho promesso in questo bagno, qualche mese fa? Io non ho intenzione di abbandonarti. Insieme supereremo anche questa. – concluse il moro. Entrambi si alzarono e Louis strinse Harry in un abbraccio che parlava più di qualsiasi parola, così nascose la testa sulla spalla del più piccolo mentre questi faceva la stessa cosa.
- Adesso andiamo. Ho preparato dei bellissimi pancakes. - . Louis asciugò le lacrime dalle guance morbide di Harry che annuì con il viso che era a pochi centimetri da quello del moro.
– Non è che li hai bruciati come l’ultima volta, eh? – sorrise Harry alzando lo sguardo su quello sconvolgentemente azzurro del grande. Louis gli spettinò il ciuffo, facendo ricadere qualche riccio sugli occhi. Si misero a ridere, poi Louis appoggiò le mani sui suoi fianchi, mentre Harry incrociava le braccia dietro al suo collo. Uno sguardo bastò per intendersi e pochi secondi dopo si ritrovarono con le labbra l’uno dell’altro che premevano sulle proprie, mentre la lingua del riccio si infilava timidamente nella bocca di Louis che la lasciò tranquillamente esplorare.
 
- Ci vuoi la Nutella sopra? - . Si staccarono, Louis prese il suo piccolo per mano e, dopo che lui si fu rivestito, andarono in cucina, dove un piatto di pancakes ormai freddi li attendeva.
- Che pancakes sarebbero altrimenti? - .
- Guarda che esistono anche quelli salati eh. – rispose impertinente Louis facendo sedere Harry, poi gli si sedette di fronte.
Harry mangiò un pancake perché Louis aveva ragione: doveva mangiare, voleva davvero riprendersi del tutto.



CORNEEER
AMATEMI. Non è nemmeno finita la scuola e sono quaaaaa wohooooooo. Ok basta hahaha
Devo dire qualche cosa...prima di tutto grazie perchè avete reso questa storia un successo, sicuramente per me stessa che mai mi sarei immaginata un sostegno del genere. Poi volevo dirvi che manca uno, forse due capitoli alla fine. Ebbene sì, il viaggio sta finendo e pensare che è quasi un anno che aggiorno. 
Durante questi mesi tante persone sono passate attraverso la mia vita e vorrei dedicare questa storia a una persona a cui tenevo tantissimo, ma per varie circostanze ora vivo senza. Ha semplicemente scelto un'altra strada, ma diciamo che qualche ispirazione la devo a lei.
Terza cosa: ho intenzione di scrivere nuove fan fiction larry, anche perchè avrò tempo e vorrei scrivere qualcosa di veramente scritto bene.

Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo :)
Un bacione e grazie ancora, Lele x


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TRAILERhttps://www.youtube.com/watch?v=xzgPs9JYtiI
 
  
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