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Autore: dallas4prez    29/05/2014    5 recensioni
"Ed ora era tutto chiaro. Non ero mai riuscita ad essere amica di un ragazzo senza andare nel panico o finire a fare l'oca. Invece con lui accadde tutto così naturalmente. Con lui mi sentivo me stessa. Era tutto destino."
MAGCON FANFIC 💕
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Erano passati due giorni, e non si era risolto ancora niente. Ero talmente abbattuta da non voler far niente, mi sentivo persa, come una lettera sperduta, che non verrà mai consegnata al suo destinatario. Cameron ancora ce l'aveva con me, non era più venuto a parlarmi. Se cercava di ferirmi o di farmi stare male, ci era riuscito. Forse dovevo andare io a parlargli, volevo solo fare pace. Quella situazione era così pesante. Come può un rapporto degenerare in due giorni? Mi veniva da piangere solo al pensiero di aver perso Cam per sempre. Era il mio migliore amico, non potevo stare senza di lui, era come una parte di me. Mi decisi e andai a casa sua. Non dovetti nemmeno suonare il campanello che la porta si aprì. Mi aveva per caso spiata? Sapeva sarei venuta. "Chris che ci fai qui?" disse Cam sorpreso. "Me lo chiedi anche? Non mi parli da due giorni Cam, cosa sarò mai venuta a fare? Non puoi evitarmi per tutta la tua vita, io voglio chiarire" Mi parve di essere stata un po' dura, ma ne avevo tutti i diritti. "Io..anche io stavo venendo a parlarti" "Si?" "Si...entra ti prego" Ci sedemmo sul divano. "Perchè mi hai evitata?" Chiesi in modo diretto. "Anche te mi hai evitato" "Cam sono stata chiusa in casa perchè ero troppo giù di morale, non perchè volessi evitarti" "Avevo bisogno di pensare su di noi e..." Smise di parlare. "E cosa?" "Io mi sono reso conto che sei troppo importante per me, e non possiamo litigare per queste cose..." "Sono stati i due giorni peggiori della mia vita, mi sei mancato tantissimo" "Anche te, mi dispiace, avevo bisogno di stare solo" "Cam io ti giuro che non riesco a passare un giorno senza te, sembra una cosa impossibile, ma è vero" "Abbracciami" Gli saltai addosso, e lo abbracciai con tutta la forza che avevo. Mi strinse così forte a sé, tanto da farmi mancare il respiro, ma andava bene così, ero troppo felice in quel momento. Ero così sollevata, era tutto tornato come prima, ma sembrava ci fosse altro da dire e su cui discutere. Non era uscita tutta la verità, ma avevamo fatto pace, e questo era quello che contava. Non volevo staccarmi da lui neanche per un secondo. Rimanemmo li sul divano per un po'. Lui si era sdraiato e aveva poggiato la testa sulle mie gambe. Giocavo con i suoi capelli, e ci davamo fastidio a vicenda. "I due piccioncini hanno fatto pace" Disse Sierra, la sorella di Cam, entrando in casa. "Non stiamo insieme!" Urlai e poco dopo lo disse anche Cam. "Io non vi credo" disse Sierra sorridendo e poi andò in camera sua. "L'ennesima persona che ci dice che sembriamo due fidanzati...sembriamo così tanto una coppia?" dissi. "Non so dirti, ma passiamo veramente tanto tempo insieme" "Quello è vero" Si fece sera, cenammo e andammo al cinema, a vedere un film a caso. Era bello ritornare alla normalità. E fu così che due mesi volarono. Il tempo era passato così velocemente, tanto da non riuscire ad accorgermene. Quella era l'ultima sera. Domani sarei partita per Miami, per trovarmi con tutti i miei vecchi amici. Eravamo entrambi dispiaciuti, dopo aver trascorso ogni singolo giorno di quell'anno assieme. "Cosa si fa?" Disse Cam. "Andiamo al luna park" dissi. "Mi piace come idea" "Dai allora portamici haha" "Con cosa?" "Con la macchina, mio papà ci da la sua" Prendemmo la Jeep di mio papà e arrivammo lì in pochi minuti. C'erano così tante giostre. "Io voglio andare su quella che gira in ariaa" disse Cam. "Da solo ahah" "No dai vieni anche te" "Neanche per sogno" "Daiii vieni" disse prendendomi per mano andando alla biglietteria per acquistare due biglietti. "Cam ho paura" dissi non appena ci fecero salire e sedere. Avevo il cuore che batteva fortissimo, ero nel panico e avevo paura di cadere quando sarei stata in alto. Chiesi parecchie volte ai signori della sicurezza se quella giostra fosse sicura. "Stai calma" disse Cam. "Oddio no! Posso stringerti la mano?" "Certo" Non appena strinsi la sua mano la giostra partì. Più andava su e più io urlavo, ero terrorizzata e non vedevo l'ora finisse. Tuttavia non fu un'esperienza così male. Non appena finii ringraziai io signore di essere ancora viva. "È stato fantastico!" Disse Cam. "Parla per te" "Haahh povera, andiamo a prendere qualcosa da mangiare?" "Sii" Acquistammo delle schifezze e poi andammo su tante altre giostre. Prima di andare via, avevamo deciso di fare un giro sulla ruota panoramica. "La prima volta che andiamo sulla ruota panoramica insieme" dissi. "Esprimi un desiderio" disse Cam. "Perchè?" "Perchè è la prima volta con me, e ad ogni prima volta si esprime un desiderio" "Esprimilo anche tu" "Io ho già fatto" Che desiderio potevo esprimere? Non lo sapevo, continuavo a pensarci ma non mi veniva in mente niente. Il giro iniziò. Era meraviglioso vedere la città dall'alto, soprattutto di notte. Cam mi guardava. "Ho qualcosa che non va?" Chiesi. "Cosa? No!" "Mi stavi fissando" "È che...niente stavo solo pensando" A cosa stava pensando? In quest'ultimo periodo pensava un po' troppo ed io ero sempre più curiosa di saperne il motivo. D'istinto gli presi la mano. Non so il perchè, probabilmente non c'era un perchè. Volevo solo farlo. Eravamo entrambi assorti nei nostri pensieri e incantati dalla visuale. Provai una sensazione di leggerezza, ma anche di vuoto. Mi sarebbero mancati i nostri momenti. Probabilmente ero troppo tragica, ma avete mai provato ad allontanarvi da una persona che è la vostra quotidianità? Stavo provando qualcosa di così nuovo, più tenevo la sua mano e più mi sembrava di andare in contro a mille insicurezze. Non sapevo cosa stava succedendo, ma lo volevo accanto. Mi avvicinai un po' di più a lui. Eravamo a un centimetro l'uno dall'altro e per la prima volta mi batteva forte il cuore. Gli diedi un bacio a stampo. Era così poco ma significava così tanto. Veloce come un lampo. Le nostre labbra si sfiorarono per neanche un secondo, come se avessi avuto l'intenzione di dargli un bacio sulla guancia. Forse era la prima volta che mi rendevo conto che eravamo più che amici, ma troppo poco per essere fidanzati. Perchè pensavo a quelle cose? Dio, a me non piaceva Cameron. O negavo, solo per convincere me stessa, perchè le mie azioni dicevano tutt'altro, azioni che mi venivano istintive, non dovevo nemmeno pensarci per farle. Qualcosa c'era, ma non era così forte, non era amore. I nostri occhi si evitavano, entrambi non capivamo cosa stesse accadendo, ed io avevo bisogno di certezze, certezze che nessuno mi poteva dare. Odiavo l'incerto, odiavo non poter sapere come sarebbe andata a finire, se era l'inizio oppure una fine, o una repressione di quei sentimenti, che dopo quel momento non sarebbero più tornare. E mentre mi stavo facendo tutte quelle domande, il giro sulla ruota panoramica finì. Ora sapevo qual era il desiderio che volevo esprimere. Volevo che quel momento non finisse mai, avrei voluto poterlo rivivere all'infinito. Mano nella mano scendemmo, e in silenzio andammo verso la macchina. Eravamo arrivati a casa. "Aspetta!" disse Cam appena notò che volevo scendere dalla macchina. Restai seduta, e ferma, in attesa che mi dicesse qualcosa. Ma non mi disse niente, almeno non con le parole. Le azioni spiegarono tutto, il suo baciò spiegò tutto. Avevo il cuore a mille. "Ora puoi scendere" disse appena si staccò dalla mie labbra. Andai ad aprire il garage di casa mia dove Cam parcheggiò la macchina di mio padre e poi uscì, venendomi in contro. Ero troppo confusa, non sapevo cosa dire o fare, panico totale. Avevo paura di incasinarmi la vita, mi bastava come migliore amico, non volevo l'amore. Dovevo fermare tutto quanto, prima di avere a che fare con qualcosa che non sarei riuscita a controllare. "Quello che è successo stanotte...è solo un'eccezione, cioè...quello che è accaduto resterà intrappolato in questa sera, in questo posto...per..sempre" dissi. "per sempre?" Chiese Cam. "Si" "Mi stai chiedendo di dimenticare?" "No...solo di non contarlo come una cosa realmente accaduta, fa finta sia un sogno, Cam sai che rovinerebbe la nostra amicizia" "Allora lasciami sognare..." Disse avvicinando le sue labbra alle mie per la terza volta in quella serata. Ero li tremolante e in balia delle emozioni. La testa mi diceva che quel bacio era uno sbaglio, che non mi avrebbe fatto bene e il cuore tutto il contrario. Piú passavano i secondi e più tutto diventava intenso, dal bacio all'atmosfera, fino al nostro rapporto. Sia io che Cam eravamo persone di poche parole, e quel bacio era come una dichiarazione, che io continuavo a reprimere come se fosse qualcosa di sbagliato. Le sue mani mi stringevano a lui, sembrava avesse paura di lasciarmi andare perchè sapeva che quella sarebbe stata la prima e l'ultima volta in cui poteva andare oltre l'amicizia. Sapeva che non avrei mai più permesso che queste cose accadessero, quindi ne approfittò nonostante lo svantaggio di dover poi cancellare tutto e non poter chiedere di più. Non riuscivo ad oppormi, anche se era l'unica cosa a cui pensavo. Sentimmo una porta sbattere e subito ci allontanammo. Era stato il vento. Erano quasi le due, e il momento di salutarci si faceva sempre più vicino. "Forse è meglio andare...domani devo alzarmi presto..." Dissi. Cam mi abbracciò. "Mi mancherai così tanto Chris" disse con tono triste. "Anche tu" "Non andare" "Cam è solo un mese" "Passerà..." "Assolutamente" "Posso darti un'ultimo bacio? Poi prometto che dimenticherò tutto, come se non fosse mai successo, ma ti prego l'ultimo" "Vieni qui" gli sussurrai. E l'ultimo bacio fu, sembrava un addio a tutti quei sentimenti. "Ciao Chris...scrivimi" Mi abbracciò un'altra volta e poi andò. Andai in camera mia e mi buttai sul letto. Ero stanchissima ma non riuscivo a dormire. Erano successe troppe cose insieme, stavo ancora pensando a prima, mi era impossibile non farlo. Chissà se anche Cam era tormentato dall'accaduto, magari stava già dormendo ed era già riuscito a eliminare tutto quanto oppure si stava torturando, continuando a rifletterci su come me.
  
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