Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: kate98    29/05/2014    3 recensioni
L'amore ci può salvare da un destino che va verso la deriva. Ci può salvare da noi stessi. Ma cosa succede se si perde questo amore?
Come affrontare la vita senza quella parte di te che credevi ormai fondamentale?
Alexis dovrà scontrarsi con le sue emozioni e cercare di reprimere il senso di vuoto che le si creerà dentro quando la favola in cui aveva iniziato a credere svanirà.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Missing you

 

Mancavano ormai un paio di giorni all'inizio dei lavori a cui Simon avrebbe dovuto prendere parte insieme allo zio. Il ragazzo sarebbe partito lunedì mattina alle ore 6 e sarebbe tornato mercoledì in tardo pomeriggio. Sarebbe poi ripartito la mattina seguente per poi tornare venerdì sera e passare il week end a casa. Aveva brevemente illustrato ad Alexis il programma giornaliero che seguiva sul posto di lavoro: si svegliava verso le 6:30 di mattina per cominciare i lavori alle 7. A mezzogiorno si fermava per mangiare e aveva un'oretta di riposo a disposizione. I lavori riniziavano verso le 2 e finivano la sera verso le 7. Ciò che lui doveva fare era spostare roba pesante, palare terra e un sacco di altri lavori manuali impegnativi.

 

La sera prima della partenza i due si persero in una marea di messaggini sdolcinati.

Alexis insistette affinchè il ragazzo andasse a dormire presto: non voleva che il giorno dopo fosse stanco a causa sua. Simon, dopo aver opposto un po' di resistenza dicendo che ce l'avrebbe fatta comunque a svegliarsi e che voleva passare ancora del tempo con la ragazza, si lasciò convincere da lei.

Si scambiarono i messaggi della buonanotte e il ragazzo si mise a dormire.

Alexis non aveva sonno. Si mise comoda sulla poltrona e guardò un paio di episodi della serie “Dexter”, non il cartone animato con il laboratorio e tante belle cose. Dexter il serial killer, per intenderci.

Erano ormai le 3 di notte ma la ragazza continuava a non avere sonno. Pensava a Simon, le sarebbe mancato. Era ormai così abituata a sentirlo tutti i giorni che le sembrava strano non poterlo più fare per un po'. Per fortuna in quel periodo la mamma aveva trovato una nuova casa più economica e le due si sarebbero presto trasferite, Alexis si sarebbe concentrata su quello. Impacchettare tutte le cianfrusaglie che aveva in casa le avrebbe occupato un po' di tempo e non si sarebbe potuta concentrare al massimo su quanto le mancasse il ragazzo.

 

Alexis continuava a non riuscire a prendere sonno. Cioè sonno un po' ne aveva ma i pensieri la tormentavano e non riusciva ad addormentarsi. Si erano fatte le 5, mezz'ora dopo Simon si sarebbe svegliato per prepararsi per andare a lavoro. Tanto valeva aspettare di salutarlo e poi costringersi a dormire. La ragazza sapeva che Simon non sarebbe stato esattamente entusiasta della cosa, non che non volesse salutarla ma ci teneva al fatto che lei riuscisse a seguire un programma regolare di sonno e quello sicuramente non lo era.

Alexis aveva problemi ad addormentarsi fin da quando era bambina. Si ricordava che la notte, mentre la nonna era già nel mondo dei sogni da un bel po', lei si girava e rigirava nel letto fino a quando, innervosita, non si alzava e andava a guardare le macchine fuori dalla finestra fino ad annoiarsi. Dopo parecchia fatica e noia la ragazzina finalmente riusciva a prendere sonno. La mattina però era un trauma e spesso implorava la nonna di non portarla all'asilo e lasciarla ancora dormire perchè era stanchissima. La nonna, che stravedeva per lei, spesso cedeva alle suppliche della ragazza. Altre volte, invece, la accompagnava fino all'asilo portandola in braccio, in modo che la ragazzina potesse dormire lungo il tragitto.

 

Alexis voleva un bene dell'anima alla nonna e, da quando aveva iniziato a vivere in Italia, passava ogni estate in vacanza in Romania da lei.

C'era però una cosa che Alexis non riusciva proprio a mandare giù: la nonna da un paio d'anni aveva iniziato a bere. Quando la nonna beveva era veramente snervante. Di solito capitava che arrivasse in camera della ragazza e si mettesse a raccontarle di tutte le cazzate che aveva fatto suo papà. Ormai Alexis le sapeva a memoria tutte quelle cose ma la nonna si ostinava a ripetergliele all'infinito. Voleva far capire ad Alexis che razza di uomo fosse suo padre ma la ragazza non trovava il motivo di tutte quelle ripetizioni: ormai lo aveva capito, le era chiaro. Le bastava guardare il viso di sua nonna per ricordarsi che suo padre era un cretino. La donna, infatti, aveva una grossa cicatrice lungo il mento, cicatrice che il papà di Alexis le aveva procurato una sera mentre era ubriaco. Stava litigando con Dianne e la nonna si era messa in mezzo per dirgli di non trattare così la figlia. Alexis era molto piccola quando era successo ma ricordava ancora tutta la scena. Lei era in braccio al papà quando l'uomo aveva sferrato il pugno alla nonna e l'aveva fatta cadere a terra. Alexis aveva gridato. Alcuni ragazzi erano accorsi per aiutare la nonna ad alzarsi. La bambina era stata portata via e non era riuscita più a vedere la donna. Pochi minuti dopo, arrivati al monolocale che la nonna aveva comprato per Dianne, aveva visto la nonna con la faccia piena di sangue e il viso terrorizzato alla vista dell'uomo che l'aveva appena picchiata. Il papà di Alexis andava fiero di quello che aveva fatto e raccontava agli amici che lui aveva messo a punto la suocera, le aveva dato una bella lezione.

 

Alla ragazza dava tremendamente fastidio sentirsi ripetere ogni volta tutte le cose che diceva la nonna e cioè che Dianne aveva fatto un grosso errore a stare con Carl, il papà di Alexis. Non che non fosse d'accordo ma cosa le cambiava sentirselo ripetere all'infinito? Perdeva le staffe sempre più facilmente e finiva per rispondere male e litigare con la nonna.

 

La nonna, Angela, anche quell'anno, aveva invitato la nipote a passare l'estate in Romania, esattamente come tutti gli anni ma Alexis, dopo un po' di esitazione, aveva deciso di rifiutare l'invito.

L'estate precedente non le aveva lasciato dei bei ricordi. La mamma aveva passato qualche settimana in Romania insieme alla ragazza per riuscire a divorziare dal marito.

Durante il periodo di permanenza della mamma, la nonna aveva continuamente litigato con suo marito (che non era il padre biologico di Dianne) tanto che la figlia era finita in ospedale a causa della pressione per tutti quei litigi.

Alexis si era spaventata moltissimo. Non aveva mai visto la mamma stare talmente male da andare in ospedale. Si era spaventata così tanto che da allora aveva iniziato ad avere problemi a respirare. Le capitava di sentire come se non avesse abbastanza aria, si sentiva soffocare e le ci voleva un po' prima di riuscire a riprendersi. Dato che gli esami dicevano che non era asma la ragazza aveva presupposto che fosse a causa di tutti gli spaventi che si era presa quell'estate, ma non ne era del tutto certa.

Adorava la nonna ma davvero non ce la faceva a sopportare un'altra estate passata a vederla ubriacarsi e sentirsi di nuovo tutto quello che la donna le ripeteva su suo papà.

Le era dispiaciuto molto dare la notizia alla nonna, le aveva detto che non voleva lasciare la mamma sola durante tutta l'estate e in più voleva anche lavorare. La cosa in parte era vera, ma il motivo principale non era quello. La ragazza si sentiva in colpa. Le mancava l'affetto che la donna le dava, si vedeva benissimo quanto bene le volesse ma non avrebbe proprio retto.

 

Durante tutta la giornata Alexis aveva impacchettato roba e l'aveva portata in macchina. La macchina della mamma era molto piccola perciò avrebbero dovuto fare parecchi giri per riuscire a portare tutto. Per fortuna il ragazzo della mamma le aiutò trovando un camion che portasse gli armadi più grandi ma per risparmiare sul prezzo tutto ciò che riuscivano l'avrebbero portato le due ragazze.

Verso sera le arrivò un messaggio. Alexis prese il cellulare senza troppo entusiasmo ed andò a vedere chi fosse. Era Simon, il ragazzo le aveva scritto. Alexis ne era molto sorpresa, pensava di non poterlo più sentire fino a due giorni dopo dato che i lavori si svolgevano in un posto in cui non c'era campo.

Il ragazzo spiegò ad Alexis che era salito su un tetto per riuscire a scriverle. I due parlarono un po' finchè non arrivò il tempo per Simon di scendere e andare a dormire, il giorno successivo lo avrebbe aspettato un'altra giornata faticosa.

Alexis rimase per un po' a rileggere i messaggi. Era una cosa che faceva molto spesso, le piaceva rivivere tutto quanto. Non cancellava mai i messaggi che si scambiava con Simon, quando la chat diventava troppo lunga se la spediva nell'email per poterla poi riavere. Forse qualcuno l'avrebbe trovato stupido come gesto ma a lei non importava, quei messaggi, per ora, erano tutto ciò che aveva condiviso con Simon e non li avrebbe mai cancellati. Ogni volta che li rileggeva si ritrovava a sorridere e a sentirsi sempre più innamorata. Amava quel ragazzo con tutta sé stessa.

 

 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: kate98