Interference
Oliver arrivò di fronte a casa di Laurel, la macchina parcheggiata poco distante da lui. La ragazza lo aspettava seduta sulle scale del portico. Oliver si sedette accanto a lei.
Oliver: volevi parlarmi? senti mi dispiace per l'altra sera io..
Oliver voleva dirle tutto, ogni cosa.
Oliver: credo che dovremmo lasciarci, non possiamo fingere che non sia successo niente
Laurel era stata zitta tutto il tempo.
Oliver si alzò senza dire una parola e tornò verso la sua auto. Stranamente si sentiva bene, leggero.
Sara osservò la scena dalla sua stanza, affacciata alla finestra, fece un piccolo sorriso divertito. Per lei era come avere una piccola rivincita personale.
Felicity era in camera sua, era una settimana che ignorava Thea e Tommy, si era sentita tradita e usata, quelle piccole attenzioni la facevano sentire apprezzata, ma sapere che era tutto un gioco per far ingelosire Oliver l'aveva offesa.
Il cellulare squillò per la centesima volta, lo prese dalla tasca e lo buttò sul letto. Cora passava dal corridoio con i vestiti appena piegati in mano, aveva notato il comportamento taciturno della figlia.
Bussò leggermente e Felicity le aprii la porta facendola entrare, si accomodarono nel letto.
Cora: non vuoi proprio dirmi niente?
Felicity: di cosa?
Cora la guardò con disapprovazione, non amava quando nascondeva qualcosa.
Felicity raccontò tutto quanto, anche del quasi bacio alla madre. Cora fece un piccolo sorriso.
Felicity: sei dalla loro parte? sei mia madre anche se ho torno dei essere dalla mia…- disse Felicity imbronciata.
Cora: tesoro non hai pensato che loro lo abbiano fatto perché vedono quello che tu non puoi vedere?
Felicity: Oliver non mi vedrà mai in quel modo
Cora: idiozie, sei la mia bambina e ai miei occhi sei sempre stata perfetta
Felicity: ai tuoi occhi
Cora fece un'enorme sorriso, era raro che Felicity si aprisse tanto con lei.
Cora: e anche per quelli dei tuoi amici…loro hanno visto qualcosa che tu non hai ancora visto…loro hanno visto la persona meravigliosa che sei Felicity non sottovalutarti
Cora si alzò dal letto e riprendendo i vestiti uscii da li, Felicity fissava un punto indefinito nella stanza, troppi pensieri in testa.
Max e Roy erano in palestra, avevano deciso di iscriversi nella squadra di basket, i pomeriggi erano pieni, ma almeno si divertivano, visto l'astio che si era creato nell'altra squadra. Roy notò una figura familiare seduta tra le panchine della palestra, si allontanò passando la palla ad un compagno.
Roy: sei venuta a vedermi audace da parte tua
Thea mise la testa di lato in un finto sorriso.
Thea: in realtà sono quei per Max
Roy sgranò gli occhi incredulo.
Thea: ho bisogno di sapere come sta Felicity…non fa che ignorami
Roy si rilassò di colpo, si sedette accanto a lei.
Roy: forse ha solo bisogno di tempo
Thea lo guardò per un istante, poi tornò con lo sguardo verso la partita amichevole che si stava organizzando.
Thea: lei mi odia lo so
Roy le fece un caldo sorriso e poi le poggiò una mano sulla spalla.
Roy: forse ha frainteso il vostre gesto…non hai pensato a questo?
Thea lo guardò stranita, non si aspettava tutta quella saggezza da lui.
Tommy entrò nella camera di Oliver, il ragazzo aveva avuto una reazione simile a quella di Felicity.
Oliver: cosa vuoi?
Oliver era appoggiato sul divano intento a guardare la sua chat, sperando che quel pallino diventasse verde.
Tommy: quante volte mi devo scusare?
Oliver: il necessario
Tommy si trascinò affranto accanto all'amico.
Tommy: mi dispiace per te e Laurel
Oliver: non è per lei…volevo solo che mi avreste detto qualcosa
Tommy: così avresti rovinato tutto per il tuo amore leggendario
Oliver si alzò di scatto, furioso, la sua rabbia era talmente palpabile che Tommy socchiuse un attimo gli occhi.
Oliver: io non amo Laurel, non la amo da molto ormai
Oliver prese la sua giacca scure e si incamminò verso la porta.
Tommy: e adesso dove vai
Oliver: a finire quello che avete iniziato
https://www.youtube.com/watch?v=m4orTwiuoc0
Felicity era seduta sul vecchio dondolo, il suo giardino era sempre ben curato nei minimi dettagli, Cora amava la perfezione estetica. Al centro c'era un grosso albero si ciliegio, era la cosa più bella che avesse visto, l'estate alle porte e i fiori erano ormai sbocciati, qualcosa di incantevole per lei, amava stare in periferia dove potevi apprezzare piccoli pezzi di natura. Un rumore di macchina la fece voltare verso la strada, non credeva a quello che vedeva. La macchina di Oliver parcheggiò proprio di fronte al cancello che portava al vialetto del suo giardino. Il ragazzo scese dalla macchina. Felicity non si mosse, troppo spaesata. Oliver la guardò un po' incerto sul da farsi, credeva di andare li per bussare, non pensava di avere un contatto così immediato.
Oliver: posso?- chiese poggiando la mano destra sul piccolo cancello che lo separava da quel giardino, Felicity annui, non sapeva come esprimersi meglio.
Tommy uscii dalla camera di Oliver, non gli andava di restare li, nel corridoio la figura di Moira uscii da una delle tante stanza, la donna lo vide e si avvicinò, Tommy si sentiva a disagio.
Moira: Oliver?
Tommy: è uscito
Oliver si massaggiò la testa imbarazzato.
Moira: stai bene?
Tommy: si certo
Dalla porta dove era uscita Moira uscii Malcom, suo padre. Tommy serrò i pugni sperando che fosse solo un illusione.
Malcom: Tommy…
Tommy fece un respiro profondo.
Moira: non è come pensi…- si affrettò a dire la donna. Tommy era stanco di queste bugie, li guardò infuriati.
Tommy: non è come penso allora spiegatemi voi
Robert: lo farò io Tommy
Tommy perse il respiro, se persino Robert ne era a conoscenza la cosa si faceva sempre più strana.
La porta centrale si aprii, dall'alto si poteva vedere benissimo Thea che entrava con la borsa tra le mani.
Thea: che ci fate tutti li?
Thea salii le scale e saluto il signor Merlyn e poi si diresse verso la sua stanza, accanto a quello del fratello.
Tommy guardò male suo padre prima di scendere le scale e uscire da quella villa.
Sara entrò nella sua stanza, i genitori erano fuori e avrebbe avuto un po' di tempo per lei.
Laurel era distate sul letto, a testa in giù, Sara poteva sentire benissimo i singhiozzi della ragazza.
Sara: Laurel?
Laurel: vattene..alla fine hai avuto quello che volevi adesso è libero
Sara scosse la testa.
Sara: mi dispiace
Laurel: ti dispiaceva anche quando te lo portavi a letto
Luarel si alzò di botto, Sara la seguii un po' spaventata.
Laurel: credevi che non lo sapessi credevi che non fossi a conoscenza dei suoi compiti improvvisi?
Sara fece un passo indietro.
Sara: allora perché non te la sei presa con me? perché non lo hai lasciato? perché sei rimasta zitta??
Laurel strinse i pugni con tutta la forza che aveva per trattenersi.
Laurel: perchè nonostante tutto lui era mio, tutto era programmato, tutto era perfetto..ma poi è arrivata quella Felicity e ha rovinato tutto
Sara chiuse gli occhi, non poteva credere che incolpasse la ragazza.
Sara: perché non ti fai un esame di coscienza Laurel? non credi che lui non ti ami è basta? che era stanco? non hai fatto nient'altro nella vita che progettare il futuro…siamo ragazzi maledizione è facciamo cazzate…eravamo tanto prese dalla nostra competizione che non ci siamo accorte che lui non è un trofeo è prova dei sentimenti e non siamo noi le destinatarie
Sara stava per lasciare la stanza.
Laurel: farò di tutto per riprendermelo.
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Felicity fece posto accanto al dondolo, Oliver si sedette ancora non molto pronto. Rimasero li fermi immobili, entrambi fissavano un punto imprecisato del giardino. Oliver fece un sospiro, fu lui a rompere il ghiaccio.
Oliver: ho lasciato Laurel
Felicity si voltò di scatto verso di lui, non sapeva come prendere quella informazione.
Oliver: e l'altra sera stavo per baciarti…lo avrei fatto se non fosse intervenuta
Oliver non era mai stato un vigliacco e di certo non lo sarebbe stato ora.
Felicity rimase con la bocca semi aperta incapace di dire qualcosa.
Oliver: volevo essere sincero
Felicity: perché mi dici queste cose?
Felicity racimolò un po' di coraggio e parlò.
Felicity: perché illudermi?
Olver la guardò sbalordito, non credeva ai suoi occhi.
Oliver: pensi che ti stia mentendo?
Oliver prese il suo volto tra le mani, Felicity non riusciva a guardarlo e cercava di sfuggire al suo sguardo.
Oliver: Fel guardami
La sua voce autoritaria la portò a incastrare i suoi occhi cristallini in quelli mare di lui.
Oliver: tra noi c'è qualcosa e non puoi negarlo
Felicity non rispose a spezzare quel momento fu la suoneria del telefono di Oliver.
Felicity: dovresti rispondere
Oliver: non non dovrei…- queste parole era quasi un sussurro sulle labbra della ragazza, il telefono tuttavia insisteva e Oliver si allontanò non sfiorando le labbra da lui desiderate. Felicity si voltò di lato, cercando di nascondere il rossore sulle guance.
Oliver: cosa vuoi?
Oliver stacco il telefono senza aggiungere nient'altro, aveva il volto pallido e stava iniziando a sudare freddo. Felicity lo guardò preoccupata.
Felicity: Oliver…
Oliver si alzò di colpo facendo un passo avanti, Felicity lo seguii e si posiziono davanti a lui, ormai dovevano finire il loro discorso. Oliver alzò lo sguardo: disperazione, paura, sofferenza.
Oliver: era Laurel
Felicity sentii una morsa al cuore.
Oliver: crede di essere incinta
Ed ecco che il mondo di Felicity cade a pezzi, totalmente. Un strano dolore al petto che non aveva mai provato, un senso immenso di vuoto incolmabile.
https://www.youtube.com/watch?v=fjDojEOiMcE
Thea era seduto proprio li, in quella panchina di fronte all'enorme fontana dove solitamente lei e Fel passavano i pomeriggi. Guardò un attimo il suo telefono rileggendo il messaggio. Alzò lo sguardo e quando la vide si sentii morire, era peggio di quello che pensava, Felicity era di fronte e lai, teneva stretta la giacchetta a se, piccoli brividi di freddo, le lacrime erano chiaramente ancora sul suo volto, non avevano accennato a smettere, non le era mai piaciuto piangere in pubblico, ma casa di Thea era il posto peggiore dove andare a sfogarsi.
Thea si alzò di scatto, in un attimo di dimentico che non si parlavano, si dimentico del piano, si avvicinò alla ragazza e l'abbracciò forte. Chiunque l'aveva fatto del male l'avrebbe pagata.
Sara percorse la strada per arrivare a casa, aveva decisamente bisogno di quella passeggiata, notò la macchina di Oliver, la cosa non le quadrava per niente.
Entrò velocemente in casa e si avviò verso la cucina, i suoi genitori stavano litigando. Sara entrò definitivamente in cucina e li guardò cercando una spiegazione.
S. Lance: Sara tesoro
La madre si voltò verso la finestra, incapace di riascoltare quella frase.
S. Lance: tua sorella è incinta
Sara perse un battito, non riusciva a crederci che si fosse spinta tanto lontano pur di averlo a se.
Sara: perché fuori c'è la macchina di Oliver?
Lance: è in camera con tua sorella
Il detective notò subito la poco sorprese nello sguardo di Sara.
Sara si voltò verso il corridoi dove portava la sua camera, era distrutta, stanca di combattere quella guerra che durava da quando era nata.
Salve lettori :D scusate il ritardo e anche il capitolo un pò cortino, ma è un momento di passaggio, nel prossimo vedremo le reazini di tutti alla "gravidanza" di Laurel. Grazie per i complimenti e per seguire con tanto entusiasmo la storia...un bacio!!
Alla prossima.