Capitolo 1: L'inizio
Un anno. Dodici mesi. Trecentosessantacinque
giorni. Come dir si voglia. Era passato poco più di un anno da quella
serie di avvenimenti che avevano scosso violentemente i mondi. Era passato
un anno dalla disfatta di Xemnas. Era passato un anno dall'ultima
avventura che aveva visto Sora e i suoi amici combattere per l'ennesima
volta contro la minaccia degli Heartless e dei Nessuno. Dell'Organizzazione
XIII.
- Sora! Ehi, Sora... - Gli occhi si aprirono
lentamente, accompagnati da un leggero sbadiglio. Sora si mise a sedere,
stiracchiandosi. Era già qualche ora che stava dormendo, comodamente
sdraiato sulla spiaggia, cullato dalle onde del calmo mare a qualche metro
di distanza. Ancora un pò intontito si guardò attorno in cerca della voce
che lo aveva svegliato. - Finalmente, dormiglione! E' da un pò che ti
cerco! - esclamò una voce femminile, alle sue spalle. Sora si alzò,
sbadigliando per l'ultima volta. Quindi, si volse verso l'amica,
sorridendo. Ella aveva capelli rossi e lunghi fino alle spalle e vivaci
occhi castani. Indossava degli abiti rosa, leggeri. - Ciao, Kairi - la
salutò semplicemente Sora, mentre si massaggiava il collo. - Come mai qui?
- Sora era un ragazzo sui sedici anni, abbastanza alto per la sua età.
I suoi capelli chiari assumevano una piega bizzarra, mossi verso ogni
direzione, in varie punte. Sempre solare, i suoi occhi erano di un blu
marino molto intenso. Indosso aveva degli abiti da viaggio prevalentemente
scuri, anche se in vari punti si intravedevano dei lacci colorati o delle
tasche. La ragazza sorrise a sua volta. - Riku e gli altri ti
stavano cercando, ma non avendoti trovato hanno deciso di andare in giro
da soli - disse Kairi. - Sono tornati a riva per fare un giro in paese;
Wakka e Tidus avevano voglia di una partita - Sora rimase un pò peplesso.
Poi sospirò. - E' già la quarta volta che lo fanno. Se ne vanno senza
dirmi nulla. Eppure lo sanno che vengo qui - disse Sora sbuffando, con le
mani ai fianchi. - Ogni giorno, alla stessa ora, per riposarmi. Gliel'avrò
ripetuto una miriade di volte che possono venire anche a disturbarmi
quando vanno a spasso... - Kairi si mise a ridere; era particolarmente
allegra quel giorno. - Non ci trovo niente da ridere - replicò Sora,
fingendosi offeso. Ma anch'egli non riusciva a trattenere le risate,
accanto alla sua amica del cuore. - Non te la prendere. Riku è fatto
così... Dice che non ha voglia di svegliarti perché è un dispiacere, per
lui, interrompere i tuoi sonnellini - Rimasero per qualche attimo in
silenzio, osservandosi. In seguito, Sora si voltò verso il mare, guardando
dritto dinanzi a sé, verso l'orizzonte. - Che cosa stai guardando Sora?
- chiese la ragazza avvicinandosi e affiancandosi a lui, prima fissandolo
per poi volgere a sua volta lo sguardo verso la medesima direzione. -
Stavo pensando - rispose Sora. - A cosa? - - Ci penso tutti i
giorni. Vedi, tornando sull'isola, più di un anno fa, mi sentivo felice.
Ero felice di tornare finalmente a casa, di reincontrare i miei amici, di
poter stare tranquillo su assieme a te, Riku e gli altri, per sempre. Ma
ora... - sospirò. Kairi lo fissò negli occhi, quasi come sapesse cosa
stesse provando Sora. - Ti mancano - disse piano. - Sì. Paperino,
Pippo, il Re. Quasi sento nostalgia di tutte le avventure che abbiamo
passato - ammise, con un mezzo sorriso. - Non vedo perché tu debba
rattristarti così - aggiunse l'amica. - In cuor mio, sono sicura che un
giorno li incontreremo di nuovo, e che magari... - Improvvisamente, una
fortissima scossa di terremoto interruppe le sue parole. Kairi perse
l'equilibrio, cadendo addosso a Sora che a sua volta si ritrovò per terra.
Si rialzarono lentamente, guardandosi attorno preoccupati. - Tutto a
posto? - chiese il giovane. - Che cos'è stato? - si domandò Kairi,
allarmata. - La terra ha iniziato a muoversi! Non ci sono mai stati
terremoti da queste parti - - Non so che dirti - mormorò Sora,
scrutando i dintorni, come se la risposta potesse giungere da un momento
all'altro dal cielo. Ad un certo punto, udirono un rumore di passi alle
loro spalle, che si avvicinavano velocemente. Erano particolarmente
veloci, attutiti dalla sabbia. I due si voltarono e videro un ragazzo
correre nella loro direzione. - Sora, Kairi - urlava il tale. - Riku
- lo chiamò Sora. Arrivato dai suoi amici, Riku si fermò, con il
fiatone. Il ragazzo dai lunghi capelli argentei stava riprendendo fiato,
vestito come suo solito con una maglietta a maniche corte e lunghi
pantaloni blu. - Avete sentito anche voi? La terra
che tremava... - esordì. - Stavo tornando qui quando il mare ha cominciato ad agitarsi
- - Sì, ma... Com'è possibile? - fece Kairi. Riku si voltò, dando le
spalle ai due, e, senza dire una parola, indicò il mare. Aveva già capito
che cosa era stato e se n'era accorto prima dei suoi amici. In mezzo
alle sconfinate acque, stava accadendo qualcosa: grigi nuvoloni si stavano
ammassando in lontananza. Fulmini e lampi accompagnavano la tempesta che
si stava formando. Uno spettacolo poco rassicurante, che metteva i
brividi. Il solo pensiero che una tempesta si sarebbe abbattuta sull'isola
avrebbe fatto tremare chiunque. - E quello... Che cos'è? - domandò
Sora, con aria visibilmente preoccupata. Riku aprì bocca per parlare,
ma non fu abbastanza veloce a rispondere che subito tutto cessò, con un
tremendo boato in sottofondo. Il mare, che si era improvvisamente agitato,
ritornò in pochi istanti calmo e pacifico. In un lampo, i nuvoloni che si
erano ammassati erano stati inghiottiti dal nulla. - ... Non ne ho la
più pallida idea - rispose Riku. - Allora è un bene che ci sia qui io -
disse una voce alle loro spalle. Tutti e tre si girarono,
soprassalendo. Dietro di loro, era apparsa una figura incappucciata, con
indosso un soprabito nero. Stava in piedi, sopra la baracca di legno
costruita nei pressi della spiaggia. Tenendo le braccia incrociate, li
fissava, immobile come una statua. "Un vero colpo di fortuna, per me"
sorrise. "E' stato più facile di quanto
pensassi"
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