Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: SylviettaMyss    29/05/2014    2 recensioni
Iris, una ragazza qualunque cresciuta da una famiglia umile, possiede un potere speciale: quello di dominare il ghiaccio, la neve e le correnti. Viene convocata dalla regina per accompagnarla in un viaggio ad Arendelle, dove dovrebbero trovarsi i suoi veri genitori... riuscirà a trovarli e non farsi dominare da un potere bello e spaventoso come quello di Pitch Black?
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3: Buio, profondo buio
 
I know the truth now 
I know who you are 
and i don't love you anymore 

it never was and never will be 
you don't know how you've betrayed me 
and somehow you've got everybody fooled...
EVERYBODY'S FOOL - EVANESCENCE

 
“… non ti hanno mai amata… ti hanno abbandonata…”

Le parole continuavano a rimbombargli nella testa, mentre correva tra i lampi e le saette ghiacciate. Ad un certo punto, la ragazza inciampò e cadde a terra. Nella caduta si era ferita e il sangue le sgorgava dalla caviglia. “ … no …” sussurrò con un filo di voce.  Poi pianse, talmente forte che il cielo tuonò.

Un’ombra nera dietro di lei rideva. Era nera come la notte. Era questo che voleva. Vedere tutto il suo potere, impregnato dell’odio e della paura. Sapeva che sarebbe diventato potente con lei accanto
.
Nel frattempo, al castello di Arendelle, gli occhi di Elsa riempirono di lacrime. Non sapeva che dire, non capiva se era triste o arrabbiata. Jack le sorrise e fece per abbracciarla ma ricevette un bel ceffone sul volto. “Dove sei stato per tutti questi anni?!” gridò Elsa. Anna pensò fosse impazzita, visto che parlava al vento. “Elsa, stai bene?” chiese. “Certo che sto bene! Ti ricordi quando dicevi se avevo incontrato un uomo? Precisamente era un ragazzo e ce lo hai davanti alla faccia!” le rispose Elsa. Anna si guardò attorno e lo stesso fece Kristof.

Jack si massaggiò il volto, non la ricordava così manesca. “Ehi! Ma che ti è preso?” chiese. “Non hai risposto alla mia domanda!” gridò Elsa. “Ho svolto il mio lavoro da guardiano…” rispose sicuro. “Potevi dirmelo che eri un guardiano!” gridò la regina. “E tu potevi dirmi che eri una regina!” gridò più forte lui. Litigavano come due ragazzini. Poi Elsa tentò di congelarlo ma lui si difese e la contrattaccò. “Fermi!” In quel momento Nord atterrò nel cortile del palazzo, con slitta e renne. Sandman scese salutando Elsa con un inchino, Dentolina svolazzava qua e là, parlando di quanti denti aveva collezionato di quelle parti, e Calmoniglio si stava riprendendo dal “mal di volo”. “Abbiamo problemi più importanti! Una nuova forza, un nemico si è risvegliato!” disse Nord. Jack capì, era Pitch Black.

Iris zoppicava, ma continuava ad andare avanti. La caviglia le faceva male, molto male. Trovò un bastone, le sembrava abbastanza resistente. Lo prese e si ci appoggiò. Il bastone si riempì subito di decorazioni di ghiaccio. Lei lo guardò, gli ricordava quello che Jack Frost portava con se. Già, lo spiritello che le faceva compagnia da bimba…

“Non ti ha mai voluto bene!”. Quelle voci ancora nella sua testa. “Basta!” gridò lanciando il bastone a terra. Improvvisamente si alzò in volo. Non credeva di essere capace di fare anche quello, ma non ne fu spaventata. Dall’alto vide un enorme montagna, con qualcosa che luccicava sul fianco. Decise di provare ad andare là a ripararsi da quel tempaccio.

Tutti erano riuniti nella sala del consiglio di Arendelle. Dovevano fare qualcosa. Lukas batté i pugni sul tavolo. “Iris e là fuori chissà dove, in malia di questo tempaccio! Devo andare a cercarla!” gridò. “No!” rispose suo padre “ non fare pazzie! Non puoi andare da solo!”. Si misero a discutere. Jack intervenne anche se l’unica che poteva vederlo era Elsa, oltre ai guardiani. “ Iris ha un immenso potere che non riesce a dominare completamente…” disse. Elsa si toccò il volto, doveva averlo ereditato da lei. “E’ colpa mia…” disse. Si alzò in piedi e tutti si zittirono. “Ha ereditato quel potere da me, sicuramente… devo fermarla io…” disse, sicura. Jakc s’irrigidì, ereditato?

Il castello di ghiaccio era enorme e le sembrò il posto giusto per passare la notte. Salì le scale e si ritrovò in una sala con una balconata. Era un po’ malconcia e il lampadario era crollato a terra. Si sedette in un angolo, la caviglia le faceva molto male. Col gelo stava andando in ipotermia. In quel momento, un ombra si materializzò e prese forma. Iris non lo aveva mai visto prima, ma, stranamente, non aveva paura. Si avvicinò a lei e con una mano fece una magia che le curò la caviglia. “Vedi, io ci tengo a te!” le disse sorridendo. “Prova a rialzarti…” sussurrò. Iris si mise in piedi, la caviglia non le doleva più. “Solo io desidero che tu stia bene, non i tuoi genitori…” disse ancora.

“Chi sei?” chiese Iris. “L’unico che ti aiuterà ad utilizzare i tuoi poteri al meglio…” le rispose ridendo. “Non è quello che voglio…” disse la ragazza. “Oh, lo so! Ma vedi, principessa mia, loro non ti vogliono…” continuò quell’ombra. “Perché mi chiami principessa?” chiese Iris. “Perché lo sei… “. La ragazza iniziò a sentirsi irritata. “Vattene, lasciami sola!” le gridò contro. “Oh, ma non posso! Mi serve il tuo potere!” sussurrò quell’ombra. Poi fece un gesto con la mano. Iris si sentì soffocare e vide una macchia nera sulla caviglia. Si spaventò ed il vento iniziò a girare in quella stanza. Quella figura continuava a tormentarla e a tormentarla…

Elsa era nella sua stanza. Aveva visto sua figlia per pochi secondi ed ora era in pericolo. Ricordava i suoi occhi spaventati che si guardavano attorno. Si voltò, gettando per terra un piccolo scrigno che si aprì. Un tintinnio, era la corona che aveva lei da principessa.

Jack le bussò al vetro ed entrò. Voleva consolarla, ma la trovò diversa. “Elsa …”sussurrò. Lei si voltò e decise di dirgli tutto. “Jack, ricordi i giorni al palazzo di ghiaccio…” iniziò. “Certo, come se fosse ieri!” rispose Jack. “Io e te, beh, insomma! Ricordi quello che è successo?” disse con un filo di imbarazzo. Jack annuì, grattandosi la testa. “… non so che mi sia preso, giuro…” disse, tentando di giustificarsi. Elsa andò dritta al punto. “Jack, sono rimasta incinta!” disse. Jack sussultò. “Che?” chiese. “Aspettavo tuo figlio!” disse ancora. La testa del ragazzo non realizzava. “Ti prego, non dirmi che devo farti un disegno…” disse Elsa, rassegnata. “No, no! Credo di aver capito… cavolo! Ed era mio?” chiese. “Jack, dannazione! Non ho avuto nessun’altro prima di te!” gridò. Il ragazzo schizzò in piedi. “… non è possibile! Io sono un  guardiano! Sono morto e rinato! Non posso dare la vita!” esclamò. “Beh, è successo…” concluse Elsa. Jack si sentì strano, era padre. Quella sensazione gli diede una strana euforia ma poi si calmò. “Dov’e il bambino?” chiese. “Bambina…” precisò Elsa. “Si, va beh! Bambina! Dov’è? Posso vederla?” chiese ancora. Ad Elsa sembrò felice, non si aspettava di certo questa reazione. Elsa si sedette su una sedia, con le lacrime agli occhi. “La fuori, chissà dove…” concluse. A Jack venne un colpo al cuore. Per tutti quegli anni l’aveva vegliata, l’aveva vista crescere, piangere e gioire. Si fece coraggio e parlò “Iris è mia figlia?!”

Iris capì chi si trovò di fronte. Ne aveva sentito parlare quando era piccola, ma non credeva esistesse davvero: Pitch Black. Cercò di fronteggiarlo, ma non ci riuscì. L’oscurità era entrata dentro di lei. “E che dire di tua madre? Una regina codarda! Che temeva il tuo potere! Per questo ti ha abbandonato” continuò Pitch. Iris si voltò verso di lui. “… re-regina?!” chiese timidamente. “La regina che hai visto capeggiare il trono di Arendelle!” sussurrò Pitch. “Elsa…” disse con un soffio di voce.

Inizio ad urlare nel salone del palazzo, creando le più disparate immagini di ghiaccio. Pitch le girava attorno, le avrebbe dato una parte del suo potere per farla crollare. Era dura di comprendonio, proprio come suo padre… giusto suo padre…

“Ma dimmi, mia cara! Dov’è tuo padre?” chiese sorridendo malignamente. “Non ho la più pallida idea di chi sia!” rispose gridando. La testa le faceva malissimo e se la teneva tra le mani. Pitch rise ancora più forte. “Te lo mostrerò io…” disse. In una sfera andò a materializzarsi un immagine. Quando Iris la vide, cadde all’indietro. “No… non è possibile… Jack Frost…” sussurrò. “Si, bambina mia! Non ti ha mai voluta, per questo è scappato non appena ha scoperto che tua madre era incinta…” le sussurrò all’orecchio. Iris scoppiò in lacrime. Com’era possibile? Lei lo aveva visto quando era piccola. Sapeva che era sua figlia eppure non si era preoccupato per lei.  

La sensazione di soffocamento continuava, e la vista iniziò ad annebbiarsi. “Brava, così! Cedi all’oscurità!” La sensazione si fece ancora più forte e le mancò il respiro. Iris cadde a terra svenuta, mentre una nuvola nera l’avvolse…

Jack schizzò fuori dalla finestra. Doveva salvarla, doveva salvare sua figlia. “Jack!” gridò Elsa dalla finestra. Come al suo solito, aveva agito d’impulso. Voleva trovarla e proteggerla ancora di più. Ma la corrente era fortissima e volava evitando i fulmini e le saette ghiacciate. Capì subito che si trattava di lei, era il modo che aveva di sfogare rabbia e frustrazione. Ma una saetta lo colpì e Jack cadde nel vuoto.

… riaprì gli occhi. Ansimava lentamente. ma si sentiva potente come mai prima. Si alzò pian piano cercando di capire cosa le fosse successo. Iris stinse la mano formando un pugno, poi la aprì lanciando una saetta di ghiaccio, era nera. Nelle pareti di ghiaccio vedeva riflesso la sua nuova immagine. L’abito era nero e blu, con vertiginose scarpe. La macchia nera nella caviglia aveva formato uno strano simbolo.

Si vedeva come mai prima, ma quell’immagine nuova di se stessa le piaceva. Gli occhi chiari erano velati di rosso, truccati con un ombretto scuro. Le labbra avevano un color violaceo tendente al nero. Era bella e sensuale, una sensazione nuova, mai provata.Il bastone era diventato un lungo scettro, con un grosso pezzo di ghiaccio a forma di diamante di colore blu. “Ma non trovi manchi qualcosa?” chiese Pitch. Poi formò una corona con la sabbia nera. Iris sorrise lanciandogli un vento gelido che la congelò. Pitch rise e gliela mise sul capo. “Eccola qua! La mia principessa del ghiaccio!” esclamò vincente. Ora che Iris era stata domata dalla paura e dall’odio nessuno l’avrebbe mai fermato. “E’ il mio diritto! Mi riprenderò il mio regno, Arendelle cadrà nelle tenebre e nel freddo!” gridò la ragazza.

Iris salì nel balcone più alto del palazzo. Poi prese coraggio e volò sulla cima con l’aiuto dello scettro. Allargò le braccia e lanciò un potentissimo vento, seguito da neve e grandine. In poco tempo, il cielo si tinse di nero e Arendelle divenne buia e fredda.  

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Ciao a tutti! Ben tornati!
Terzo capitolo e Pitch è arrivato... so che l'odiate ma dai è incompreso... Buahahahahahah! Che cosa grossa che ho detto, o meglio, scritto.
Il capitolo l'ho scritto abbastanza di getto, quindi perdonatemi se ci sono degli errori.
E dire che mentre Pitch tormentava Iris, mi ha fatto venire in mente un pezzo di Star Wars! Quello dove l'imperatore diceva a Luke " Cedi al lato oscuro della forza!"
( ... pensieri malati di una scrittrice incompresa...)
Grazie come sempre per i commenti! 
SylviettaMyss
  
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