Serie TV > Da Vinci's Demons
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Autore: Verdeirlanda    30/05/2014    2 recensioni
*...Beatrice sospirò, guardò quel macabro dipinto che era diventata Firenze quella sera, e pensò a lui, era inevitabile pensare a lui. Dove sei Zoroastro, sei al sicuro, sei ferito, dove sei adesso?...
...."Andiamo via Nico." disse Zoroastro preoccupato "Andiamo alla bottega, lì saremo al sicuro con Andrea, Leonardo e Beatrice." Già, Beatrice. Pensò a lei. Si chiese se la ragazza fosse spaventata di fronte a tanta furia e follia, si disse che per fortuna alla bottega non correva pericoli. Almeno così credeva.*
La congiura dei Pazzi ha sconvolto Firenze, e questa rivolta, destinata ad essere sedata, non è altro che l'inizio di un'intricato intrigo ordito da Roma.
Leonardo Da Vinci, sua sorella Beatrice e il loro migliore amico Zoroastro si troveranno ad affrontare una situazione decisamente complicata, con l'aiuto ovviamente del giovane Nico, per evitare che Firenze soccomba.
E mentre tutto intorno a loro si sgretola e si ricompone con ritmo incalzante ed inaspettato, Beatrice e Zoroastro si confronteranno con il loro amore ancora mai dichiarato, destinato a rivelarsi e ad affrontare numerose tenebre prima di poter brillare senza paura alla luce dell'alba.
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Girolamo Riario, Leonardo da Vinci, Nico, Nuovo personaggio, Zoroastro
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Angolo dell'autrice:
Ringrazio con abbracci e baci Chemical Lady, Lechatvert e Sassa, sempre puntuali nelle loro recensioni, sempre deliziose. ^^
E mi scuso con tutti voi da subito, a inizio racconto. Questo sarà un capitolo lungo, triste e cattivo.
Un abbraccio!
VerdeIrlanda 


Era passato quasi un mese da quando Leda aveva fatto la sua comparsa a Firenze e aveva rivelato la sua storia a Leonardo e agli altri.
In questi giorni era riuscita, senza farsi vedere dalle guardie, a frequentare i Da Vinci per poter rivelare nuovo dettagli sulla reale ubicazione del Libro delle Lamine,
Leonardo era particolarmente entusiasta e deciso a condurre una doppia ricerca, una falsa per il conte Riario e una accurata per loro. Sapeva che era rischioso, ma ormai il Libro lo aveva conquistato. Beatrice e Zoroastro invece erano più guardinghi, non sapevano se fidarsi totalmente di Leda, anche se la donna sembrava essersi ammorbidita col passare dei giorni e aveva cercato di avvicinare la figlia e di conoscerla. Nico la pensava come loro su Leda, nonostante fosse un allievo devoto era deciso a rimanere cauto. 
Un pomeriggio Leda si recò in bottega e parlò per quasi due ore con Leonardo.
Beatrice e Zoroastro arrivarono mentre lei se ne stava andando.
"Oh, buongiorno. Dove siete stati?" 
"Ero a palazzo Medici, Clarice aveva bisogno di me." disse Beatrice.
Zoroastro nemmeno le rispose, dopotutto non erano affari suoi.
"Hai parlato con Leonardo?" chiese la ragazza "Avete organizzato qualcosa, un piano per fregare Riario?"
"No, per quello ci vorrà del tempo, e lo studieremo tutti insieme." Leda sorrise.
"Gli hai disegnato la vera mappa?" chiese Zoroastro.
Leda ignorò la domanda: "Ora devo andare, meglio che mi nasconda." infilò il mantello e calatosi il cappuccio sul viso.
"...e questo significa no." commentò aspro Zoroastro.
"Ogni cosa a suo tempo, e oggi quel tempo non è arrivato." rispose secca la donna, e uscì dalla bottega per cercare un nascondiglio per la notte, e non solo, aveva anche un'altra cosa da organizzare.
I due raggiunsero Leonardo in laboratorio: "Allora, nemmeno oggi ti ha dato la vera mappa." disse Beatrice.
Leonardo alzò la testa dal suo taccuino: "No. Vuole aspettare che tutto sia più calmo." 
Zoroastro sbuffò: "È assurdo, se vuole che inizi la ricerca con lei sarà meglio che ti dia le coordinate giuste."
"Di cosa ti ha parlato in questi giorni se non..." chiese Beatrice, Leonardo la interruppe.
"Mi ha rivelato dei dettagli sui Figli di Mitra." spiegò "È una setta stupefacente! Il suo impegno verso la diffusione della conoscenza è incredibile, ciò che hanno raccolto ed accumulato negli anni ha un valore inestimabile. Oggi mi ha raccontato le origini della setta. Pare che molti secoli fa dodici individui, sei uomini e sei donne, siano stati chiamati a raccolta in un luogo preciso, e lì abbiano ricevuto in dono il Libro delle Lamine, con il compito di proteggerlo. Inoltre la loro missione era quella di promulgare il sapere, di preservare ogni opera ad esso dedicata. Ogni persona amante della conoscenza sarebbe stata accolta tra i Figli di Mitra con calore."
"E queste dodici persone immagino siano gli antenati delle dodici famiglie che compongono, o meglio componevano il Consiglio Maggiore." disse Beatrice.
"Esatto!" Leonardo sorrise e mostrò loro il suo taccuino "Ho scritto tutto, perfino i nomi delle famiglie."
"Chi li aveva chiamati, e dove?" chiese Zoroastro.
"Non si sa, Leda dice che è un mistero che nessuno deve svelare. Credo che i più anziani lo sapessero, ma si deve essere perso nel tempo, come molti misteri spirituali."
Zoroastro alzò gli occhi al cielo, la spiritualità e la religione non erano decisamente il suo habitat naturale: "Ti ha detto altro?" sospirò.
"Oh, sì! Leda mi ha raccontato dei loro rituali, le cerimonie, e delle loro visioni. Si procuravano delle visioni con una mistura di erbe bruciate in una ciotola di vetro." rispose eccitato Leonardo.
"Non che tutto questo non sia interessante..." disse Zoroastro grattandosi la barba "Ma sulla ubicazione del Libro delle Lamine ha aggiunto qualcosa?"
"Leda ha specificato che il Libro è stato nascosto in una terra lontana e che probabilmente dovremo navigare per arrivarci."
"Ci servirà una nave?" Beatrice sgranò gli occhi "E come la paghiamo una nave?"
"Sfrutteremo Riario e lo fregheremo al momento giusto." sorrise compiaciuto Leonardo.
"Piano geniale!" commentò Zoroastro.
"Tu credi?" Leonardo gli sorrise.
"No! Ci farai ammazzare." dichiarò Zo "Leo, ascolta, fatti dare subito la vera mappa, questo suo tergiversare non mi convince per niente."
"So che lei non ti piace, ma credo che abbia una sua strategia. Lasciamola fare." disse Leonardo un po' deluso dal poco entusiasmo dell'amico. 
Zoroastro e Beatrice si guardarono, perplessi, ma decisero di non insistere, per il momento.
"Come vuoi, faremo a modo tuo." rispose Beatrice "Ma se Leda non ci darà indicazioni più chiare..."
"In quel caso ci preoccuperemo, va bene." disse Leonardo alzando le braccia in segno di resa "Zo! Amico mio, ho bisogno che tu mi produca questi colori." gli consegnò un foglietto "Questa sera intendo terminare il ritratto di madonna Angelica."
Zoroastro rise: "Ah! Mi raserò le palle se lo finirai davvero stanotte!"
"Prepara il rasoio. Mi raccomando, mi serve tanto blu! E tanto rosso, non lesinare sul rosso." rispose convinto Leonardo.
Zo uscì ridendo, Beatrice lo seguì.
"Ti serve una mano con i colori?" chiese lei.
"No, grazie. Come ben sai la produzione dei colori è la mia specialità. Certo, dopo lo scassinare le serrature e il barare ai dadi."
Bea rise, ma Zo aveva ragione. Da anni preparava le tinture per le pitture di Leonardo, era un eccellente chimico dei colori, sceglieva solo gli ingredienti migliori e sapeva come dosarli, aveva perfino delle ricette segrete che molti altri chimici gli invidiavano.
"Ci vediamo stasera principessa." la baciò sulle labbra prima di andarsene.
Beatrice lo guardò allontanarsi: "Non vedo l'ora." mormorò, e tornò da suo fratello.


La mattina dopo Leonardo non aveva ovviamente terminato il ritratto, per la gioia di Zoroastro, e altrettanto ovviamente non aveva intenzione di proseguire nella pittura.
Anzi, andò insieme a Nico a controllare che le fonderie stessero producendo in modo accurato le sue spingarde, e disse a Zoroastro di cercare delle antiche pergamene su terre leggendarie, forse potevano essere utili per la ricerca della Volta Celeste. 
Nonostante il suo scetticismo Zoroastro si diresse verso il negozio del vecchio Malachia, un libraio molto anziano e un po' suonato che collezionava qualunque mappa bislacca esistente sulla terra.
Fischiettando attraversò la città arrivando vicino alle mura, era quasi giunto a destinazione quando notò due uomini appoggiati a una fontana, lo osservavano e sembravano proprio aspettare lui. Quando lui li superò si mossero per seguirlo, sì, cercavano lui. Zoroastro si voltò, non fece in tempo a chiedere cosa volessero che uno di loro provò a colpirlo con uno stiletto affilato.
"Cazzo!" ringhiò Zoroastro scostandosi e colpendo con un pugno la mano dell'aggressore, che fece cadere lo stiletto, Zo afferrò al volo l'arma e gli tagliò la gola.
L'altro uomo invece cercò di ucciderlo lanciandosi contro di lui con una spada, ma Zoroastro fu lesto e gli conficcò lo stiletto nel braccio, l'uomo urlò dal dolore. Zo estrasse lo stiletto e lo colpì un paio di volte allo stomaco.
La legge della strada era chiara dopotutto, se vieni aggredito da un assassino devi reagire per ucciderlo come lui aveva deciso di fare con te.
L'uomo si accasciò a terra, tenendosi lo stomaco, un rivolo di sangue gli uscì dalla bocca, cercò di trascinarsi in chissà quale direzione, ma spirò prima di poter muovere un piede.
Zoroastro rimase in piedi, immobile, respirando a fondo, aveva già dovuto difendersi in passato ma erano passati anni. Guardò i due cadaveri, era evidente dal loro modo di agire che erano assassini di professione, e si chiese come fosse diventato il loro bersaglio. Forse era stato Riario a mandarli, pensò.
Si allontanò velocemente dal luogo dell'aggressione, doveva dire a Leonardo e Beatrice di stare in guardia. Qualcosa all'improvviso gli colpì la gamba con violenza e Zoroastro cadde a terra imprecando e sbattendo la faccia contro i ciottoli, si morse il labbro inferiore e sentì in bocca il sapore del sangue.
Una mano lo afferrò per i capelli, un ginocchio premuto sulla sua schiena gli impediva di alzarsi, sentì una lama fredda sulla gola, e capì che sarebbe morto in pochi istanti. 


Aveva seguito Lupo Mercuri, l'archivista si era recato in quel luogo solitario altre volte da quando lui e Riario si erano trasferiti a Firenze, probabilmente perché quel luogo gli ricordava casa sua, a Roma.
Si nascose dietro un muro, Lupo era seduto sull'erba appoggiato a una colonna e leggeva, la donna lo osservò a lungo, era invecchiato anche lui, i capelli una volta castani erano diventati bianchi, ma gli occhi erano sempre di un bellissimo azzurro. Poi uscì dal suo nascondiglio e mosse dei passi verso di lui. Lupo la vide, si alzò in piedi: "Chi siete?" chiese alla figura incappucciata che si avvicinava.
"Non mi riconosci, Lupo?" chiese abbassando il cappuccio, gli sorrise.
Mercuri la fissò stupito: "Leda!" esclamò facendo cadere il libro e afferrando la spada "Sei una sciocca a presentarti al mio cospetto!"
"Guardami meglio Lupo." disse la donna con un sorrisino, si slacciò la camicetta nera rivelando un seno roseo dalla pelle intatta "Ti sembro lei?" rise nel dirlo.
Mercuri la osservò un istante poi distolse lo sguardo, imbarazzato: "No, non sei lei. E copriti, abbi un po' di buon gusto." 
"Tu mi parli di buon gusto? Tu, che hai marchiato con il ferro rovente il seno della donna che amavi." rispose lei rivestendosi "Beh, almeno così ci puoi distinguere. Era ora, fin da bambine ci scambiavano per gemelle da quanto di assomigliavamo..."
"Credevo fossi morta."
"Sono viva e vegeta invece."
"Cosa vuoi da me Antea?" chiese Mercuri. 
"Sono qui per proporti un affare." rispose Antea "In fondo vogliamo entrambi la stessa cosa."
Mercuri scosse la testa: "Tu non sai cosa voglio."
"Tu vuoi vedere mia sorella Leda morire tra le sofferenze più atroci." rispose lei.
"E tu vuoi lo stesso?" chiese Lupo.
Antea sorrise: "Se mi permetterà di raggiungere il mio obiettivo, perché no?"
Lupo la guardò disgustato: "È tua sorella."
"E io posso servirtela su un piatto d'argento." sorrise Antea "E con lei l'esatta ubicazione del Libro delle Lamine."


Adesso morirò, pensò Zoroastro sentendo la lama fredda premere sulla sua gola.
Ma il suo aggressore non recise la carne, anzi, il coltello gli cadde di mano, e un secondo dopo anche lui rovinò per terra.
Zoroastro si mise in ginocchio velocemente, sputò sui ciottoli un misto di sangue e saliva, si tamponò il labbro lacerato con il dorso della mano, guardando colei che lo aveva salvato.
La donna rinfoderò la spada con cui aveva trafitto il cuore dell'assassino e si voltò verso Zoroastro, e lui vide i suoi occhi nocciola, i capelli neri sbiaditi dal tempo. La donna gli regalò un caldo sorriso, dolce e solare, il sorriso di Beatrice. 
"Leda..." mormorò Zoroastro, ma non era convinto nel dirlo.
Lei annuì, lo guardò: "Sì, sono io, sono la vera Leda."


Mercuri guardò sospettoso la donna: "Tu non puoi darmi nulla di tutto ciò che prometti. Inoltre abbiamo già la mappa."
"È un falso che io stessa ho fatto disegnare a quel moro bastardo di Zoroastro, su suggerimento di Da Vinci." rivelò Antea sorridendo "Vi stanno mentendo da allora mio caro Lupo, fingono di collaborare con Voi."
Mercuri strinse i pugni per la rabbia: "Lo sospettavo! Quel Da Vinci non mi convinceva dal primo istante."
"C'è di buono che il Libro lo ha irretito, vuole davvero trovarlo, e può farlo. Ma ha bisogno della vera mappa e della vera chiave."
"La chiave la abbiamo già in nostro possesso."
Antea rise: "No, non è vero. Voi avete una copia. Ricordi la notte in cui i Figli di Mitra vi hanno aggrediti? La stessa notte in cui hai scoperto che Leda era viva." Mercuri annuì "Quell'agguato serviva per rubare la chiave, ma i Figli sapevano bene che se ci fossero riusciti voi li avreste cercati in capo al mondo. Così hanno ideato un sotterfugio, hanno creato una copia esatta della chiave nera con l'intento di scambiarla con l'originale durante l'aggressione. E ci sono riusciti, Al-Rahim ha strappato la chiave dal collo del cardinale Della Rovere, e nel fuggire ha gettato per terra la copia. Così quando tutto è finito voi avete creduto che avesse perduto la chiave."
Lupo annuì: "È vero, abbiamo trovato la chiave vicino ai cadaveri dei suoi compari. Ma abbiamo trovato anche il suo corpo esanime."
Antea sorrise: "Lo ho ucciso io e gli ho preso la vera chiave. E Leda mi ha vista. Solo lei è scampata a quel massacro, ha cercato di raggiungermi ma io sono stata più veloce e mi sono dileguata." 
Lupo si morse un labbro, riflettendo.
"Non ho qui la chiave ovviamente, non sono così stupida da portarmela dietro." disse Antea "Ma ve la consegnerò, non appena mia sorella vi avrà dato le giuste coordinate per giungere alla Volta Celeste."
"Ci sono due cose su cui voglio chiarimenti Antea." disse Lupo "Primo, perché vuoi aiutarci?"
"Perché io voglio trovare il Libro delle Lamine, mi spetta di diritto, sono la primogenita della mia famiglia! Voglio sfogliare quelle pagine!" rispose con rabbia "I miei genitori me lo hanno impedito preferendo Leda a me, voglio ciò che è mio. Quindi quando lo troveremo voglio che mi permettiate di leggerlo, è la mia unica condizione e richiesta."
Mercuri annuì: "Credo si possa fare, sempre se ciò che dici ci porterà a dei risultati. La seconda cosa è: come credi di poter ottenere la mappa autentica?"
"Mia sorella da quella notte si è nascosta e allo stesso tempo ha seguito le mie tracce per recuperare la chiave e per uccidermi, per davvero questa volta." rispose Antea "Ma non sapeva che io facevo lo stesso, era come un circolo inarrestabile." ridacchiò.
"Quindi tu sai dove si trova adesso." concluse Mercuri "Perché lei ti ha seguita fino qui, è a Firenze anche lei."
"Esatto. E tranquillo, non sa che sto parlando con te, se il mio piano ha funzionato è impegnata in altro."
"Cosa hai ordito?" chiese Lupo.
"Ieri ho contattato tre assassini, li ho pagati affinché uccidano Zoroastro. Sapevo che Leda mi stava spiando, e sono certa che oggi lei lo seguirà per difenderlo ed impedire che l'amore di sua figlia muoia." ridacchiò di nuovo "Personalmente quel bastardo può anche morire, mi è solo d'intralcio, ma il mio intento è di far uscire allo scoperto mia sorella. È rimasta nell'ombra attendendo il momento giusto per rivelarsi, io ho deciso di accelerare le cose."
"E poi che succederà? Leda dirà tutto a Leonardo e agli altri, non si fideranno più di te."
"Ma noi faremo in modo che Leda, a questo punto, ci consegni spontaneamente la mappa. Fidati Lupo, i miei piani non falliscono mai." sorrise soddisfatta con freddezza "So già come fare, dammi solo un paio d'ore. Tu torna a palazzo e informa il conte Riario, ci vediamo qui alle rovine dopo il tramonto, e prima di venire qui prelevate anche Leonardo e i suoi sciocchi amici."
Detto questo si calò il cappuccio sulla testa e si allontanò per aggiungere un nuovo tassello al suo piano.


Leda, quella vera, aveva condotto Zoroastro nel suo nascondiglio, una vecchia cantina ammuffita sotto una taverna.
"Vivo qui da tre giorni, presto dovrò cambiare posto." commentò mentre armeggiava con un pezzo di stoffa e un sacchetto di pelle.
Zo era ancora stupito: "Mi stavi seguendo?"
"Sì, in verità vi tengo d'occhio da tempo, da quando Antea è tornata a Firenze. Volevo aspettare a farmi viva con voi ma non ho avuto scelta, lei ieri ha assoldato quegli uomini per ucciderti, non lo potevo permettere. " spiegò Leda porgendogli una pezzuola pulita e bagnata "Tamponati il labbro, così non si gonfierà."
Zoroastro lo fece, avvertì un profumo che conosceva bene, lo aveva sentito in alcuni unguenti di Beatrice: "È estratto di echinacea." disse.
Leda sorrise: "Sì, ne ho sempre un sacchetto con me, ha proprietà cicatrizzanti e alleviano le infiammazioni."
"Lo so, Bea la utilizza spesso." Zoroastro le sorrise.
"I Sabatini sapevano molto bene come usare le erbe, mi hanno insegnato molte cose." disse Leda "E so che hanno fatto lo stesso con Beatrice."
Zo annuì: "È molto brava come erborista." poi disse "Dunque la donna che abbiamo conosciuto e che si è spacciata per te si chiama Antea."
"È la mia sorella maggiore." disse Leda con malinconia "Siamo simili come gemelle, è stato facile ingannare Leonardo, era l'unico che ricordava il mio viso."
"Cosa vuole questa donna da noi? E perché non sei venuta subito da noi quando tua sorella si è spacciata per te?" chiese Zoroastro.
"Dovevo trovare il momento giusto. Avreste potuto non credere alla mia versione della storia. E inoltre io custodisco la mappa, dovevo proteggerla. Se mi fossi rivelata al momento sbagliato Antea avrebbe cercato di carpirmi le giuste indicazioni." rispose Leda.
"Dunque lei non conosce la vera ubicazione della Volta?"
"Certo che no! Caterina la ha rivelata a me." lo guardò, sorrise "È meglio che ti racconti la verità Zoroastro." si sedette per terra, Zo si mise accanto a lei.
"Sono certa che in parte Antea vi ha raccontato la verità, immagino che avrà omesso certi particolari."
Zoroastro le raccontò la versione di Antea, dopo di che Leda rispose: "In parte è tutto vero. I Figli di Mitra, le dodici famiglie, il tradimento di Lupo e il coinvolgimento del Papa, la mappa e la chiave e perfino i nostri stratagemmi per occultarli e tramandarli. Anche la storia mia e di Caterina è vera." abbassò lo sguardo, triste "Vorrei che lei fosse qui, mi darebbe coraggio e forza per superare tutto questo. Ad ogni modo" continuò con un sospiro "La verità è che quando Mercuri ci tradì i miei genitori mi affidarono il Libro. Da tempo avevano capito che Antea non ne era degna, nonostante fosse la primogenita e le spettasse per tradizione, perché era avida ed egoista. Quando fuggirono portarono mia sorella con loro mentre io andai con coloro che avrebbero nascosto la reliquia. Lei non ha mai perdonato né loro né me per questo. La rividi mesi dopo quella fuga, era da sola, disse che gli uomini del cardinale li avevano trovati e avevano sterminato tutti, solo lei era sopravvissuta, e la accogliemmo con noi. Io ero così felice di avere ancora mia sorella con me, che ingenua sono stata! Nel frattempo il Libro era stato nascosto, e noi attendavamo che uno dei nostri confratelli tornasse per rivelarci la sua ubicazione. Un giorno, all'epoca ci eravamo nascosti a Venezia, incontrai un ragazzo a me molto noto, era Gregoir, uno dei figli dei Tomassian, una delle dodici famiglie. Lo abbracciai, felice, gli dissi di venire con noi ma lui mi rispose che il suo unico scopo era quello di trovarmi per avvisarmi di non fidarmi di Antea, perché la notte in cui gli uomini di Mercuri avevano fatto irruzione nel loro nascondiglio l'aveva vista assassinare i nostri genitori mentre cercavano di fuggire."
"Ha ucciso...mio Dio..." commentò Zoroastro "E tu cosa hai fatto?"
"L'ho detto ad Al-Rahim, lui per noi era una sorta di guida. E lui mi ha ordinato di uccidere Antea, perché in vita sarebbe stata sempre un pericolo per tutti noi. Ma come potevo? Era mia sorella e io...io non ci riuscì. Ci provai, ma Antea pianse, giurò che sarebbe diventata una persona migliore, che avrebbe fatto ammenda ed espiato. Le credetti e la portai lontano e le dissi di scappare, di dimenticare il Libro, di non farsi più vedere. Che stupida..." scosse la testa "Passarono gli anni, io e Caterina eravamo a Firenze, lei aveva avuto Leonardo da poco quando Solomon Ogbai la contattò per rivelarle la mappa. Caterina partì e non la rividi per mesi, poi un giorno a casa mia si presentò Antea. Aveva preso i voti molto anni prima e viveva in un convento vicino Lucca. Fu lei a portarmi il messaggio di Caterina, era ferita, morente, e voleva parlarmi. Così andai con Antea, durante il viaggio mi raccontò di aver sentito nel cuore la chiamata di Dio, che lui la invitava a prevede i voti per espiare il male compiuto aiutando gli altri. Mi sembrò sincera, non mi fidai del tutto ma credetti nella sua buona fede e nella sua conversione. Arrivati al convento trovai Caterina, l'avevano curata come meglio potevano ma entrambe sapevamo che non sarebbe sopravvissuta.
Caterina mi raccontò che Solomon le aveva disegnato la mappa, lei l'aveva memorizzata e poi distrutto la copia cartacea, mentre tornava a casa fu aggredita dagli uomini di Lupo, la massacrarono per ottenere la mappa, Solomon corse in suo soccorso e perì per permetterle di fuggire. Era ridotta davvero male, aveva quasi perso un occhio, era stata accoltellata più volte, una gamba e un braccio erano rotti, continuava a peggiorare per colpa delle infezioni.
Nonostante questo mi disegnò sul momento la mappa, era così brava a disegnare. " Leda sorrise tra le lacrime "Era ambidestra, e sapeva scrivere ad occhi chiusi!"
"Come Leonardo." commentò Zoroastro.
Leda annuì e si asciugò le lacrime: "Morì quella notte. Io lasciai il convento, Antea mi augurò ogni bene, mi disse che ogni tanto sarebbe passata a trovarmi se mi avesse fatto piacere. Io le dissi di sì, ma non ne ero molto convinta. Tornata a casa comunicai a Piero della morte di Caterina, le dissi che era stata aggredita da briganti, e che prima di morire mi aveva chiesto di occuparmi di Leonardo, cosa che in effetti mi aveva fatto giurare. Piero acconsentì, era felice che qualcuno gli facesse da mamma. Sua moglie Albiera odiava quel bambino, dopotutto Caterina lo aveva partorito lo stesso anno in cui lei aveva sposato Piero, le era sembrata un'offesa irreparabile."
Zoroastro annuì: "E tu e Piero come siete arrivati a diventare amanti?"
Leda sorrise: "Ci siamo innamorati, o almeno, io lo ero. E un giorno sono rimasta incinta ed eravamo entrambi felicissimi."
"Ma poi sei dovuta fuggire. Per colpa di Mercuri o di tua sorella?"
"Di entrambi." rispose Leda "Mancava un mese al parto. Venni a sapere che gli uomini di Mercuri perlustravano Firenze, così mi inventai una scusa da usare con Piero e mi allontanai dalla città, andai in Garfagnana con nonna Sabatini per essere al sicuro. Partorii lì Beatrice. Dio come era bella..." ricordò, sorrise e alcune lacrime le rigarono il viso "Era così piccola, e rosa, e aveva quegli occhioni verdi...e non pianse quando nacque sai, lei rimase impassibile a guardarmi, incuriosita..." si asciugò gli occhi con un fazzoletto "Dissi a nonna Sabatini di portarla da Piero, di dirgli che io mi stavo rimettendo da un parto complicato e che sarei tornata presto. Dissi che volevo che si chiamasse Beatrice."
"Perché è colei che porta la felicità?" chiese Zoroastro.
"Cosa? No! Era il nome di mia madre. Antea ti ha detto...oh, è brava a inventare dettagli struggenti quella vipera." rispose con rabbia "Comunque io rimasi nascosta e pochi giorni dopo Antea bussò alla mia porta. Ero stupita di vederla lì, ma non ebbi il tempo di chiederle cosa volesse che mi ferì con un pugnale avvelenato, mi fece perdere i sensi. Quando mi risvegliai ero legata e imbavagliata, Antea mi aveva portata in un cimitero. Mi disse che aveva inviato un messaggio anonimo a Mercuri, che stava venendo a prendermi e che lui mi avrebbe estorto la vera ubicazione del Libro, e che lei, non mi disse come, lo avrebbe scoperto di rimando. Mi lasciò lì, e un'ora dopo arrivò Lupo. Mi portò via per torturami, e non lo fece solo per farmi parlare, lo fece per il suo divertimento, per vendicarsi. Il supplizio che ti ha descritto Antea era vero, mi ha ripetutamente sgozzata."
Zoroastro rabbrividì: "E ti sei salvata come ha raccontato lei?"
Leda annuì: "Sì. Antea pagò un giovane aiutante di Lupo, ogni sera lui doveva riferirle tutto ciò che era successo nella camera delle torture, ogni mia parola e ogni mio supplizio. Sperava che prima o poi crollassi e rivelassi tutto a Lupo."
"Così anche lei avrebbe scoperto dove si trova il Libro." commentò Zoroastro, e forse aveva perfino goduto del dolore della sorella, ma tenne questo pensiero per sé.
"Al-Rahim scoprì tutto, e pagò il triplo il giovane affinché gli permettesse di portarmi via, e perché dicesse a Lupo e a mia sorella che ero morta. È così che è riuscito a salvarmi. Mi curò, ci vollero mesi, e poi mi disse che fingermi morta era l'unico modo per salvare il Libro. Io volevo tornare da Beatrice e da Leonardo, ma Al-Rahim mi disse che avrei potuto raggiungerli e portarli via con me una volta completata la nostra missione. Volevamo recuperare la chiave che permette di accedere al Libro, era nelle mani del cardinale Della Rovere. Così escogitammo un piano, creammo una copia esatta della chiave nera, dovevamo solo aggredire il cardinale mentre tornava in Vaticano e scambiarla con l'originale. Il piano funzionò, Al-Rahim ha rubato la chiave e ha abbandonato la copia vicino alla carrozza di Della Rovere per depistarli. Ma non avevamo previsto l'intromissione di Antea. I nostri confratelli erano tutti morti, uccisi dalle guardie, io e Al-Rahim ci siamo separati per fuggire, mi sono voltata un istante e ho visto Antea ucciderlo e strappargli la vera chiave. 
Urlai, e attirai l'attenzione di Lupo, era scioccato nel vedermi viva. Fuggii e cercai Antea per tutta Roma, ma non la trovai. Ero sola ormai, e capii che non potevo tornare da Beatrice e Leonardo perché Lupo mi avrebbe certamente cercata lì, sapeva di loro. Se mi avesse vista avvicinarli avrebbe potuto pensare che avessi consegnato loro la mappa, e tempo dopo far loro del male per ottenerla. E poi c'era mia sorella, lei vuole il Libro, per averlo mi avrebbe teso ogni trappola e non volevo mettere a rischio le vite di Beatrice e Leonardo. Era meglio restare nell'ombra, continuare a cercare Antea, una volta presa la chiave e ucciso lei avrei potuto riunirmi a mia figlia e suo fratello, saremmo scappati, andati lontano."
"Quindi non hai abbandonato Beatrice perché sarebbe stata un intralcio, un mezzo per ricattarti." disse Zoroastro.
"Ma certo che no! Mia figlia e Leonardo mi avrebbero dato forza, non sarebbero stati un impedimento. Ma non potevo rischiare che soffrissero, no, Lupo e Antea sono senza scrupoli, dovevo tenere i bambini al sicuro, e l'unico modo era che io non facessi parte delle loro vite." il viso si colorì di tristezza "Non mi pento di questa scelta, non hanno corso rischi, fino ad ora. Ma ogni giorno passato lontano è stato straziante."
"Come sei arrivata a Firenze?"
"In questi anni ho vagato nascondendomi, ho spiato le mosse del Papa e ho cercato Antea, finalmente sono riuscita a trovarla, e l'ho seguita fin qui. Quando ho visto che si è avvicinata a voi ho capito che stava tramando qualcosa, inoltre la presenza di Lupo e Riario qui non mi rassicura. Volevo parlare con voi ma non trovavo il modo e il momento...e poi ho scoperto che voleva ucciderti, e non potevo lasciarglielo fare." sorrise.
Zoroastro ricambiò il sorriso: "Ti sono debitore. E ora credo che dovremmo avvisare gli altri, metterli in guardia da Antea."
"Fallo tu, con discrezione, io mi farò viva appena potrò, vi sorveglierò da lontano, come ho fatto in questo mese." suggerì Leda "Meglio che Antea non mi veda, per ora. Come pensi che reagirà Beatrice?"
Zo sospirò: "Non sarà facile accettarti, ma penso che tu e lei troverete un equilibrio."
"Sai, sono tornata a vedere come era cresciuta anni fa. Aveva nove anni." sorrise Leda "Indossava un vestitino azzurro, suo padre l'aveva portata a una fiera di zingari. C'era un recinto con i pony, per una moneta i bambini potevano cavalcarli. Tutti volevano salire sul pony bianco, lei invece puntò i piedi, disse che voleva salire su quello pezzato. Lo zingaro le chiese perché, e lei rispose che nessuno lo voleva perché non era bello come il bianco, e che non era giusto, che anche lui era sicuramente un ottimo destriero e che avrebbe cavalcato solo lui. Lo zingaro lo sellò solo per lei." Leda rise "Era così felice su quel cavallino, ricordo che Piero aveva uno sguardo quasi orgoglioso. Anni dopo sono tornata alla morte dei Sabatini, sono andata al funerale e me ne sono stata in disparte lontana dalle lapidi. Ricordo che Beatrice era in piedi, tra te e Leonardo, entrambi la abbracciavate."
Zoroastro sorrise: "Credo che Beatrice sarà contenta di sapere che sei tornata per vederla."
"Lo spero." la donna abbozzò un sorriso "Mentre seguivo Antea mi è capitato di osservarla a lungo. Ho incrociato il suo sguardo una volta, è stata una emozione che non ti so descrivere."
Zoroastro sorrise: "Vado ad avvisare Leo e Bea. Ci vediamo presto Leda. Sai sono contento di sapere che quella stronza non è la vera Leda, non la sopportavo." disse uscendo, e strappò una risata alla donna.

Beatrice aprì gli occhi. La testa le faceva male, si sentiva intontita.
Si guardò attorno, era tutto sfocato. Provò a muoversi ma qualcosa glielo impediva. Guardò in basso, scoprì di essere seduta alla base di una una colonna di pietra in un ampio cortile. Alzò lo sguardo, i polsi erano legati da manette a un anello di ferro sopra la sua testa. Riuscì ad alzarsi in piedi, era indolenzita, si appoggiò alla colonna, diede qualche strattone all'anello, inutilmente. Improvvisamente ricordò cosa era successo: Leda era venuta nel suo laboratorio, avevano parlato, Leda voleva scusarsi per la sua freddezza, e poi la donna le aveva preso la mano con gentilezza, aveva sorriso e con un colpo veloce le aveva tagliato la pelle con uno stiletto. E poco dopo Beatrice era svenuta. 
Mi ha avvelenata, dedusse, ma perché?
Beatrice iniziò a gridare, chiamò Leda più e più volte.
"Ti sei svegliata signorina." disse la donna giungendo nel cortile
Beatrice le ringhiò: "Perché mi hai incatenata? Cosa vuoi farmi?" 
"Io niente, ma la tua sorte non dipende da me, ma da tua madre."
Beatrice disse: "Sei tu mia madre!"
"Oh, no, non lo sono."
Bea improvvisamente realizzò: "Sua sorella...tu hai detto di avere una sorella!"
"Io sono Antea mia cara, sono tua zia." sorrise soddisfatta.
"Ma il taglio, tu...hai la cicatrice che aveva descritto Mercuri..." Beatrice era confusa.
"Questa?" Antea si toccò il collo "È un taglio superficiale fatto da un medico esperto che ho pagato profumatamente. È stata una sofferenza, ma era necessario per potermi spacciare per Leda e avere la vostra fiducia."
Beatrice era scioccata, nessuna persona sana di mente avrebbe fatto una cosa tanto dolorosa e pericolosa: "Perché? Perché ti sei finta mia madre?" gridò dibattendosi "Cosa vuoi da noi?"
Antea si avvicinò tanto da farle sentire il suo fiato sul viso, la guardò negli occhi: "Io voglio il Libro delle Lamine, e voi mi aiuterete ad ottenerlo."


Leonardo era incredulo: "...no, aspetta. C'è una seconda Leda?" 
"Non è una seconda Leda, è la vera Leda!" rispose Zoroastro "Quella che si è presentata da noi è Antea, sua sorella." e raccontò a Leonardo e a Nico tutti i dettagli.
"E siamo sicuri che non sia questa nuova Leda a mentire?" chiese Leonardo "Insomma, tu sei abbastanza prevenuto..."
Zoroastro gli rispose: "Ricordi quando mi hai parlato di lei, di come te la ricordavi? Dicevi che lei aveva il sorriso caldo e luminoso di Beatrice, beh, la vera Leda lo ha, ho rivisto tua sorella in lei."  
"E ti ho detto che la Leda che è venuta da noi, ovvero Antea, era più fredda, diversa...accidenti!" esclamò Leonardo "Ecco perché finora non mi ha dato la vera mappa, lei non la conosce!"
Nico era confuso: "Ma questa Antea...cosa vuole da noi? Perché fingersi sua sorella."
Zoroastro lo guardò: "Vuole il Libro delle Lamine, giocherà il tutto per tutto per ottenerlo." 
Leonardo mise una mano sulla spalla di Zo: "Per fortuna abbiamo scoperto in tempo il suo piano, appena Beatrice tornerà a casa le diremo tutto."
"Ma dove è andata tua sorella?" chiese Zoroastro "Pensavo fosse nel suo laboratorio, mi aveva detto che oggi non doveva uscire."
"La avranno chiamata per qualche parto imminente o altro." Leonardo alzò le spalle "Piuttosto, come glielo diciamo?"
"Non c'è un modo delicato per farlo, le dirò come sono andate le cose, e speriamo non ne esca troppo sconvolta." rispose Zo, ripensando con tristezza che ancora una volta Beatrice si sarebbe trovata di fronte a una sconcertante verità.
"E con il conte Riario cosa facciamo?" chiese Nico preoccupato.
Leonardo si grattò la testa: "Un problema alla volta. Intanto dobbiamo affrontare Antea, e da quel che hai raccontato non sarà un'impresa semplice."
"Leda vuole ucciderla." disse Zoroastro.
Leonardo si morse un labbro: "Posso capirla dopo quello che ha passato per colpa sua."
"Lei ha detto che fino a che Antea sarà in vita sarà sempre un pericolo." spiegò Zoroastro "Io direi di lasciarglielo fare."
Leonardo annuì: "Dopotutto è una guerra che è cominciata con loro, prima di noi, è giusto che siano loro a portarla a termine."


Beatrice sbuffò nervosa. Stare in piedi le affaticava le gambe, ma se stava seduta era costretta a tenere le braccia sollevate sopra la testa, e dopo un po' si indolenzivano.
Antea si era allontanata per alcune ore, e ora che era tornata Beatrice la guardò con rabbia.
"Cosa stiamo aspettando Antea?" ringhiò "Perché mi hai legata qui?" le aveva già fatto queste domande in precedenza ma non aveva avuto risposta.
"Al tempo mia cara." rispose la donna compiaciuta "Ho appurato che il mio piano sta funzionando." 
"Che piano?"
"Ho assoldato tre assassini per uccidere Zoroastro."
Beatrice sbiancò: "Cosa...schifosa bastarda!" le urlò spaventata "Se gli è successo qualcosa io ti giuro che ti cavo gli occhi!"
"Calma, calma signorina!" Antea rise "È vivo. Leda lo ha salvato, come avevo previsto."
"Mia madre?" Beatrice era sempre più confusa.
"Si nasconde a Firenze, mi ha seguita e ha spiato ogni mia mossa. Volevo che uscisse allo scoperto." rispose Antea "E lo ha fatto per salvare il tuo innamorato. E lo farà di nuovo." disse sorridendo.
"Cosa vuoi da lei?"
"Non lo hai capito? Pensavo fossi più sveglia. Voglio il Libro delle Lamine, e tua madre sa dove trovarlo." 
"E tu credi che ti darà la mappa?"
Antea rise e la guardò: "Sì, le forzerò la mano, vedrai."


Erano passate molte ore, Zoroastro passeggiava nervoso nel laboratorio di Leonardo, il quale gli disse: "Zo, fermati, mi fai venire il mal di testa."
"Perché Beatrice non è ancora tornata?" chiese Zoroastro "Il sole è tramontato. Non sono tranquillo."
"Potrebbe essere a palazzo Medici."
"Fino a tarda sera? No, c'è qualcosa che non va." disse Zo mordendosi una guancia "Vado a cercarla."
Stava per uscire dalla stanza quando sulla soglia apparve il conte Riario.
Leonardo balzò in piedi: "Conte! Non Vi aspettavamo." disse preoccupato.
"Non credo di dovermi annunciare con anticipo." rispose Riario.
"Cosa Vi porta da noi?"
"Dovete seguirmi artista, Voi e i Vostri amici." rispose il conte.
"Cosa succede?" chiese Zoroastro.
"Non fate domande superflue, moro. E muovetevi, io e i miei uomini vi aspettiamo fuori." disse Riario uscendo.
Zoroastro, Leonardo e Nico si guardarono, erano stupiti e preoccupati.
"Cosa vorrà?" chiese Nico.
"Non promette nulla di buono." commentò Zoroastro.
"Già. E non abbiamo scelta. Andiamo." disse Leonardo, e insieme i tre raggiunsero il conte.
Con lui c'erano dieci soldati, il fidato Lupo Mercuri, dal sorriso compiaciuto, e il capitano Grünwald.
"Cos'è questo spiegamento di forze?" disse Zoroastro osservando i soldati.
"Conte, che cosa succede?" chiese Leonardo.
"Seguitemi artista, c'è una cosa che dovete vedere." rispose semplicemente Riario salendo a cavallo "Ovviamente ci seguirete a piedi."
A un suo ordine tutto il gruppo si mosse e uscì dalle mura della città per recarsi alle antiche rovine romane.
Arrivarono in cima alla collina su cui una volta si stagliavano fieri i templi di Giunone e Minerva, il loro percorso era illuminato dalle torce rette dai soldati.
Riario scese da cavallo e consegnò il destriero a uno dei suoi uomini, si voltò verso Leonardo: "Da questa parte artista." e si incamminò affiancato da Mercuri.
Da Vinci e gli altri lo seguirono in un ampio cortile, e videro Beatrice.
"Leo!" esclamò lei vedendoli.
"Bea!" Leonardo e Zoroastro fecero per andare da lei ma quattro soldati armati bloccarono loro la strada.
"Cosa significa tutto questo?" chiese Leonardo vedendo sua sorella incatenata a una colonna.
Riario sorrise: "Vedete Da Vinci, oggi sono venuto a conoscenza di interessanti novità."
Leonardo e Zoroastro si scambiarono una fugace occhiata: "Che novità?"
"Suvvia Leonardo, sai bene di cosa parla il conte." Antea fece la sta comparsa nel cortile, sorrise, guardò Zoroastro "Sei riuscito a sopravvivere a tre assassini, notevole, anche se credo che tu abbia ricevuto un piccolo aiuto, non è così?"
Zoroastro serrò la mascella: "Puttana schifosa..."
"Come immaginavo mia sorella è venuta in tuo soccorso e ti ha detto tutto vero?" Antea sospirò "Leda è così prevedibile."
"Volete spiegarci conte?" chiese nervoso Leonardo, decise di giocare le sue carte "Abbiamo scoperto solo oggi che Antea non era chi diceva di essere, prima credevamo fosse la vera Leda e che la mappa che ci ha dato fosse quella autentica..."
La risata di Antea lo interruppe: "Il conte sa tutto Leonardo. Gli ho detto del tuo trucchetto, hai fatto disegnare a Zoroastro una mappa fasulla e volevi che io ti rivelassi quella autentica per condurre un doppio gioco."
"Sei davvero una lurida troia..." commentò Zoroastro con un ringhio furioso.
"Oh, questa era una di quelle battute migliori che mi avresti riservato per il futuro Zo? Non sei poi così originale." Antea scosse la testa.
Riario li guardò: "Mi avete tradito artista." disse con voce solenne e ferma "E io non tollero essere preso in giro."
"Conte Riario, noi..." Leonardo non sapeva come giustificarsi, erano stati scoperti "Le nostre intenzioni non erano quelle che Antea Vi ha..."
"Io sono certo di sì invece, avete tramato alle mie spalle, volevate condurre una ricerca segreta per trovare il Libro." rispose Riario "E Vi avevo avvertito, chi prova a ingannarmi ne paga le conseguenze artista, niente rimane impunito. Mercuri, la ragazza."
Leonardo e Zoroastro cercarono di avanzare, ma i soldati li spinsero via, minacciandoli, Nico era come pietrificato, guardava Mercuri avvicinarsi a Beatrice.
"Conte, Vi prego che volete fare!" gridò Leonardo, mentre Zoroastro quasi veniva alle mani con un soldato che fu costretto a puntargli il coltello molto vicino alla faccia.
"Vi insegno la lealtà Da Vinci." rispose Riario.
Mercuri, con un sorriso compiaciuto si avvicinò a Beatrice, nelle mani reggeva qualcosa, ma lei non riusciva a distinguere la forma di quell'oggetto.
"Se provate ad avvicinarVi Mercuri, giuro, Vi staccherò la faccia a morsi." disse lei, gli occhi verdi brillavano di rabbia, diede alcuni strattoni alla catena che la legava.
"Oh, non Vi toccherò con un dito." disse Lupo, e le mostrò ciò che teneva in mano, era un vaso di terracotta chiuso da un largo tappo di sughero, lo aprì, e con una risatina ne gettò con violenza il contenuto contro Beatrice.
Il liquido vischioso le colò sul viso, sul collo, su tutto il corpo attraverso il vestito, le finì perfino in bocca, Beatrice lo sputò, e in un secondo riconobbe con orrore il sapore e l'odore del grasso di maiale. Capì subito quali fossero le intenzioni di Mercuri, sgranò gli occhi, e lo capirono anche suo fratello e gli altri, che si scagliarono contro i soldati per correre in suo soccorso, ma i soldati, maggiori di numero, li bloccarono afferrando saldamente i loro corpi.
"NO! NO! Per l'amor di...NON POTETE DARLE FUOCO!" gridò Zoroastro dibattebdosi, guardando con terrore Lupo Mercuri afferrare una torcia per poi tornare ad avvicinarsi alla ragazza.
Beatrice strattonò con forza l'anello di metallo, le manette le graffiarono i polsi, la pelle iniziò a sanguinare, il respiro di lei si fece ansioso, era in trappola, non poteva scappare.
Leonardo supplicò Riario: "No, Vi prego! È stata una mia idea quella di ingannarVi! Non punite Beatrice per una colpa che è solo mia!" 
Riario, impassibile, guardava Mercuri avvicinarsi con la torcia, lentamente, al corpo della ragazza. La fissò, la paura che riempiva quei bellissimi occhi verdi era quasi eccitante.
In tutto questo Antea era immobile, sorrideva, soddisfatta del suo piano che si realizzava.
Leonardo, Zoroastro, Beatrice e Nico trattennero il respiro quando Mercuri arrivò a un passo dalla ragazza.
"Fermo." Riario alzò una mano, Mercuri arretrò di alcuni passi.
Beatrice e gli altri lo guardarono.
"Risparmierò questa sofferenza a Vostra sorella se mi consegnerete Leda e la mappa." disse Riario.
Leonardo guardò Zoroastro dato che lui era l'unico ad aver visto la donna.
Zo disse: "Io non..." guardò Beatrice, poi Leonardo "Io non so dove si nasconda adesso, ha detto che sarebbe venuta lei da noi."
"Oh, ottima scusa." commentò Antea.
Zoroastro la guardò con odio, poi tornò a fissare Riario: "No! Vi giuro che è la verità! Dovevo riferire agli altri che Antea ci stava mentendo, e Leda si sarebbe rivelata dopo...Vi giuro che è così!" disse disperato.
"Dovrei credere alla parola di un bastardo che si guadagna da vivere truffando le persone?" chiese Girolamo scrutandolo con disprezzo.
"Conte, dubitate pure della sua credibilità, ma non potrete dubitare della mia." Leda giunse alle spalle del conte.
Tutti i presenti si voltarono verso di lei, sgranarono gli occhi, gli sguardi di Mercuri e di Antea erano esultanti. Leonardo e Nico era stupefatti, la somiglianza tra le due donne era incredibile.
"Sapevo che saresti venuta!" disse Antea trionfante.
"Vi ho seguiti quando vi hanno condotti qui. E ammetto che ero preparata al tuo ennesimo tiro mancino." disse Leda rivolta alla sorella.
Riario le sorrise: "Dunque Voi siete Leda Salonicco. La Vostra fama Vi precede."
"Anche la Vostra conte Riario." rispose Leda "Liberate mia figlia, otterrete ciò che volete."
Leda lanciò uno sguardo verso Beatrice, le due donne si osservarono brevemente, la madre fece un rapido sorriso nervoso verso la figlia, poi tornò a guardare il conte.
Girolamo si avvicinò a lei: "Cosa mi offrite?"
Leda estrasse una pergamena dalla cintura: "La mappa che conduce alla Volta Celeste." e con fierezza gli porse l'oggetto.  
Leonardo sgranò gli occhi, e i suoi amici erano altrettanto stupiti: "L'hai disegnata..." mormorò.
"Sì. Avevo capito il piano di Antea." rispose Leda, lasciando che Riario le sfilasse dalle mani la pergamena.
"Potrebbe essere un falso." ipotizzò Riario guardandola.
 "Non lo è. Antea nonostante tutto mi conosce, chiedete a lei se potrei mai mentirVi in questa orribile situazione."
Antea annuì: "Non rischierebbe, lo so. È così sentimentale..." ridacchiò.
"Vi prego, lasciate andare mia figlia e i suoi amici, fateli tornare a casa." chiese Leda.
Riario sorrise gelido: "E sia. Guardie, liberate la ragazza e conducete tutti alla loro bottega." guardò cinque soldati "Rimanete di guardia nel loro cortile e non fateli allontanare dall'edificio."
"No! Meritano di essere puniti per averVi tradito!" inveì Antea, ma Riario la zittì con un gesto.
"In quanto a Voi Leda, verrete con noi." concluse il conte.
Un soldato liberò Beatrice e la trascinò dai suoi amici, la scaraventò contro Leonardo, lui la abbracciò stretta: "Mi dispiace..." mormorò al suo orecchio.
Beatrice lo abbracciò, oltre la sua spalla vide portare via sua madre, riuscirono a scambiarsi un fugace sguardo prima che le guardie conducessero via tutti.
Alla bottega del Verrocchio vennero separati, Leonardo e Nico furono spinti nel laboratorio dell'artista, Beatrice e Zoroastro nella camera di lei.
Una volta rimasti soli la ragazza si tolse rapidamente il vestito sporco di grasso, corse al catino e si lavò con disperazione, come se quell'insistente sfregare la pelle potesse cancellare il ricordo di essere quasi stata bruciata viva. Ansimava nervosa, passava la spugna sulla pelle fino ad arrossarla, iniziò a piangere.
Zoroastro arrivò alle sue spalle, la avvolse in una vestaglia di cotone bianco, la abbracciò.
"Shhh, va tutto bene principessa, è tutto finito." le disse mentre lei iniziava a singhiozzare.
Beatrice si girò e si nascose nel suo abbraccio, aggrappandosi con le dita alla sua camicia: "Non è finita." mormorò "Mia madre...quella, quella era mia madre...ed è belle mani di Riario!"
Zo la strinse più forte, piano piano i singhiozzi cessarono, Beatrice iniziò a respirare con calma.
"I tuoi polsi...vieni, ti medico io." le disse facendola accomodare al tavolo.
Beatrice annuì e lasciò che lui la medicasse e le fasciasse i polsi graffiati dalle manette.
"Cosa è successo?" chiese "Come è apparsa mia madre?"
Zoroastro la guardò, e le raccontò tutto, Beatrice lo ascoltò in silenzio.
"Era tornata...è venuta a vedere come stavo crescendo." abbozzò un sorriso.
"Sì. Da come parlava è molto fiera di te." disse Zo rimettendo a posto pomata e garze "Ti somiglia, insomma, ha il tuo sorriso sai."
Beatrice annuì: "Leonardo lo diceva sempre. Sai, è come se avessi sempre saputo che Antea non era lei, come un profumo che non riconosci anche se ti appartiene. E adesso? Cosa succederà a Leda?" chiese preoccupata, ricominciò a tremare "Mercuri la torturerà di nuovo, lui..."
Zoroastro le prese le mani: "Ascolta, tua madre è molto forte, coraggiosa. Se l'è cavata in tutti questi anni." voleva dirle che sarebbe andato tutto bene ma non ci riuscì, perché in fondo non ci credeva e nemmeno lei ci avrebbe creduto.
Beatrice si sdraiò suo letto, Zoroastro si mise dietro di lei e la abbracciò, le baciò i capelli e una spalla. Lei si lasciò cullare dal suo abbraccio, e si addormentarono, entrambi tormentati da sogni inquietanti.


La mattina dopo furono svegliati da forti colpi alla porta, non fecero in tempo a mettersi seduti sul materasso che Grünwald apparve nella stanza: "Sveglia! In piedi! Tra cinque minuti vi voglio tutti e due nel cortile." urlò per poi uscire.
Zoroastro e Beatrice si guardarono preoccupati, rapidamente si vestirono e uscirono dalla stanza, Leonardo e Nico erano già in cortile, era evidente dalle loro facce stropicciate e grigie che nemmeno loro avevano dormito bene.
Grünwald ordinò loro di mettersi in marcia, e si diressero di nuovo alle rovine romane.
L'alba era spuntata da meno di un'ora, il paesaggio delle colline era surreale, l'erba bagnata dalla rugiada, una leggera nebbia copriva l'orizzonte.
Beatrice si strinse nelle braccia, guardandosi attorno: "Cosa vorrà adesso Riario da noi?" chiese, ma nessuno dei suoi amici ebbe il coraggio di rispondere.
Arrivati alle rovine il conte Riario li attendeva nel cortile con un sorriso freddo.
"Cosa ci facciamo di nuovo qui?" chiese Leonardo, si voltò sentendo il grido soffocato di Beatrice. La ragazza guardava la colonna alla quale era stata incatenata il giorno prima era stata, al suo posto quella mattina c'era Leda.
Leonardo e gli altri la fissarono, inorriditi. 
Leda era legata con le braccia sopra la testa, indossava una camiciola logora e lorda di sangue, il corpo della donna era sporco e lacerato, le vecchie ferite si confondevano a quelle nuove, il viso sfregiato. Mercuri aveva decisamente scaricato tutta la sua vendetta contro la donna. L'archivista e Antea era poco distanti dalla sventurata Leda, la soddisfazione sui loro visi era indecente.
Beatrice istintivamente cercò di andare da lei, Zoroastro la trattenne abbracciandola vedendo i soldati impugnare le spade, fu doloroso ma dovette sussurrarle che non poteva fare nulla per lei.
"Che cosa significa..." mormorò "Cosa significa!" gridò verso il conte.
Riario la guardò freddo e impassibile, posò lo sguardo su ognuno di loro per poi rispondere: "Chi prova a ingannarmi ne paga le conseguenze, niente rimane impunito." è terminata la frase fece un gesto in direzione di Mercuri.
Lupo, con un sorriso che ricordava un terribile ghigno, prese un altro vaso colmo di grasso e ne versò il contenuto su Leda.
"NO NO NO, VI PREGO!" gridò Beatrice, Zoroastro la tenne più stretta "Vi prego..." guardò Riario, lo supplicò "Non lo fate..." mormorò più volte inutilmente, poi guardò sua madre.
Leda incrociò lo sguardo di Beatrice, nonostante la paura e il dolore le regalò un sorriso caldo, la guardò intensamente e disse: "Angelo mio, non lasciare che il cobalto delle tue lacrime offuschi il vermiglio del tuo cuore."
Poi girò il viso verso Lupo e verso sua sorella Antea, era seria e fiera: "Un giorno pagherete per tutte le vostre malefatte, esse vi stritoleranno."
Antea la guardò impassibile, Mercuri rise sguaiato, lasciò cadere ai suoi piedi la torcia e le fiamme divamparono.
Con una mossa rapida Zoroastro fece voltare Beatrice e nascose il viso di lei contro il suo petto per non farla guardare. Beatrice si aggrappò alla sua schiena con le unghie, le lacrime le riempirono gli occhi, ed erano brucianti come le urla di sua madre che le riempivano le orecchie. 
Quelle grida poi divennero un intenso brusio, assordante come uno stormo di uccelli che vola sbattendo le ali ed emette all'unisono suoni striduli, le invase la testa facendola pulsare in modo doloroso. Beatrice sollevò un po' la testa dal petto di Zoroastro, i suoi occhi guardarono il cielo azzurro riempirsi di fumo nero e grigio. Ecco cosa resta di lei, della madre di cui ho solo incrociato lo sguardo prima che morisse. Rimane un fumo denso che il vento porta lontano, di nuovo lontano da me.
Beatrice infine chiuse gli occhi, Zoroastro la sostenne con fermezza e la prese in braccio quando perse i sensi.





























  
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